Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Calendario religioso egizio

Ultimo Aggiornamento: 28/12/2014 11:47
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Calendario Religioso Egizio
L’ORGANIZZAZIONE DEL TEMPO NEI CALENDARI

Gli Egizi, già in Età Protodinastica, nel momento in cui si crearono le necessità di organizzare il Tempo secondo ragioni imposte dal loro modus vivendi, si posero, direi in modo quasi ovvio, il bisogno di indicare un giorno dell’anno dal quale partire e al quale ritornare: Giorno di Fine e Inizio d’Anno. Insomma, il giorno di Capodanno.

La questione ha implicazioni notevoli, specialmente per quanto riguarda problemi che in seguito divennero così importanti per gli storici: Datazione e conteggio degli anni di regno di Faraoni, definizione delle Cronologie, etc.

Anche in questo, come in altri numerosi ambiti di studio sulla civiltà Egizia, si costata una notevole
incertezza che, di volta in volta, si traduce in prese di posizione, non sempre chiare, e sicuramente
non definitive.

Entrare in questioni simili significa dare per scontati, saltandoli a piè pari, secoli e secoli di vicende ( se non millenni) durante i quali il Tempo appare un’appendice ad eventi o fenomeni con i quali l’uomo si confrontò nei i suoi rapporti con la terra, l’agricoltura, la caccia.

Ma nel momento remoto della storia-non storia, in cui nacque la necessità di correlare simili eventi con la loro ciclicità e ripetitività, nacquero archetipi dai quali non è possibile prescindere anche per comprendere il nostro argomento legato ai Calendari Egizi.
Solo dopo questa consapevolezza sarà ragionevole affrontare il complesso argomento dei Capodanni dei Calendari Egizi.

Tutto questo preambolo per accennare soltanto al fatto che in epoca remota, gran parte dei popoli che abitavano la terra a diverse latitudini e longitudini, concepirono una visione del Tempo basata su una ciclicità di 360 giorni. Uso impropriamente il termine di giorni e ancor meno correttamente potrei parlare di mesi o anni; tutte divisioni del Tempo, queste, che si configureranno lentamente e successivamente.

Su una visione ciclica del tempo della durata complessiva di un valore di 360 vi sono innumerevoli testimonianze e, a meno di apparire ridicoli, occorre tenerne conto. Cito soltanto i lavori di studiosi di storia dell’astreonomia dello scorso secolo : Monferrier, Schiaparelli, Ginzel, Norman Lockyer. C’è solo l’imbarazzo della scelta.

Ciò premesso, non intendo sostenere che esistessero “ Calendari ” strutturati su una durata pari ad un valore di 360, piuttosto intendo dire che il valore di 360 rappresentò una matrice di enorme valore nel cammino verso l’organizzazione del Tempo e la nascita dei Calendari.

Quando le condizioni culturali e sociali furono mature per questo, in terra d’Egitto ecco ciò che avvenne e di cui abbiamo notizia.

Il problema del Capodanno nell’organizzazione sociale degli Egizi nacque naturalmente con
l’avvento dei Calendari o, più genericamente, con il bisogno di stabilire un inizio alla
volontà/necessità, di misura del Tempo.

Poiché il problema del Capodanno è ovviamente legato alle modalità e ai criteri scelti per
organizzare il tempo egiziano, ci atterremo, secondo quanto asserito da C.Gallo, a quelli che pare
rappresentassero i due riferimenti che gli Egizi, inizialmente, considerarono per strutturare temporalmente il loro anno: Il ciclico Straripamento del Nilo e il conteggio delle Lunazioni.

Si iniziò con il considerare Capodanno l’arrivo delle piene a Menphi che annunciavano le
esondazioni del Nilo e si contarono quante Lunazioni intercorrevano tra una piena e quella
successiva, dando vita ad un primo abbozzo di Calendario annuale Lunare.

La questione, tuttavia, si complica nel momento in cui, anche qui in modo ovvio, s’introduce il
concetto di “Stagioni”, come naturali e omogenei contenitori di eventi legati alla vita lavorativa o,
più in generale, sociale del paese.

Seguendo criteri che C.Gallo ha ripreso anche da R.A.Parker, sappiamo come la ciclicità
delle inondazioni del Nilo fosse, se non altro per ragioni empiriche, associata all’arrivo dei periodi
più caldi dell’anno; per tale motivo, il fenomeno costituì anche, l’inizio di una Prima Stagione,
quella dell’Inondazione che divenne, insieme, il fenomeno che inaugurava un nuovo ciclo annuale:
Era, esso stesso, il Capodanno.

Sappiamo dagli elementi archeologici raccolti che la ciclicità del Sole nei suoi percorsi annuali fosse, altrettanto empiricamente, ben conosciuta, perciò erano ben conosciuti Equinozi e Solstizi.
Detto ciò, appare evidente come il Capodanno legato alle inondazioni del Nilo fosse anche
associato al Solstizio d’Estate durante il periodo predinastico e protodinastico, essendogli temporalmente quasi assimilabile.

Questo è certamente un mio azzardo, ma ipotizzare che tra gli Egizi, in tali epoche, il Solstizio d’Estate potesse rappresentare il riferimento astronomico atteso e festeggiato, insieme all’arrivo delle piene del Nilo, fino al punto da essere considerato l’evento della rinascita e del rinnovamento,credo possa essere legittimo, anche se non dimostrato.

La struttura socio-economica Egizia, legata all’agricoltura e ai suoi ritmi, fu organizzata e
condizionata da tre momenti: Il periodo dell’Inondazione, il periodo della Semina e quello
successivo del Raccolto. Da qui la probabile scomposizione della Figura Circolare di 360
gradi/metri/giorni in tre parti composte ciascuna di 120 gradi/metri/giorni.

Vi furono precise ragioni a giustificazione di questa durata di valore pari a 120 .
Se consideriamo i quattro mesi che definirono il periodo dell’Inondazione, essi sono documentati
ancora in osservazioni meticolosamente raccolte a fine ottocento.

N. Lockyer descrive bene cronologicamente questo argomento:

“Sia Brugsch che De Rougé ci forniscono un calendario moderno che è di sicuro un’eredità di un
antico computo dell’anno egizio.E’ valido per i dintorni del Cairo e la relazione dei giorni
importanti dall’inondazione al solstizio, in quella parte del fiume, è la seguente:
Solstizio d’Estate Giorni dopo 0
Inizio inondazione Giorni dopo 3
Raduno al nilometro Giorni dopo 10
Proclamazione dell’inondazione Giorni dopo 11
Sposalizio del Nilo Giorni dopo 63
Il Nilo smette di crescere Giorni dopo 96
Apertura delle dighe Giorni dopo 97
Fine della grande inondazione Giorni dopo 117"

E 117 giorni costituiscono appunto la durata di 4 mesi di circa 30 giorni ciascuno

Considerata quindi una Figura/Calendario di 360 gradi/metri/giorni divisa in tre parti corrispondenti ai tre momenti dell’anno già chiariti, ognuna della durata di quattro mesi, può legittimamente porsi il problema di quali siano le ragioni che ci autorizzano a parlare di: ”Mese”, termine per noi riferito ad un periodo temporale di trenta giorni, ma che non è detto appartenesse come tale alla cultura Egizia.

La durata del periodo delle Inondazioni poteva trovare presumibilmente e verosimilmente due
strumenti di computo anche presso gli Egizi;

il primo, molto preciso, basato sul conteggio della sua durata in giorni.

Questo modo, tuttavia, data la sua intrinseca rigidità, poteva risultare inadeguato alla
determinazione di periodi di media lunghezza, come ovviamente si considerano le stagioni. Ancor
meno poteva esserlo per stabilire periodi temporali legati ad eventi che andavano considerati per
approssimazione, come appunto avveniva per la durata delle Inondazioni del Nilo.

L’altro strumento, del quale peraltro vi è traccia, era rappresentato dal conto delle Lunazioni.

La loro caratteristica era di raggruppare più giorni e definire in modo semplice, sintetico ed elastico un periodo; così, la durata delle Inondazioni poteva essere correttamente determinata temporalmente dall’assunto:“ Quattro Lune o Lunazioni = Quattro Mesi”.
Oltretutto il ruolo ricoperto dalla Luna nella civiltà Egizia, pur non assurgendo mai, come
importanza, a quello del Sole o di Sirio, costituiva un riferimento imprescindibile per gli astronomi,
consapevoli del fatto che i Babilonesi adoravano sia il Sole che la Luna usata anche per misurare il
tempo; a Babilonia si viaggiava nel deserto di notte per ragioni climatiche, facendo della Luna
l’astro principe allo scopo e se ne studiavano attentamente i movimenti .

Una Lunazione copriva circa trenta giorni, quattro Lunazioni l’intera stagione dell’Inondazione e ciò poteva essere riferito benissimo anche alle altre stagioni “della Semina “ e “ del Raccolto”.

Due sono gli elementi d’imprecisione che caratterizzano un sistema basato sul conto delle
Lunazioni: Il primo legato alla discordanza della durata di dodici Lunazioni con la durata
complessiva di un anno solare tropico: Una Lunazione dura 29,5 giorni circa, per un complessivo di 12 Lunazioni di 354 giorni; è quindi evidente la discordanza di circa 11 giorni tra i due ipotetici calendari presi in considerazione.

Prevedere la data di ricomparsa del Solstizio d’Estate sulla base delle Lunazioni risultava, quindi,
impossibile senza l’aggiunta di giorni intercalari.

L’altro elemento d’imprecisione è dato alla discordanza rispetto ad una Figura/Calendario di 360 giorni; in questo caso la differenza annuale tra i due riferimenti si riduce a circa cinque giorni.

Una struttura temporale fondata su un valore di 360, si adeguava globalmente in modo approssimativo ad un intero ciclo di 12 Lunazioni, se lo scopo era di stabilire, ad esempio, con esattezza l’inizio delle Inondazioni, pressoché coincidenti con il Solstizio d’Estate.

L’esatta misura temporale della data del Solstizio/Inondazione, richiedeva un riferimento certo, affidabile, da dove dare inizio al conteggio dei giorni che avrebbero condotto all’evento.
Il reperto archeologico del Calendario Sothiaco del monte Menna che ho studiato attentamente indica nella data d’Equinozio di Primavera questo punto di partenza e lo propone in modo evidente, attraverso un’Appendice realizzata con deposizione di pietrame sul pascolo ben definita sul terreno.

D’altro canto questa è’ la medesima conclusione alla quale lo stesso N.Lockyer giunse con i suoi studi e le sue ipotesi, alcune delle quali, in verità, contestate anche ferocemente (e forse anche ragionevolmente) dagli egittologi contemporanei; ciò non riguarda, tuttavia, il caso specifico che stiamo trattando.
N.Lockyer dice : “ Se si resero dunque conto che il calendario era sbagliato, serviva tuttavia che
essi infine sapessero quanto fosse veramente lungo un anno. E come lo avevano scoperto? Credo
che non ci siano dubbi: La nozione era derivata dall’osservazione del solstizio o dell’equinozio.
Vero, avevano le inondazioni, ma come abbiamo visto, le piene non sono regolari in assoluto e
l’inondazione richiede diversi giorni per spostarsi da Philae a il Cairo (Menfi).”

Stabilito un punto certo dal quale procedere, prese corpo il riferimento costruito sulle Lunazioni; si era correttamente trovato il modo di calcolare quanti giorni aggiungere ad un ciclo di 12 lunazioni (Fig.1) (che a quel punto costituirono,nel loro complesso, la struttura portante del futuro Calendario Lunare Originario) in modo che risultasse adatto alla previsione della data delle Inondazioni, scandito da Tre Periodi/Stagioni di Quattro Mesi ciascuno, ognuno dei quali composto da Quattro Lunazioni di circa Trenta Giorni ciascuna.

Risultava evidente come, attraverso il conteggio delle Lunazioni che separavano l’Equinozio di
Primavera dal Solstizio d’Estate, era possibile superare le difficoltà previsionali dovute alla
divergenza tra la durata complessiva di un Calendario di tipo lunare da quella di un Calendario
solare, adottando un sistema calendariale di 360 gradi/metri/gior


Fig.1
Gli elementi costitutivi del futuro Calendario Lunare Originario: In colori diversi, le Tre Stagioni,
ognuna delle quali composta da periodi di trenta giorni. La durata complessiva di 355 giorni
richiedeva un’integrazione annuale di cinque giorni perché si completasse un intero ciclo di 360 giorni. L’Equinozio di Primavera rappresentava il punto di riferimento.

Nel prossimo post mi occuperò della definizione di questo “Sistema di Misura del Tempo” basato sulle Lunazioni, nei suoi rapporti d’integrazione con gli eventi astronomici legati al ciclo Solare e soprattutto i rapporti che si crearono con l’avvento della Levata Eliaca di Sirio come fenomeno celeste di riferimento d’inizio d’anno

[Modificato da bcavagna 19/11/2014 16:01]
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