La questione proposta da Waenra è interessante e merita approfondimenti.
Più volte, trattando la storia Egizia ci siamo trovati al cospetto di 'miti' coevi (se così mi è concesso chiamarli) elaborati con precise intenzioni il cui primato va senz'altro alla necessità Sovrana di legittimare il proprio trono. Comune denominatore in queste narrazioni è la figura della Divinità incarnatasi in un uomo (generalmente il padre del Re in carica, che fu Re a sua volta) per concepire l'erede del Trono e infondergli così l'essenza divina.
Dal lato femminile, aldilà della Grande Sposa Reale, spesso divinizzata in vita, non mi sono mai imbattuta in nulla che potesse riferirsi a quanto qui sopra proposto da Waenra. Va detto, tuttavia, che la figura delle Sacerdotesse è tuttora piuttosto velata, non essendoci del tutto chiare le prerogative di tale carica. Sappiamo, però, che alle Spose del Dio fosse imposto di mantenere intatta la loro purezza, al punto che, perchè gli fosse consentito di avere una erede a cui lasciare il proprio titolo non avevano altra scelta che non fosse quella di ricorrere all'adozione (per approfondire:
La pratica delle adozioni nell'Antico Egitto).
Mi riprometto di consultare i testi in mio possesso, appena possibile, per cercare approfondimenti.
[Modificato da -Kiya- 22/03/2012 08:54]