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Al di là della conferma che la tavola d'offerta appartenesse ad Akhimenru, le parole che più mi hanno colpito sono queste (spero non me ne voglia il Prof. Tiradritti, per averle riportate qui):
La mia ipotesi, una volta tanto, si è rivelata esatta. Dico una volta tanto perché gli scavi nella Tomba di Harwa mi hanno abituato alla disillusione. Mi trovo a formulare teorie sulla base di quanto ho studiato e conosco sull'Antico Egitto e, molto spesso, sono costretto a ricredermi. Questo perché molto di quello che stiamo riportando alla luce attribuisce una luce leggermente diversa a quanto sappiamo della civiltà faraonica e, soprattutto, del periodo della XXV dinastia. L'interesse delle nostre ricerche risiede proprio in questo.
Il pensiero, che definirei più una constatazione, riassume brevemente alla perfezione quello che è un dato di fatto che non è più possibile trascurare. L'Egittologia è una scienza giovane e i suoi progressi sono in continua evoluzione, al punto che anche chi ha dedicato la vita allo studio di questa materia, con amore e passione, spesso deve avere l'umiltà di ammettere che c'è ancora molto da dire, e da scoprire, in merito al pensiero Egizio e alla sua applicazione.