Scritto da: -francis- 16/03/2006 18.10
Ho anche notato che spesso Carter cerca di autodiscolparsi dal fatto di aver profanato la tomba. Ripete di sovente la frase tipo "Eravamo intimiditi, commossi, ci chiedevamo se era giusto quello che stavamo facendo, ma era più importante far conoscere al mondo intero come venivano sepolti i faraoni, le loro usanze", etc. etc.
è proprio questa una delle frasi a cui mi riferivo parlando di quanto Carter deve avere provato. In aggiunta alla sua affermazione più celebre, citata anche da te: "Sì, cose meravigliose"; pronunciata quando il fascio di luce della torcia elettrica attraversò il foro praticato nella porta e i suoi occhi poterono ammirare il contenuto della camera.
In quella che a tuo parere è l'intenzione di autodiscolparsi (e in effetti potrebbe anche essere così, se ti riferisci a un senso di colpa verso la civiltà egizia e il loro credo), io ho voluto leggerci il più sommo rispetto verso il Re e l'umiltà di un uomo che si rendeva conto di profanare un luogo sacro, rimasto chiuso per millenni. Anche se effettivamente, il carattere di Carter non lascia presagire tutto questo sentimento.
Senza dubbio il mio è un parere influenzato da emozioni che mi appartengono. Tuttavia voglio credere, e direi che in parte ne sono certa, che Howard carter davvero visse quel momento come un attimo di estasi sublime. Ed è questo che mi è rimasto dopo aver riposto il libro sullo scaffale circa 8 anni fa :sm12: