La sartoria | Ultimo Aggiornamento: 13/06/2009 15:50 |
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| | | OFFLINE | | Post: 4.090 Post: 4.089 | Registrato il: 04/04/2007 | | Scriba Reale | La Divina Cantatrice - HdjetmeMaat MerytAton Sitenjterw - | |
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12/06/2009 11:41 | |
Non ho mai visto reperti che possono identificare un laboratorio di sartoria.
Eppure l'abbigliamento completo, almeno per le classi sociali più in vista, fu abbastanza complicato per fogge e materiali.
Avevamo già cercato di identificare un "ferro da stiro" in una precedente discussione ma se per stirare un tessuto si possono usare strumenti di forma e nateriali disparati, per assemblare un abito o un copricapo o un mantello forse erano indispensabili aghi e forbici.
Ne conosciamo degli esempi ?
Esistevano luoghi deputati a questa arte ?
Nei rilievi, nei dipinti e sopratutto tra le figurine funerarie non mi sembra di aver notato persone dedite a questa arte. Mi sbaglio ?
Grazie. [Modificato da roberta.maat 12/06/2009 11:48] |
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12/06/2009 13:23 | |
mi pare vi siano degli aghi esposti al Museo Egizio di Torino, o forse li ho visti in occasione della mostra "Nefer...", l'anno scorso, dove l'abbigliamento era protagonista.
Esiste poi un termine egizio, che è mssbt, che identifica l'ago di grosso calibro, probabilmente utilizzato nella conceria, per cucire pelle e cuoio.
Un altro termine, srt, è impiegato sia per ago, che per chiodo, punta, spuntone.
Sappiamo che la tessitura fosse diffusa in Egitto fin dalle epoche più antiche, come conferma anche il mito di Neith, ma non trovo riferimenti espliciti alla confezione di abiti o termini precisi che si possano ricondurre al mesterie di sarto.
Stasera, al rientro, sfoglierò qualche testo per ulteriori verifiche ;)
[Modificato da -Kiya- 12/06/2009 13:24] |
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12/06/2009 23:03 | |
roberta.maat, 12/06/2009 11.41:
Non ho mai visto reperti che possono identificare un laboratorio di sartoria.
Eppure l'abbigliamento completo, almeno per le classi sociali più in vista, fu abbastanza complicato per fogge e materiali.
...
Esistevano luoghi deputati a questa arte ?
...
Indipendentemente dalle ricerche di Kiya che, ne sono certo, ci forniranno elementi più che validi, qui vorrei soffermarmi su considerazioni che derivano più dal ragionamento che dalle certezze archeologiche o storiche.
E' ovvio che ci dovesse essere qualcosa di assimilabile alla "sartoria" per come la intendiamo noi, ma è altrettanto vero che, molto verosimilmente, se si escludono i mercanti che potevano proporre tessuti importati o gli artigiani che lavoravano per la classe più agiata, ognuno si produceva "in proprio" il lino o, più in generale, i tessuti di cui abbisognava in famiglia.
Stiamo inoltre parlando di materiali quanto mai deperibili e se le bende in cui sono avvolte le mummie si sono salvate, forse è per le condizioni di conservazione (nelle tombe) oltre che, nella maggior parte dei casi, per le resine di cui erano intrise, vuoi esternamente, vuoi dall'interno per quelle che ricoprivano i corpi.
E' infatti un dato di fatto che nella tomba di Tut, l'unica che ci sia pervenuta quasi integra, esistano manufatti sartoriali (biancheria intima, in verità) e non dimentichiamo la sciarpa che cingeva il collo della nera statua di Anubi (sempre nella stessa tomba) o le numerosi suppellettili funerarie, anche sartoriali, che fanno bela mostra di se nel corredo funebre dell'architetto Kha (?) al Museo Egizio di Torino.
Resto anch'io inatesa, comunque, degli esiti delle ricerche di Kiya anche se mi pare di ricordare modellini di "sartorie", e, più esattamente, di un telaio verticale... |
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12/06/2009 23:07 | |
...beh, intanto qualcosa ho trovato:
Beni Hasan (Medio Egitto),Tomba di Khnumhotop (T3), dodicesima dinastia (Medio Regno) - 1890 a. C.
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12/06/2009 23:24 | |
I telai non mancavano, certamente, e ti confermo la loro presenza in un certo numero di rilievi.
Confermano quindi la trasformazione della materia prima in tela, ma non vanno oltre.
Non ho ancora avuto modo di consultare i testi, come mi ero prefissata, ma a ragion di memoria direi che non si parla di laboratori destinati alla confezione degli abiti.
Ora ho più tempo, rispetto ad oggi, quindi voglio procedere con un ragionamento, come hai fattu tu, Hotep, e considerare l'ipotesi che se ne occupassero le donne nelle famiglie comuni (la tessitura era del resto indubbiamente prerogativa femminile) e la servitù a corte.
Tuttavia, non credo che si incontrassero particolari difficoltà di lavorazione, tenuto conto che la maggior parte degli ornamenti che impreziosiva gli abiti era composta da accessori, quali cinture e cordoni. Il resto lo facevano i gioielli, principali protagonisti, o l'abbinamento di tuniche classiche e ampie ad abiti più succinti (per le donne), a volte cadenti sulle spalle, altre annodati sulla sinistra. Gli ampi collari, i bracciali contribuivano a trasformare la tunica più semplice in quanto di più ricco e prezioso.
Del resto è evidente che il tipo di abbigliamento utilizzato non subì modifiche salienti per tutto l'arco della storia dinastica, salvo nel nuovo regno, quando comparvero gli abiti a pieghe, di cui abbiamo già parlato. Le ampie tuniche e i gonnellini fecero parte del corredo di Regine e Re per più di 3000 anni. Perizomi o semplici abiti (piuttosto dovremmo definirli strisce di tessuto) e sempre le tuniche, seppur più modeste, vestivano la gente del popolo.
Persino le pelli di leopardo che contraddistinguevano i sacerdoti sem non presentavano cuciture, ma erano semplicemente conciate.
Tutto questo potrebbe far ritenere che vere e proprie sartorie non esistessero e per questa ragione non ve n'è riscontro nei rilievi. Persino ad Akhetaton, nota per il realismo delle scene rappresentate, non mi risulta ve ne sia traccia.
In ogni caso, terrò fede a quanto promesso e cercherò informazioni. |
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12/06/2009 23:42 | |
ho trovato riferimenti al kalasiris, la tunica tipica a partire dal Nuovo Regno, quella fasciante più simile a una gonna che però si legava sulla spalla, restando morbida sul lato oposto, che ne descrivono la confezione.
La fonte è un testo di storia dell'abbigliamento, dal titolo "Enciclopedia illustrata della moda". Nello stesso si afferma che questio tipo di abito veniva cucito soltanto da un lato, in quanto era ottenuto da un taglio di stoffa unico, o che addirittura veniva tessuto in forma tubolare all'origine.
Questo confermerebbe la non necessità di operazioni elaborate che avrebbero giustificato l'esistenza di laboratori preposti. |
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13/06/2009 12:29 | |
Non ho la possibilità di approfondire perchè non possiedo il testo di Schiaparelli, ma qualcuno mi ha suggerito che nella tomba di Kha, tra il
corredo funerario di sua moglie, ci fosse un "necessaire" per cucito.
Questo però attiene forse le normali attività di una donna di casa mentre continuo a pensare a laboratori di sartoria che a differenza di quelli dove si lavorava pietra di cui conosciamo l'esistenza, per questi atelier il tempo deve aver cancellato le memorie.
Chi lavorava ai telai era forse lo stesso artigiano che confezionava ? |
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13/06/2009 15:49 | |
La tessitura era appannaggio esclusivo delle donne (gli uomini cominciarono ad approcciarsi a questo tipo di attività soltanto durante il Nuovo Regno) e non solo di quelle di umili origini. Anche tra le componenti dell' "Harem" Reale vi era chi possedeva titoli tali da ricondurre a mansioni di tessitura e filatura. [Modificato da -Kiya- 13/06/2009 15:50] |
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