| | | OFFLINE | | Post: 41.058 Post: 22.720 | Registrato il: 24/08/2005 | Sacerdotessa di ATON | Thiatj | - ḥtm mr r ry.t '3.t wts rn n ՚ḫ n itn, S3t n m3't - | |
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08/07/2009 22:00 | |
sai... io sono del parere che l'arte, per essere tale, deve risvegliare emozioni. Nulla è più soggettivo delle emozioni. Nulla è più soggettivo della bellezza nell'arte.
Non si tratta di allenamento. Ma piuttosto di naturale predisposizione. La tua essenza ti spinge verso un ideale di bellezza, tradotto come tale dai tuoi occhi, che può non corrispondere a quello tradotto dai miei o da quelli di chiunque altro. Ma non per questo è soggetto a giudizio ;)
Per quel che mi riguarda, ho una particolare predisposizione verso il periodo Amarniano, esteso alla quasi totalità della XVIII dinastia. In virtù di questa mia preferenza, sono attratta da tutto ciò che attiene a quell'epoca. Ogni reperto, ogni singolo rilievo, o statua, qualunque cosa, ai miei occhi è impregnata di quella storia e mi trasmette un preciso messaggio. Quando osservo il ritratto delle due principesse, lo stesso a cui ti riferisci qui sopra, io non vedo la superficie, quindi le fattezze delle piccole, ma ciò che rappresentano, il motivo per cui sono state rappresentate a quel modo, la scelta che ha caratterizzato il Regno di Akhenaton. Probabilmente, se non avessi approfondito in proposito e se non amassi quel periodo come lo amo, la penserei come te.
Credo sia solo questione di tempo.
Stai seguendo un percorso corretto. L'Antico Egitto ti ha chiamato a sè ed ora tu lo stai esplorando nella sua interezza. Man mano che ti addentrerai negli argomenti che costituiscono la sua storia, anche tu, probabilmente, opererai una scelta. Una scelta che forse non sarà nemmeno pienamente consapevole. Scoprirai una particolare propensione, un interesse, un'attrazione più forte verso un dato periodo e sarai spinta ad approfondire al suo riguardo. Allora ci saranno cose che vedrai con occhi diversi. Con maggiore consapevolezza, cogliendone un messaggio. Forse propio lo stesso che albergava nella mente dell'artista, mentre la sua opera prendeva vita
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