Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Calendario religioso egizio

Ultimo Aggiornamento: 28/12/2014 11:47
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14/11/2014 23:51
 
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Calendario Religioso Egizio
Una delle questioni più dibattute e che hanno sollevato non poche perplessità sulla reale consistenza delle conoscenze astronomiche degli Egizi, è quella relativa alla migrazione del Capodanno, secondo il Calendario Civile, all’interno delle tre stagioni.

Il Capodanno migrava, occupando ogni quattro anni, giorni diversi, di mesi diversi, di diverse stagioni, fino a ritornare dopo circa 1460 anni a quel giorno di quel mese di quella stagione da cui era partito.

Le ragioni di tutto ciò erano giustificate dalla struttura stessa del Calendario Civile rispetto al ciclo legato alle Levate Eliache di Sirio. E’ utile rileggere, a questo proposito, il primo post di A. Crasto.

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?c=66845&f=66845&idd...

A mio parere quella della migrazione del Capodanno Civile tra le varie Stagioni, è, al contrario, una questione che tradisce ragioni profonde; tanto importante da costituire materia di giuramento da parte dei neoeletti Faraoni, i quali, ufficialmente, s’impegnavano a non apportare mai alcuna integrazione ai Cinque Giorni Epagomeni, per nessuna ragione, mai! Fosse stata anche quella, così evidente, di fissare il Capodanno sempre allo stesso Giorno, dello stesso Mese, della stessa Stagione.

Per quale arcano motivo tutto questo?

E’ il cielo di Saqqara/Menphi il palcoscenico ispiratore per astronomi rigorosi quanto creativi osservatori, capaci di assimilarlo e piegarlo alle leggi estetiche della simmetria.

Qualora il cielo d’Egitto, avesse continuato ad essere quello apparso agli occhi di Djer, III° Faraone della Prima Dinastia, nel 3068 a.C., in nessun modo si sarebbe potuto modificare il Giorno, Mese, Stagione dell’Anno del Calendario Civile in cui Sirio in Levata Eliaca, si sarebbe annualmente ripresentata. Lei, vero Capodanno Celeste per gli Egizi.

Questo perché la scelta della Levata di Sirio come iniziatrice del nuovo anno, rappresentava la simmetrica immagine speculare, all’Orizzonte Astronomico, del Sole che sorgeva al Solstizio d’Estate.

Rivediamo in Figura 1 e 2 queste simmetrie già proposte nei miei precedenti intervent



Figura 1
Il Sole sorge a Saqqara/Menphi il giorno del Solstizio d’Estate




Figura 2
Sirio sorge a Saqqara/Menphi in Levata Eliaca

Questo, come abbiamo avuto modo di spiegare, costituì il binomio sul quale si costruì un nuovo Calendario a struttura circolare da parte del Faraone Djer nel 3068 a.C.

Le coordinate astronomiche di Sirio in Levata Eliaca all’orizzonte di Menphi e del
Sole, definivano i punti opposti rispettivamente di un Calendario basato sulla Levata Eliaca di Sirio e di un Calendario basato sul Solstizio d’Estate.

Per un osservatore allo Zenit, che guardava il cielo e le stelle di Menphi posti sopra la sua testa e scrutava l’orizzonte, il Sole sorgeva al Solstizio d’Estate (il 21 Giugno del nostro Calendario Gregoriano) da un punto specularmente simmetrico a quello dal quale sorgeva Sirio in Levata Eliaca e questo rispetto al punto d’orizzonte dal quale sorgeva il Sole il giorno d’Equinozio di Primavera ( il 21 Marzo secondo il nostro Calendario Gregoriano) come indicato nelle Figure 1 e 2.

Il tempo impiegato da Sirio per ricomparire in Levata Eliaca, dopo un anno, allo stesso punto d’orizzonte, era pressoché identico al tempo impiegato dal Sole del Solstizio d’Estate per ricomparire, dopo un anno, allo stesso punto d’orizzonte.
Perciò i due Calendari disegnati da due stelle diverse, avevano meravigliose affinità temporali e simmetriche.

La scelta siriocentrica di Djer di porre la Levata Eliaca di Sirio come fenomeno celeste annunciatore del nuovo anno con le inondazioni del Nilo (Capodanno Celeste e insieme, Capodanno terrestre nel Calendario Sothiaco), trovava così la sua esatta e fissa corrispondenza di giorno, mese e stagione anche nel Calendario basato sul ciclo del Sole.

Nulla poteva turbare questa previsione: Perfetta rappresentazione in terra del Capodanno Celeste.

Finché quella stella fosse sorta da quel punto d’orizzonte, secondo i tempi della sua rigorosa ciclicità e quelli, altrettanto rigorosi del Solstizio d’Estate, il legame tra Capodanno del Calendario Solare/Civile, come Primo Giorno, del Primo Mese, della Prima Stagione, quella di Aketh, e Levata Eliaca di Sirio, Capodanno Celeste, non avrebbe subito interruzioni. Così si era scelto, e così inevitabilmente, era.

Ma nel 2914 a.C. qualcosa era mutato nella simmetrica opposizione azimutale del Sole del Solstizio d’Estate e di Sirio in Levata Eliaca.

Lo vediamo nelle Figure 3 e 4



Figura 3
Il Sole sorge a Saqqara/Menphi il giorno del Solstizio d’Estate




Figura 4
Levata Eliaca di Sirio a Saqqara/Menphi nel 2914 a.C.

La stella del Cane Maggiore sorgeva all’orizzonte naturale locale, dallo stesso, identico punto dal quale sorgeva il Sole al Solstizio d’Inverno, ma i due fenomeni celesti estivi ( Sole del Solstizio d’Estate e Sirio in Levata Eliaca) non erano più definiti secondo coordinate azimutali che li rappresentavano perfettamente speculari, rispetto al punto d’orizzonte in cui sorgeva il Sole all’Equinozio di Primavera ( 21 Marzo del nostro Calendario Gregoriano).

I giorni che separavano la Levata Eliaca di Sirio dalla data dell’Equinozio di Primavera indicata sul Calendario Sothiaco, suggerivano paradossalmente che questo fenomeno celeste anticipava di due giorni abbondanti.

Tutto ciò non sembrava comprensibile, se non concludendo che Sirio, sorgeva in Levata Eliaca da un punto d’orizzonte naturale locale diverso da quello che Djer aveva notato nel 3068 a.C. posticipando di due giorni abbondanti la data del suo apparire nel Calendario Sothiaco da lui voluto.

La Levata Eliaca di Sirio, Capodanno del Calendario Sothiaco, risultava così, migrare lentamente ma inequivocabilmente, lungo le immaginarie Stagioni Celesti e in 154 anni lo aveva fatto di una quantità superiore ai due giorni.

Se la “Rivoluzione Siriocentrica” aveva scelto la Levata Eliaca di Sirio come annunziatrice del nuovo anno, anche il Calendario Civile non avrebbe potuto e dovuto sottrarsi ai mutamenti ai quali essa sembrava sottostare.

Mantenuto fermo come riferimento d’inizio d’anno il fenomeno della Levata Eliaca di Sirio, ciò che, allora, sarebbe dovuto migrare era il Capodanno del Calendario Solare/Civile, al quale si affidava il compito di rappresentare i progressivi spostamenti della Levata Eliaca di Sirio, Capodanno Celeste, all’orizzonte di Menphi.
Dietro a tutto ciò si nascondevano, quindi, le leggi della Precessione degli Equinozi?

Il Calendario Civile Egizio, con la sua incongruenza, spacciata per vaga, eccentrica incoscienza dei suoi ideatori, fu, al contrario, monumento alla conoscenza del fenomeno Precessionale?

Se così fosse, chapeau!

Ma se così non fosse stato, dovremmo ammettere un errore innaturale per quelle culture,
inaccettabile per quegli astronomi: Scegliere Sirio in Levata Eliaca come faro del Tempo e rifiutare
di seguirne la direzione.











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19/11/2014 15:41
 
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Calendario Religioso Egizio
L’ORGANIZZAZIONE DEL TEMPO NEI CALENDARI

Gli Egizi, già in Età Protodinastica, nel momento in cui si crearono le necessità di organizzare il Tempo secondo ragioni imposte dal loro modus vivendi, si posero, direi in modo quasi ovvio, il bisogno di indicare un giorno dell’anno dal quale partire e al quale ritornare: Giorno di Fine e Inizio d’Anno. Insomma, il giorno di Capodanno.

La questione ha implicazioni notevoli, specialmente per quanto riguarda problemi che in seguito divennero così importanti per gli storici: Datazione e conteggio degli anni di regno di Faraoni, definizione delle Cronologie, etc.

Anche in questo, come in altri numerosi ambiti di studio sulla civiltà Egizia, si costata una notevole
incertezza che, di volta in volta, si traduce in prese di posizione, non sempre chiare, e sicuramente
non definitive.

Entrare in questioni simili significa dare per scontati, saltandoli a piè pari, secoli e secoli di vicende ( se non millenni) durante i quali il Tempo appare un’appendice ad eventi o fenomeni con i quali l’uomo si confrontò nei i suoi rapporti con la terra, l’agricoltura, la caccia.

Ma nel momento remoto della storia-non storia, in cui nacque la necessità di correlare simili eventi con la loro ciclicità e ripetitività, nacquero archetipi dai quali non è possibile prescindere anche per comprendere il nostro argomento legato ai Calendari Egizi.
Solo dopo questa consapevolezza sarà ragionevole affrontare il complesso argomento dei Capodanni dei Calendari Egizi.

Tutto questo preambolo per accennare soltanto al fatto che in epoca remota, gran parte dei popoli che abitavano la terra a diverse latitudini e longitudini, concepirono una visione del Tempo basata su una ciclicità di 360 giorni. Uso impropriamente il termine di giorni e ancor meno correttamente potrei parlare di mesi o anni; tutte divisioni del Tempo, queste, che si configureranno lentamente e successivamente.

Su una visione ciclica del tempo della durata complessiva di un valore di 360 vi sono innumerevoli testimonianze e, a meno di apparire ridicoli, occorre tenerne conto. Cito soltanto i lavori di studiosi di storia dell’astreonomia dello scorso secolo : Monferrier, Schiaparelli, Ginzel, Norman Lockyer. C’è solo l’imbarazzo della scelta.

Ciò premesso, non intendo sostenere che esistessero “ Calendari ” strutturati su una durata pari ad un valore di 360, piuttosto intendo dire che il valore di 360 rappresentò una matrice di enorme valore nel cammino verso l’organizzazione del Tempo e la nascita dei Calendari.

Quando le condizioni culturali e sociali furono mature per questo, in terra d’Egitto ecco ciò che avvenne e di cui abbiamo notizia.

Il problema del Capodanno nell’organizzazione sociale degli Egizi nacque naturalmente con
l’avvento dei Calendari o, più genericamente, con il bisogno di stabilire un inizio alla
volontà/necessità, di misura del Tempo.

Poiché il problema del Capodanno è ovviamente legato alle modalità e ai criteri scelti per
organizzare il tempo egiziano, ci atterremo, secondo quanto asserito da C.Gallo, a quelli che pare
rappresentassero i due riferimenti che gli Egizi, inizialmente, considerarono per strutturare temporalmente il loro anno: Il ciclico Straripamento del Nilo e il conteggio delle Lunazioni.

Si iniziò con il considerare Capodanno l’arrivo delle piene a Menphi che annunciavano le
esondazioni del Nilo e si contarono quante Lunazioni intercorrevano tra una piena e quella
successiva, dando vita ad un primo abbozzo di Calendario annuale Lunare.

La questione, tuttavia, si complica nel momento in cui, anche qui in modo ovvio, s’introduce il
concetto di “Stagioni”, come naturali e omogenei contenitori di eventi legati alla vita lavorativa o,
più in generale, sociale del paese.

Seguendo criteri che C.Gallo ha ripreso anche da R.A.Parker, sappiamo come la ciclicità
delle inondazioni del Nilo fosse, se non altro per ragioni empiriche, associata all’arrivo dei periodi
più caldi dell’anno; per tale motivo, il fenomeno costituì anche, l’inizio di una Prima Stagione,
quella dell’Inondazione che divenne, insieme, il fenomeno che inaugurava un nuovo ciclo annuale:
Era, esso stesso, il Capodanno.

Sappiamo dagli elementi archeologici raccolti che la ciclicità del Sole nei suoi percorsi annuali fosse, altrettanto empiricamente, ben conosciuta, perciò erano ben conosciuti Equinozi e Solstizi.
Detto ciò, appare evidente come il Capodanno legato alle inondazioni del Nilo fosse anche
associato al Solstizio d’Estate durante il periodo predinastico e protodinastico, essendogli temporalmente quasi assimilabile.

Questo è certamente un mio azzardo, ma ipotizzare che tra gli Egizi, in tali epoche, il Solstizio d’Estate potesse rappresentare il riferimento astronomico atteso e festeggiato, insieme all’arrivo delle piene del Nilo, fino al punto da essere considerato l’evento della rinascita e del rinnovamento,credo possa essere legittimo, anche se non dimostrato.

La struttura socio-economica Egizia, legata all’agricoltura e ai suoi ritmi, fu organizzata e
condizionata da tre momenti: Il periodo dell’Inondazione, il periodo della Semina e quello
successivo del Raccolto. Da qui la probabile scomposizione della Figura Circolare di 360
gradi/metri/giorni in tre parti composte ciascuna di 120 gradi/metri/giorni.

Vi furono precise ragioni a giustificazione di questa durata di valore pari a 120 .
Se consideriamo i quattro mesi che definirono il periodo dell’Inondazione, essi sono documentati
ancora in osservazioni meticolosamente raccolte a fine ottocento.

N. Lockyer descrive bene cronologicamente questo argomento:

“Sia Brugsch che De Rougé ci forniscono un calendario moderno che è di sicuro un’eredità di un
antico computo dell’anno egizio.E’ valido per i dintorni del Cairo e la relazione dei giorni
importanti dall’inondazione al solstizio, in quella parte del fiume, è la seguente:
Solstizio d’Estate Giorni dopo 0
Inizio inondazione Giorni dopo 3
Raduno al nilometro Giorni dopo 10
Proclamazione dell’inondazione Giorni dopo 11
Sposalizio del Nilo Giorni dopo 63
Il Nilo smette di crescere Giorni dopo 96
Apertura delle dighe Giorni dopo 97
Fine della grande inondazione Giorni dopo 117"

E 117 giorni costituiscono appunto la durata di 4 mesi di circa 30 giorni ciascuno

Considerata quindi una Figura/Calendario di 360 gradi/metri/giorni divisa in tre parti corrispondenti ai tre momenti dell’anno già chiariti, ognuna della durata di quattro mesi, può legittimamente porsi il problema di quali siano le ragioni che ci autorizzano a parlare di: ”Mese”, termine per noi riferito ad un periodo temporale di trenta giorni, ma che non è detto appartenesse come tale alla cultura Egizia.

La durata del periodo delle Inondazioni poteva trovare presumibilmente e verosimilmente due
strumenti di computo anche presso gli Egizi;

il primo, molto preciso, basato sul conteggio della sua durata in giorni.

Questo modo, tuttavia, data la sua intrinseca rigidità, poteva risultare inadeguato alla
determinazione di periodi di media lunghezza, come ovviamente si considerano le stagioni. Ancor
meno poteva esserlo per stabilire periodi temporali legati ad eventi che andavano considerati per
approssimazione, come appunto avveniva per la durata delle Inondazioni del Nilo.

L’altro strumento, del quale peraltro vi è traccia, era rappresentato dal conto delle Lunazioni.

La loro caratteristica era di raggruppare più giorni e definire in modo semplice, sintetico ed elastico un periodo; così, la durata delle Inondazioni poteva essere correttamente determinata temporalmente dall’assunto:“ Quattro Lune o Lunazioni = Quattro Mesi”.
Oltretutto il ruolo ricoperto dalla Luna nella civiltà Egizia, pur non assurgendo mai, come
importanza, a quello del Sole o di Sirio, costituiva un riferimento imprescindibile per gli astronomi,
consapevoli del fatto che i Babilonesi adoravano sia il Sole che la Luna usata anche per misurare il
tempo; a Babilonia si viaggiava nel deserto di notte per ragioni climatiche, facendo della Luna
l’astro principe allo scopo e se ne studiavano attentamente i movimenti .

Una Lunazione copriva circa trenta giorni, quattro Lunazioni l’intera stagione dell’Inondazione e ciò poteva essere riferito benissimo anche alle altre stagioni “della Semina “ e “ del Raccolto”.

Due sono gli elementi d’imprecisione che caratterizzano un sistema basato sul conto delle
Lunazioni: Il primo legato alla discordanza della durata di dodici Lunazioni con la durata
complessiva di un anno solare tropico: Una Lunazione dura 29,5 giorni circa, per un complessivo di 12 Lunazioni di 354 giorni; è quindi evidente la discordanza di circa 11 giorni tra i due ipotetici calendari presi in considerazione.

Prevedere la data di ricomparsa del Solstizio d’Estate sulla base delle Lunazioni risultava, quindi,
impossibile senza l’aggiunta di giorni intercalari.

L’altro elemento d’imprecisione è dato alla discordanza rispetto ad una Figura/Calendario di 360 giorni; in questo caso la differenza annuale tra i due riferimenti si riduce a circa cinque giorni.

Una struttura temporale fondata su un valore di 360, si adeguava globalmente in modo approssimativo ad un intero ciclo di 12 Lunazioni, se lo scopo era di stabilire, ad esempio, con esattezza l’inizio delle Inondazioni, pressoché coincidenti con il Solstizio d’Estate.

L’esatta misura temporale della data del Solstizio/Inondazione, richiedeva un riferimento certo, affidabile, da dove dare inizio al conteggio dei giorni che avrebbero condotto all’evento.
Il reperto archeologico del Calendario Sothiaco del monte Menna che ho studiato attentamente indica nella data d’Equinozio di Primavera questo punto di partenza e lo propone in modo evidente, attraverso un’Appendice realizzata con deposizione di pietrame sul pascolo ben definita sul terreno.

D’altro canto questa è’ la medesima conclusione alla quale lo stesso N.Lockyer giunse con i suoi studi e le sue ipotesi, alcune delle quali, in verità, contestate anche ferocemente (e forse anche ragionevolmente) dagli egittologi contemporanei; ciò non riguarda, tuttavia, il caso specifico che stiamo trattando.
N.Lockyer dice : “ Se si resero dunque conto che il calendario era sbagliato, serviva tuttavia che
essi infine sapessero quanto fosse veramente lungo un anno. E come lo avevano scoperto? Credo
che non ci siano dubbi: La nozione era derivata dall’osservazione del solstizio o dell’equinozio.
Vero, avevano le inondazioni, ma come abbiamo visto, le piene non sono regolari in assoluto e
l’inondazione richiede diversi giorni per spostarsi da Philae a il Cairo (Menfi).”

Stabilito un punto certo dal quale procedere, prese corpo il riferimento costruito sulle Lunazioni; si era correttamente trovato il modo di calcolare quanti giorni aggiungere ad un ciclo di 12 lunazioni (Fig.1) (che a quel punto costituirono,nel loro complesso, la struttura portante del futuro Calendario Lunare Originario) in modo che risultasse adatto alla previsione della data delle Inondazioni, scandito da Tre Periodi/Stagioni di Quattro Mesi ciascuno, ognuno dei quali composto da Quattro Lunazioni di circa Trenta Giorni ciascuna.

Risultava evidente come, attraverso il conteggio delle Lunazioni che separavano l’Equinozio di
Primavera dal Solstizio d’Estate, era possibile superare le difficoltà previsionali dovute alla
divergenza tra la durata complessiva di un Calendario di tipo lunare da quella di un Calendario
solare, adottando un sistema calendariale di 360 gradi/metri/gior


Fig.1
Gli elementi costitutivi del futuro Calendario Lunare Originario: In colori diversi, le Tre Stagioni,
ognuna delle quali composta da periodi di trenta giorni. La durata complessiva di 355 giorni
richiedeva un’integrazione annuale di cinque giorni perché si completasse un intero ciclo di 360 giorni. L’Equinozio di Primavera rappresentava il punto di riferimento.

Nel prossimo post mi occuperò della definizione di questo “Sistema di Misura del Tempo” basato sulle Lunazioni, nei suoi rapporti d’integrazione con gli eventi astronomici legati al ciclo Solare e soprattutto i rapporti che si crearono con l’avvento della Levata Eliaca di Sirio come fenomeno celeste di riferimento d’inizio d’anno

[Modificato da bcavagna 19/11/2014 16:01]
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23/11/2014 22:50
 
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Calendario Religioso Egizio
LE LUNAZIONI COME MISURA DEL TEMPO


Consideriamo attentamente il fatto che il conto delle Lunazioni, come strumento di misura e di
organizzazione del tempo, in un macrociclo che oggi chiamiamo anno, porta ad un conto
complessivo di 354,36708 giorni per un totale di dodici Lunazioni.

Quando parliamo di Lunazioni intendiamo il periodo intercorrente tra una Luna Nuova e la successiva.

Nell’abbozzo di un prima divisione del Tempo secondo quello che sarebbe divenuto un vero Calendario Lunare, il riferimento da cui partire e con il quale confrontarsi, è, nella storia degli Egizi, il fenomeno delle esondazioni del Nilo che, come abbiamo avuto modo di dire nel precedente post, portò a suddividere il Tempo tra due successivi eventi, in tre lunghi periodi di quattro lunazioni ciascuno, per un totale di 12 lunazioni.

Considerando il periodo di cui stiamo parlando e che anticipava abbondantemente l’Epoca Dinastica, risulta improprio parlare di vere e proprie Stagioni, benché la struttura prevalentemente agricola di quella società, fini per caratterizzare i tre periodi in relazione agli eventi e alle attività agricole che in modo diretto li definiva. Pertanto uno di questi era il periodo delle inondazioni; quello successivo il periodo della semina; quello successivo ancora, del raccolto.

Seguendo perciò la Luna come astro di riferimento temporale si giunse alle evoluzioni che ora vedremo.

L’intero ciclo intercorrente tra due successive inondazioni fu organizzato in tre periodi di 30 giorni ciascuno, ognuno dei quali corrispondente ad un mese sinodico, della durata, in realtà, non di trenta ma di 29,53059 giorni.

Se un tale sistema di misura temporale, è inserito in un macrociclo della durata di 360 giorni ( dell’importanza e valore di questo macrociclo abbiamo detto nel precedente post), si determina
che, posto come giorno di Capodanno il Solstizio d’Estate con le coincidenti esondazioni del Nilo, il tempo intercorrente tra il giorno d’Equinozio di Primavera e gli eventi appena detti, risulta di tre Lunazioni, alle quali vanno aggiunti cinque giorni.




(Fig1)
Gli elementi costitutivi del futuro Calendario Lunare Originario: In colori diversi, le Tre Stagioni,
ognuna delle quali composta da periodi di trenta giorni. La durata complessiva di 355 giorni
richiedeva un’integrazione annuale di cinque giorni perché si completasse un intero ciclo di 360 giorni. L’Equinozio di Primavera rappresentava il punto di riferimento.

Con la fine del quinto giorno ecco il Solstizio d’Estate, ecco le Inondazioni. Consideriamo che negli anni intorno al 3770 a.C. le esondazioni del Nilo coincidevano temporalmente con il Solstizio d’Estate, e consideriamo anche che 12 Lunazioni coprono un periodo di 354,36 giorni, circa 11 giorni in meno rispetto alla durata di un anno solare ( tropico) di 365,2424 giorni.

La Luna osservata dagli astronomi nella sua fase, il giorno d’Equinozio di Primavera, si presentava, dopo tre Lunazioni, al termine della terza, con cinque giorni di anticipo (meglio sarebbe dire: Albe di anticipo) rispetto al giorno del Solstizio d’Estate; in tal modo risultava agevole stabilire il giorno del Solstizio/Inondazione.

Vediamo nelle Figure 2-3 la dimostrazione di questo, riferita alla fase lunare d’Equinozio di
Primavera del 2013.



Fig.2
Luna d’Equinozio di Primavera del 20/03/2013 con visibilità 53%




Fig.3
Luna dell’alba del giorno 17/06/2013 con visibilità 53%. Solstizio d’Estate al 21/06/2013



Qualcuno potrebbe, a ragione, obiettare come fosse possibile calcolare con precisione il giorno d’Equinozio di Primavera, fenomeno non facile da osservarsi anche empiricamente.

Diversamente dai Solstizi, infatti, che rappresentano il giorno in cui il Sole, raggiunge i suoi
punti di massima e minima declinazione,( il 21 Giugno e il 21 Dicembre il Sole sorge all’orizzonte dai punti più distanti rispetto a quello da cui sorge il 21 Marzo, giorno d’Equinozio di Primavera, secondo il Calendario Gregoriano) e dove il Sole sorge all’orizzonte mantenendo una posizione pressoché costante per alcuni giorni, l’Equinozio rappresenta un momento dell’anno coincidente con il transito del Sole nel punto della coordinata astronomica in cui l’Equatore Celeste interseca il Piano dell’Eclittica; si tratta perciò, solo di un momento nel percorso del Sole nel corso del suo ciclo annuale.

Gli studi sul Calendario Sothiaco del monte Menta ci hanno indotto a concludere come la data d’ Equinozio di Primavera fosse calcolata in base alla distanza temporale che la separava da un evento astronomico importante e ben determinato.

Quando in epoca successiva fu assunta la Levata Eliaca di Sirio come fenomeno celeste in quella che io mi sono permesso di definire “Rivoluzione Siriocentrica” voluta dal Faraone Djer, l’evento di riferimento fu appunto questo; prima, presumibilmente, fu l’osservazione empirica
(oltre che i calcoli teorici) del sorgere del Sole nel suo punto di minima declinazione, cioè al
Solstizio d’Inverno.

Basandosi presumibilmente sull’osservazione del Sole all’Equinozio di Primavera, si era giunti ad un criterio preciso ed attendibile di determinazione della data del Capodanno, coincidente con il Solstizio d’Estate e con le esondazioni del Nilo.

Le Lunazioni ricoprirono il ruolo di eventi capaci di semplificare in macrocicli l’intero tempo tra due Capodanni consecutivi; vere colonne sulle quali si strutturò il Calendario Lunare Originario, così come da noi conosciuto, e a noi giunto ( si vedano le decorazioni del Ramesseum) nei contenuti e forme, e del quale abbiamo riscontri archeologici.

Ma in epoca proto dinastica, in quello che storicamente viene definito periodo Tinita, avvenne qualcosa di assolutamente nuovo e innovativo:

Il Tempo fu strutturato in Calendari sulla base di una nuova matrice, quella celeste legata alla Levata Eliaca di Sirio

Io ritengo che tale avvento rappresentò una vera rivoluzione con Sirio/ Iside come sua origine e causa. Per tale ragione, ho definito simile avvento: “ Rivoluzione Siriocentrica”.

A Saqqara/Menphi, intorno agli anni 3070 a.C., avvenne qualcosa di nuovo, concettualmente e culturalmente: La scoperta della Levata Eliaca di Sirio in eccezionali rapporti con l’Orizzonte Naturale Locale e con il Sole del Solstizio estivo.

Quanta importanza ciò ebbe e quanto influì sul tessuto organizzativo sociale degli Egizi ci è stato di volta in volta tramandato da frammentarie ma eloquenti notizie di scribi, storici greci e patrizi romani, benché molto sia ancora avvolto in un alone di mistero; ma come stravolse l’idea stessa
di misura del tempo, ribaltandone, addirittura, le coordinate, questo è oggetto delle prossime
considerazioni.

Nel precedente post ho descritto come i due fenomeni astronomici del Sole al Solstizio
d’Estate e Sirio in Levata Eliaca, si presentassero nel 3068 a.C. alle latitudini di Saqqara/Menphi, in posizioni simmetriche rispetto al punto d’orizzonte dove il Sole sorgeva all’Equinozio di Primavera.




Fig.4
Il Sole che sorgeva all'orizzonte al Solstizio d'Estate a Menphi nel 3068 a.C
.



Fig.5
Il punto d'orizzonte da cui sorgeva Sirio in Levata Eliaca a Menphi nel 3068 a.C.


Il significato mitologico di Sirio nella cultura Egizia, il fenomeno della sua Levata Eliaca in
coincidenza del Solstizio d’Estate e delle Inondazioni del Nilo, la durata tra due successive Levate
Eliache pari a quella di un Anno Solare Tropico, furono elementi sostanziali perché i Faraoni
attuassero una “rivoluzione” di portata davvero storica.

Da quel momento sarebbe stata la Levata Eliaca di Sirio a dare forma al primo Calendario degli Egizi e non più l’incerta coincidenza delle Inondazioni del Nilo con il Solstizio d’Estate; in tal modo mutava radicalmente la struttura organizzativa del Tempo.

Questi, prima ritmato dallo scorrere mutevole delle fasi lunari ora si organizzava su un evento Celeste di assoluta certezza e sacralità.
Era simmetrico al ciclo annuale disegnato dal Sole e a lui assimilabile nel ritmare lo scorrere dei giorni tra due successive Inondazioni.

Su questo evento/matrice nacque il primo Calendario della storia egizia da noi conosciuto: Il Calendario Lunare Originario.

La Levata Eliaca di Sirio piegò le 12 Lunazioni che costituivano gli elementi base dell’antica struttura in cui il Tempo era suddiviso, in un innovativo disegno calendariale i cui tratti, se ne avrete voglia, illustreremo nel prossimo post.

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Calendario Religioso Egizio
In serata uscirò con un post dal titolo:

LA RIVOLUZIONE SIRIOCENTRICA DEL FARAONE DJER

E' la logica continuazione dei post precedenti, ma la densità e la novità dell'argomento è davvero incredibile. Rchiede una sana dose di curiosità, attenzione e anche un po' di coraggio.
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28/11/2014 23:55
 
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Calendario Religioso Egizio
LA RIVOLUZIONE SIRIOCENTRICA DEL FARAONE DJER

Nel 3070 a.C. Djer terzo Faraone della I° Dinastia diede vita al primo Calendario basato sulla Levata Elica di Sirio.

Le ragioni astronomiche che indussero il Faraone a una scelta così innovativa sono già state descritte nei precedenti post di questa discussione sul Calendario Religioso Egizio.

Mi sono permesso di definire tale scelta con il termine un po’ roboante ma sicuramente efficace di “Rivoluzione Siriocentrica”, poiché le sue ricadute in termini socio-culturali furono notevolissime.

Ne accenno due solamente: La durata in Carica dei Faraoni veniva conteggiata a partire dall’XI Dinastia, fatta salva un’interruzione durante il Nuovo Regno dalla XVIII-XIX Dinastia fino alla XXV, contando gli anni a partire dal giorno della Levata Eliaca di Sirio.
I Calendari Egizi dei quali abbiamo conoscenza e, pur con tutti i distinguo e i dibattimenti egittologici quasi doverosi, dei quali abbiamo documentazione archeologica ( Papiro di Ebers, Soffitto della Tomba di Senmut, Ramesseum), e mi riferisco al Calendario Lunare Originario e al Calendario Civile, sono, nella loro strutturazione, il risultato della scelta compiuta da Djer di porre la Levata Eliaca di Sirio come Capodanno.

La scelta di questo evento astronomico come iniziatore del nuovo anno è fondamentale.
Molte perplessità e parecchia confusione sui Calendari Egizi nasce proprio dal non aver chiara nella mente la nozione di Capodanno Egizio assimilato alla Levata Eliaca di Sirio.

Riporto solo alcuni esempi che chiariscono la poca chiarezza sulla questione.

Gardiner in “ La Civiltà Egizia “ Giulio Einaudi Editore 1971-1997 alla pagina 61 dice: “ Varie
ipotesi sono state fatte per spiegare perché la brillante stella Sirio….sia stata presa come base per
determinare la data del primo giorno dell’anno
…….Ad ogni modo questo fenomeno…, finì per
essere considerato il vero capodanno …con il quale avrebbe dovuto sempre coincidere << il primo giorno del primo mese dell’Inondazione ( la prima stagione)>>.

Gardiner dà una precisa informazione ma, contemporaneamente, lascia aperto un dubbio non secondario alla luce di quanto conosciuto: L’informazione è che la Levata Eliaca di Sirio finì per essere considerata il vero capodanno”; i dubbi nascono dall’affermazione successiva quando dice che essa avrebbe dovuto sempre coincidere con <>>.

Quanto detto da Gardiner, sembrerebbe far supporre che egli non tenga in alcun conto del Calendario ufficiale Egizio, cioè il Calendario Civile, il cui Capodanno, per l’intrinseca sua struttura, anticipando il giorno della Levata Eliaca di Sirio di un giorno ogni quattro anni non poteva coincidere sempre con quello del cosiddetto Calendario Religioso ( basato sulla Levata Eliaca di Sirio) sempre nel Primo Giorno del Primo Mese della Prima Stagione dell’anno.

C. Gallo a pagina 94 del suo libro “ l’Astronomia Egizia” Franco Muzio Editore 2010, dice:
“L’anno lunare originario iniziava all’alba del primo giorno dell’anno….nel momento in cui aveva
luogo la levata eliaca mattutina di Sirio; iniziava dunque al 1° mese ….della stagione di akhet,
durante il quale avveniva l’inondazione”.


Da quanto Gallo dice, si può dedurre, dandolo come scontato, che la Levata Eliaca di Sirio coincideva sempre con il Capodanno collocato nella prima stagione di Akhet, ancorché non venga specificato se questa stagione sia riferita alla prima stagione del Calendario Civile o solo a quella del Calendario Lunare.

M. Crasto, attento studioso dei Calendari Egizi, che ha inaugurato questa discussione sul Calendario Religioso Egizio nel forum all’interno della quale io sto peraltro postando, affronta più volte in vari forum, sul Web, questi argomenti, e così interviene:

“antonio crasto
lunedì 25 giugno 2007 19:24



Secondo Carlo Gallo “L’Astronomia Egizia” pagg. 26-27, a partire dalla XI dinastia si abbandonò
l’uso di datare l’anno di regno dei sovrani sulla base dei censimenti biennali e si adottò il metodo
di conteggiarli a partire dalla levata eliaca di Sirio (capodanno). Questo sistema comportava delle
imprecisioni nel datare l’ultimo anno di regno del sovrano defunto e il primo del suo successore.”


“antonio crasto martedì 26 giugno 2007 08:18


“…E’ evidente che interpretiamo in modo differente quanto asserisce Gallo.
A parte il fatto che egli asserisce che con la XVIII dinastia si ritornò a considerare gli anni di
regno a partire dalla effettiva incoronazione, mi sembra che un eventuale conteggio degli anni di
regno a partire dal capodanno (levata eliaca di Sirio) nulla tolga alla segnalazione astronomica e
al metodo astronomico di datazione assoluta.”

Sia nel primo che nel secondo intervento, egli sostiene in modo esplicito che il giorno della Levata
Eliaca di Sirio, coincideva con il Capodanno, anche nel Calendario Civile Egizio, al punto da essere
considerato il riferimento temporale per il conto degli anni di regno dei Faraoni.
Alla mia obiezione circa il fatto che la migrazione del Capodanno nel Calendario Civile potesse sollevare alcuni dubbi sulla sua coincidenza con la Levata Eliaca di Sirio, e quindi, la mia perplessità sui suoi interventi, la risposta datami fu:

“ mercoledì 24 luglio 2013 20.25
…non ho idea in quale forum ha trovato l’argomento.
Io ritengo che il calendario in uso fin dal tempo predinastico sia quello civile di 365 giorno. Per cui
parlando di capodanno bisogna riferirsi a questo calendario.
Nel 3761 a.C. fu introdotto il “calendario” di Sirio, si verificò cioè la durata della ciclicità della
levata eliaca di Sirio e si utilizzo questa levata come corsore dello spostamento del capodanno del
calendario civile.
Purtroppo la maggior parte degli Egittologi ritiene il calendario civile agganciato alla levata
eliaca di Sirio.
Proprio oggi ho letto nel libro di Mariette che il capodanno coincideva alla levata eliaca di Sirio.
Saluti Antonio”


Evidentemente vi è ancora poca chiarezza su questi argomenti.

La mia posizione, vuole allinearsi con quella espressa dalla maggior parte degli egittologi che considerano come unico Capodanno quello coincidente con il giorno della Levata Eliaca di Sirio.

Ma torniamo al tema di questo post: Quali innovazioni portò l’adozione a Capodanno della Levata Eliaca di Sirio nella strutturazione del Tempo all’interno di un Calendario?

Due furono i cambiamenti radicali.

1) Si stabilì sul Calendario la nuova data corrispondente al giorno d’Equinozio di Primavera rilevata non più in rapporto alla data del Solstizio d’Inverno, ma alla data della Levata Eliaca di Sirio.

2) Si stabilì nel Calendario Lunare Originario la nuova posizione occupata dal Capodanno.

Vediamo il Primo Punto:

La scelta di Sirio in Levata Eliaca a Menphi come Capodanno, finì con il determinare in un Calendario circolare di 360 gradi/metri/giorni la posizione occupata dalla data dell’Equinozio di Primavera.
Seguendo il disegno delle simmetrie celesti nel cielo di Menphi che nel 3068/3070 a.C. vedevano il Sole del Solstizio d’Estate sorgere all’orizzonte in posizione diametralmente speculare al sorgere di Sirio in Levata Eliaca rispetto al punto dove il Sole sorge all’Equinozio di Primavera ( si rivedano le figure 1 e 2 del precedente post), le corrispondenze sulla Figura/Calendario dei due fenomeni celesti sopraddetti possono essere così rappresentate( Fig.1)


Fig.1
Il Sole del Solstizio d’Estate rappresenta il punto di massima declinazione anche nel Calendario, mentre il punto di minima declinazione non viene rappresentato dal Solstizio d’Inverno bensì dalla Levata Eliaca di Sirio.

Nel momento in cui la Levata Eliaca di Sirio fu assunta come fenomeno celeste per la strutturazione di un Calendario, le proiezioni rappresentate nella figura 1 consentirono anche di stabilire date ben precise.

Il Capodanno coincidente con la Levata Eliaca di Sirio avveniva alle latitudini di Menphi nel 3068/3070 a.C. il 20 Luglio secondo il Calendario Giuliano e il 25 Giugno secondo il nostro Calendario Gregoriano, pertanto al fine di stabilire la posizione della data dell’Equinozio di Primavera su una Figura/Calendario di 360 gradi/metri/giorni si giunse alla seguente rappresentazione ( Fig.2)



Fig.2
La proiezione su una Figura/Calendario di 360 gradi/metri/giorni del punto d’orizzonte dove sorgeva Sirio in Levata Eliaca alle latitudini di Menphi nel 3070 a.C. definiva la data del 19 Gennaio secondo il Calendario Giuliano

Dalla data del 19 Gennaio secondo il Calendario Giuliano si contarono i giorni che separavano dall’Equinozio di Primavera.
La data fu individuata a 64 giorni di distanza e lì si pose l’indicazione dell’Equinozio come mostrato in Figura 3 e 4


Fig.3
Dalla data del 19 Gennaio si calcolarono i giorni che separavano dall’Equinozio di Primavera




Fig.4
La data d’Equinozio di Primavera risultava nel 3070 a.C. il 25 Marzo del Calendario Giuliano



Tale posizione indicava una data d’Equinozio di Primavera che anticipava di 25 giorni la posizione indicata dal punto cardinale Est sulla Figura/Calendario in corrispondenza del quale si ha il sorgere del Sole all’Equinozio di Primavera e questo era dovuto alla scelta di porre la Levata Eliaca di Sirio come fenomeno di riferimento per la strutturazione del Calendario.

Ecco ora il secondo elemento di novità:

Vedremo come furono organizzate le Lunazioni, fino a quel momento considerate punto riferimento nella misura del Tempo tra un’Inondazione e la successiva, e ciò renderà chiaro e comprensibile quanto affermato dagli studiosi: La Levata Eliaca di Sirio era sempre coincidente con il Novilunio con il quale prendeva origine il nuovo anno secondo il Calendario Lunare Originario.

Come furono piegate le Fasi Lunari di un intero ciclo annuale della durata di 354,36708 giorni, perché ogni nuovo anno potesse prendere inizio sempre con la medesima Fase coincidente alla Levata Eliaca di Sirio a Menphi?

Se consideriamo una Figura/Calendario circolare di 360 gradi/metri/giorni, che abbia nel giorno del Solstizio d’Estate/Inondazioni il proprio Capodanno, all’interno della quale sia inscritta una divisione del Tempo secondo le Lunazioni come voluto dagli Egizi, possiamo rappresentare il tutto in modo che l’estremo Nord del cerchio rappresenti il punto di massima declinazione del Sole al Solstizio d’Estate, all’opposto, l’estremo Sud rappresenterà il punto di minima declinazione del Sole al Solstizio d’Inverno. Tra i due estremi si porrà la data intermedia corrispondente al punto cardinale Est che indica la data del Sole all’Equinozio di Primavera.

Poiché la durata di un anno secondo i mesi sinodici legati alle Lunazioni è di 354,36708 giorni, avremo che un Calendario basato sulle Lunazioni anticiperà di 5 giorni abbondanti il giorno del Solstizio d’Estate e quindi del Capodanno.
Potremo anche dire che il Capodanno di un ipotetico Calendario basato sulle Lunazioni anticipa di 5 giorni quello di una Figura/Calendario di 360 gradi/metri/giorni. Fig. 5



Fig 5
In una Figura/Calendario di 360 gradi/metri/giorni un Calendario basato sulle Lunazioni anticipa il Solstizi/Inondazioni di 5 giorni

Ma se nel periodo tra il 3750 a.C. e il 3770 a.C. la Levata Eliaca di Sirio era coincidente con il giorno del Solstizio d’Estate, nel 3070 a.C. questa appariva all’orizzonte di Menphi 5 giorni dopo il Solstizio, pertanto la separazione tra un Calendario basato sulle Lunazioni e il giorno della Levata Eliaca di Sirio non era di 5 ma di 10 giorni, 11 se consideriamo l’alba stessa della Levata.

Tuttavia, al fine di garantire una completa integrità tra la Figura/Calendario di 360 gradi/metri/giorni e la Figura/Calendario basata sulle Lunazioni di 354,36708 si giunse a concepire che la distanza tra il Capodanno di un Calendario basato sulle Lunazioni e il Capodanno determinato dall’apparire della Levata Eliaca di Sirio, fosse costituito da 5 giorni che appartenevano alla matrice calendariale di 360 gradi/metri/giorni, e altri 5 giorni che andavano considerati al di fuori da questa, veri e propri giorni fuori Calendario.

Possiamo rappresentare tutto questo nella figura 6



Fig.6
Il Capodanno del Calendario Lunare è separato da 10 giorni dalla Levata Eliaca di Sirio, 5 dei quali fuori Calendario


Alla luce di quanto visto, considerata la posizione dell’Equinozio di Primavera legata alla proiezione della Levata Eliaca di Sirio sul Calendario di 360 gradi/metri/giorni ( si vedano le figure 3 e 4), la conformazione di un Calendario basato sulle Lunazioni assunse le caratteristiche visibili in figura 7



Fig.7
La stessa rappresentazione dei Calendari in figura 6 ma adattati alla nuova posizione assunta dall’Equinozio di Primavera evidenziato in figura 7 dal termine “Indicatore Equinoziale”.



Tenendo fede al punto d’orizzonte dal quale sorgeva Sirio in Levata Eliaca a Menphi nel 3070 a.C. così come mostrato in figura 1, ecco allora nascere la struttura del Calendario Lunare Originario così come a noi pervenuto nelle rappresentazioni del soffitto della tomba di Senmut e nel Ramesseum ( Fig.8)


Fig.8
Il Capodanno del Calendario Lunare Originario è separato dalla Levata Eliaca di Sirio da 10 giorni,11 se consideriamo il giorno stesso della fase di Luna Nuova che caratterizzava il Capodanno del Calendario Lunare Originario e che era la fase che inaugurava il primo giorno del primo mese,(Thot nel Calendario Civile),della prima stagione Akhet, dell’anno, giorno della Levata Eliaca di Sirio
.


Come poteva la Levata Eliaca di Sirio, scelta quale punto di riferimento per l’organizzazione del Tempo in un Calendario, dare forma ad un Calendario basato sulle Fasi Lunari, in modo che una di queste, la Fase del Novilunio, indicasse sempre il giorno della Levata Eliaca di Sirio e contemporaneamente fosse Capodanno del Calendario Lunare Originario?

Sappiamo come il tempo intercorrente tra due successive Levate Eliache di Sirio sia di 365.25 giorni, al contrario, la durata di un ciclo annuale basato sulle Lunazioni è di 354.36708 giorni.

Nel 3070 a.C. il Faraone Djer, terzo Faraone della Prima Dinastia, inaugurò il primo Calendario basato sulla Levata Eliaca di Sirio e quando ciò accadde era l’alba di un giorno che da quell’anno sarebbe stato considerato Giorno di Capodanno.

Lo fece all’alba, cinquanta minuti prima che il Sole nascesse all’orizzonte di Menphi, e lo fece il 25 Giugno del nostro Calendario Gregoriano quando Sirio apparve in cielo in Levata Eliaca, ed era il giorno del Novilunio secondo il Calendario Lunare Originario, giorno di Capodanno.

Dal giorno della Levata Eliaca di Sirio trascorse un anno di 354.36708 giorni e quando riapparve in cielo Sirio in Levata Eliaca era nuovamente il giorno del Novilunio, Capodanno.

Ed era Capodanno per il sorgere di Sirio e lo era perché, in quel giorno, iniziava un nuovo anno con la Fase di Luna Nuova del Calendario Lunare Originario di 354.36708.

Tutto ciò è ben visibile nell’immagine sottostante.



Quei 10 giorni che separavano l’ultimo giorno del IV Mese della Stagione di Shemu dal primo giorno della Stagione di Akhet, giorno della Levata Eliaca di Sirio, secondo la Figura/Calendario che aveva preso forma come Primo Calendario basato sulle Levate Eliache di Sirio e che oggi chiamiamo Calendario Lunare Originario, costituivano l’intrinseco segreto che rendeva ragione del perché, ad ogni Levata Eliaca di Sirio corrispondesse sempre il Novilunio nel Calendario basato sui Mesi Sinodici.

Ma quella separazione di 10 giorni la ritroveremo e ci renderà più facile capire il senso della rappresentazione meravigliosa del Ramesseum.









[Modificato da bcavagna 29/11/2014 00:06]
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Calendario Religioso Egizio
PUNTUALIZZAZIONI

Al fine di evitare possibili equivoci, vorrei chiarire il dubbio che potrebbe sorgere in qualche lettore osservando nel post precedente la figura 1



Se è conteggiato sul Calendario di 360 gradi/metri/giorni il tempo intercorrente ( Dal 21 Marzo al 21 Giugno) tra la data dell’Indicatore Equinoziale che anticipa di 25 gradi/metri/giorni la data d’Equinozio di Primavera coincidente con il punto cardinale Est, dovremmo aspettarci che la data corrispondente del Solstizio d’Estate debba essere posta fisicamente sul Calendario là dove è indicata la Levata Eliaca di Sirio.
Ma abbiamo detto che nel 3070 a.C. la Levata Eliaca di Sirio avveniva temporalmente 5 giorni dopo il Solstizio d’Estate, se ne deduce che nel Calendario di 360 gradi/metri/giorni mostrato in figura 1 non possono essere coincidenti la data dei due fenomeni celesti.

Per comprendere questa apparente discordanza dobbiamo rifarci alla figura 2



La proiezione sul Calendario di 360 gradi/metri/giorni del punto d’orizzonte in corrispondenza del quale sorgeva Sirio in Levata Eliaca, occupava il punto corrispondente alla minima declinazione del Sole (cioè il Sole del 21 Dicembre, secondo il Calendario Gregoriano,giorno del Solstizio d’Inverno) seguendo il percorso di questa stella durante un intero anno. A questa posizione doveva corrispondere specularmente la posizione di Massima Declinazione.
Nel momento in cui fu adottata la Levata Eliaca di Sirio come evento celeste di riferimento, si crearono i presupposti perché sul Calendario di 360 gradi/metri/giorni la data della Levata Eliaca di Sirio andasse ad occupare fisicamente la posizione occupata dalla data del Sole al Solstizio d’Estate. Questo è visibile nella figura 3


Fig.3
La proiezione su una Figura/Calendario di 360 gradi/metri/giorni del punto d’orizzonte dove sorgeva Sirio in Levata Eliaca alle latitudini di Menphi nel 3070 a.C. definiva le date del 19 Gennaio e del 20 Luglio secondo il Calendario Giuliano

Un altro punto meritevole di chiarificazione relativo al precedente post, riguarda la mia affermazione:
“ Quei 10 giorni che separavano l’ultimo giorno del IV Mese della Stagione di Shemu dal primo giorno della Stagione di Akhet, giorno della Levata Eliaca di Sirio…..”.

In verità questa è una svista da parte mia nella stesura del post. I 10 giorni di cui parlo riguardano la separazione del Capodanno del Calendario Lunare Originario dal Primo Giorno, del Primo Mese, della Prima Stagione Akhet, dell’Anno.



[Modificato da bcavagna 01/12/2014 15:49]
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03/12/2014 22:32
 
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Calendario Religioso Egizio
LA STAGIONE DI PERET VIENE NELLA STAGIONE DI SHEMU-
I GIORNI EPAGOMENI- IL CALENDARIO LUNARE ORIGINARIO


L’assunzione di Sirio in Levata Eliaca come evento celeste di riferimento per organizzare il Tempo in un Calendario, determinò che, al punto d’Orizzonte Naturale Locale dove sorgeva Sirio in Levata Eliaca pochi giorni dopo il Solstizio estivo, in opposizione simmetrica a quella dove sorgeva il Sole al Solstizio d’Estate, doveva corrispondere sul Calendario il punto di minima declinazione ( si riveda la figura 2 del precedente post). In tal modo, si creava nel Calendario un’opposta simmetria nella correlazione con le Stagioni, rispetto alle relazioni legate al ciclo solare; si sarebbe avuta l’Estate là dove prima il Sole, sorgendo a sud-est, annunciava l’Inverno.

Il cambiamento imposto fu appunto conseguenza dell’osservazione dell’Orizzonte Naturale Locale
dal quale sorgeva Sirio in Levata Eliaca.

Ritorniamo sul concetto!

Abbiamo già detto come nel 3068 a.C. a Saqqara/Menphi, il fenomeno celeste si presentasse in
posizione simmetrica rispetto allo 0° di Longitudine dell’Eclittica ( il punto nelle mappe espresso dal punto cardinale EST) con il Sole al Solstizio d’Estate.
Per un osservatore posto allo Zenit ( come fosse cioè al centro di una mappa stellare con il cielo sopra la testa), il Sole del Solstizio d’Estate ( il 21 Giugno del nostro Calendario Gregoriano), sorgeva all’orizzonte a Nord-Est, mentre Sirio in Levata Eliaca sorgeva simmetricamente al Sole a Sud-Est (Si rivedano le figure 1 e 2 del primo post di questa pagina del Forum).

Nel momento in cui il Faraone Djer scelse come riferimento la Levata Eliaca di Sirio e non il Sole per la strutturazione del Calendario, la visione del punto d’orizzonte dal quale Sirio appariva il 20 di Luglio del Calendario Giuliano, imponeva un ribaltamento del rapporto con le Stagioni qualora queste siano viste nel loro rapporto alla posizione del Sole nel suo sorgere all’orizzonte.

In una strutturazione/organizzazione del Tempo secondo una visione circolare di 360 gradi/metri/giorni, il punto di minima declinazione sarebbe stato rappresentato da Sirio in Levata Eliaca che annunciava le piene del Nilo al 20 di Luglio del Calendario Giuliano, là dove, al contrario, si sarebbe dovuta trovare la posizione del Sole al Solstizio d’Inverno.

Sirio in Levata Eliaca diveniva così stella della canicola estiva annunciatrice d’Estate là dove, se fosse rimasto il Sole a dettare le regole e i rapporti con le Stagioni, doveva giungere l’annuncio dell’Inverno.

Allo stato attuale delle conoscenze potrebbe apparire azzardato, ma certamente non fuori luogo, sostenere che l’autore del geroglifico del periodo ramesside facesse proprio riferimento a questa condizione sconcertante parlando dei Calendari Egizi quando scrisse sul papiro:

” Cosa succede in Egitto? La stagione di Peret viene nella stagione di Shemu”.

Come dire, parafrasando: [G]“ La Stagione della Semina, quando il Sole sorge nel suo punto di minima declinazione (Solstizio d’Inverno), improvvisamente diviene Stagione del Raccolto poiché il riferimento è Sirio che sorge pressoché nella stessa data in cui sorge il Sole nel suo punto di massima declinazione (Solstizio d’Estate), ma occupa, tuttavia, il posto all’orizzonte occupato dal Sole nella Stagione della Semina”

Diverse sono le varianti che, di volta in volta, sono state fatte di questa frase.
Una è la seguente :

“Vieni da me, Amon, liberami dall’anno cattivo in cui Shu non si leva più, in cui la stagione di
peret viene nella stagione di shemu, in cui i mesi sono spostati….”


Oppure:

“L’inverno è giunto d’estate, i mesi sono a rovescio, le ore in confusione.”

Ma un elemento di ulteriore, straordinaria importanza si venne a creare nel momento in cui la Levata Eliaca di Sirio fu assunta come Capodanno.

Abbiamo dimostrato come la misura del Tempo basata sul conto delle Lunazioni definisce un periodo tra due Solstizi/Inondazioni successivi, della durata di 354,36708 giorni. L’anno lunare risulta pertanto essere più corto di 11 giorni rispetto all’anno solare tropico.
Se questo stato di cose è riferito ad una Figura/Calendario di 360 gradi/metri/giorni, l’anticipazione del Capodanno di un eventuale Calendario Lunare risulta essere di 5 giorni rispetto al Capodanno di un Calendario Solare. Tutto questo è da noi già stato descritto in un post precedente.

Con la scelta di Sirio in Levata Eliaca ad occupare su una simile Figura/Calendario la posizione del Solstizio d’Estate, il Capodanno del Calendario Lunare sarebbe finito in una posizione anticipatrice non di 5 ma di 10 giorni l’evento. Il problema nasceva dal fatto che quel punto di massima declinazione rappresentato sul Calendario, indicava contemporaneamente la proiezione del Sole al Solstizio d’Estate e la data della Levata Eliaca di Sirio che, peraltro, nel 3068 a.C. non erano coincidenti ma separati da 5 giorni.

Come poteva adeguarsi il Capodanno di un ipotetico Calendario Lunare ad una simile situazione?
La sua posizione sulla Figura/Calendario di 360 gradi/metri/giorni, doveva essere posta con un anticipo di 5 gradi/metri/giorni o con 10 gradi/metri/giorni?

Partendo dalla situazione in vigore prima di quella che ho chiamato “Rivoluzione Siriocentrica”, dove il Tempo intercorrente tra due successivi Solstizi/Inondazioni era dettato dal conto delle Lunazioni e dalla durata dei mesi Sinodici, si era nella condizione descritta dalla figura 1


Fig 1
In una Figura/Calendario di 360 gradi/metri/giorni un Calendario basato sulle Lunazioni anticipa il Solstizi/Inondazioni di 5 giorni

Con la “Rivoluzione Siriocentrica” voluta dal Faraone Djer nel 3070/3068 a.C. si volle mantenere immodificata la matrice di 360 gradi/metri/giorni, ma la necessità di inserire il Capodanno di un Calendario basato sulle Lunazioni separato da 10 giorni dalla Levata Eliaca di Sirio, venne straordinariamente risolta introducendo 5 Giorni Fuori Calendario.

A mio avviso così e in questa circostanza e per queste ragioni furono introdotti i Giorni Epagomeni che conosceremo poi nel Calendario Civile Egizio.
Questa fu la ragione che spinse Djer a concepire un Tempo fuori dal Tempo: Aver scelto la Levata Eliaca di Sirio come unico, vero Capodanno al quale l’Egitto doveva guardare.

La situazione che si creò fu quella rappresentata in figura 2


Fig.2
Il Capodanno del Calendario Lunare è separato da 10 giorni dalla Levata Eliaca di Sirio, 5 dei quali fuori Calendario

Sappiamo che in quei cinque giorni, posti all’inizio del nuovo anno, ma fuori dal Calendario, si celebravano le possenti divinità degli Egizi.

Si narra che il dio Thot, associato alla sapienza e alla Luna, li avesse conquistati, questi giorni,
giocando una partita a senet.
Atum aveva vietato che dall’unione di Nut e Geb nascessero figli; in tal modo, in questi cinque
giorni, la dea Nut avrebbe invece potuto concepire da Geb quattro dei: Iside, Osiride, Nephthys e
Seth.
Nel quinto giorno sarebbe nato Horus, figlio di Iside e Osiride.

Nel primo giorno si festeggiava la Nascita di Osiride, nel secondo la Nascita di Iside, nel terzo la
Nascita di Seth, nel quarto la Nascita di Nephthys, nel quinto la Nascita di Horus.

Dalle condizioni sopra illustrate prese forma con Djer, III° Faraone della I° Dinastia, negli anni 3070/3068 a.C. il Calendario Lunare Originario, costruito come Calendario sulla base della scelta compiuta di porre la Levata Eliaca di Sirio come fenomeno astronomico di riferimento, nell’anno che il geroglifico sulla Tavoletta d’avorio di Djer definisce come:

“(L’anno della) prima ( celebrazione di) Sirio(come) iniziatore di un nuovo anno..”


Quanto affermo è assolutamente concordante sia con la traduzione fatta da parte degli egittologi della Tavoletta di Djer, sia sugli anni di regno di questo Faraone secondo le Cronologie Corte e Cortissime di Mayer.

Tenuto conto dei concetti più sopra espressi relativamente al ribaltamento nelle corrispondenze tra Stagioni e punti d’orizzonte in coincidenza dei quali il Sole sorge agli Equinozi e ai Solstizi, il Calendario Lunare Originario assunse le caratteristiche presentate dalla figura 3


Fig.3
Il Capodanno del Calendario Lunare Originario è separato dalla Levata Eliaca di Sirio da 10 giorni,11 se consideriamo il giorno stesso della fase di Luna Nuova che caratterizzava il Capodanno del Calendario Lunare Originario e che era la fase che inaugurava il primo giorno del primo mese,(Thot nel Calendario Civile),della prima stagione Akhet, dell’anno, giorno della Levata Eliaca di Sirio.


Quali notizie ufficiali abbiamo del Calendario Lunare Originario?

C.Gallo nel suo libro “ L’astronomia Egizia”, affronta l’affascinante tema dei rapporti del
popolo del Nilo con il tempo e il cielo e facendo riferimento agli importanti studi di O. Neugebauer
già dal 1938, dice come gli Egizi in età Protodinastica avessero adottato un Calendario Lunare
basato sulla conta delle lune senza che queste fossero messe in relazione con un concetto di anno.
In un secondo momento, in una fase più organizzata della società, nacque l’esigenza di raggruppare
il numero complessivo delle Lunazioni in tre stagioni di quattro Lunazioni ciascuna, adatte a
ritmare le loro attività prevalentemente agricole.

Era diviso in Tre Stagioni di Quattro Mesi ciascuna: La Stagione di Aket, prima stagione, quella
dell’Inondazione; La Stagione di Peret, seconda stagione, quella della Semina; La Stagione di
Shemu, terza stagione, quella del Raccolto.
Iniziava all’alba.
L’importanza data ai fenomeni celesti che apparivano all’alba, indusse a scegliere, come giorno di
inizio d’anno, quello in cui la Luna, dopo aver mostrato il suo ultimo, tenue spicchio di falce, il
giorno successivo, era completamente invisibile.

Quando in un momento successivo della loro storia, gli Egizi decisero di affidare al fenomeno della Levata Eliaca di Sirio, il vero riferimento per la misura della durata di un anno con i suoi 365,25 giorni di ciclicità, l’anno lunare risultò essere più corto di undici giorni, con una media di 354 giorni, inducendo a creare un Calendario Lunare formato da anni composti a volte da dodici Lunazioni, e altre volte da tredici.
Il tredicesimo mese era il cosiddetto Mese Intercalare.

L’aggiunta di questo Mese doveva avvenire ogni due o tre anni, per garantire una regolare
correlazione con la ricorrenza della Levata Eliaca doverosamente celebrata con la festa di “Apertura
dell’Anno”, al dodicesimo mese del loro Calendario Lunare Originario.

C.Leitz, pur sottolineando i dubbi ancora diffusi sulla reale esistenza di un vero e proprio
Calendario Lunare, eccezion fatta per il papiro Carlsberg 9 che risale soltanto al 145-146 d.C e che
riporta una situazione del IV secolo a.C., richiama i lavori di Richard A. Parker, il quale ipotizza
una regola secondo la quale era inserito il Mese Intercalare.

La necessità di inserimento di un Mese Intercalare al termine del Calendario Lunare Originario sembrava fisiologica.
Risulta, infatti, come la divergenza di dieci giorni tra il Capodanno del Calendario Lunare
Originario e il Sorgere Eliaco di Sirio, imponesse l’inserimento, con cadenze triennali, di un Mese Intercalare.
Tale Mese avrebbe occupato parimenti il Quarto Mese di Shemu e il Primo Mese di Akhet, sarebbe stato inserito dopo il Capodanno del Calendario Lunare e prima dell’inizio del Primo Giorno del Primo Mese della Prima Stagione.

Rimangono, a mio modesto parere, alcuni dubbi sull’inderogabile, reale necessità, d’inserimento di
un Mese Intercalare all’interno del Calendario Lunare Originario.

Vi sono, tuttavia, i lavori di Richard A. Parker sul Calendario Lunare Originario e Modificato e
sulle regole che, a suo avviso, stabilirono i criteri d’inserimento del mese Intercalare.

Nel prossimo post presenterò come la Figura 3 vista più sopra, con la sua distribuzione dei Mesi all’interno delle Stagioni si correli magnificamente con la rappresentazione del Calendario Lunare Originario presente nel Ramesseum



[Modificato da bcavagna 03/12/2014 22:35]
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15/12/2014 16:07
 
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Calendario Religioso Egizio
IL CALENDARIO LUNARE ORIGINARIO

Proseguendo con questa serie di post sui Calendari Egizi, in particolare sul Calendario Sothiaco detto forse impropriamente Religioso, ho creduto opportuno riprendre alcune riflessioni sui modi attraverso cui si arrivò al Calendario Lunare Originario.
Gli elementi che verranno presentati si basano su passaggi deduttivi fondati su quanto oggi è conosciuto sull’argomento.
Abbiamo illustrato nei post precedenti la situazione astronomica di Menphi che nel 3070 a.C. vedeva il Sole sorgere al Solstizio d’Estate (21 Giugno del nostro Calendario Gregoriano) da una posizione all’orizzonte naturale locale specularmente simmetrica a quella di Sirio in Levata Eliaca.
Tutto questo rispetto al punto cardinale Est dove sorge il Sole il giorno d’Equinozio di Primavera ( 21 Marzo del Calendario Gregoriano).
Su tali osservazioni derivò un primo abbozzo di Calendario che vedeva la proiezione del Sole solstiziale e di Sirio in Levata Eliaca, rispettivamente come punti di massima e minima declinazione del Calendario medesimo. Quanto detto lo vediamo rappresentato in figura 1


Fig.1
La proiezione sul Calendario dei punti d’orizzonte dai quali sorgeva il Sole al Solstizio d’Estate e Sirio in Levata Eliaca a Menphi nel 3070 a.C.

La scelta delle fasi lunari come elementi di organizzazione del Tempo tra due Levate Eliache di Sirio consecutive portò a dividere la figura/calendario di 360 gradi/ metri/giorni in 3 Stagioni di quattro Periodi/Mesi di 30 giorni ciascuno.

Le 3 Stagioni considerate furono nell’ordine la Stagione di Akhet legata all’inondazione,quella di Peret legata alla semina e quella di Shemu legata al raccolto( Fig.2)


Fig.2
La divisione del Tempo tra due successive Levate Eliache di Sirio che inauguravano la Prima Stagione dell’Anno, Akhet.

Le tre Stagioni di cui parliamo avevano preso origine da una distribuzione correlata all’attività prevalentemente agricola della società egizia strettamente legata alle inondazioni del Nilo e di questo abbiamo detto anche in precedenti post.
Sia chiaro, perciò, che la divisione in 3 Stagioni del Tempo tra due successive Levate Eliache non nacque con l’adozione né di un Calendario fondato sulle Levate Eliache di Sirio né con il Calendario Lunare Originario.

Nella figura 3 si ripropone, associando,quanto illustrato in figura 1 e 2



Nel momento in cui prese forma il Calendario Lunare Originario, le informazioni che ci sono pervenute dicono come l’importanza data ai fenomeni celesti che apparivano all’alba, indusse a scegliere, come giorno di inizio d’anno, quello in cui la Luna dopo aver mostrato il suo ultimo spicchio di falce, il giorno successivo, era completamente invisibile.

Come integrare la Levata Eliaca di Sirio, scelta quale punto di riferimento per l’organizzazione del Tempo, in un Calendario basato sulle Fasi Lunari, in modo che una di queste, la Fase del Novilunio, indicasse sempre il giorno della Levata Eliaca di Sirio e contemporaneamente fosse Capodanno del Calendario Lunare Originario?

La costruzione di un Calendario basato esclusivamente sulla Luna e le sue fasi, in particolare con la fase di Luna Nuova considerata come Capodanno, in uno con la Levata Eliaca di Sirio assurta a nuovo evento astronomico di riferimento, portava a definire la seguente Figura/Calendario basata su 12 periodi ognuno dei quali inaugurato dal Novilunio (figura 4)


Fig.4
12 Fasi di Luna nuova dividevano il Tempo tra due successive Levate Eliache di Sirio

Ogni Fase di Novilunio inaugurava un Periodo della durata di 30 giorni, era cioè inauguratrice di un Nuovo Mese ( figura 5)


Fig.5
Ogni Fase di Novilunio inaugurava un Periodo/Mese di 30 giorni

Ogni Fase di Luna Nuova, quindi, inaugurava i singoli Mesi delle singole Stagioni ( Fig.6)


Fig 6
Ogni Novilunio inaugurava i singoli Mesi di ogni singola Stagione


Considerato il fatto che la durata del Tempo intercorrente tra due successive Levate Eliache di Sirio, secondo il criterio basato sulle lunazioni, porta ad un conto di 354 giorni circa, se un simile Calendario Lunare è inserito in un Calendario basato sulla Levata Eliaca di Sirio che ha una durata di 365,25 giorni, avremo quanto rappresentato in figura 7 e 8, dove ogni Periodo/Mese è inaugurato dalla fase di Luna Nuova.
Per comprendere le figure 7 e 8 nelle loro indicazioni relative ai punti della Levata Eliaca di Sirio, dell’Indicatore di Capodanno Lunare e dei 5 Giorni Fuori Calendario, può essere certamente utile rivedere i post da me precedentemente pubblicati in questa discussione.



Fig.7
Ogni Periodo/Mese è inaugurato dalla fase di Luna Nuova.



Fig.8
Ogni Novilunio inaugurava i singoli Mesi di ogni singola Stagione

Considerata la figura 1 che illustra come il Calendario si fosse strutturato sulla proiezione dei punti d’orizzonte dai quali sorgeva il Sole al Solstizio d’Estate e Sirio in Levata Eliaca a Menphi nel 3070 a.C. e che rivediamo in figura 9


Fig.9
La proiezione sul Calendario dei punti d’orizzonte dai quali sorgeva il Sole al Solstizio d’Estate e Sirio in Levata Eliaca a Menphi nel 3070 a.C.
se ne deduce che la disposizione delle Fasi di Luna Nuova illustrate in figura 7 e 8 dovevano porsi in modo speculare nella forma definitiva del Calendario Lunare Originario conferendo al Calendario stesso le caratteristiche rappresentate in Fig.10


Fig.10
Disposizione definitiva delle Fasi di Luna Nuova inauguratrici dei singoli Mesi nelle varie Stagioni secondo il Calendario Lunare Originario

E’ evidente come nella Figura/Calendario di 360 gradi/metri/giorni la distribuzione dei Mesi stabilita sulla base della proiezione della Levata Eliaca di Sirio (Fig.9), sia divergente da quella stabilita secondo la posizione occupata dal Capodanno del Calendario Lunare Originario (Fig10). Mentre infatti per il Calendario Lunare Originario è il secondo Novilunio che occupa la posizione della proiezione della Levata Eliaca di Sirio correlandosi al II° Mese di Akhet, nella Figura/Calendario di 360 gradi/metri/giorni il punto corrispondente alla proiezione della Levata Eliaca di Sirio inaugura il Primo Mese della Stagione di Akhet (Fig.9-11)

Fig.11
il punto corrispondente alla proiezione della Levata Eliaca di Sirio inaugura il Primo Mese della Stagione di Akhet

In conclusione abbiamo quindi che :
1) il punto sul Calendario Lunare Originario corrispondente alla proiezione della Levata Eliaca di Sirio indica il Secondo Novilunio che inaugura il II° Mese della Stagione di Akhet

2) Tra il IV Mese della Stagione di Shemu del Calendario Lunare Originario (Fig.10) e il I° Mese di Akhet inaugurato dalla proiezione della Levata Eliaca di Sirio( Fig.11) è inserita una pausa di 30 Giorni + 5 Giorni Fuori Calendario che nel Calendario Civile furono detti dai Greci, Giorni Epagomeni.

La fondatezza dei due punti sopra illustrati trova riscontro in elementi archeologici di notevole valore. Il primo riguarda l’anno d’inaugurazione del Calendario basato sulle Levate Eliache di Sirio.
Quando Djer, Terzo Faraone della Prima Dinastia, inaugurò ( secondo il mio parere e secondo le Cronologie Corte e Cortissime di Mayer) tale Calendario nel 3070 a.C. e lo fece dando forma ( sempre a mio avviso) in quell’occasione al Calendario Lunare Originario, lascò traccia di tale evento nella nota placchetta d’avorio conosciuta come Tavoletta di Djer.
In basso a destra di quella tavoletta compaiono due lineette verticali che secondo l’autorevole parere di Borchard indicherebbero che l’inaugurazione del nuovo Calendario basato sulla Levata Eliaca di Sirio avvenne nel II Mese di Akhet. Questo è ciò che ho descritto al punto 1 poco sopra.
Il secondo riguarda la struttura/rappresentazione del Calendario Lunare Originario leggibile sul soffitto della tomba di Senmut e nel Ramesseum.
Seguendo tutto quanto illustrato fin qui circa i momenti e le tappe evolutive attraverso le quali prese forma il Calendario Lunare Originario, dimostrerò quanto tutto ciò sia verosimile proprio per la sua capacità di dare lettura coerente alla rappresentazione del Calendario Lunare Originario dipinto sul soffitto della tomba di Senmut.
Il concetto base è che, parlando di Calendario Lunare Originario, occorre intendere la cosa per gli elementi che lo caratterizzano e cioè : Le sue Fasi, la coincidenza del Novilunio con la Levata Eliaca di Sirio, L’inizio del Calendario Lunare Originario con la Fase di Luna Nuova.
Vediamo cosa è rappresentato sul soffitto della tomba di Senmut (Fig.12)

Fig.12
Soffitto della Tomba di Senmut

A noi preme osservare la serie di 3 gruppi di cerchi ognuno dei quali composto da 4 figure.
L’interpretazione che si è data di questa composizione è che si tratti della rappresentazione del Calendario Lunare Originario dove ogni Stagione è composta da 4 Mesi rappresentati dai singoli cerchi, all’interno dei quali sono tracciati 24 spicchi indicanti le 24 ore del giorno.

Alla luce di quanto detto precedentemente ritengo utile esporre una rilettura della rappresentazione calendariale del soffitto di Senmut.
Innanzitutto i cerchi rappresentati non possono, a mio avviso, essere sbrigativamente liquidati come rappresentazione grafica dei singoli Mesi lunari.

Stiamo parlando della descrizione del Calendario Lunare Originario e pertanto ritengo che i cerchi debbano essere in tutto e per tutto letti come rappresentazione della Luna e specificatamente della Luna al Novilunio. In secondo luogo non capisco cosa ci azzecchi nella rappresentazione del Calendario Lunare Originario il fatto che, insieme alla descrizione di cerchi raggruppati in 3 gruppi con l’intento evidente di indicare le Tre Stagioni e accanto a 12 cerchi che indicano palesemente il numero dei Mesi tra una Levata Eliaca di Sirio e la successiva, vengano inseriti 24 spicchi all’interno dei singoli cerchi interpretati come le ore di una giornata.
La logica e le regole di simmetria vogliono che dalle Stagioni si passi ai Mesi e dai Mesi ai Giorni; cosa c’entrano le ore del giorno?
Vediamo allora di fare chiarezza su questo aspetto.
Ogni singolo Novilunio definisce l’intero Periodo/Mese, inaugurandolo ed in esso identificandosi. E’ così che il Cerchio/Luna/Mese propone altri elementi grafici che lo caratterizzano e lo indicano.
Osserviamo i singoli Noviluni, così come sul soffitto di Senmut, con tutti gli elementi grafici rappresentati; questi sono ben visibili nel secondo gruppo di 4 cerchi (Fig.13)


Fig.13
Particolare dei Cerchi del soffitto della tomba di Senmut


Risulta evidente come le singole Lune/Mese siano inscritte in un quadrato le cui diagonali tagliano il cerchio in 4 porzioni. Si noti attentamente che non vi è discontinuità tra le diagonali del quadrato e la linea interna al cerchio che definisce uno dei 24 spicchi contenuti, indicando in tal modo come i quadrati non hanno affatto una semplice funzione decorativa, bensì intendono definire una precisa funzione geometrico/descrittiva.
Vediamo quali sono le Fasi Lunari astronomicamente e storicamente considerate.

La Luna Nuova, il Primo Quarto, la Luna Piena e l’Ultimo Quarto costituiscono le Fasi Principali, mentre la Luna Crescente, la Luna Gibbosa Crescente, la Luna Gibbosa Calante e la Luna Calante costituiscono le Fasi Lunari Intermedie. Vediamole rappresentate in figura 14


Fig. 14
Fasi Lunari Principali e Intermedie

Sappiamo, e M. Franci ben lo descrive nel suo “Astronomia Egizia”, che il Mese Lunare prevedeva una ripartizione di 4 Settimane indicata dal Primo Quarto di Luna, dalla Luna Piena, dal Terzo Quarto di Luna e dalla Luna Nuova, pertanto, venivano seguite le quattro Fasi Lunari Principali.
Procedendo con il nostro ragionamento descrittivo, possiamo dire che le singole Lune/Mese del soffitto di Senmut, se di Lune-Mese si tratta, devono presentare al loro interno questo elemento di simmetria ben evidente, cosa che effettivamente è, mostrato da linee ortogonali che dividono il cerchio in 4 parti esatte.
Ecco perciò la progressiva lettura delle Lune/Mese del soffitto di Senmut secondo la divisione schematica data dalle Fasi Lunari Principali (Fig.14)

Fig.14
Le Fasi Lunari Principali sono correlate alle linee ortogonali che dividono il cerchio

Ma l’inscrizione del cerchio all’interno del quadrato diviso dalle diagonali che si inseriscono all’interno delle Lune/Mese, pone il serio sospetto che venga indicata anche la divisione del Mese secondo le Fasi Lunari Intermedie. Avremmo allora la figura 15

Fig.15
Fasi Lunari Principali e Fasi Lunari Intermedie

A questo punto il Cerchio-Luna-Mese del soffitto della tomba di Senmut viene diviso da 8 spicchi, ma soprattutto solleva il dubbio che tutti e 24 gli spicchi contenuti nei cerchi siano indicativi di altrettante fasi del ciclo lunare durante il mese sinodico.
Arriveremo, in tal modo, alla seguente rappresentazione ( Fig.16)

Fig.16
Le 24 Fasi Lunari che descrivono il Cerchio-Luna-Mese del soffitto della Tomba di Senmut
In questa visione, a mio avviso, prende consistenza ulteriore l’interpretazione data dei cerchi rappresentati sul soffitto della tomba di Senmut come vera rappresentazione del Calendario Lunare Originario, eloquente nella sua espressione grafica ed essenziale nei suoi elementi decorativi.



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28/12/2014 11:36
 
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Calendario Religioso Egizio
IL CALENDARIO LUNARE ORIGINARIO DEL RAMESSEUM

E’ evidente come nella Figura/Calendario di 360 gradi/metri/giorni la distribuzione dei Mesi nelle singole Stagioni stabilita sulla base della Levata Eliaca di Sirio (Fig.1), quale punto di minima declinazione di un Calendario fondato su di essa, proiezione del suo apparire all’orizzonte di Menphi nel 3070 a.C., diverga da quella stabilita secondo la posizione occupata dal Capodanno del Calendario Lunare Originario (Fig2).


Fig.1
La proiezione sul Calendario dei punti d’orizzonte dai quali sorgeva il Sole al Solstizio d’Estate e Sirio in Levata Eliaca a Menphi nel 3070 a.C.



Fig.2
Disposizione delle Fasi di Luna Nuova inauguratrici dei singoli Mesi nelle varie Stagioni secondo il Calendario Lunare Originario


Mentre infatti per il Calendario Lunare Originario è il secondo Novilunio che occupa la posizione corrispondente al punto di di minima declinazione del Calendario stesso, correlandosi al II° Mese di Akhet, nella Figura/Calendario di 360 gradi/metri/giorni il punto corrispondente alla proiezione della Levata Eliaca di Sirio inaugura il Primo Mese della Stagione di Akhet (Fig.2-3)



Fig.3

Tra il IV Mese della Stagione di Shemu del Calendario Lunare Originario (Fig.2) e il I° Mese di Akhet inaugurato dalla proiezione della Levata Eliaca di Sirio (Fig.3) è inserita una pausa di 30 Giorni + 5 Giorni Fuori Calendario che nel Calendario Civile Egizio furono detti dai Greci, Giorni Epagomeni.

Questi aspetti che caratterizzano il Calendario Lunare Originario basato sui Noviluni, hanno sollevato la questione sulla necessità di introdurre un Mese Intercalare nel Calendario Lunare Originario al fine di mantenerlo in fase con le stagioni.
Dice C.Gallo nel suo “ L’Astronomia egizia” Franco Muzzio editore 2010 pag.92-93

” Molto presto però, fu chiaro che era necessario che, per essere più consono alle
esigenze di cui abbiamo parlato, questo ciclo stagionale fondato sulle lunazioni fosse ancorato ad
un evento naturale di controllo, per poter definire il punto esatto da cui sarebbe nuovamente
ripartito. Esso doveva contenere 12 e a volte 13 mesi lunari che gli avrebbero consentito di
rimanere in fase con le stagioni…nacque così in Egitto il calendario lunare originario (lunistellare)
composto da mesi di 29 o 30 giorni, che necessitava di un mese intercalare…..Il mese intercalare
veniva inserito ogni 3 o, più raramente, ogni 2 anni “


Anche C.Leitz ( Scienza egizia. Astronomia e calendari Storia della Scienza (2001) Treccani), pur sottolineando i dubbi ancora diffusi sulla reale esistenza di un vero e proprio Calendario Lunare, eccezion fatta per il papiro Carlsberg 9 che risale soltanto al 145-146 d.C e che riporta una situazione del IV secolo a.C., richiama i lavori di Richard A. Parker, il quale ipotizza una regola secondo la quale era inserito il Mese Intercalare.

La questione non è per nulla chiara, né scontata e nemmeno, a mio avviso, del tutto giustificata. Rimane assodato che, secondo le fonti oggi disponibili, il Calendario Lunare Originario era composto da 12 Periodi/Mesi di 30 giorni ciascuno e non da periodi a volte di 29 e altre di 30 giorni.

Una corposa letteratura ribadisce queso dato.

In Enciclopedia Treccani si riporta “…Le fasi lunari suggerirono il mese; ma invece che di 29 giorni, 12h 44m 3s fu fissato a 30 giorni, raggruppati in tre decadi” e le fonti citate sono : K. Sethe, Die Zeitecrechnung der alten Ägypter, in Nachr. d. Gesellsch. d. Wissensch. zu Göttingen, Phil.-hist. Kl., 1919, p. 287 segg., 1920, pp. 28 segg., 97 segg.; si veda anche A. Erman e O. Ranke, Ägypten u. ägypt. Leben, Tubinga 1923, p. 398 segg.; A. Wiedemann, Das alte Ägypten, Heidelberg 1920, p. 402 segg.; H. Brugsch, Die Ägyptologie, Lipsia 1891, p. 347 segg. (con cautela!). Sui giorni fasti e nefasti cfr.: Wrezinski, Tagewählerei im alten Ägypten, in Arch. f. Religionswissensch., XVI, p. 86 segg.

Ma è comprensibile come la divergenza nella durata di un anno lunare composto da 354,36708 giorni e un anno sothiaco di 365,25 giorni, abbia imposto una riflessione su quale rapporto stabilire tra la Fase di Novilunio del Calendario Lunare Originario che inaugurava il Periodo/Mese entro cui appariva la Levata Eliaca di Sirio e il Giorno esatto, all’interno di tale Periodo/Mese, in cui compariva effettivamente tale fenomeno astronomico.


Su questo delicato passaggio occorre, a mio avviso, considerare alcuni elementi strutturali del Calendario Lunare Originario.

Deve innanzitutto essere chiaro che nel concetto di Calendario Lunare basato sulle Fasi di Luna Nuova, queste inauguravano e rappresentavano interi singoli Periodi/Mesi di 30 Giorni ciascuno e tali Periodi/Mesi erano 12 nel Calendario Lunare Originario.

La Dodicesima Fase di Luna Nuova inaugurava sempre e indicava il Periodo/Mese Wp rnpt, ovvero L’uscita di Sopdet”, ciò è ben documentato nel Papiro Ebers. Il Dodicesimo Novilunio era quindi chiamato: Wp rnpt e questo è altrettanto ben documentato nella rappresentazione del Soffitto della Tomba di Senmut.


Ma quale relazione stabilire tra il Dodicesimo Novilunio Wp rnpt e il giorno in cui Sirio appariva in Levata Eliaca? Innanzitutto ritengo (ed è una considerazione personale basata sulla lettura del reperto archeologico che ho descritto nel libro “ Il Calendario Sothiaco del Monte Menna” Editore & My Book 2014) che gli Egizi fossero perfettamente in grado di prevedere il giorno esatto della Levata Eliaca di Sirio su osservazioni che non si basavano solo sul tempo intercorrente tra la comparsa del Dodicesimo Novilunio Wp rnpt e il giorno della Levata, bensì anche sulla Fase Lunare osservata all’Equinozio di Primavera che permetteva loro di prevedere esattamente il Solstizio d’Estate e, nel 3070 a.C. a Menphi, dopo 5 giorni, prevedere la Levata eliaca di Sirio.Ma questo, lo ribadisco, è un personalissimo punto di vista.

Ciò premesso, il giorno della Levata Eliaca di Sirio, nel corso degli anni si correlava in modo sempre diverso con il Dodicesimo Novilunio Wp rnpt a causa della discordante durata del Tempo intercorrente tra due successive Levate Eliache misurate secondo le Fasi Lunari e quello misurato secondo due successive riapparizioni del fenomeno astronomico. In parole povere, anno dopo anno il Giorno della Levata Eliaca di Sirio si separava sempre più dal Giorno del Novilunio Wp rnpt.

Facendo riferimento alle condizioni astronomiche di Menphi del 3070 a.C. dopo due ma più frequentemente dopo tre anni di progressive posticipazioni, il Giorno della Levata Eliaca di Sirio raggiungeva una tale distanza temporale dal Dodicesimo Novilunio Wp rnpt , da cadere nel Periodo/Mese annunciato non dal Dodicesimo ma dal Primo Novilunio,Tekhi, del Calendario Lunare.

Ogni due, ma più spesso ogni tre anni, perciò, il Novilunio Wp rnpt, quello del Capodanno, quello della “ Uscita di Sopedet” veniva ad identificarsi con quel Periodo/Mese del Calendario Lunare Originario che nella progressiva sequenza dei Periodi/ Mesi sarebbe dovuto essere il Primo Novilunio, pur essendo egli il Dodicesimo.

Il fenomeno astronomico della Levata Eliaca di Sirio rappresentava un tale assoluto riferimento nella strutturazione del Calendario Lunare Originario che l’intero Periodo/Mese in cui questo avveniva avrebbe preso il suo nome. Data l’intrinseca struttura del Calendario Lunare Originario che vedeva il Capodanno cadere nel Periodo/Mese del Dodicesimo Novilunio, ne derivò che il Dodicesimo Novilunio, quello del Capodanno, prese il nome dal fenomeno della Levata Eliaca di Sirio così come, anche il Periodo/ Mese all’interno del quale questi avveniva, fu sempre considerato il Dodicesimo Novilunio Wp rnpt.


Wp rnpt, poteva allora essere ritenuto contemporaneamente Primo o Tredicesimo Novilunio del Calendario Lunare Originario, ma in realtà, rimaneva sempre Wp rnpt, quello cioè, in cui cadeva il Capodanno del Calendario Lunare composto da 12 Periodi/Mesi di 30 giorni.

Ciò che abbiamo esposto, di fatto, ci permette di affermare che la definizione del Calendario Lunare Originario nella struttura così come da noi descritta secondo le relazioni con i tempi e i luoghi della Levata Eliaca di Sirio, è del tutto coerente con la rappresentazione del Calendario Lunare Originario dipinto sul soffitto del Ramesseum, tempio funerario del Faraone Ramesse II costruito a Thebe, e che vediamo nelle figure 4 e 5


Fig. 4
Riproduzione delle parte sinistra del soffitto astronomico del Ramesseum



Fig.5
Riproduzione della parte destra del soffitto astronomico del Ramesseum, continuazione del dipinto
in figura 4


Se osserviamo le icone corrispondenti al Quarto, Terzo, Secondo Mese di Akhet rappresentate nella
parte alta del dipinto in figura 4 e che riproponiamo in figura 6


Fig 6

notiamo come nei rettangoli superiori siano illustrati i geroglifici corrispondenti a Tre dei primi
Quattro Mesi della Prima Stagione dell’anno, secondo una progressione da sinistra a destra e che
preludono al Primo Mese della Stagione di Akhet: Mese di Thoth per il Calendario Civile e Mese di
Tekhi per il Calendario Lunare Originario.

I singoli rettangoli corrispondono ad altrettanti rettangoli sottostanti ben delimitati l’uno dall’altro
da un separatore che termina in corrispondenza di una stella sovrastante il vertice della divinità.
Analizzando la rappresentazione del Primo Mese di Akhet che riproponiamo in figura 7 vediamo
qualcosa di diverso


Fig.7

Il rettangolo superiore in cui è contenuto il geroglifico indicante il Primo Mese di Akhet è seguito
da un rettangolo vuoto, mentre nel rettangolo sottostante nessun separatore si dirige in basso verso il
vertice della figura: Ramsess II porge offerte alle deità. Il separatore lo ritroviamo invece più avanti,
posto a metà del rettangolo superiore vuoto, mentre indica l’inizio di una nuova icona che vediamo
riprodotta in figura 8


Fig.8

Quella riprodotta è l’icona corrispondente al Quarto Mese della Stagione di Shemu, indicata dal
geroglifico posto nel rettangolo superiore, mentre a sinistra del rettangolo inferiore, la prua della
barca e la mano della divinità, interrompono il separatore e invadono il rettangolo inferiore a
sinistra.

L’immagine completa, da sinistra a destra, del Primo Mese di Akhet, del rettangolo vuoto e del
successivo Quarto Mese di Shemu li vediamo nella figura 9


Fig.9

Ecco riprodotta l’immagine d’insieme (Fig.10) con i geroglifici per i Quattro Mesi di Akhet, il
riquadro vuoto e i geroglifici per il Quarto Mese di Shemu; sotto di questi le corrispondenti icone
illustrate da eleganti figure.



Fig.10

Questa è l’identica situazione che abbiamo descritto per il Calendario Lunare Originario in figura 2 e che riproponiamo in figura 11 dove questi è inserito all’interno del Calendario di 360 gradi/metri/giorni con il suo punto di minima declinazione coincidente con la proiezione della Levata Eliaca di Sirio che inaugura il Primo Mese della Stagione di Akhet.




Fig.11

Da quest’immagine si può ben vedere come nella relazione tra Calendario costruito sulla Levata Eliaca di Sirio e Calendario Lunare Originario vi sia una separazione di trenta giorni che divide la Dodicesima Luna Nuova Wp rnpt che inaugura il Periodo/Mese eponimo, dal punto di minima declinazione del Calendario Sothiaco e che riproduce la posizione della Levata Eliaca di Sirio all’orizzonte di Menphi nel 3070 a.C. inaugurando il Primo Giorno del Primo Mese della Prima Stagione dell’Anno.

Le correlazioni, poi, tra Periodi/Mesi secondo il Calendario Lunare Originario e Calendario Civile ( a sua volta costruito sui Tempi dati dalla Levata Eliaca di Sirio) sono altrettanto ben espliciti nella stessa figura 11 dalla quale si evincono le seguenti relazioni:

CALENDARIO LUNARE ORIGINARIO- CALENDARIO CIVILE
XII Novilunio III Shemu
I Novilunio IV Shemu
II Novilunio I Akhet
III Novilunio II Akhet
IV Novilunio III Akhet
V Novilunio IV Akhet
VI Novilunio I Peret
VII Novilunio II Peret
VIII Novilunio III Peret
IX Novilunio IV Peret
X Novilunio I Shemu
XI Novilunio II Shemu

Queste correlazioni sono ben illustrate e documentate sul retro di quel fantastico rotolo di papiro che conosciamo come Papiro di Ebers e che proponiamo in figura 12 correlato di numeri romani in rosso ad indicare i singoli Noviluni.




Fig.12
Papiro di Ebers. A sinistra in rosso l’elenco dei Noviluni secondo quanto previsto dal Calendario Lunare Originario, ai quali corrispondono i rispettivi Mesi del Calendario Civile.


[Modificato da bcavagna 28/12/2014 11:47]
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