Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Egizi e Fenici

Ultimo Aggiornamento: 22/08/2011 15:32
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Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
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30/06/2009 17:25
 
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Un po' di storia.

Poichè, come anticipato, i Fenici non costituirono mai una nazione, il loro popolo non ebbe mai un'autorità centrale, né adotto una politica unitaria.
Non siamo in possesso di molti dati storici che li riguardano e quel poco che abbiamo è riferito esclusivamente ad alcune delle loro città principali.
Tra queste si contempla la regione Cananea, la cui storia è abitualmente suddivisa in due periodi:
a) Periodo paleofenicio (dal 3000 al 1200 a.C.);
b) Periodo "fenicio", propriamente detto (dal 1200 al 332 a.C.).

Al primo periodo posero termine i grandi sconvolgimenti provocati dai Popoli del Mare, causa del crollo del Regno Ittita. Il periodo "fenicio" terminò con l'avvento di Alessandro Magno.

Durante la fase "a", il territorio di Canaan fu occupato progressivamente da Eblaiti, Accadi, Neosumeri, Urriti, Amorriti ed Hyksos. Ci è ben noto lo scontro di questi ultimi con gli Egizi che si impossessarono del territorio esercitandovi la loro influenza, fino a quando non ebbe luogo la Battagli di Qadesh (1296 a.C.), tra Ramesse II e Muwattali, conclusasi in parità.

Per tutto il periodo paleofenicio fu Biblio ad esercitare egemonia. Successivamente all'invasione degli Hyksos, oltre a Biblo si assiste alla fioritura di Ugarit e Tiro, che si specializzarono sul commercio marittimo estero. Uno sviluppo costante troncato, come anticipato, dall'avvento dei Popoli del Mare.

Dalla crisi del 1200 a.C. Ugarit ne uscì completamente distrutta, comportando per i fenici la perdita di una fetta ingente di territorio. Già in precedenza si videro costretti a cedere i territori meridionali della regione Canaanita alle tribù di Israele. Quindi dovettero rinunciare anche a parte delle zone settentrionali a beneficio degli Aramei, che vi edificarono un imponente regno, con capitale a Damasco.
Le città-stato Fenicie si ridussero quindi alla sola fascia costiera del Mediterraneo, trovandosi a combattere con ingenti difficoltà causate da un eccesso demografico e da una pesante carestia. Non ebbero pertanto altra scelta, se non quella di indirizzare il loro interesse verso il mare.

Grazie ai commerci marittimi, città come Biblo, Sidone e Tiro conobbero anni di effettivo splendore, incrementando le relazioni commerciali con altri popoli del Mediterraneo e fondando numerose colonie sulle sue principali isole, spingendosi fino alle coste dell'Africa Settentrionale. Intorno al 900 a.C. si trovarono, però, a dover affrontare nuove minacce. Pesanti conquiste e altrettanto pesanti tributi imposti prima dagli Assiri, poi dai Babilonesi e quindi dai Persiani ridussero Fenicia, Siria e Cipro ad un'unica provincia del loro Impero.
Con l'avvento di Alessandro Magno, nel 332 a.C., passarono nelle sue mani. Ma la prematura morte del Grande ne fece oggetto di rivalità tra Seleucidi e Tolomei. Infine conquistate da Roma, divennero definitivamente provincia Siriana.
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30/06/2009 17:48
 
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Re:
roberta.maat, 30/06/2009 16.53:

Da parte mia l'indicazione di un testo che ho letto anni addietro, a proposito dei Fenici, e che mi riservo di riprendere perchè, aihmè, ricordo poco.

L'nigma dei Fenici di Sabatino Moscati.

Non possiedo altro e seguirò il consiglio di Antonio.






Cara Roberta, con i mezzi che ho a disposizione sto cercando di ovviare a una carenza oltre tutto giustificata.
Apprendo dalla lettura del testo citato che le informazioni a riguardo dei Fenici sono parecchio limitate, non essendo pervenuta fino a noi una mole di documenti adeguata. Il tutto è poi ulteriormente aggravato dalle consuetudini adottate dagli storici classici che hanno reso ancora più complicata la ricostruzione storica da parte degli studiosi moderni.

Ho idea, quindi, che cercare di ricostruire i rapporti intercorsi tra Egizi e Fenici sarà tutt'altro che semplice....
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30/06/2009 18:13
 
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Re:
shardanaleo, 30/06/2009 17.19:


Mentre , se Kiya non si arrabbia, vorrei precisare che il "Viaggio di Wen.Amon" non parla affato di FENICI, ma solo esclusivamente
- della città di Tiro
- di un funzionario egizio, inviato dal gran sacerdote di amon
- dei Tjekker di Dor (Popoli del Mare)
. Nessun popolo antico e tantomeno gli egizi parlano di "FENICI"
Il popolo chiamato da i greci con questo nome era semplicemente quello delle città RIPOPOLATE dai PdM nel 1200 a.C. (Leonard Wooley E Gerard Herm)... pura invenzione greca, il termine fenici ha lo stesso significato che può avere oggi EUROPEI ... ma chi sono gli europei? Vogliamo dire che un francese è della stessa natione di un tedesco o spagnolo (e CHI sono gli spagnoli? i Catalani, i baschi?...) stessa natione degli Italiani (ma chi sono gli Italiani? I Napoletani, i Veneti, i Romani?)...
Gli antichi parlavano di SIDONI, TIRII... mai di fenici. Fino all'VIII sec... i greci.. poi Moscati... [SM=x822706]
kum salude. [SM=g999105]
leo [SM=x822716]



Non mi arrabbio affatto, gentilissimo Leo. Anzi, converrai con me che è palesemente ovvio che il racconto de "Il viaggio di Unamon" non riferisca di "Fenici", in quanto questo termine fu di postuma concezione, coniato dai Greci, per l'appunto, e impiegato ancora in tempi successivi con preciso riferimento agli abitanti di una regione circoscritta. Tant'è che il nome "Fenicia" appare per la prima volta soltanto nell'Odissea Omerica.
Sebbene non sia possibile parlare di Nazione, bisogna rammentare l'esistenza di un Regno, composto da Città-Stato autonome politicamente, ma comunque rette da una figura Sovrana coadiuvata dalle famiglie più influenti (ragion per cui parlare di un'autorità centralizzata non è propriamente corretto).
Il racconto proviene da un papiro risalente alla XXII dinastia e narra di fatti accaduti durante la XXI, durante gli ultimi anni di regno di Ramesse XI. Gli episodi narrati hanno luogo in Libano, precisamente al cospetto del Principe di Biblo. Territorio ritenuto rientrante nei confini Fenici.
[Modificato da -Kiya- 30/06/2009 18:16]
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MerytAton Sitenjterw -
01/07/2009 12:48
 
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Kiya ha ragione !
Estremamente difficile stabilire relazione tra egizi e fenici. Questi non furono una nazione come noi la intendiamo e anche nel tempo è difficile collocare questo popolo sotto una unica "bandiera". Geograficamente dilagati ovunque nel mediterraneo è più facile indicarli appartenenti ad una città o ad un'altra.
Loro stessi si definivano Cananei, gli storici li definiscono alternativamente fenici, cananei, punici, collegando queste identificazioni a precisi momenti storici.
Incredibilmente, chi non ha ancora avuto modo di approfondire, riconosce queste genti solo per la produzione della porpora......estratta da un mollusco bivalve....eppure loro in principio erano più contadini che marinai.
L'arte, l'conografia, la religione, la scrittura, risulta il frutto di influenze molteplici dove ricorrono elementi orientali ed occidentali.

In definitiva mi rendo conto che è materia ardua e complessa da affrontare che necessita ovviamente di studi comparati.
[Modificato da roberta.maat 01/07/2009 12:50]
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01/07/2009 13:35
 
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Indagarne gli usi, la cultura, la religione non sarà certo più semplice, dato il mancato ritrovamento di testi coevi.

Quel che è certo è che la civiltà fenicia, grazie al fatto che fece del commercio marittimo la sua attività princoipale, fu il prodotto di influenze siriane, Ittite, Egee, Assire e, naturalmente, Egizie. Portanto la loro esperienza in buona parte del mondo conosciuto, essi rappresentarono il collegamento fra Oriente e Occidente.

In tal senso mi sembra interessante approfondire la questione degli scarabei. Quelli ritenuti fenici, sono effettivamente di chiara origine egizia, montati su anelli d'oro e d'argento o utilizzati nella composizione di collane e bracciali. Per la loro fabbricazione utilizzarono vari tipi di pietre, vetro o smalto, e gli riconobbero grande importanza, in quanto non furono impiegati soltanto come ornamento, ma come veri e propri talismani e come sigilli personali, in sostituzione di quelli cilindrici ereditati dalla Mesopotamia.

Stasera proporrò qualcosa in più sulla funzione di amuleti.
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EgiTToPhiLo/a
Scriba
01/07/2009 15:45
 
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E’ vero che non è mai esistito uno Stato comprendente le città delle attuali coste del Libano, ma la comune origine (semiti), cultura, religione, ecc. permettono di considerare le varie città stato come un tutt’uno.
Anche dopo l’invasione dei Popoli del Mare e la conquista di alcune città cananei, non si arrivò alla formazione di uno Stato, ma le varie etnei rimasero separate politicamente e militarmente.
Stesso discorso può essere fatto per le città Stato di Atene, Sparta, ecc. e per le varie città italiane.
In linea con queste considerazioni, bisogna ricordare che non è mai esistito uno Stato nuragico, uno Stato shardana e uno Stato sardo.
Si poteva forse parlare di villaggi Stato, governati da un re / sacerdote, con in comune una stessa cultura e religione.
Villaggi Stato che in qualche occasione trovavano una loro unione, basata forse su cerimonie religiose e momenti di aggregazione.
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EgiTToPhiLo/a
Suddito
01/07/2009 18:54
 
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"...non è mai esistito uno stato sardo uno stato shardana... nuragico... "
e ti pareva!
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EgiTToPhiLo/a
Scriba
02/07/2009 09:58
 
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Le città Stato cananee della costa mediterranea dell'Asia sono molto antiche e risalgono sicuramente al 4° - 3° millennio a.C.
Forse una delle testimonianze più antiche è la citazione della Pietra di Palermo, nella quale si dice che Snefru acquistà moltissimo legname di cedro del Libano / Fenicia.
Si parla di 14 navi cariche di prezioso legname, da utilizzare forse per la costruzione delle sue varie piramidi.
Queste città Stato si specializzarono in commerci marittimi, raggiungendo una superiorità commerciale dopo la caduta della civiltà minoica. Nella 2° metà del 2° millennio i "Fenici" furono i padroni indiscussi dei commerci e costituirono nei vari scali lungo le rotte da loro percorse dei villaggi e/o città, al fine di realizzare dei punti di sosta e dei centri per il commercio colle popolazoni locali.
Fra questi centri bisogna ricordare la lontana Tartesso (Spagna), Tharros, Kalaris, Sulki, Nora (Sardegna).
L'esperienza marinara del "Fenici" li portò a scegliere i loro scali su promontori che consentissero l'approdo sulle due facce del promontorio, così da ancorare le loro navi a seconda del vento.
Con l'arrivo dei Popoli del Mare e la pressione degli Assiri e Israeliti, gli abitanti di alcune città Stato preferirono lasciare definitivamente la loro patria e rifugiarsi nei vari scali precedentemente fondati nel Mediterraneo.
Come è noto fu fondata allora la città di Cartagine in Tunisia, la quale ben presto divenne la grande potenza militare che doveva contrapporsi alla potenza di Roma.

Una curiosità
Tutti sanno che Roma fu fondata da Enea dopo la sua fuga da Troia.
Esiste però una coincidenza che fa ipotizzare che il nome Roma sia la lettura da sinistra a destra (all'occidentale) del nome della città fenicia Amor.
Bisognerebbe trovare un riferimento scritto e vedere se Enea potrebbe avere avuto un collegamento con questa città.
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02/07/2009 13:36
 
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Re:
-Kiya-, 01/07/2009 13.35:


In tal senso mi sembra interessante approfondire la questione degli scarabei. Quelli ritenuti fenici, sono effettivamente di chiara origine egizia, montati su anelli d'oro e d'argento o utilizzati nella composizione di collane e bracciali. Per la loro fabbricazione utilizzarono vari tipi di pietre, vetro o smalto, e gli riconobbero grande importanza, in quanto non furono impiegati soltanto come ornamento, ma come veri e propri talismani e come sigilli personali, in sostituzione di quelli cilindrici ereditati dalla Mesopotamia.

Stasera proporrò qualcosa in più sulla funzione di amuleti.




definendo gli scarabei "di chiara origine egizia" si intende sia che gli stessi fossero originali egizi, frutto di scambi, sia che i fenici svilupparono metodi di lavorazione delle pietre dure volte ad imitare la produzione Egizia.
Quelli che raffiguravano le divinità apotropaiche tipiche del Pantheon Egizio provenivano, probabilmente, da Kemet. Se ne sono trovati a migliaia, impiegati come amuleti nelle tombe di tutta l'area fenicia. Tra i più diffusi, quelli raffiguranti Bés e Ptah. Era, tuttavia, prerogativa della gente più semplice, quella che non viveva a stretto contatto con la religione ufficiale. Non scarseggiavano comunque nemmeno quelli di tipica fattura fenicia.
Il non far parte di una precisa nazione e, quindi, la mancanza di una religione ritenuta ufficiale, sta alla base di queste mescolanze di credenze, dalle origini più disparate. Vi sono, in proposito, anche numerosi riscontri di pratica di mummificazione, in stile egizio, coesistente con consuetudine più tipica di cremare i defunti. Le spoglie mortali riposavano in urne o sarcofagi, che venivano collocati nelle necropoli costruite a ridosso delle città. Una pratica riservata ai benestanti, mentre i più umili dovevano accontentarsi di una semplice fossa.
Non siamo in possesso di dettagli relativi al loro rito funerario, che rimane pertanto ignoto.
Sia Biblo che Sidone ci hanno restituito diversi ipogei reali, soprattutto appartenenti al XVIII sec. a.C. Scavati nella roccia, per mezzo di un corridoio discendente si accedeva alle camere, in una delle quali era custodito il sarcofago.
Questi ultimi erano caratterizzati da un certo ecclettismo artistico, nel quale coesistevano elementi egizi e greci.
Particolarmente degni di nota due sarcofagi risalenti al VI sec. a.C., di chiara fattura egizia. Utilizzati per inumare i Re Tabnit e Eshmun'azar II (vissuti nel V sec. a.C.).
Nel sarcofago del primo fu precedentemente inumato un egizio, come testimoniano le due iscrizioni, l'una egizia e l'altra fenicia, poste nella parte inferiore. Si chiamava Pen-Ptah.

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02/07/2009 13:46
 
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Alla luce di tutto quanto sin qui scaturito, mi pare si possa pacificamente affermare che la corrispondenza Amarniana possa essere intesa come la più completa attestazione in nostro possesso dei contatti tra gli Egizi e i paleoFenici.
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