Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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La Mummificazione... questa sconosciuta!

Ultimo Aggiornamento: 02/11/2015 13:18
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EgiTToPhiLo/a
Artista del Re
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per onestà
31/10/2007 14:57
 
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Nel forum di altro sito a carattere egittologico mi sono imbattuto in una interessante discussione sulla mummificazione e i riti connessi a questa, in particolare si discuteva delle tempistiche di questa operazione e dei tempi necessari al suo completamento, dal decesso all'inumazione (si parlava anche di sette otto mesi) [SM=x822747]

La discussione è, però, scivolata su particolari di riti di singoli sovrani o regine e, nel merito, è finita nel nulla.

La cosa che mi ha colpito, fino a farmi intervenire con un post, era il tempo che intercorreva dal decesso all'inumazione del sovrano, troppo pochi i 70 giorni indicati da Erodoto per completare le opere che, necessariamente, servivano ai riti funebri ovvero la tomba, il tempio di milioni di anni, il corredo funebre e quant'altro previsto nel protocollo.

Nel mio intervento ho sostenuto che i 70 giorni potevano essere un numero fittizio atto a indicare il "TEMPO NECESSARIO" al completamento di queste opere e non un tempo ben definito entro cui completarle.

In effetti ritengo che si possa, ragionevolmente, ritenere che, nel caso i 70 giorni non fossero un periodo fisso, possano riferirsi alla pratica della mummificazione vera e propria al termine della quale, sempre secondo il mio pensiero, la mummia, chiusa nel sarcofago (forse solo il primo) veniva posta in un luogo sacro, ad esempio il sacrario di un tempio, luogo cui poteva accedere, oltre il faraone, solamente il gran sacerdote del dio; da notare che il re defunto era assimilato a un dio.

Terminati i lavori, ovvero reso agibile l'ipogeo e "operativo" il tempio memoriale, completato il corredo e quant'altro previsto, si dava inizio ai riti funebri nel corso dei quali, suppongo all'inizio, il sarcofago veniva aperto per un ultimo saluto, in quel momento, come successe con re Tut, poteva essere posta anche una corona di fiori sul suo corpo.

Questa progressione delle operazioni giustificherebbe un periodo molto più lungo di 70 giorni dal decesso all'inumazione anche se ritengo che sette o otto mesi siano eccessivi; con questo lasso di tempo a disposizione, infatti, molte tombe sarebbero stare completate o rese "idonee" per il riposo delle sacre spoglie. [SM=x822744]

Ripropongo a voi questa discussione per confrontare la mia idea e per conoscere la vostra oltre che per sviscerare altre domande che potrebbero nascere nello sviluppo delle idee.

Ciao, BATA [SM=x822715]

P:S:. Per favore non facciamo l'errore di parlare di un singolo sovrano, cerchiamo di trovare le linee guida generali sapendo che poi le stesso potrebbero essere adattate al singolo caso. [SM=g1361792]
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- HdjetmeMaat
MerytAton Sitenjterw -
31/10/2007 15:59
 
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Non so più dove l'ho letto o sentito e pertanto ignoro se la cosa sia credibile o abbia un fondamento ......i settanta giorni forse giustificano un cliclo di tre lune ?
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- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
31/10/2007 18:50
 
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Non credo, perchè tre lune sarebbero stati 84 giorni (28 x 3).
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- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
31/10/2007 19:18
 
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"Quando muore un congiunto, che goda anche di una certa considerazione, tutte le donne della casa sogliono imbrattarsi di fango la testa o perfino il volto, e, lasciato in casa il morto, aggirandosi per la città si percuotono, in vesti succinte e scoprendosi il seno, e con esse tutte le parenti. Dall'altra parte si percuotono gli uomini, anch'essi in vesti succinte. Dopo aver compiuto questi riti, allora portano la salma all'imbalsamazione.
Ci sono alcuni che sono addetti proprio a questo e fanno questo mestiere. Costoro, quando viene portato loro un cadavere, mostrano a quelli che l'hanno portato dei modelli in legno dei cadaveri, dipinti, e spiegano che la più accurata forma di imbalsamazione è quella di colui del quale non ritengo lecito fare il nome parlando di tale argomento, mostrano poi la seconda, inferiore a quella e meno costosa, e poi la terza, ancor più a buon mercato: e dopo aver dato queste spiegazioni chiedono loro secondo quale tipo vogliono sia loro preparato il cadavere.
Quelli, accordatisi sul prezzo, se ne vanno, ed essi, rimanendo nei loro laboratori, così imbalsamano nel modo più accurato: prima di tutto con un ferro ricurvo attraverso le narici estraggono il cervello, alcune parti estraendole così, altre versando dentro droghe. Quindi con una pietra etiopica aguzza, dopo aver praticato un taglio lungo il fianco, estraggono tutti gli intestini e, dopo averli purificati e lavati con vino di palma, li lavano di nuovo con aroma testati. Poi, riempita la cavità del ventre di mirra pura tritata e di cannella e degli altri aromi, tranne incenso, lo ricuciono. Fatto questo, lo mettono sotto sale coprendolo con nitro, per settanta giorni; per un numero maggiore di giorni non si può tenerlo sotto sale.
Quando sono trascorsi i 70 giorni, lavato il cadavere ne avvolgono tutto il capo con strisce tagliate di un lenzuolo di bisso, spalmandole al di sotto di gomma, che gli egiziani usano generalmente in luogo della colla. Quindi i parenti, dopo averlo ricevuto, fanno fare una bara di legno dalla sagoma umana, e fattala fare vi rinchiudono il cadavere e dopo la depongono in una camera sepolcrale ponendola diritta contro una parete".

Ed ancora.
"Le mogli dei personaggi ragguardevoli, quando muoiono, non le danno subito ad imbalsamare, e neppure tutte le donne che sono di assai bell'aspetto e di maggior conto; ma quando sono cadaveri di 3 0 4 giorni, solo allora le consegnano agli imbalsamatori. Agiscono così perchè gli imbalsamatori non si uniscano carnalmente a queste donne. Dicono, infatti, che uno fu sorpreso ad unirsi al cadavere ancor fresco di una donna, e che li denunciò un suo collega".

Questo, testualmente, è quanto scrive Erodoto nel volume Primo delle "Storie".
E' pertanto ipotizzabile che il tempo trascorso dalla morte alla chisuura della bara nella tomba sia ben maggiore di 70 giorni, essendo questi solo quelli in cui il cadavere riposa sotto il nitro.
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- HdjetmeMaat
MerytAton Sitenjterw -
31/10/2007 22:01
 
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Sembra che il periodo di 70 giorni non fosse richiesto da una ritualità precisa,non ho trovato niente che lo stabilisca con rigore, parrebbe il tempo minimo dal decesso alla inumazione, mentre il massimo sarebbe 270 gg. di cui 15 assolutamente dedicati al posizionamento delle bende.
Erodoto non parla di questi 15 giorni del bendaggio ma probabilmente la notizia fu data da Diodoro. Non ho modo di verificare questa informazione .
Circa il metodo della imbalsamazione riservato a coloro che non potevano permettersi un rito esagerato......niente estrazione di visceri e conseguente conservazione degli stessi nei vasi canopi,piuttosto "enteroclisma" di liquido grasso o a volte cereali che innescando un processo di fermentazione provocava,una volta eliminato il tampone, una fuoriuscita dei materiali spinti dai gas e quindi lo svuotamento. Poi si procede ai lavaggi e quantaltro ! Orribile tecnica e dissacrante momento per il defunto...non vi pare ? In questo caso sono sufficienti i 70 giorni.
[Modificato da roberta.maat 31/10/2007 22:20]
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- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
01/11/2007 11:22
 
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Ecco come spiega Erodoto le altre imbalsamazioni.

"Per quelli che vogliono l'imbalsamazione media, evitando una eccessiva spesa, li preparano nel seguente modo: riempiti clisteri con olio estratto dal cedro ne riempiono il venrte del cadavere senza tagliarlo e senza estrarre gli intestini, ma introducendo l'olio dal deretano e, impedendo al clistere di tornare indietro, lo tengono sotto sale per i giorni stabiliti, e all'ultimo giorno estraggono dal ventre l'olio di cedro che prima vi avevano introdotto. Questo ha tale forza da tirar fuori insieme a sè gli intestini e i visceri disciolti. Le carni, invece, le consuma il nitro, e alla fine del morto resta solo la pelle e le ossa. Dopo aver fatto questo, restituiscono così il morto, senza più affaticarsi.

Il terzo genere di imbalsamazione che prepara i più poveri è il seguente: dopo aver lavato il ventre con un purgante tengono il cadavere sotto sale per i 70 giorni e poi lo restituiscono da portar via."

Dobbiamo ai nostri avi egizi l'invenzione del clistere...
Certo che il mestiere di imbalsamatore non era fra i più ricercati...
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- ShemsetRa -
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02/11/2007 01:50
 
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I 70 giorni non corrispondo al tempo in cui Sopdet-Sirio non si vede nel cielo perché sorge dopo il sole?
Anche io naturalmente non ricordo dove ho letto questa cosa, ma l'evento veniva messo in relazione con la permanenza nel mondo "diurno " della maga Sirio-Iside, tempo necessario per la ricostruzione = mummificazione del corpo dell'Osiride.
Leggendo il testo però, anche io ho avuto l'impressione che il rito nella totalità avesse durata molto maggiore e direi anche variabile e che i 70 giorni fossero solo il tempo necessario, calcolato empiricamente, per la permanenza del cadvere sotto natron.
Però il 70 a volte ha una valenza simbolica, come osservavamo a proposito dei numeri, può essere usato per dire "tantissimo tempo"; ma in questo caso sarebbe controproducente, non potevano mica tenere lì la mummia per anni e anni, prima o poi era meglio inumarla, e per il sovrano entrante era certamente meglio prima che poi, così poteva cominciare a regnare davvero da solo...
Ancora una osservazione: ciò che riferisce Erodoto vale per il suo periodo, per qualche tempo addietro, ma non per tutta la storia egizia, che è troppo lunga per non aver prodotto modifiche anche su questi riti.
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EgiTToPhiLo/a
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02/11/2007 09:08
 
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Da queste prime risposte mi sembra che concordiamo sul fatto che il periodo di 70 giorni non si riferisse all'intera procedura funebre bensì al solo periodo necessario alla mummificazione.

Ho riletto quanto riportato da Erodoto ne "Le Storie" e, in particolar, mi ha colpito il fatto che, in tutte e tre le tipologie che venivano proposte per l'imbalsamazione, tutte prevedessero lo stesso tempo, ritengo, conseguentemente, che questo periodo temporale possa essere comprensivo di rituali magici legati a fattori non gestibili umanamente (ad esempio il sorgere o il tramontare degli astri)oltre alla necessità di lasciar agire il natron.

La domanda iniziale era però rivolta, più che ai tempi di mummificazione, a quanto fosse necessario al completamento delle opere per così dire "accessorie", ovvero se le costruzioni in corso, quali ad es. la tomba, il tempio memoriale, il corredo, ecc. subissero uno stop relativamente al loro sviluppo ma venissero completate per quanto già eseguito oppure venissero modificate in funzione del decesso e, in ambedue i casi, quale sarebbe stato il tempo "ragionevole" d'attesa prima delle esequie.

Rimango dell'oppinione che sette o otto mesi dal decesso all'inumazione siano eccessivi.

Ciao, BATA [SM=x822715]

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- ShemsetRa -
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05/11/2007 00:49
 
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Penso che tu abbia ragione, sette/otto mesi dal decesso forse è un tempo eccessivo.
In particolar modo deve essere sembrato eccessivo al faraone subentrante!
Però non credo che esistesse una regola fissa, diciamo tabellabile, del tipo:

notizia alle autorità e al popolo....... giorni 3
trasferimento della salma al luogo della mummificazione....... durata giorni 1
esecuzione delle fasi preliminari di svuotamento....... giorni 3
permanenza del corpo sotto natron...... giorni 70
ecc.

Secondo me i riti si sono aggiunti e tolti durante i millenni e si sono modificati continuamente durante il corso della storia.
Anche perché, alla faccia di chi vede nella civiltà egizia l'essenza stessa dell'immutabilità, io vedo invece continua evoluzione.
Ciò che ha scritto Erodoto è il punto di arrivo di una liturgia e di una tecnica che ha cavalcato i secoli.
Possiamo osservare che alcune mummie rinvenute presentano proprio i segni della procedura raccontata, molto probabilmente sono stati rispettati modi e tempi codificati.

E poi Erodoto ha copiato un documento esistente oppure si deve a lui l'aver messo per iscritto, come in un manuale, un sapere che fino ad allora era tramandato solo oralmente?
Può darsi che che prima dell'arrivo dei greci non si sentisse così urgentemente la necessità di mettere certe cose per iscritto, ma può anche essere che i nostri non attesero l'arrivo del conquistatore per registrare anche questo.

Ma anche se uno scritto avesse imposto un certo tempo, un imbalsamatore alle prese con la salma sotto natron, l'avrebbe tirata fuori trascorso quel tempo defitio se essa si fosse rivelata non ancora sufficientemente essicata ad esempio a causa di un andamento stagionale particolarmente umido?

Potrebbe essere la ligia osservanza ai dettami la causa del degrado di alcune mummie meno bene conservate rispetto ad altre?
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05/11/2007 09:27
 
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Concordo con te che una procedura codificata è impensabile e penso anche che alcune mummie si siano conservate meno bene delle altre a causa della rigida osservanza delle regole di mummificazione.

Quello a cui vorrei giungere è riuscire a giungere a un'idea generale di "Tempo Medio" della durata delle operazioni che precedevano e seguivano l'imbalsamazione.

Ciao, BATA.
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