Il fatto di aver rivoluzionato la teologia preesistente non significa che Akhenaton non riconoscesse alcuna teologia.
Le ragioni che indussero il Re a troncare con la tradizione le ho già illustrate nella discussione dedicata alla Rivoluzione Amarniana, quindi sorvolo in questa sede.
L'immagine di Aton non nasce dal nulla. Il Disco è un'aspetto di Ra, la sua luce, la sua energia e, come Ra, anche Aton è quindi ritenuto il Creatore.
Troviamo chiare conferme di questa ideologia nell'Inno all'Aton, nel quale il Re si dichiara, inoltre, esplicitamente figlio del Dio.
Nell'evidente rifiuto delle convenzioni, Akhenaton compì delle scelte precise. Il suo intento è quello di deporre Amon, tuttavia egli non dimentica che il compito principale del Sovrano è quello di garantire la Maat, di cui dovrà farsi garante al cospetto del suo dio. Maat, del resto, è figlia di Ra.
Le divinità Shu e Tefnut, la prima coppia divina, fondamentalmente incarnano i due principi sui quali si basava l'intera dottrina di AKhenaton: la vita e la Maat. Principi che trovano posto nell'iconografia del Dio, come Ankh (Shu) e come Ureo (Tefnut).
Insieme a Ra e pochi altri, Shu e Tefnut sono le uniche due divinità del pantheon Egizio a trovare ancora spazio nei culti di Akhetaton, assimilati con la coppia Reale, che si fa rappresentare secondo i canoni riservati agli stessi.
Secondo alcuni studiosi, peraltro, il nome di Shu sarebbe compreso nel nome del Dio, nella prima versione. Nei due cartigli contenenti i nomi di Aton nella prima forma, infatti, si può leggere:
Possa vivere Ra-Horakhty che gioisce all'orizzonte, nel suo nome di Shu (quale luce) come Aton
dove luce è reso con
Sw, che successivamente, nella seconda versione, verrà sostituito da
Swty (ombra), a sottolineare il passaggio dal non manifesto al manifesto.
In quest'ottica è lecito ritenere che Nefertiti abbiamo potuto adottare un'insegna appartenuta alla dea, con cui abbia inteso identificarsi.
In quanto alle sfingi che compaiono sul gruppo scultoreo di Horemheb e Mutnodjemet, chi dice che sono mitanne???
Durante la XVIII dinastia, si adottò la consuetudine di assimilare la Grande Sposa Reale a Tefnut, rappresentata con corpo leonino e testa umana, quindi come sfinge. L'immagine rappresentata sulla statua esposta al Museo Egizio di Torino ci pone, quindi, al cospetto di Mutnodjemet, che in qualità di Grande Sposa del Re è rappresentata come Tefnut.
Purtroppo possiedo solo un'immagine parziale, che ho scattato io stessa.
La parte anteriore è chiaramente visibile, come anche il copricapo associato alla divinità:
[Modificato da -Kiya- 15/10/2009 12:11]