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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Torino: Maometto.

Ultimo Aggiornamento: 11/05/2007 14:15
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EgiTToPhiLo/a
19/04/2007 13:57
 
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Esiste una località, nei pressi di Torino, si chiama Maometto.

"È un borgo dalle origini antichissime. Recenti ricerche archeologiche hanno rinvenuto reperti fittili risalenti al Neolitico, al Calcolitico e all’Età del Bronzo, insieme a numerose incisioni rupestri coppelliformi. Nascosto nella selva di Borgone Susa è stato rinvenuto il “Maometto”, una stele funeraria raffigurante uno strano dio pagano con un mantello sulle spalle e con le braccia levate al cielo. I valligiani lo hanno sempre chiamato Maometto ravvisandovi il profeta, ma l’ipotesi più attendibile è quella che vede in questa scultura Giove Dolicheno, dio venerato dai militi romani, nel I e II secolo d.C. proprio attorno all’attuale Borgone, dove sorgeva il confine tra l’Impero romano e il Regno di Re Cozio, sulla via che portava alle Gallie."

Ho citato pari pari la descrizione turistica che viene data del luogo.
Questo per introdurre un dicorso e proporvi una mia convinzione.
Il luogo è in modo impressionante simile all'ingresso di una mastaba.
La collinetta che sovrasta la piazzola delimitata da un muretto di ciottoli è una disposizione cultuale tipica degli antichi egizi.
Il tempo, età del bronzo, è l'epoca in cui la civiltà egizia raggiunge il massimo splendore.
Il luogo è tutt'ora sotto la responsabilità della soprintendenza.
Nessuna testimonianza fisica, a parte le congetture, è stata trovata a proposito di Eridano.

Il mio suggerimento è che lì, sotto quel tumulo di terra, esistono delle risposte.

Non sto invitando nessuno a fare scavi, è proibitissimo, ma vorrei con voi, approfondire questo tema a livello di ricerca e discussione. [SM=x822732] [SM=x822732] [SM=x822732] [SM=x822754]
Reneka

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Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
19/04/2007 17:13
 
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Cara Reneka, intanto ti abbraccio e ti porgo il mio bentornata su EgiTToPhiLìa (è bello riaverti qui [SM=x822712] ), poi, per quel che concerne l'ipotesi che proponi, mi piacerebbe approfondire a riguardo, chiedendoti quali, oltre quelli indicati, possono essere i segni dell'effettiva esistenza di Eridano. Non limitatamente a questa stele, chiedo se ci sono altri "segni" riconducibili a Lui.
La sua figura è sempre stata "catalogata" come leggenda, eppure, è noto che dietro ogni leggenda si nasconde una verità alterata dalla tradizione orale e dal passare del tempo. Cosa sappiamo oggi di Eridano e quante sono le possibilità che il principe Egizio sia davvero giunto fino a qui?
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Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
21/04/2007 12:05
 
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nell'attesa di sentire ancora la nostra Reneka a riguardo, ho approfondito in rete a riguardo del Maometto, ed ecco cosa ho trovato:




"Nei boschi della Bassa Valle Susa, la presenza dell’uomo è attestata dai numerosi ritrovamenti di cocci e ceramiche ma soprattutto dai numerosi massi coppellati sparsi un po’ ovunque.

In Borgone Susa raggiungibile a piedi dopo aver percorso circa 400 metri si può raggiungere il Maometto, uno strano dio pagano nascosto nella selva; l’incisione è piuttosto deteriorata a causa degli agenti atmosferici ma mostra chiaramente un piccolo tempio all’interno del quale si trova un personaggio con un mantello sulle spalle e con le braccia levate al cielo; i valligiani lo hanno sempre chiamato Maometto ravvisandovi il profeta; per alcuni pare invece, si tratti di Annibale che durante una sosta arringava le sue truppe, torreggiando sull’alto masso.

L’opinione più attendibile è quella che vede in questa scultura Giove Dolicheno: ma andiamo con ordine e ritorniamo a Maometto e ai Saraceni che dal loro covo provenzale di Frassineto si spostavano e si muovevano liberamente per tutto il Piemonte, uccidendo e depredando: una cosa però, non potevano fare, non potevano riprodurre immagini di divinità e quindi cade la prima ipotesi.
In quanto ad Annibale ancora non sappiamo dove abbia valicato le Alpi con i suoi elefanti ma non possiamo escludere che si sia fermato in Valle con le sue truppe e che il personaggio raffigurato sia proprio lui.
L’ipotesi più valida rimane comunque quella legata a Giove Dolicheno, un dio venerato dai militi romani, nel I° e II° secolo d.C.; proprio attorno all’attuale Borgone, sorgeva il confine tra l’Impero romano e il Regno di Re Cozio, sulla via che portava alle Gallie;grossi contingenti di soldati mercenari che provenivano dalla città di Doliche in Siria, adoravano per l’appunto Dolicheno, divinità ittita, il cui culto si fuse con quello del romano Giove.

Questo dio era rappresentato barbuto e con un fulmine in una mano e un’ascia nell’altra, in piedi su un toro; dobbiamo proprio convenire che il bassorilievo ce lo mostra così. Un altro reperto molto interessante che si trova nello stesso bosco, consiste in due macine di pietra che emergono a sbalzo dalla roccia, lasciate incompiute; il tipo di pietra è troppo friabile perché possa venire utilizzato in un frantoio...il masso è circondato da numerosi muretti di pietra sistemati senza alcun significato logico, come se si trattasse di un labirinto. Non sono certo le “lame” che i contadini pongono nel terreno per delineare una proprietà ma qualcosa che possiamo ascrivere ad un antico culto preistorico, infatti molto più in alto su alcune balze rocciose, sono state rinvenute tracce di insediamenti preistorici e numerosi cocci di ceramica alquanto rozza. Molti altri reperti si trovano in questa interessantissima zona, ma sono abbandonati all’incuria. In questo momento si sta preparando un progetto per la salvaguardia di questi siti e per la formazione di nuovi sentieri culturali alla ricerca della nostra storia più remota.

Il sito archeologico è stato oggetto di recupero ambientale, i lavori sono ultimati nel mese di Ottobre 2003.
Ora è possibile ammirare una bellissima strada con lastre in pietra con ciottoli che permette di raggiungere meglio il sito .
Sono state posizionate due panchine con tavoli per la realizzazione di un’area a pic-nic con relativa fontana per l’acqua potabile.
Il sito si raggiunge: Autostrada A32 Torino Bardonecchia uscita Borgone , seguire le indicazioni
L’area è vistabile nelle ore diurne ingresso gratuito
".


[dal sito del Comune di Borgone]
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EgiTToPhiLo/a
Scriba Reale
21/04/2007 17:25
 
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Forse Reneka non è del tutto fuori pista, ma se così fosse, altri ritrovamenti fatti nell'arco alpino ( compresa la Valle d'Aosta che ne è ricchissima) dovrebbero essere riesaminati alla luce di questa possibile interpretazione. Non solo, gli scavi effettuati nell'area di Bondicomago, come nei dintorni di Vercelli, potrebbero rivelare altre curiosità....
Recentemente, a Dicembre mi pare, è stata trovata una sepoltura in Aosta. Gli scavi sono ancora in corso e non ho trovato novità in merito, ma da una prima descrizione si ha un corpo ( pare di donna) sepolto in posizione fetale con alcune suppellettili sistemate vicine al cadavere. Non era usanza delle popolazioni celtiche locali, nè di quelle romane, una simile sepoltura.
Francamente non mi fido della descrizione fatta sui giornali locali e sono in attesa da mesi di poter leggere qualcosa in più riguardo questo ritrovamento.....Curioso, comunque.... [SM=x822709]
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Sacerdotessa
di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
09/05/2007 01:01
 
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questo pomeriggio tardi, verso il calar del sole, Reneka mi ha portato a visitare il Maometto.
Lo si raggiunge dopo un breve percorso a piedi, subito dopo Borgone, un sentiero in salita che si inoltra su per la montagna.
Lungo il percorso sono evidenti le tracce che richiamano a un passato lontano. Cinte murarie che sorgono per un'altezza di circa 40 cm dal terreno, circondano il complesso roccioso che fa da spalla alla pietra sulla quale si trova l'incisione.
Un piccolo recinto di legno, di recente costruzione, limita i desideri dei curiosi invadenti. Alle nostre spalle si ergeva la costa della montagna, al centro una piccola radura e lì, a poco più di un paio di metri, si trova il masso che custodisce il Maometto.
L'immagine che ha vinto la battaglia col tempo, risulta molto erosa, ma ancora sufficientemente visibile da potervi distinguere il toro, sul cui dorso si erge in piedi una figura maschile. Colui che viene identificato con Giove Dolicheno, divinità venerata dai soldati romani dell'epoca.
A mio parere si tratta di un uomo. Un uomo che rivestì una grande importanza che, per qualche ragione,l venne lì ricordato con quella stele. Un Re forse? Egli, infatti indossa un lungo mantello e porta le braccia al cielo, in posa di venerazione, direi.
Tra le mani non vi c'è più traccia dei serpenti che si suppone stringesse. Quanto meno non sono visibili da quella distanza.
L'iscrizione risulta sovrapposta. Ossia, ciò che vediamo oggi: la figura umana circondata dall'immagine tipica del tempio romano, è l'evidente frutto di iscrizioni apposte in tempi diversi. Prova ne è l'azione dell'erosione, più profonda sulla figura umana, rispetto all'immagine del tempio, di evidente fattura postuma.
Ritengo quindi che i Romani possano essersi "appropriati" successivamente del rilievo che rappresenta l'individuo, già esistente in tempi precedenti alle loro soste in quelle zone.

I segni di cui accennavo all'inizio del topic si rilevano tutt'intorno. Di fronte a sinistra, vi è un altra parete rocciosa, sulla quale si rilevano dei fori perfettamente levigati e di misure irregolari. A colpo d'occhio si direbbero delle nicchie approntate per accogliere delle lampade votive, ma sono poste in basso rispetto al suolo. La caratteristica che salta subito all'occhio è che tale roccia è prevalentemente di colore rossastro, ricordando in questo il granito rosa.
Scendendo verso valle, sulla destra, poco scostato dal sentiero principale in terra battuta, si snoda un breve sentiero secondario, lungo pochi metri, sopraelevato rispetto al terreno circostante e cintato da piccole rocce. Un percorso "costruito" in tempi lontani che conduce in prossimità di un masso, lungo circa 5/6 metri, largo circa 4, anchesso dello stesso colorito del precedente, forse fin più scuro, ma sempre rossastro. Su questo masso, un monolite, sono state lavorate due forme circolari, aventi diametro di circa 2 metri. Qualcuno sostiene che siano due macine, ma nè fori, nè l'erosione tipica dell'uso è presente. Sembrerebbero più che altro bozze di basamenti per gigantesche colonne, orientate in modo strano, almeno così pare (presentano infatti pendenze opposte). O forse addirittura una volta le colonne si erigevano su quel masso che potrebbe essere stato la pavimentazione di una costruzione più complessa (ma questo è solo un parere personale).

Nel luogo si respira una calma quasi sovrannaturale. Questa sera c'era solo il vento a far sentire la sua voce, ma anch'esso pareva quieto, mentre faceva ondeggiare gli alberi che fanno da tetto lungo il cammino. Tutt'intorno solo siepi e vegetazione che lascia credere che altro possa celarsi sotto il fogliame e gli arbusti che fungono quasi da naturale protezione.

Affascinante, tutt'altro che inquietante... lascia dentro chi vi si reca un grande desiderio di sapere cosa quel posto ha significato per gli antichi costruttori. E cosa ancora nasconde...

Anzi, vi dirò... ho in casa un libro dedicato alla storia di Torino. Credo proprio che ora mi ci butterò a capofitto a caccia di spunti... [SM=x822712]
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Sacerdotessa
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Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
09/05/2007 01:50
 
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dalla rete:
Ma da dove nasce la fama di città magica da cui Torino è intrisa?
Sembra che tale fama risalga addirittura al mito di Fetonte, figlio del Sole, che s'impadronì di nascosto del carro del padre per fare una corsa in cielo. Ma salì troppo in alto e ne perse il controllo fino a precipitare dal cielo e schiantarsi al suolo nella Valle di Susa dove, qualche millennio più tardi, sarebbe sorta la città di Torino.
Secondo il mito, sarebbe stato un altro Fetonte, un principe egizio: Fetonte Eridano (Pheriton Siue Pheaton) il fondatore di Torino. Dopo aver conquistato la Liguria (che prese il nome dal figlio Ligurio), costruì la città sotto gli auspici del bue Api, adorato in Egitto, diventato nume tutelare della città sotto sembianze di un toro.



e ancora:

Si attribuisce a Torino un’ascendenza egizia rafforzata al ritrovamento nel corso dei lavori di sterro per la costruzione della cittadella fortificata di una lapide con iscrizione dedicata alla Dea Egizia Iside in cui si ricordano i miti di Fetonte e del Principe egizio Eridano (considerato questo un semidio fratello d’Osiride).
Questo principe egizio dopo aver lasciato la terra di origine per motivi di intolleranza religiosa con la casta sacerdotale sarebbe sbarcato con i suoi seguaci in una zona a nord conquistandola e dando a questa il nome di Liguria da quello di suo figlio Ligurio.
Successivamente proseguiva verso l'interno e varcati gli Appennini trovava un'ampia pianura (presumibilmente su un insediamento celtico esistente) in prossimità del fiume Po che gli ricordava il Nilo e fondava Torino.
Era il secolo XV a.C. per cui la città sarebbe stata fondata molti secoli prima di Roma. Torino cominciò quindi ad esistere sotto il simbolo del Dio Api e il Toro venerato a Menfi fu anche il primo Toro di Torino.



Vi ricorda qualcosa? [SM=x822714]
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EgiTToPhiLo/a
Scriba Reale
09/05/2007 10:57
 
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Si!...La mia Vola! [SM=x822712]
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S3t n m3't -
09/05/2007 11:21
 
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E per questo ti dico: "VERGOGNA!

Non hai scritto nemmeno una parola su Eridano.... [SM=x822730]







[SM=x822714]
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EgiTToPhiLo/a
Scriba Reale
09/05/2007 11:36
 
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...credevo che la Goliardia fosse un cicinin OT! [SM=x822728]
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EgiTToPhiLo/a
09/05/2007 11:38
 
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grazie
...dell'accurata descrizione, della ricerca e della consequente risposta.

Intanto volevo ricordarvi che la prossima settimana inizierà la settimana della cultura e moltissimi siti del Ministero, solitamente accessibili solo a pagamento, saranno visitabili gratuitamente con la possibilità di usufruire di visite guidate.
www.beniculturali.it/sala/dettaglio-comunicato.asp?nd=ss,cs&Id...

A parte questo inciso, e contravvenendo al divieto di usare il pc, ringrazio nuovamente per l'approfondimento di una questione che mi sta particolarmente a cuore.

Sicuramente le commistioni tra cultura egizia e romana sono infinite, la più evidente è quella dell'assimilazione di molte divinità egizie a quelle romane, di cui sicuramente la più nota è quella di iside serapide.

Giove Dolicheno nasce inizialmente come divinità orientale e subisce questo processo di assimilazione con l'adozione della divinità in qualità di protettore delle milizie romane.

E' evidente, da un primo esame della località Maometto, che non è possibile osservare nulla che riconduca in qualche modo ad un "castra"..accampamento militare romane.

E' infatti assente, nella disposizione dei pochi resti visibili,la disposizione tipica di forma quadrata.

Risulta invece evidente una circoscrizione di area tipica di un luogo adibito al culto.
Meglio ancora, la parte antistante alla lapide del Maometto, ricorda nella disposizione, quegli allestimenti "provvisori e mobili" che erano costruiti innanzi alle tombe per procedere ai riti di sepoltura. Ovviamente gli stessi allestimenti venivano smantellati al termine della sepoltura stessa.

Alcuni di questi resti sono ancora presenti innanzi alle piramidi.

Le "coppelle" a cui Kiya fa riferimento, sono riscontrabili in molti luoghi del Piemonte (es.la Rocca di Cavour), ed ancora oggi
le ipotesi sono molte ma di certezze non ve ne sono circa l'uso o la destinazione di questi manufatti.

Risposte certe, quali quelle che l'archeologia può fornire attraverso il ritrovamento di reperti o documenti, su questo luogo ancora non esistono.
Mi auguro che chi ha competenza e ruolo per poterlo fare, decida di approfondire.
Un abbraccio a tutti.
Reneka [SM=x822719] [SM=x822745]
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