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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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La Luna presso gli egizi

Ultimo Aggiornamento: 18/04/2006 19:21
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18/04/2006 19:21
 
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Sembrerebbe che la Luna non compaia nella mitologia egizia, eppure non è così; infatti, sebbene manchi un culto speciale dedicato ad essa, la si trova nei nomi di sovrani, regine e principesse. Contrariamente a quanto avveniva in Grecia, cioè che gli dei si chiamavano con il nome di ciò che rappresentavano, in Egitto non era così. Infatti, il cielo si chiamava in un modo, il dio del cielo, invece, in un altro… così avviene per tutti gli altri elementi: questo fatto ci dice quanto fosse multiforme e ricca la natura delle divinità egiziane.
Dal punto di vista delle conoscenze astronomiche, la luna non compare in nessuno dei circa cento documenti astronomici rinvenuti. Appaiono stelle, costellazioni, pianeti e le divinità connesse, ma non è stata rappresentata né la Luna né il Sole. Un tale comportamento appare inspiegabile; inoltre, non è stata "spiegata" neppure dagli egittologi che si sono interessati in modo organico delle conoscenze astronomiche. Il disco del Sole e della Luna, appaiono nell'iconografia Egizia, in modo particolare quella funeraria. Nella mitologia, il dio Khonsu è associato alla Luna. Le sue caratteristiche di base, sono differenti a seconda dei periodi presi in esame. Nei Testi delle Piramidi viene descritto nel famoso "Inno del Cannibale" come un dio assetato di sangue che aiuta il Re defunto a prendere e uccidere altri dei di cui lui si ciberà per assorbirne i poteri e la forza. Più tardi sarà associato invece alla nascita, ma come facente parte della famosa triade Tebana, quindi molto meglio conosciuto in questa veste. Impersona qui il figlio di Amon e Mut. Assume nel tempo e nei diversi luoghi diversi aspetti: Khonsu il bambino; Khonsu colui che provvede; Khonsu, colui che decide la lunghezza della vita (heseb-ahau) e Khonsu di Tebe, che sembra sia la sua manifestazione più importante... Sebbene facesse stabilmente parte della Triade tebana insieme a Mut e ad Amon, era anche adorato a Kom Ombo come il figlio di Sobek e Hathor e presso il tempio di Edfu come il "figlio della gamba di Osiride", dal mito del quale risultava che la sua gamba fosse qui sepolta.
Come dio della Luna era spesso associato anche a Shu, dio dell'aria, e ad Horus. Così come per Thot, partecipava al calcolo del Tempo e si credeva che influisse sulla gestazione sia degli uomini che degli animali.
Il suo nome deriva quasi certamente dal verbo "khenes", che significa "attraversare", infatti Khonsu è "colui che attraversa (il cielo)". Nell’iconografia, invece, generalmente è rappresentato come antropomorfo, come giovane ragazzo avvolto nelle bende o con un indumento aderente che avvolge anche le braccia. Nella sua rappresentazione classica ha sulla testa un disco lunare su una falce di luna crescente.
Come figlio divino di Amon e Mut, porta la ciocca di capelli intrecciati su un lato, tipico della giovinezza.
In qualità di divinità celeste può essere rappresentato anche con la testa di Falco, ma con il disco lunare che giace sulla falce di luna crescente (i suoi simboli), che lo differenziano da Horus e da Ra.
E' stato anche rappresentato come babbuino con la testa canina, ma non così frequentemente come capita invece a Thot.
La Luna, Iah, aveva delle caratteristiche piuttosto contraddittorie nell'Antico Egitto. Infatti c'erano dèi lunari, come Khonsu e Thot, ma non è mai stato trovato un tempio dedicato questa divinità. Tuttavia, a Tanis, c'è un'iscrizione di Ramesse II dove la Luna compare assieme a divinità di primissimo piano come Ptah, Atum, Khepri, e Ra Harakhty.
Nonostante l'assenza di un culto specifico, la Luna si trova nel nome di un sovrano, Ahmose (il nato dalla Luna) e in quello di numerose regine e principesse.
Il prof. Hornung nel suo “Der Eine und die Vielen. Agyptische Gottervorstellungen” edito anche in italiano dalla Salerno Editrice con il titolo “Gli dei dell’Antico Egitto”, con l’ottima traduzione della dott.sa Donatella Scaiola, afferma che la luna infatti era considerata “il sole che splende di notte” e gli veniva attribuito lo stesso percorso del sole, con i babbuini che l’adoravano e gli sciacalli che la scortavano.
Nello straordinario rincorrersi dei miti egizi le sue associazioni sono molteplici. Ad esempio la falce lunare poteva venire rappresentata simbolicamente dall’arma tagliente che Thot tiene in mano o da una gamba, reliquia di Osiride. Difatti le 14 parti del corpo smembrato di questo dio corrispondono ad altrettanti giorni di luna calante. Alcuni studiosi fanno risalire proprio al movimento crescente e decrescente della luna il mito della disputa tra Seth ed Horus, intesi in questo caso come i rappresentanti del buio (Seth) e della luce (Horus).
Già in epoca predinastica la luna era considerata l’occhio sinistro del dio del cielo e a partire dall’epoca storica dell’Antico Egitto prese la definizione di “occhio di Horus” …che è l’occhio sinistro, mentre l’occhio di Ra quello destro...anche se i miti dell’occhio lunare hanno molti punti in comune con quelli dell’occhio solare.
Khonsu Figlio di Amon e di Mut, oggi invece è: “colui che attraversa [il cielo]”. Probabilmente divenne un dio guaritore proprio per il suo stretto legame con la luna, difatti sotto la sua influenza “…le donne concepivano e il bestiame moltiplicava i suoi piccoli”…un fenomeno legato all'astro e che gli antichi egizi interpretarono probabilmente come una manifestazione concreta delle “capacità mediche” di questa divinità.

[Modificato da -Kiya- 19/04/2006 4.41]

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