Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Il "misterioso" Tekenu

Ultimo Aggiornamento: 04/10/2015 18:25
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MerytAton Sitenjterw -
03/04/2010 15:10
 
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Ho letto (sommariamente) i paragrafi di Sphinx e deduco una forte attinenza con antichi riti di sacrifici umani che avevano per oggetto personaggi stranieri. Ora mi appresto alla traduzione del brano intitolato "il Tekennu e i Tekennu"........tenendo presente che lo stesso potrebbe sembrare avulso dal contesto ma non lo è.
A seguire scriverò il testo e indicherò, come suggeritomi, i geroglifici tra parentesi quadre.
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EgiTToPhiLo/a
Artista del Re
TA makA nen ka neKet
03/04/2010 18:02
 
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Mi rendo conto di essermi addentrato in un campo a me molto difficile. Un complimento a voi che riuscite a studiare la materia con caparbietà e conoscenza. [SM=g999097]
Seguirò da spettatore gli sviluppi dalla vicenda e tiferò per voi, bravi! [SM=g999105] [SM=x822746]
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Akhu-en-inpu
Haw-erhefetkher-netjeru
Gemet-ef-reh-neb
03/04/2010 23:07
 
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Assolutamente RAMSY... anzi il tuo contributo è stato prezioso e ogni piccola idea o informazione in più arricchisce il tutto e può dare nuova linfa, specie per un argomento tanto "misterioso".. Rimane non impossibile infatti che, ad esempio, l'affermazione di vandenberg abbia un qualche tipo di fondamento: infatti, se qualcuno avesse il testo in cui appare, sarebbe bello verificare se c'è qualche nota a riguardo, cosa che potrebbe fornire nuove fonti da verificare e confrontare! Quindi sarebbe bello che tutti, per lo meno coloro ai quali interessa l'argomento, partecipassero nell'analisi e nello studio del fenomeno... Tante volte le intuizioni di chi non è un "addetto ai lavori" possono rivelarsi più vicine alla verità... Troppo spesso infatti l'eccedere nell' "accademismo" ti può chiudere gli occhi. Questo per dire: ogni idea è sempre bene accetta, dovunque e comunque, per quanto possa essere azzardata!!
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MerytAton Sitenjterw -
04/04/2010 00:14
 
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Ho finito la traduzione della parte che mi sembra interessasse di più.
Il lavoro non è perfetto e la lingua italiana ne esce sconfitta o almeno molto penalizzata....scusatemi !
Domani la metto nell'uovo di Pasqua e la incollo qui ! [SM=x822752]
[Modificato da roberta.maat 04/04/2010 00:31]
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MerytAton Sitenjterw -
04/04/2010 09:40
 
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IL TEKENNU - I TEKENNU

Dunque il colore dei capelli del Tekennu non è specificato, mentre quello dei Nubiani è detto "nero" . : I capelli del Tekennu potvano pertanto non essere neri, conseguentemente a questa osservazione, e se ci si ricorda del personaggio nella cappella di Abusir, si concluderà che non ci sarebbe nulla di straordinario, a quanto pare, se fosse uno degli uomini rossi di capelli sacrificati ad Abusr.

Sembrerebbe, malgrado la piccolezza delle figure scolpite nella tomba di Mentherkopeshef, che il Tekennu ha in una delle scene di questa tomba, la stessa foggia di capelli degli stranieri.
In ogni caso, il nome stesso del personaggio tende a far attribuire ad esso una origine straniera, che non sarebbe nè etiope nè semitica.

In Egiziano Tekennu [geroglifico] significa "avvicinare", nulla di più, ma con la vittima umana la parola non è mai accompagnata dal determinativo, come se si fosse voluto cancellare il significato. Senza dubbio non si sarebbe presa una simile precauzione se questa parola avesse espresso una idea così banale come quella di "avvicinare" oppure di "vicino"; conseguentemente è lecito cercare altrove la spiegazione della parola.
Esisteva, in effetti, vicino all'Egitto, nelle Oasi, una popolazione di Tekennu.
Il loro nome si scriveva in modi diversi, [ger] nel papiro Anastasi IV e [ger] sulla stele di Israele, ma la copia di questo ultimo testo, a Karnak, ha una variante in [ger], secondo lo storico Inschiften de Dunichen, che riproduce esattamente la pronuncia del nome di vittima umana,[ger]. Si vede dal determinativo che gli Egiziani, in virtù forse di qualche allusione al ruolo di nomadi, riconducevano probabilmente il nome della tribù dei Tekennu o Tektana, alla loro radice Keka [ger] guardare, e [ger] Tek camminare; in questo caso il termine "tana" o "tinu" è un suffisso, ed un suffisso non egiziano, cosa che indica l'esistenza di una parola Tek o Teka, straniera o no, con un plurale straniero in Tana, Tini, Ten. Questo perchè il singolare era Teka e gli Egiziani hanno attribuito al gruppo completo i determinativi che ha. Quanto al plurale Tana, Tinu, verosimilmente è una forma berbera : in berbero un certo numero di plurali prendono per eufonia una t oppure una n davanti la terminazione n, come in "azibara" (cinghiale), pl.initen, in lebou (libico).....ecc.
Cpme pure si ha l'impressione di un etnico Teka, al plurale Teka-Ten, trasformato dagli Egiziani in Tektana, tektinu; questo è con elisione o assenza della seconda t, forma più semplice del plurale.
C'è da sottolineare che questo "etnicismo" non ha come determinativo il palo di confine, prova o indice che l'Egitto guardava i Tekennu come "propri".
Questo ha a che fare con quegli abitanti di "Maree" e Apis", sulla frontiera della Libia che si reputavano libici e non egiziani, insoddisfatti delle cerimonie religiose e che desiderando che non fosse loro proibito di sacrificare delle mucche, mandarono incaricati ad Ammon per dichiarare che essi non avevano niente in comune con gli Egiziani, che essi abitavano fuori del delta. Relativamente al culto essi non erano d'accordo ma in definitiva desideravano ottenere il permesso di mangiare ualsiasi cibo.
Ora il Dio rifiutò dicendo che tutto ciò che il Nilo bagna nei suoi straripamenti........il Nilo nella sua interezza, non copre solamente il delta, esso inonda anche la parte del paese ritenuta libica, talvolta anche arabica, fino a due giornate di marcia.
Lo storico insegna che gli abitanti dell'oasi di Ammon, gli Ammoniani, sono coloni dell'Egitto e dell'Etiopia, la loro lingua attiene quella di questi due territori.

C'era senza dubbio..............

(continua tra poco)
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MerytAton Sitenjterw -
04/04/2010 17:11
 
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.........qualcosa di simile in quel che concerne i Tekennu del paese di Ut, pochè questo paese, cioè le due Oasi diKaergeh e Dakhleh, Kenemt e Testes, dove si adorava sia Set che Ammon, era in rapporto costante ed ambiguo con la terra dei Faraoni.
Era (Ut) aperto allo straniero quanto l'Egitto. Accessibile soprattutto dal lato di Abydos, ugualmente dal lato di Cirene come si legge in Erodoto che parla degli abitanti di Samo della tribù Escherion, stabilitisi nella grande Oasi al tempo di Cambise e narra di un Etearque come re degli Amoniani che rano sulla via di Ut.
Luogo di rifugio e di esiliuo, di celebri vigneti, le due Oasi [ger] aveva un governatore, un [ger] almeno nei periodi di prosperità ; queste gioivano del buon operato dell'amministrazione egiziana, cosa che spiega perchè ci fu un grande festeggiamento in Kenememt, dopo una impresa di Horus che si era trasformato in negro per castigare il suo nemico.
Quando Meneptah ebbe respinto il re libico l'inno di trionfo composto in suo onore celebrò anche gli effetti della vittoria:
<>.
Per contro se sopraggiungeva qualchw turbamento al cambio di regno, per esempio, il paese di Ut insorgeva facilmente e allora bisognava passarlo per le armi, come fece Amenophi II alla morte di suo padre.
Esiste, nel papiro Anastasi IV una lettera del tempo dei Ramessidi che si riferisce a circostanze analoghe, sebbene meno gravi : c'era piuttosto uno scontento latente più che una ostilità dichiarata delle due parti.
Questa lettera che è stata trascritta e tradotta nel 1886 da M: Guieysse, è una vera e propria reprimenda indirizzata ad un governatore per ricordargli la missione di cui era stato investito, quella di procurarsi dei Tektana e per biasimarlo per non aver fatto il necessario per agevolare il transito del re allarmato dei predatori Tektana.
Ecco un nuovo saggio di traduzione di questo interessante testo :
<< In nome del re dico :Che succede ? (dove) l'uomo, se non disturbo, e i Tektana del paese di Ut ? Tu dovevi far partire lo scriba Taui per via della sua irritazione ([ger] la rabbia del re) verso i predoni.
Tale è la cosa, in realtà che nè Pa nè Ptah fecero capire niente con le preghiere di ciò che s'intende.

Tu, tu e il governatore inviate per questo a prendere i Tektana che sono necessari al Sem, direttore delle cerimonie religiose. Dove sei ? Tu ne dovevi fornire (solo) tre, che ti è caduto sulla testa ? Un mucchio di sabbia ? ti si acciuffa, ti si libererà dei Tektana, per via della tua paura, naturalmente.
E quale altro errore hai commesso nello stesso istante . Quando tu deve far passare il faraone perchè si diriga verso Heliopolis, ecco che non hai fatto portare il materiale del capo, comeun trattore verso il tuo maestro. Che cosa hai combinato ? Tu hai commesso una colpa punibile con la morte. E perchè non hai fatto il possibile perchè lui potesse transitare ? Non sei tu il designato, in luogo di altri intendenti del tesoro, per andare verso i Tektana di Ut a causa della sua (del faraone) irritazione contro i predoni ?
Muoviti e svegliati !
Quando ti sarà giunta la lettera del faraone tu dovrai scriverne una allo scriba Taui per inviarlo al paese di Ut per indagare : coraggio, coraggio, vai presso i tektana per portare via uno ad uno gli uomini, oppure tu avrai commesso un errore degno di morte.
Quanto a te, tu restituirai la lettera unicamente al servitore di Taui e la farai partire con sollecitudine, svelto ! svelto !>>
Se il re teme di attraversare e se è irritato contro i predoni che gli sbarrano il cammino, a prima vista, sembrerebbe che egli voglia procurarsi degli ostaggi : il fatto sarebbe possibile, a rigore, ma occorre considerare che i Tektana o Tekennu richiesti, lo sono per una cerimonia religiosa, cosa che richiama subito alla mente il Tekennu delle feste funerarie.
Si ricorderà qui che il libico tipico era biondo, per gli egiziani che hanno rappresentato numerose volte, sui monumenti dell'Antico, Medio e Nuovo impero, degli uomini degli uomini fulvi loro servitori schiavi o ausiliari.
Ma i Tektana o Tekennu abitavano la Libia e parlavano di conseguenza una lingua berbera, sembrerebbe ; essi potevano dunque appartenere per la maggior parte a questa razza bionda che ancora oggi ha tanti rappresentanti presso Kabile.
Esistono altresì molte chances che gli Egiziani, che sacrificavano gli uomini rossi di capelli o biondi, scegòiessero le loro vittime presso i libici bioni,attigui l'Egitto, cioè i Tekennu delle Oasi, almeno quando i sacrifici avevano luogo ad Abydos, città vicina alle Oasi.

IL TEKENNU AD ABYDOS
Che le cerimonie ove figura il Tekennu abbiano avuto luogo ad Abydos, visti i monumenti che menzionano questo personaggio,un esame rapido delle differenti scene, lo dimostrerà senza alcuna difficoltà.
Alla tomba di Rekmira, che mostra la totalità della festa, il corteo funebre visita in successione tre divinità di fronte a a lui, Anubis al centro, Osiride a destra e l'Amentet a sinistra : ciò suggerisce l'idea sia di tre templi sia di un solo tempio diviso in tre parti consacrate ciascuna ad una divinità, come ad Ombos dove c'erano due dei ed al tempio di Seti I ad Abydos stessa, dove ce ne erano sette, tra i quali Osiride.
Anubis in questo caso sarebbe stato il dio principale del tempio (almeno in origine quando si confondeva con Osiride).
In effetti quando il corteo arriva all'ultimo luogo dinanzi alla dea dell'Amentet, l'iscrizione dice che il capo delle cerimonio, il Kher-heb, ha raggiunto questo tempio di Anubis difronte a l'userkh-t o la grande sala [ger] e che si scrive : << in pace, in pace, al seguito del grande dio, verso il luogo dove c'è il dio eccelso.>>
Il testo aggiunge che si portano offerte di tutti io generi e che si arriva a [ger], verso il luogo dove è il dio grande. Su, questa è Siut, la città di Anubis.
La visita comincia dal lato destro che è quello di Osiride.
Il corteo lascia il gineceo del defunto e si avvicina ad un bacino dove fà delle offerte e dei sacrifici presso due colonne che servivano per l'attracco delle barche.
In queste due colonne personificate si riconosce la dea colonna d'Abydos, spesso menzionata alle piramidi:<< [ger] la dea colonna guida a te come quando ella si è innalzata per An-urdj-en-et, abitante di Abydos, e [ger].
Quando il Tekennu appare, sa pancia sotto, coricato su di un letto accompagnato da tre fiaccole (ce ne sono quattro nella tomba di Sennefer), accade che si fa giungere (l'uomo da sacrificare) da Tekennu ai paesi della pelle, disteso sotto di essa al lago di Keper.>>
La città della pelle, in analogia ad altri testi, è in parallelo con Tanen, come Abydos lo è di solito con nTattu e Tanen, questa è Tanen.
Inoltre, uno dei nomi di Abydos è Nu-Keper.
Dpo i riti del Tekennu, i rematori lasciano la barca dei sacerdoti e vanno a presentare i loro remi ad Osiride. Si vira davanti la scalinata del Tempio approdando alla grande regione di nome Thinite [ger].
Davanti ad Anubis si dice che ci si dirige verso il Tempio, [ger], o la scala di Keb,[ger] e si fà, recando la cassa funebre, una processione nel Tempio [ger].
Si tratta dunque di un edificio religioso e non di una tomba.
ora, all'ingresso del cuore del Tempio o della parte di Tempio consacrata ad Anubis, ci sono tre laghi di cui l'ultimo è "il lago di Sokar", dio analogo ad Osiride, e gli altri due portano dei nomi caratteristici, "il lago di Keper" ed "il lago di Hek-t": Abydos era, come la si è vista, la città di Keper e la sua dea rana, Hek-t, Hekit,[ger], era adorata qui.
Infine dal lato dell'Amentet, dove termina la cerimonia, con un simulacro di trasporto all'ipogeo, degli strani indici mostrano che, se si era teoricamente al Sud dell'Egitto con l'Osiride di Abydos ed al centro con l'Anubis di Siut, si è al nord con la dea Amentet.
Si è al nord perchèil lato ove la dea è a sinistra di Anubis, e pure la sinistra del Tempio è chiamata Nord, come la destra è chiamata Sud, così come l'ha mostrato Piche.
Questo è un insegnamento generale. Altri indici relativi all'orientamento, il primo è che all'inizio di questa ultima visita, due preti, quello del Ka [ger] e quello della sepoltura [ger], fanno girare con una corda la cassa funeraria dicendo l'uno che ha girato verso Sud, l'altro che l'ha girata verso Nord.
L'uomo del Nord è il seppellitore, che parla per ultimo e che cammina nel senso della processione, mentre il prete del Ka, l'uomo del Sud, cammina in senso contrario come per allontanarsi.
Il secondo indice, senza parlare delle offerte alla dea di due statue coronate del diadema settentrionale,[ger], è che il corteo è detto arrivato alla porta di Pa [ger] e verso le genti di Pa [ger] che sembrano rappresentate come dei danzatori.
Cse simili nella tomba di Neb-Amen, che data all'inizio della XVIII dinastia e che è contigua a quella di Menthuherkepeshef.
Là, tutta la cerimonia, dopo la raffigurazione delle barche, [ger], è riassunta nella visita alla dea dell'Amentet (come nella tomba di Am-nt'eh).
Alla testa del corteo sono i due danzatori che sivedono in Rekhmira al di sotto del testo che annuncia l'arrivo alle porte di Pa, poi viene il Tekennu su di una slitta, il tutto accompagnato dalla iscrizione seguente :< Pa e Tep erano a Buto i santuari della dea Uadjit, che rappresentava il Nord e la sinistra dei Templi, come Nekheb, la dea di Eiletia, rappresentaud e la destra.
Si capisce, di conseguenza, perchè si tratta di Pa e Teb, cioè di Buto, Pa -Uadjit, al nord del tempio di Abydos; si capisce ulteriormente perchè il santuario del nome di Amentet è menzionato quando si tratta della dea di Amentet. (la scena della tomba di Neb-Amen si trova ad El-Kab nella tomba di Rami, Maspero,con la leggenda [ger] "trascinare il Tekennu verso questa necropoli").
NNella tomba di Mentuherkepeshef, la menzione di Abydos figura in una frase molto frammentaria, che apparve a Maspero come una variante di quella di Rekmira nella città della pelle. La stessa allusione si reincontra nella rubrica : <<[ger]venire a vedere il rito compiuto al paese della pelle>>.
Questo significato della parola Kenem-t è stato segnalato da M:Crum.

Altre tombe rappresentano più il locale tipico di Abydos che la cerimonia stessa con i suoi attori, per esempio la tomba di Anna, della XVIII dinastia, porta un pò confusamente, su una delle due pareti, al primo registro, l'alaggio della mummia verso l'ipogeo per mezzo di vacche rosse, al secondo registro, la partenza per Abydos,[ger], al terzo la sala dei saltimbanchi, i due obelischi, i naos, gli alberi,e il lago circondato da palme che precedono il santuario di Osiride cone Rekhmera; lo stesso registro ha anche il rettangolo quadrettato, la porta guardiana, i tre laghi e le divinità dentro dei naos che figurano vicino ad Anubis; l'ultimo registro è occupato da un trasporto di casse funebri che sembrerebbero simili a quelle che si presentano alla dea dell'Amentet, in Rekhmira. Un piano analogo ma meno dettagliato è stato copiato da Lepsius in un ipogeo a El-Kab : si vede la sala dei saltimbanchi, i due obelischi, gli alberi, il lago con i palmizi e Anubis nel suo naos precedente Osiride.

Tutte queste osservazioni che si completano e si fortificano l'una con lì'altra, dimostrano in definitiva che la cerimonia che descrivono si praticava o era noto che si praticasse in una unica località religiosa , Abydos, e non altrove.
E' dunque proprio là che aveva luogo il sacrificio del Tekennu.-

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04/04/2010 17:54
 
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Per Acus,:
Ho fatto una traduzione pedestre e ci sono anche errori di typing..........ti prego qualora tu volessi intervenire nel corredarla di geroglifici, anche di correggere tutto quello che ritieni opportuno ! Grazie !
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- ShemsetRa -
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04/04/2010 22:56
 
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Complimenti Roberta, ottimo lavoro!
Quanto a Vandenberg, io lo lascerei perdere, purtroppo a volte ha preso abbagli talmente evidenti da compromettere qualunque sua citazione.
In proposito si veda l'immagine di questo topic con l'albero genealogico della XVIII Dinastia:
La maledizione dei faraoni, P. Vandenberg
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- ShemsetRa -
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04/04/2010 23:41
 
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Re:
RAMSY, 03/04/2010 0.10:


il processo alchemico di solve et coagula, cioè di raccolta della luce nell’uomo e della conseguente restaurazione dell’ “Uomo di Luce”. Il rito egizio consisteva nel “passaggio attraverso la pelle” di un animale sgozzato, simbolo della rinascita a nuova vita (fine della nigredo e taglio della testa dell’Ego).


Solve et coagula? Nigredo, alchimia? Rabbrividisco...
Lo studio apparso su Sphinx è molto più tecnico, se non tanto più chiaro.

Quando ci apprestiamo a studiare a fondo qualunque particolare della cultura egizia e del sapere da essa generato, spesso siamo tentati di partire da significato della parola, andando alla ricerca di etimi ormai impossibili.
Come abbiamo visto tante volte però (ricordo di aver affrontato qui il problema di ankh e di Aset, come esempi), il significato del geroglifico è fuorviante, o solo speculativo, e spesso non può essere preso seriamente in considerazione, perché la lingua rimane un segno evanescente, della durata del suono, quindi ben più antico e perfettamente indipendente dalla sua versione scritta.
Quest'ultima si avvale di somiglianze molto sovente solo fonetiche.

Infatti anche l'autore dell'articolo spende ben poche parole seguendo la pista dell'etimo geroglifico, mentre depone maggiore fiducia negli indizi etnici.
Dunque l'uso del tekenu sembra provenire da antiche usanze analoghe, forse di matrice libica o comunque settentrionale, giunte attraverso una delle numerose componenti etniche dell'Egitto unito.
Sembra abbastanza convincente...

[Modificato da pizia. 04/04/2010 23:42]
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MerytAton Sitenjterw -
05/04/2010 08:32
 
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Re:
RAMSY, 03/04/2010 0.10:

Poi ho trovato questo:
........................... Ecco come recita il Libro dei Morti egizio: “Ecco, il tekenu sdraiato sotto di essa [la pelle] nella terra di trasformazione”. Nel Sarcofago del Cairo, catalogato con il numero 28033, è riportato che l’iniziato recitasse tali parole: “Io sono coricato nella pelle kenmet”. Il rito del passaggio attraverso la pelle fu poi modificato nella XIX dinastia, ma la pelle animale continuò a rappresentare il raggiunto dominio sulla propria natura terrena e la raggiunta “divinizzazione” del corpo-

mikeplato.blogspot.com/



Sorge, a questo punto un'altra curiosità :
Perchè ha destato tanto scandalo e tanto mistero la strana sepoltura di Unknown man E ? Era poi così "disdicevole" e prova di condanna la copertura del suo corpo con pelle animale ? Questo era pure biondo e probabilmente morì durante la XIX dinastia quando, secondo l'articolo proposto, la pelle animale [SM=x822728] rappresentava ancora il mezzo per il raggiungimento della divinizzazione.

Non capisco ! [SM=x822741]


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