È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!



 
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva

La "Rivoluzione Amarniana": origini e consolidamento.

Ultimo Aggiornamento: 07/03/2012 08:13
Autore
Vota | Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 41.058
Post: 22.720
Registrato il: 24/08/2005

Sacerdotessa
di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
03/10/2009 17:53
 
Quota

Facendo tesoro delle informazioni accumulate in questi anni, e applicando i dovuti filtri, sono giunta alla conclusione che non sia corretto confinare la cosiddetta "Rivoluzione Amarniana" al solo tempo di Akhenaton.
L'esito raggiunto in quel periodo è il prodotto di una catena di eventi che si originarono molto prima, e che diedero i primi segni già con Thutmosi IV, se non addirittura durante il Regno del padre di questi, purtroppo malamente documentato.

Per comprendere realmente cosa accadde, nella sua interezza, è necessario volgere lo sguardo ancora più indietro, all'epoca del Secondo Periodo Intermedio, a quando i Principi Tebani, a seguito e col merito della cacciata degli Hyksos, fecero di Waset la città più importante dell'Egitto. Essi elevarono la divinità locale, Amon, a Re di tutti gli dèi rafforzandone la funzione di protettore della Regalità, operando in accordo con il collegio sacerdotale di Eliopoli una fusione tra questi e Ra, da cui ebbe origine Amon-Ra.
Era, questa, l'alba del Nuovo Regno e della XVIII Dinastia. L'Egitto giunse con essa alla sua massima espansione, autorizzando gli studiosi a definirlo un Impero.

Protagonista principale di tale espansione fu, senza dubbio, Thutmosi III che certamente diede notevole impulso alle tendenze imperialistiche del suo Paese. Ma allo stesso modo è da ritenersi colui che in larga parte alimentò quella situazione che ben presto si sarebbe rivelata essere un punto debole, con cui l'Egitto fu subitaneamente costretto a scontrarsi.
In termini di politica interna Thutmosi operò la scelta di alimentare a dismisura il potere del Clero di Amon, che risiedeva a Karnak, al quale il Re concesse non solo buona parte del bottino conquistato in numerose guerre, ma anche il pieno controllo su tre delle province asiatiche.
Le ragioni di una tale presa di posizione non sono del tutto chiare, ma una giustificazione va forse ricercata nelle circostanze che lo interessarono in prima persona.
Figlio di Thutmosi II, al quale succedette, e di una sposa secondaria dello stesso, eglì dovette per più di vent'anni dividere il trono con Hatshepsut che in qualità di "matrigna" fu nominata sua Reggente.
La Regina non seppe, però, accontentarsi di una posizione secondaria, ragion per cui, dichiarandosi Figlia del Dio Amon e con l'aiuto del suo Clero, ribadì il suo diritto al trono in quanto nominata discendente diretta dal suo padre terreno (Thutmosi I). Divenne così, a tutti gli effetti, coreggente di Thutmosi III con cui condivise la totalità del potere.
Alla scomparsa di Hatshepsut, sopraggiunta nel corso del 22° anno di Regno comune, Thutmosi III forse non ebbe altra scelta che continuare a ingraziarsi quel Clero di Amon il cui aiuto si era rivelato cruciale per la sua Coreggente.
Lo stra-potere conquistato dal Clero portò ben presto alla nascita di contrasti tra la figura del Re, "relegato" alla funzione di Re-Generale, e quella del Primo Profeta di Amon, che per contro assunse velocemente il controllo dello Stato.
Non credo fu necessario effettivamente attendere a lungo per comprendere la gravità degli errori commessi da Thutmosi III, che concedendo ampi favori al Clero di Amon minò dall'interno il potere della Sovranità.

Il successore di Thutmosi III, suo figlio Amenhotep II, continuò con la politica espansionistica del padre. Un impegno che con ogni probabilità lo indusse a protratte assenze. Assenze che, di fatto, contribuirono ulteriormente al consolidamento del controllo sulla città da parte del Clero di Amon.
Quindi fu la volta di Thutmosi IV, che per legittimare il suo diritto al trono, essendo nato da una sposa secondaria e non dalla Grande Sposa Reale, ricorse all'espediente del sogno profetico, opportunamente registrato sull'omonima Stele posta tra le zampe della Sfinge di Giza.
Il Regno di Thutmosi IV fu, a mio avviso, cruciale per lo sviluppo delle vicende che qui ci interessano.
In questa fase possiamo ritenerenere che si svilupparono molte delle idee che poi, con il tramite dei suoi diretti successori, scaturirono nella cosiddetta "rivoluzione Amarniana".
Già di per sè, la Stele del Sogno, che tutt'oggi risiede nella sua posizione originaria, rappresenta un segno tangibile della volontà di limitare il potere di Amon.
Il dio che comparve in sogno al Sovrano sorprendentemente non fu Amon, bensì Harmakis-Khepri-Ra-Atum, ovvero il Sole in ogni suo aspetto. E la Stele sorge in un luogo ben preciso, la Piana di Giza, notoriamente legata a Ra.
Dal testo contenuto sulla Stele si evince che il dio si rivolse a Thutmosi IV chiamandolo "figlio" e gli promise che se avesse liberato dalla sabbia la sua rappresentazione, Egli gli avrebbe concesso la Sua regalità sulla terra dei viventi.
Un gesto, quello appena descritto, che potrebbe celare un forte desiderio di rottura con la realtà vigente e nelle cui parole le similitudini con quanto successivamente adottato da Akhenaton sono assai rimarcate.

Chiaramente più il tempo passava, più la percezione dell'immenso potere Sacerdotale si faceva sentire, fino a giungere a comprendere che era necessario un intervento radicale per poterlo ridimensionare. Ciò risultò, infine, impellente durante il regno di Amenhotep III con il quale si assistette alla precisa volontà di restituire al Re le prerogative divine che gli spettavano.
Il Sovrano promosse la sua divinizzazione in vita e quella della sua Regina.
Il tentativo evidente di trasferire sulla famiglia Reale le prerogative divine, lo si riscontra, ad esempio, nel fatto che Amenhotep III venne rappresentato mentre officiava a sé stesso, di fronte a un'immagine che lo ritrae in qualità di dio solare, nel suo Tempio dei Milioni di anni.
Nello stesso periodo si assistette a un cambiamento di direzione nella Politica Estera. Il Sovrano non incarnò più la figura del "Re-Generale" e scelse di consolidare i rapporti coi Regni limitrofi tramite matrimoni diplomatici, che li avrebbero legati indissolubilmente all'Egitto.
Sotto l'egida di Amenhotep III il Disco Solare Aton cominciò a imporre la sua presenza. E fu sempre questo Sovrano a rompere con la tradizione e a far costruire la propria residenza Reale sulla riva occidentale di Tebe.
Più che di Residenza Reale sarebbe più appropriato parlare di "città nella città", tenuto conto di estensione (630 x 450 m.) e struttura (numerosi grandi e piccoli edifici).
All'area che ospitava i suoi palazzi diede il nome La Casa del Disco Splendente, traendo spunto da uno dei suoi epiteti favoriti, precisamente itn thn, il Disco Splendente.
L'intera struttura era dotata di canali e bacini che accedevano al Nilo e che permettevano alla barca Reale di poter raggiungere con facilità la Residenza. Anche il nome della barca merita la dovuta attenzione, poichè si chiamava Splendore di Aton.
I resti conservati ed esposti nelle Collezioni in alcuni dei più importanti Musei del mondo mostrano l'eleganza e la bellezza che caratterizzava Malqata, e sono, inoltre, in grado di testimoniare che già allora gli artisti del Re operavano sotto l'impulso di uno stile del tutto nuovo, ricercato e desideroso di proclamare le meraviglie della natura. Sui frammenti di pitture provenienti dalla Reggia è possibile osservare come i colori venivano stesi direttamente, con l'ausilio di pennelli e senza alcun disegno preparatorio. Le affinità riscontrate tra i pavimenti di Malqata e quelli che successivamente avrebbero adornato i palazzi di Akhetaton, inoltre, sono notevoli.
Accanto alla Residenza Reale, non compariva più il grande Tempio dedicato alla Divinità principale, bensì quello dedicato al Re e nei pressi di questo fu scavato il bacino artificiale per Teie, dedicato ad Aton.

Tutto quanto durante il Regno di Amenhotep può sembrare, a torto o ragione, appena "accennato", venne attuato definitivamente dal figlio di quest'ultimo, Amenhotep IV/Akhenaton, con l'elevazione di Aton al di sopra di tutti gli Dei e il trasferimento della Capitale in un luogo posto a metà strada tra Tebe ed Eliopoli.
Per rimarcare ulteriormente il suo volere, Akhenaton abolì definitivamente il corpo sacerdotale, elevando sè stesso e la sua sposa quali unici tramiti tra il Dio e il popolo.
Anche la scelta del suo nuovo nome fu ben congegnata. Lo dimostra la presenza del termine Akh ad intendere lo spirito, l'essenza, rapportata al nome di Aton. Con esso il Re volle esprimere in modo marcato la sua diretta discendenza divina, se vogliamo tradurlo in termini anacronistici, l'effettivo "battesimo" quale figlio del Dio.
Qualche mese fa avevo proposto qui sul Forum una discussione sul significato del nome Akhenaton, nella quale ho riportato il mio pensiero in proposito:

"Mi piace pensare che nel cambiare il suo nome, Akhenaton abbia inteso definire sé stesso quale "Emanazione di Aton". Ciò basato sul fatto che non tanto il Sole, quanto la Luce che da esso si propaga è da intendersi Aton. Propagazione, irradiazione, emanazione quale concetto di pienezza di essenza divina, che dal dio passa al figlio, per raggiungere il popolo ed ogni altra creatura a cui la stessa divinità ha dato, e dà ogni giorno perpetuamente, vita.
Emanazione perchè il dio di Akhenaton non parla, ma è il Re a parlare per lui e a mostrare, attraverso le immagini più che con le parole, ciò che il suo dio ha creato e rigenera ogni giorno."

Tutto ciò richiedeva un apparato all'altezza della sua funzione, che garantisse diffusione e coivolgimento. Era necessario che tutti abbracciassero il nuovo Credo, affinchè Tebe, ma soprattutto il suo Clero e con esso il suo Dio, ne risultasse ulteriormente indebolita. E quali migliori strumenti di espressione si potevano utilizzare se non quelli con cui il Sovrano poteva promuovere concretamente il suo ideale Religioso?
La statuaria, le rappresentazioni, i monumenti in genere e i rilievi vennero plasmati a misura del messaggio che il Re intendeva promulgare. I principi della divinità e della fertilità diventano un tutt'uno con le immagini del Re e della sua Sposa.
Un ulteriore impulso in tal senso fu dato dall'evoluzione della Scrittura. Sotto Akhenaton lo stile in auge fu definitivamente abbandonato a vantaggio del Neoegizio. La lingua parlata, alla portata di tutti, divenne la lingua dei testi ufficiali.
Nulla avrebbe potuto avere presa maggiore e più diretta sul popolo Egizio.
La prova del suo successo (allo stato attuale, e a causa della Damnatio Memoriae, non ci è possibile stabilire quale fu la sua intensità, né la sua effettiva estensione), la si riscontra nei reperti rinvenuti ad Akhetaton, specie nelle stele votive conservate nelle abitazioni private, che raffigurano la famiglia Reale coronata dai raggi dell'Aton.

Da tutto ciò non è possibile trarne un'immagine di questo Re debole e sognatrice.
Checchè se ne dica, Amenhotep IV/Akhenaton fu un grande sovrano, capace di attuare quanto auspicato (e in parte preparato) dai suoi predecessori, di ridimensionare il Clero di Amon e di restituire alla figura del Monarca il potere che gli spettava di diritto, fin dall'alba dei tempi. Potere che il trono mantenne saldamente, per lungo tempo, anche in seguito alla sua morte.
Il Primo Profeta di Amon, per tornare a governare sull'Egitto, dovette attendere gli eventi che caratterizzarono il Terzo Periodo Intermedio.



In conclusione vorrei ringraziare il Prof. Massimo Izzo per due ragioni fondamentali: per i suoi preziosi consigli e per l'avermi spronata alla pubblicazione di questo scritto, che gli ho sottoposto in sunto. Grazie, Massimo.

Riportare l'intera Bibliografia a cui ho attinto per la sua stesura, mi torna difficile, poichè come ho affermato in apertura, tutto questo è frutto di anni di letture e riflessioni. Per avere un'idea di un buon numero di scritti che in questi anni hanno contribuito alla formazione della mia ideologia, invito a prendere visione dell'elenco dei testi "Amarniani" in mio possesso, a questo link:




Un'importanza fondamentale va, tuttavia, riconosciuta a un testo che, per mia dimenticanza, non compare nell'elenco proposto qui sopra, pietra miliare per la conoscenza di questo periodo e che vado a citare, in nome dei dovuti riconoscimenti.
Si tratta di "Antico Egitto" di Barry Kemp, di cui posseggo l'edizione del 2000 edita in Italia da Electa.
[Modificato da -Kiya- 03/06/2011 23:04]
Vota:
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:52. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com