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di Kiya: "Così nacque Akhetaton..."

Ultimo Aggiornamento: 12/05/2008 23:42
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Sacerdotessa
di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
11/05/2006 15:18
 
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Quello che segue è un racconto che propone la mia interpretazione di fantasia, riguardante fatti storici realmente accaduti.


"Una notte, illuminata dalla luce della luna che brillava alta e indisturbata al suo posto, Amenhotep,
che ammirava il cielo limpido dalla sua finestra, non potendo dormire per un senso di irrequietezza che s'impossessava di lui,
fu mosso dall'impulso di correre giù, salire sul suo cocchio e avviarsi verso il nulla.

E così fece.

Spronò i suoi cavalli in rotta verso il deserto, con gli occhi pieni di lacrime,
dando per questo, colpa alla brezza della notte, che per quanto leggera, gli opponeva una forza pari alla furia del Khamsin.

Ma non si arrestò.

Qualcosa nel suo cuore gli urlava forte che doveva procedere e quelle lacrime lo esortavano a proseguire.

La sua corsa continuò a lungo, alla ricerca di qualcosa che nemmeno lui sapeva.
Sentiva dentro il solo grande desiderio di incontrare il suo Dio, di avvicinarsi ad esso il più possibile,
quasi desiderasse toccarlo, pur sapendo che ciò era vano.

Il suo Dio possedeva un nome, Aton, e una grande energia che ogni giorno donava ai suoi figli, insieme alla vita.
Ma Egli, al contrario degli dèi che altri osannavano, non aveva corpo, non aveva forma.

Era essenza, essenza pura e Amore.
Il suo Dio lo amava, come il principe amava Lui.

E la sua corsa continuò ancora e ancora...

Fu mentre questi pensieri gli ingombravano la mente, che di colpo un raggio di sole lo colpì in pieno viso.
Non con la forza di uno schiaffo, bensì con una carezza, ancora più dolce di quella ricevuta dal più dolce dei padri.

Così lo vide, squarciare il cielo da dietro le montagne che gli venivano incontro
ed infondere la terra con la sua luce e il suo calore.
Lo osservò dipingere il cielo con le tonalità più calde. Arrossare il deserto.
E man mano che si alzava, far brillare la vegetazione che costeggiava il Nilo e su questi specchiarsi in tutta la sua maestà.

Estasiato e meravigliato al contempo, scese dal cocchio e d'impulso cadde sulle ginocchia,
il viso volto ad Aton, le braccia pure.
I palmi delle mani bramavano il calore del Sole e se ne impregnarono per poi difforderlo all'intero suo corpo.

E così restò, un tempo imprecisato,
ora eterno come il viaggio di Sothis, la stella che preannunciava la piena,
ora breve, come un battito d'ali di farfalla;
con gli occhi chiusi, incurante delle lacrime che di nuovo rigavano il suo volto.

Ed esanime crollò. Il viso in terra e i pugni serrati.

Riprendendo padronanza di sè, assaporò il piacere della sabbia che sfuggiva alle sue dita,
come una donna che gioca a farsi desiderare.

A quel pensiero sorrise e, tirandosi su, notò che Aton era già alto nel cielo.
E sotto di lui, nel punto esatto da cui era sorto, tra le due montagne che limitavano lo sguardo,
intravide l'infinito: il suo Orizzonte....

Così nacque AkhetAton."



[Modificato da -Kiya- 16/05/2006 22.40]

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