Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Orione e il mistero delle Piramidi di Giza

Ultimo Aggiornamento: 07/05/2011 22:08
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04/05/2009 15:59
 
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Le piramidi sono delle costruzioni funebri dell'antico Egitto, erette tra il 2600 e il 2350 avanti Cristo. Hanno lo scopo di ospitare il corpo del faraone, che nel periodo della IV dinastia era Cheope.

Le tre piramidi che si trovano nella città di Giza, costruite intorno al 2570 a.C., quelle di Cheope e dei figli Khefren e Macerino non sono solo monumenti funebri, bensì anche strutture geometriche che vantano una precisione sconvolgente.

La piramide di Cheope quando fu costruita era alta 147 metri: la sua base copre oltre 5 ettari di superficie, formando un quadrato di circa 230 metri per lato: i quattro lati della base presentano un errore medio di soli 1,52 cm in lunghezza e di 12" di angolo rispetto ad un quadrato perfetto; i lati del quadrato sono allineati quasi perfettamente lungo le direzioni Nord-Sud ed Est-Ovest.

L'accuratezza non è solo quella della loro forma intrinseca, bensì anche della estrinseca. Quella che le collega alle costellazioni celesti. Le facce della piramide di Cheope sono allineate con i 4 punti cardinali con uno scarto di soli 3/60 di grado: anche oggi sarebbe arduo arrivare a tale equidistanza. Ma il mistero si fa più denso. Infatti la loro disposizione è in maniera assoluta affine a quella della costellazione di Orione.

Come sia possibile arrivare a questa disposizione è tutt'ora incomprensibile. Orione, visibile nell'emisfero australe è una costellazione formata da 9 stelle più brillanti, tra cui la più luminosa è Betelgeuse. Il fatto che gli egiziani avessero voluto copiare la disposizione astrale non è solo significativo di una presunta devozione per l'astronomia, bensì di una correlazione tra la natura, la religione e le opere umane.

La piramide che è a nord della triade è quella di Cheope, fatta costruire dall'omonimo imperatore egizio, appartenente alla IV dinastia. Il suo corpo non è mai stato rinvenuto all'interno della sala sepolcrale. Cheope - che in egiziano sarebbe Medjedu - è un imperatore di cui non si conosce quasi nulla: dal punto di vista iconografico si conserva solo una piccola statua in avorio (alta circa 7,5 cm) che si trova al museo del Cairo. Nel Papiro Westcar Medjedu è descritto come un sovrano positivo; invece lo storico greco Erodoto - che comunque scrive duemila anni dopo i fatti narrati - lo descrive come un re capace di tiranneggiare il popolo solo con lo scopo di erigere il proprio monumento funebre. La piramide.

Ma c'è ben altro. Gli archeologi, nel 1954, all'interno di una fossa sul lato sud della grande piramide, in una camera ermeticamente sigillata, rinvennero 1224 pezzi di legno. Non erano solo resti, bensì parti di una costruzione più poderosa, conservata per più di 4600 anni. Dopo 13 anni di studio, il puzzle fu ricomposto: i legni permisero la costruzione di una barca lunga circa 43 metri, con cinque remi per lato più due a poppa, con funzione di timoni. È una delle imbarcazioni più antiche del mondo, la Barca solare di Cheope, esposta in un museo creato appositamente a fianco della Grande piramide.
La sua funzione è ancora incerta. I testi delle piramidi, scritti a partire dalla fine della V dinastia - quindi dopo Cheope - fanno riferimento a questa visione dell'oltretomba: il sovrano, dopo la morte rinascerebbe in maniera stellare tanto che il suo ka (ossia la parte dell'animo umano che conserva i i ricordi e i sentimenti della vita terrena) sarebbe diventato una stella della costellazione di Orione. Forse a ciò serviva la barca, per un trasbordo verso Betelgeuse, la stella più luminosa?

Ma la domanda che genera maggiori dubbi è un'altra. Perché, tra tante costellazioni proprio Orione è quella capace di disegnare l'allineamento delle tre piramidi?

Il mito di Orione, così come ci viene tramandato dalla mitologia greca nasce ad Atene: la dea Artemide, benché fosse attaccata alla proprio verginità stava per cedere al fascino di

Orione, giovane cacciatore. Ma uno scorpione giunse in tempo e punse Orione tanto da ucciderlo: il giovane assieme all'animale fu assunto in cielo come costellazione. Forse per questo l'allineamento delle piramidi corrisponde a quello di Orione, come a segnare un "pericolo sventato".
In Egitto lo scorpione era onorato come dio sotto le sembianze femminili della dea Selkhet, divinità benevola, protettrice delle profondità della terra, che conferiva poteri taumaturgici ai suoi adepti: adorare lo scorpione era un modo apotropaico per allontanare la morte che da lui poteva provenire.


Forse per questo le piramidi di Giza si allineano ad Orione: ci si adegua a colui che ha sancito un pericolo sessuale e che per questo è stato punito. Ci si affida ad una giusta punizione, quasi alla ricerca di una perfezione che la stessa piramide di Cheope alimenta.
La perfezione geometrica di cui abbiamo parlato per Cheope si spinge ancora oltre. Il rapporto tra l'altezza e il lato della base quadrata della piramide coincide, con buona approssimazione, alla sezione aurea: questa proporzione dell'armonia, o numero aureo Fi vale in modo approssimativo 1,618; fu usata da Fidia per progettare il Partenone dell' Acropoli di Atene, da Leonardo da Vinci per il volto della Gioconda.

È quindi la ricerca della perfezione il motivo dell'allineamento alla costellazione di Orione?

Se l'allineamento delle piramidi di Giza fosse affine al significato greco del mito di Orione il problema che sorgerebbe è un altro. Come facevano gli egiziani a conoscere il mito di Orione, se i primi contatti con la Grecia avvennero solo nel 332 avanti Cristo, quando Alessandro Magno conquistò l'Egitto? Ossia circa 2200 anni dopo la costruzione di Cheope.

Che i fondatori della mitologia greca fossero già gli egiziani?


www.mauxa.com/content/view/321/104/
[Modificato da -Kiya- 05/05/2009 17:34]
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05/05/2009 08:26
 
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" ...Infatti la loro disposizione è in maniera assoluta affine a quella della costellazione di Orione ..." ?????
E' vero che le mie teorie possono non essere credibili (tempo al tempo), tuttavia, se qui si dice in maniera "assoluta" che le tre Piramidi di el-Giza riproducono Orione, allora "categoricamente" mi sento in dovere d'affermare che la cintura di Orione non regge neanche un paio di ... mutande ... figuriamoci le tre Piramidi. Quanto meno, per ciò che mi risulta, non è quello che gli E.A. hanno lasciato detto con il complesso adoratorio di el-Giza ...
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05/05/2009 12:54
 
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Come facevano gli egiziani a conoscere il mito di Orione, se i primi contatti con la Grecia avvennero solo nel 332 avanti Cristo, quando Alessandro Magno conquistò l'Egitto? Ossia circa 2200 anni dopo la costruzione di Cheope.


una soluzione a quest'ultimo problema forse c'è. Come diceva il sacerdote egizio ad Erodoto i bambini sono dei "fanciulli al cospetto della storia". Una civiltà troppo giovane rispetto a quella egiziana certo non poteva competere se avesse dovuto di sana pianta elaborare da zero i propri miti e i propri concetti astronomici. Infatti ciò non accadde, ed attualmente si riconosce, il grande apporto Mesopotamico all'astronomia ellenica.

In estrema sintesi, i Mesopotami nell'arco della loro millenaria civiltà raccolsero un miriade di dati, la giovanissima civiltà ellenica li studiò e rielaborò. Anche per alcuni Miti avvenne così. Osservate tutte le analogie tra il Gilgamesh coperto di pelli di leone e l'Erakle cn la leontea... giusto per un es.

dunque la domanda di cui sopra si risolve più o meno così...esistono dei punti di contatto tra l'astronomia babilonese e quella egiziana per Orione?
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05/05/2009 15:53
 
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L’articolo è stato scritto da un certo Giovanni Menicocci, del quale non ho trovato su Internet elementi bibliografici certi.

L’articolo è, a mio parere, superficiale e pieno di inesattezze:

- non è vero che le piramidi furono erette fra il 2600 e il 2350 a.C.;
- se consideriamo una cronologia cortissima, per esempio quella riportata dalla Bresciani, abbiamo che questo periodo riguarda la IV e la V dinastia, mentre è noto che le piramidi furono edificate fra la III e la XIII dinastia (2700 – 1660 a.C. secondo le cronologie cortissime o 3291 – 1732 a.C. secondo la cronologia lunga di Manetone / Crasto);
- l’ipotesi Orione avanzata da R. Bauval riguarda una possibile similitudine fra l’allineamento delle tre piramidi di Giza e le tre stelle della Cintura di Orione;
- gli Egizi non individuavano nella famosa costellazione il gigante Orione, ma vedevano nella stella Betelgeuse l’astro celeste in cui sarebbe risorta l’anima di Sah / Osiride;
- non è vero che i primi contatti fra la civiltà greca e quella egizia si siano avuti con la conquista dell’Egitto da parte di Alessandro Magno. Pur volendo trascurare contatti fra commercianti e marinai, dobbiamo anticipare la presenza di Greci in Egitto almeno al regno di Psammetico (664-610 a.C.), durante il quale furono impiegati mercenari Ioni e Cari.

In merito al mito di Orione bisogna giustamente chiedersi se esso fu un’invenzione greca o se fu comune a molti popoli (Sumeri, popoli della Mesopotamia e popoli del Mediterraneo). Bisogna ancora considerare se esiste qualche affinità fra Orione e l’egizio Sah / Osiride.
Da parte mia ritengo che il mito del gigante dominatore dei mari sia molto antico e che la sua origine vada cercata nelle civiltà prediluviane. Il gigante potrebbe rappresentare proprio una possibile civiltà progredita del Paleolitico Superiore e il suo mito potrebbe aver interessato tantissime civiltà, dall’Asia alle Americhe per finire a quelle del Mediterraneo.

Per quanto riguarda la similitudine fra allineamento delle tre piramidi di Giza e le tre stelle della cintura di Orione, ritengo che non si possa dare una risposta sicura, né positiva né negativa. E’ certo però che durante la IV dinastia esistette un culto stellare e si credeva che l’anima del faraone sarebbe rinata in cielo come stella della costellazione sacra a Osiride. In tal senso è significativo il condotto stellare meridionale della Camera del Re della piramide di Cheope.
Io ho ipotizzato nel mio libro che tutte le piramidi dei faraoni abbiano costituito elementi di un progetto unitario, col quale si vollero rappresentare in Terra alcune stelle corrispondenti a divinità viste nel Duat. Secondo questa ipotesi, le tre piramidi di Giza avrebbero rappresentato ovviamente le tre stelle della Cintura di Orione.
[Modificato da antonio crasto 05/05/2009 17:50]
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06/05/2009 08:25
 
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Scusate se insisto, ma quale attinenza esisterebbe tra Orione ed el-Giza, ovvero, perché rappresentare Orione in terra (questo dovrebbe essere, se non mi sbaglio), quale "funzione" sarebbe da attribuire alla costellazione, o meglio, "soltanto" alla cintura (???) di Orione? I testi, (e quindi non Bauval o chi per esso), dicono ben altro (ad esempio, chi sono " ...coloro che danno l'Acqua ..."?) ...
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EgiTToPhiLo/a
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06/05/2009 11:20
 
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La religione egizia vedeva nella costellazione di Orione l'immagine celeste di Osiride. La religione stellare del predinastico e delle prime dinastie vedeva l'anima di Sah / Osiride rinascere proprio in una stella della grande costellazione, quasi sicuramente nella stella alfa Betelgeuse.
Detto questo è evidente che rappresentare con delle piramidi le stelle della costellazione o, come penso quelle delle varie costellazioni del Duat avrebbe costituito un omaggio verso il Dio creatore.
Ovviamente la corrispondenza piramidi - stelle non è scritta nei sacri testi egizi, ma è ipotizzabile dai tanti riferimenti stellari.
Non deve essere stato un caso che il condotto stellare meridionale della Camera del Re abbia puntato simbolicamente alla costellazione di Orione e che la piramide di Djedefra si sia chiamata "Djedefra è una stella Sehed".
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06/05/2009 12:34
 
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Ciao Antonio, se ho capito bene l'omaggio ad Osiride/Dio creatore, quindi, è strettamente connesso alla rinascita simbolica dell'anima come stella imperitura?
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EgiTToPhiLo/a
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06/05/2009 14:52
 
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E' difficile capire quando la religione stellare egizia ipotizzò la resurrezione dell'anima del faraone come stella di Sah / Orione /Osiride.
E' possibile che agli inizi si sia semplicemente ipotizzata una rinascita fra le stelle imperiture. La prova di ciò sarebbe costituita dai molti riferimenti nei sacri testi e dal fatto che tutte le piramidi presntano un ingresso nella faccia settentrionale.
E' possibile quindi che agli inizi dell'età delle piramidi, il corridoio d'ingresso fosse visto come uno stargate verso le stelle imperiture.
Con Cheope questo concetto fu sicuramente ampliato, ma è per altro possibile che fosse implicito anche per le altre piramidi.
Fu ipotizzato cioé che nelle stelle imperiture l'anima avesse la sua giustificazione alla rinascita eterna, ma l'akh del faraone sarebbe volato in cielo per rinascere come stella della costellazione di Sah / Osiride e diventere così un nuovo Osiride.
Non sappiamo se i concetti filosofici di Cheope abbiano avuto successo, ma sembra probabile che siano morti con lui o dopo Djedefra. I condotti stellari della piramide di Chefren sembrano infatti solamente abbozzati, come se il nuovo culto di Ra, imposto dal sempre più forte clero di Iwnu / Heliopolis, abbia suggerito la rinascita celeste su una barca al seguito della barca di Ra.

Il fatto che la rinascita in Sah / Osiride sia riconosciuta con la piramide di Cheope porta a ipotizzare la correlazione proposta da Bauval o, come penso, la realizzazione nel corso di oltre mille anni di un progetto unitario di trasposizione delle stelle associate ai personaggi del mito di Osiride nelle piramidi del deserto occidentale del Basso Egitto.
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07/05/2009 08:34
 
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Il concetto di rinascita, è strettamente connesso al culto, sottovalutato fino ad ora mi pare, dell'Acqua. Non è un caso che ci siano "barche reali" che consentono al Sole di compiere il suo tragitto in cielo, anche perché in diverse rappresentazioni parietali è l'Acqua, secondo gli E.A., che consente al Sole di rinascere ed "uscire alla luce". Questo(è una piccola novità che vi comunico, e ce ne sono ancora altre ...) è quanto emerge, è il caso di dire, da recenti studi che ho condotto insieme al professor Trivero. Quanto vedevano, infatti, gli E.A. da el-Giza, con pochi dubbi, era proprio questo: il Sole che nasceva dalle acque del Nilo. Detto questo devo sottolineare ancora che, concordemente con quanto ormai acquisito ed affermato coralmente dagli studiosi, quando si parla di "rinascita", e di questo si discute qui, si parla "sempre e soltanto" dell'Acqua. Questo è quanto viene riportato dai testi. Ora non è difficile completare l'equazione di primo grado, senza incognite: Acqua = Rinascita. Il risultato, credo fermamente, è da applicare a tutte le forme cultuali ed adoratorie elaborate nell'E.A. Indistintamente. La parte strettamente connessa all'Acqua, fino ad oggi, continuo insistentemente a ribadire, si è completamente persa o dimenticata, perché, credo, "troppo" banale: la coscienza religiosa acquisita dagli E.A. attraverso elaborazioni mitologiche se vogliamo, abbastanza semplici, ma in ogni caso legate strettamente al loro mondo, sono conosciute soltanto al 50 per cento ...
[Modificato da Diego Baratono. 07/05/2009 08:38]
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07/05/2009 09:34
 
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Nell'antica Grecia, sono vari i miti che riguardano l'acqua, sopratutto marina. In tutti si ripete lo stesso schema il personaggio affoga, viene soccorso da una divinità abissale, e si ha quindi la rinascita e divinizzazione del mortale. Glauko, Imo, Saron, Ecuba. Esempi se ne possono fare molti.

legato al culto della morte e della nascita del sole è anche il mito corinto di Sisifo. Corinto posta tra due golfi vedeva rinascere e morire il sole nel golfo di corinto e nel golfo saronico.
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