| | | OFFLINE | | Post: 41.058 Post: 22.720 | Registrato il: 24/08/2005 | Sacerdotessa di ATON | Thiatj | - ḥtm mr r ry.t '3.t wts rn n ՚ḫ n itn, S3t n m3't - | |
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28/06/2009 17:09 | |
Per conoscere Plutarco bisogna "indagare" Platone, la cui opera influenzò profondamente l'ideologia del filosofo di Cheronea.
La sua opera, qui affrontata, altro non è che il frutto dello studio del "Timeo" Platoniano, considerato che Plutarco probabilmente non giunse mai in Egitto e non ebbe, quindi, l'opportunità di apprenderne "la sapienza" da fonti dirette. Come il "Timeo", il "De Iside et Osiride" è strutturato in forma di Dialogo.
Oltretutto, egli visse in un'epoca in cui il Credo Egizio risultava già ampiamente "corrotto", a seguito del contatto con quello Greco. Un'altra ragione che lo spinse a ritenere fosse possibile individuare dei punti di contatto tra la mitologia dell'una e dell'altra civiltà. Nonostante questo, dobbiamo esergli profondamente grati, poichè grazie a lui possediamo il racconto più completo relativo al mito di Iside e Osiride.
Sul concetto di "verità" Plutarco fu alquanto combattuto. Probabilmente influenzato anche dalla scuola Aristotelica, in proposito passa dalla convinzione che la verità sia praticamente irraggiungibile, al ricercare , come Platone, un messaggio preciso nei miti Egizi, nel tentativo di dar vita a una teoria che fosse in grado di spiegare come dalla verità si dipana ogni aspetto della vita umana: la conoscenza, la storia, la religione, la coscienza... per questo, per il fatto che la Verità fosse alla base della vita, il suo raggiungimento richiedeva un impegno profondo.
Come si legge dalla quarta di copertina, quest'opera è un'omaggio al mito, ma soprattutto intende proporne una chiave di lettura, a conferma della convinzione che nel mito, nel suo simbolo, si celasse la Verità, una verità unanime, poichè come egli stesso sostiene "non ci sono dei diversi per popoli diversi", sottolineando con particolare fervore la necessità di una corretta interpretazione, finalizzata a non cadere nella superstizione. |