| | | OFFLINE | | Post: 14.452 Post: 3.441 | Registrato il: 26/02/2006 | Colei/Colui che siede alla destra della Sacerdotessa | Scriba Reale | - Waenra, MerytWaenRa, Semenet - | |
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20/06/2006 11:43 | |
Sulla biblioteca di Alessandria io ho questi appunti.
Durante il I secolo d.C. la città fondata da Alessandro era il centro più ricco, urbanizzato, cosmopolita, culturale e civilizzato del mondo greco-romano e crocevia commerciale senza eguali. La popolazione si calcolava attorno ai 500.000 abitanti, superiore a quella di qualsiasi altra metropoli del Mediterraneo. La città era famosa per la sua architettura e fra le attrazioni principali c’era il famoso Faro, una delle sette meraviglie del mondo. Secondo quanto sappiamo la città ospitava più di 8oo taverne, 1500 terme, 2400 templi. E in più teatri, il foro, lo stadio per il gioco, numerosi parchi pubblici e boschetti sacri, un grandissimo mercato.
La principale attrazione però era la sua Biblioteca.
Fondata nel 295 a.C. dal primo dei tolomei, Tolomeo I Sotero, fu chiamata “il Tempio delle Muse (Museidon) e nel suo periodo di massimo splendore arrivò a contenere più di 500.000 tra libri, rotoli, papiri e tavolette…tutto inventariato e catalogato. La Biblioteca non era solo uno sterile contenitore di libri, ma il centro culturale dove furono stabilite le basi dello studio sistematico di materie quali la matematica, letteratura, geografia e medicina.
Capace di ospitare con vitto e alloggio gratuiti i ricercatori, fu frequentata da personaggi come Euclide che vi elaborò i suoi teoremi geometrici; Eratostene che vi calcolò le dimensioni della Terra; Galeno che vi scrisse libri di medicina e terapie ancora in uso nel XVI secolo dell’era cristiana.
Sebbene gran parte del materiale contenuto nella biblioteca fosse scritto in greco esistevano molte opere scritte in copto e geroglifico di fonte egizia, pervenute dall’immensa ricchezza di materiale suddiviso in migliaia di papiri, tavolette, trascrizioni delle pareti dei templi...che raccontavano tremila anni di civiltà appena trascorse...e tutto probabilmente perfettamente conservato.
In questo numero incredibile di opere si dice vi fossero anche i leggendari 42 libri di Toth, il vangelo di Marco e gli originali dei 70 saggi che scrissero il Libro della Sapienza, contenuto nella Bibbia.
La leggenda racconta che S. Marco apostolo ed evangelista raggiunse Alessandria e vi fondò la prima comunità cristiana portando con se in particolare 2 scritti. Uno sarebbe il vangelo indicato dagli gnostici come “vangelo iniziatico”, l’altro uno scritto di S.Pietro che era appena stato martirizzato a Roma e che raccoglieva insegnamenti di Gesù conosciuto come “l’Apocalisse di Pietro”.
Cito questi due scritti perché sembra che siano stati l’origine di una campagna di diffamazione da parte della chiesa verso gli gnostici di quel tempo a partire dal II secolo, per culminare con la chiusura e distruzione dei templi pagani che avvenne intorno al IV secolo, mi pare dal 391 d.C., data in cui Teodosio emanò un decreto a tal proposito.
Il vangelo attribuito a Marco pare fosse destinato a degli iniziati con alcune modifiche rispetto a quello canonico, mentre nell’Apocalisse di Pietro si riporta una frase di Gesù che più o meno dice: “Vi sono al di fuori di noi altre persone che si definiscono vescovi e diaconi, come se avessero ricevuto questa carica da Dio. Queste persone sono canali asciutti. Fanno mercato in mio nome e lodano gli uomini che diffondono la menzogna”.
Una tale eresia era pericolosa in quanto dava un’immagine di Gesù come maestro dei misteri e screditava quelle classi clericali che già allora erano formate ed avevano un certo potere.
Si racconta che nel 415 d.C. la bella Hypatia, la prima donna studiosa di matematica e titolare della scuola neoplatonica di filosofia, figlia dello studioso Teone, fu inseguita e denudata per essere poi scarnificata con l’ausilio di pezzi di conchiglia. Gesto compiuto dai monaci nitriani di Cirillo, figlio di Teofilo patriarca locale.
In questo contesto è inserito il rogo del Museidon, secondo la ricerca di studiosi americani che attribuiscono la responsabilità interamente alla chiesa di Alessandria motivando il gesto con il desiderio di eliminare la storia come era stata fin li scritta e registrata nei volumi della biblioteca riscrivendola come era più congeniale a se stessa, eliminando al contempo libri pericolosi come l’Apocalisse di Pietro e il vangelo apocrifo di Marco; ma anche libri che erano considerati sacrileghi e trattavano di matematica, chimica, astronomia…
Questo è quanto alcuni storici hanno ricostruito. |