Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Omosessualità nell'antico Egitto

Ultimo Aggiornamento: 18/06/2016 15:20
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13/12/2005 09:48
 
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GAY ALL'OMBRA DELLE PIRAMIDI

Esisteva l'omosessualità nell'Antico Egitto? Ci sarà pur stato un Faraone cui piacevano i ragazzi… Viaggio tra le testimonianze attendibili dei rapporti omo di 4000 anni fa.

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L'Antico Egitto vi evoca sfingi, faraoni, piramidi e mummie? Sta bene ma, secondo voi, gli appartenenti a quell'antica civiltà avevano un sesso?

Stando ai miei ricordi di scolaro gli egizi non avevano sesso un po' come gli angeli. Vediamo, allora, di fare un poco di chiarezza sulla loro sessualità. Incominciamo dall'eterosessualità.

Per gli antichi egizi non doveva essere molto 'diversa' da come la conosciamo in altri luoghi e per altri tempi. È probabile che avessero un'idea molto chiara del ruolo dello sperma nel rapporto sessuale anche per lo stretto contatto con il bestiame. A testimonianza di questo la rappresentazione del Dio Min con il pene in erezione che zampilla sperma. Queste rappresentazioni sono comuni nell'arte antica di rappresentazioni e sono legate al culto della fertilità. Alcuni papiri medici aggiungono a quanto sappiamo che secondo gli egizi il maschio nella riproduzione dava al nascituro le parti dure del corpo mentre la donna quelle molli. Negli stessi papiri è molto chiaro lo studio della conformazione degli organi genitali e numerosi brani spiegano come curare la sterilità femminile che era considerata una vera e propria maledizione con medicamenti a base erbe.

Altre testimonianze attestano, sempre in ambito sessuale, che i giovani maschi dovevano sottoporsi alla circoncisione per entrare nel mondo degli adulti. Questa pratica era molto comune nell'antichità ed esiste tutt'oggi nel mondo sia con il ruolo di rito di passaggio che come precauzione igienica. Dopo questo rito ai giovani era permesso di amare e gli antichi egizi hanno lasciato traccia dei loro amori con poesie molto tenere che ricordano sentimenti antichissimi ma attuali ove il desiderio erotico è espresso in termini casti e delicati. Infine, in questa disamina per forza di cose generica, dobbiamo aggiungere che quell'antica civiltà conosceva la prostituzione femminile. Lo testimonia un papiro conservato presso il Museo Egizio di Torino.

A questo punto abbiamo aperto uno scorcio sulla sessualità degli egizi ma osiamo l'inosabile e cerchiamo testimonianze sull'omosessualità nell'antico Egitto. Impossibile?

No anche se il tentativo è irto di difficoltà sia per la carenza di fonti sia per la difficoltà nell'interpretazione delle stesse. Ad esempio Eugen Strouhal, un egittologo dell'Università di Praga, in un libro ricco di immagini afferma che l'omosessualità è evocata nei testi degli antichi e che "era tollerata un po' ovunque tranne a Menfi". Oltre a questo aggiunge che la sodomia era molto rappresentata nell'arte egizia. Di fatto però l'egittologo non pubblica nessuna immagine relativa alla sodomia e non cita alcuna fonte a sostegno della sua affermazione.

Un altro studioso Hans Goedicke in un articolo cita la massima 32 del papiro dell'Istruzione di Ptahhotep e la interpreta come l'ammonizione ad astenersi dagli "assalti dei pederasti". Ma questo è veramente troppo poco per dire qualcosa sull'omosessualità degli antichi.

Nemmeno i siti gay non ci aiutano molto. Secondo un sito il faraone Pepi II (circa 2254 - 2160 a.C.) ebbe una relazione gay con il suo generale Sissine ma non è indicato alcun riferimento ai documenti. Altri siti parlano di Akhenaten, che regnò dal 1372 al 1354 a.C. e che è sovente rappresentato con fianchi larghi e seno femminile ed è anche dipinto mentre accarezza suo genero Smenkhare. Gay? Alcuni lo sostengono mentre per altri l'aspetto femminile del faraone va interpretato considerando che il re dio univa sia maschilità che femminilità. Una interpretazioni arguisce che Akhenaten avesse un disordine ghiandolare… Siamo alla fantastoria e anche in questo caso, purtroppo, non abbiamo nessun riferimento a documenti storici. Proseguendo con la ricerca ecco, finalmente, due riferimenti all'omosessualità nell'antico Egitto interessanti.

Il papiro Chester Beatty, che ha un contenuto mitologico-religioso e si fa risalire al regno di Ramsete V (circa 1160-1154 a.C.), racconta il conflitto tra il Dio Horus e Seth, rispettivamente figlio e fratello di Osiride, che vengono giudicati dal tribunale dell'Enneade. Ecco uno dei motivi del contendere: "Horus andò nella casa di Seth. Durante la sera, mentre Horus giaceva a letto, Seth andò da lui e posizionò il suo membro duro tra le cosce di Horus. Ma Horus mise le sue mani fra le sue cosce e prese il seme di Seth. Horus si recò da sua madre e le mostrò il seme sulla sua mano. Osiride urlò, prese un coltello e tagliò le mani di Horus, gettandole nell'acqua e dando a lui nuove mani". La fonte di ardua interpretazione come in genere mitologia e credo religioso egizio attesta comunque che l'omosessualità fosse conosciuta anche all'epoca.

Altra scoperta sbalorditiva si presentò agli occhi dall'archeologo Ahmed Moussa nel 1964 con una tomba del vecchio regno scoperta, nell'antica necropoli di Saqqara,. Immaginatevi il suo stupore nel trovarsi di fronte ad una serie di pitture murali che rappresentava due uomini abbracciati teneramente e nell'atto di avvicinare il naso che corrisponderebbe al nostro bacio. Successivi studi datano questa tomba alla V dinastia (circa 2400 a.C.) e i due uomini ritratti sono Khnumhotep e Niankhkhnum entrambi caposquadra "manicure" del Re Niuserre della Quinta Dinastia. Un iscrizione all'entrata della tomba è interpretata come un gioco di parole con il significato di "uniti nella vita e uniti nella morte". Gli storici si sono sbizzarriti nell'interpretare il senso di questa tomba unica nel suo genere. Che i due fossero amici, gemelli, fratelli [sostenuta da Moussa lo scopritore della tomba] o amanti? Difficile dirlo anche se questa tomba è considerata tra le principali testimonianze dell'omosessualità nell'antico Egitto.

Solo con maggiori studi si farà più chiarezza sull'omosessualità all'ombra delle piramidi. Purtroppo nello studio della storia dell'antichità dobbiamo affidarci a studiosi specializzati molti dei quali pensano ancora che di 'certe' cose sia meglio non parlare. Noi abbiamo almeno tentato un accenno.



E voi che ne pensate??? sono graditi i commenti do tutti gli egittologi attualmente rpesenti qui da noi... baci [SM=x822748]

[Modificato da -Kiya- 13/12/2005 14.26]

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13/12/2005 09:58
 
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altri articolia riguardo...
ABBIAMO RITAGLIATO LA PARTE DELL'INTERVISTA CHE CI INTERESSAVA E CHE RITENEVAMO IDONEA A QUESTA SEZIONE DEL FORUM:

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OMOSESSUALITA': quel che ne dice la scienza.

Risposte:
da Focus n.41

Bibliografia : Simone Le Vay "Le radici della sessualità" Laterza 1994


L'omosessualità e' presente nella storia?


Nelle società antiche l'omosessualità era in genere accettata. Le prime tracce storiche sono nella Bibbia". Per la preistoria ci mancano documenti - dice la antropologa Ida Magli - ma la Bibbia, che nelle versioni orali risale a 2000 anni a. C. ne documenta la diffusione. Da allora la cultura ebraico-cristiana è sempre stata quella che più ha combattuto l'omosessualità.

Che invece era comunemente accettata nell'antico Egitto e privilegiata nella cultura Greca e poi Romana. I Greci erano culturalmente bisessuali: consideravano i figli indispensabili alla maturazione dell'individuo, e per generarli era necessario il rapporto eterosessuale. Ma il rapporto d'amore propriamente detto e preferito dai maschi adulti era quello omosessuale, con un patner più giovane, di solito ("Il simposio" di Platone ne è un esempio).

In altre culture l'amore omosessuale è addirittura segno di comunicazione col divino. Per lo sciamanesimo è indice di elezione, segnale di rapporto privilegiato col trascendente".

Erano omosessuali Michelangelo, il musicista russo Chaikovky, lo scrittore Oscar Wilde, Giulio Cesare e l'imperatore Adriano. Tra le donne le più famose erano la poetessa Saffo, la scrittrice Virginia Woolf e Cristina, regina di Svezia.


[SM=x822748] [SM=x822748]
13/01/2006 19:41
 
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Beh, che dire? Interessanti le notizie che hai riportato... Credo proprio che sarebbe interessante approfondire questo concetto...
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21/02/2016 22:51
 
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"scavando" nella grande quantità di discussioni di Egittophilia, è "emersa
questa, che tratta un tema di recentissima attualità.
Sto parlando dei rapporti affettivi tra persone dello stesso sesso
nell'antico Egitto.
Le notizie sono poche e abbastanza controverse, alcune già citate negli interventi precedenti.
Vedremo di ricapitolare fornendo foto e riferimenti più precisi.
Chi vuole esplorare il Web è benvenuto, sopratutto dal lato femminile, dove
i riferimenti sono nulli.

[SM=g999100] ...Nec.
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24/02/2016 20:27
 
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Molto poco si sa sulla natura dell'omosessualità nell'antico Egitto.
La maggior parte di quel che gli storici presumono, è basato su interpretazioni, e ciò è dovuto principalmente alla carenza di fonti e documenti. L'arte egizia rappresentava con grande spontaneità la sessualità femminile; non si può dire lo stesso di quella maschile. Tuttavia, va precisato che nei templi e nelle tombe, l'atto sessuale non veniva raffigurato
Essendo il tema abbastanza scabroso, molti musei ad es., tendono a non esporre reperti che potrebbero urtare la sensibilità dei visitatori. Non così ha fatto il nuovo museo Egizio di torino, esponendo il papiro “erotico” (sala 9 primo piano [grazie Anna]).
Comincerei da un’opera scritta, intitolata Il querelante di Memphis, ( o, Il richiedente di Memphis ) in modo da evitare dubbi e ipotesi, il “testo fa testo” oserei dire, con un giro di parole.

Ha una trama che ruota attorno alla relazione clandestina che intercorre tra un re (Neferkara - Pepi II) ed uno dei suoi comandanti militari (Sanset, Saneset, Sisene).
Il testo ci è pervenuto attraverso tre ritrovamenti. Un pannello ligneo datato alla 18/19 dinastia conservato presso Ist.Orientale Univ. di Chicago OIC 13 539. Un’ostracon da Deir el Medina, (O DeM 1214), e un papiro denominato Chassinat I, attualmente al Luovre: E 25351
Ecco un passaggio:
…[…] Teti, figlio di Henti […]. Allora [egli scorse] la maestà del re dell’alto e basso Egitto, Neferkara, che se ne andava nella notte in passeggiata solitaria, senza nessuno con lui. Allora egli [Teti] si allontano da lui per evitare che (il re) il re lo vedesse. Teti figlio di Henti si tenne invisibile, riflettendo e dicendosi (riflettè e si disse): “allora è così, (questa ) è dunque la verità, (su) ciò che si racconta: egli (il re) esce la notte !” Teti figlio di Henti seguì questo dio (= il re) senza che il suo cuore gli facesse dei rimproveri, per vedere quello che andava a fare. (Il re) arrivò alla casa del generale Sisene, lanciò un mattone e battè col piede, dopo di che, gli si fece scendere una scala (?). Salì, mentre Teti figlio di Henti restò ad aspettare finchè sua Maestà uscì. Dopo che sua Maestà ebbe fatto ciò che desiderava presso di lui ( cioè col Generale) si diresse poi verso il suo palazzo, e Teti lo seguì. Quando Sua Maestà fu entrato nella Grande Dimora, Teti ritornò a casa sua. Ora, Sua maestà, si era recato a casa del Generale Sisene, restandovi per quattro ore della notte……..

Non sappiamo che funzione abbia avuto Teti, per spiare il re, quando si reca dal Generale. La risposta è contenuta forse nel seguito del racconto, purtroppo perduto. Forse alla fine il re veniva svergognato e applicata la giustizia verso il “postulante di Menfi”.

Edda Bresciani.

Per approfondire, il testo, è pubblicato da G.Posener e scaricabile in:

www.williamapercy.com/wiki/images/Le_Conte.pdf

Alla prossima

[SM=g999100] ...Nec.
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Scriba del
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25/02/2016 17:09
 
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Dal testo linkato da Nec si desume che il racconto dell presunta relazione omosessuale tra "un" re ed il "generale Siséné" deriva, come peraltro già fatto notare, da due testi (la tavoletta OIC t353g dell'Istituto Orientale dell'Università di Chicago ed il Papiro Chassinat E 2 353 1 del Louvre). Un terzo testo, pure citato (frammento in calcare denominato IFAO da Medinet Habu) viene associato ai primi due anche se non ci sono con questi legami palesi.
Per quanto riguarda il periodo storico dei tre frammenti, datazione che si basa sul tipo di lingua adoperato, OIC viene fatto risalire alla XVIII-inizi XIX; Chassinat alla XXII-XXV e IFAO alla XX.

Il testo proposto costituisce un lavoro di "fusione" dei tre testi considerando che Chassinat contiene il "corpo" del racconto, mentre OIC e IFAO la parte iniziale (manca in tutti e tre il finale ovvero, e poi vedremo perché, manca "l'assassino").

Più sopra ho scritto che si parla di "un" re e questo perchè nella parte iniziale ricostruita si può leggere:
"[accadde che la maestà del re dell'Alto e Basso Egitto Nefer] Kha [ra] figlio di [Pepi ?], giusto di voce divenne re ... il principe ... di sua maestà, chiamato Ity ... amore ... generale Siséné, quando non aveva donne ... il generale Siséné per passeggiare e distrarsi ... Teti giusto di voce ..."

...e già sussiste perciò il dubbio se si tratti effettivamente di Nefer-Kha-Ra e di Pepi. Se così fosse, il principe dovrebbe chiamarsi Ity e sarebbe il Generale ad essere "...senza donne..." e qualcuno (il principe?) a "...passeggiare e distrarsi..." con lui.

Accettando i nomi di cui sopra, il fatto si svolge nella VI dinastia e i testi frammentati da cui siamo partiti sono trascrizioni di molti e molti secoli dopo (XVIII-XIX-XX-XXII-XXV dinastie).

In un altro brano del testo ricostruito si legge:
"...il generale Si[séné] e si chiese … NeferKhara. Il Generale Siséné … direttore dell’harem del re, il gran maggiordomo, il cameriere…lo scriba del re, il sovrintendete (?) agli scribi, il soprastante dei campi… le [cortigiane] della residenza e il [consiglio] di Menfi..."

...e più oltre compare un altro personaggio "il postulante di Menfi",e qui la storia raggiunge livelli anche comici, infatti:
"... il postulante di Menfi venne per [raccontare?] al capo del tribunale, quest’ultimo fece cantare i cantori, suonare i musicisti, acclamare gli acclamatori e fischiare i fischiatori in modo che il postulante di Menfi andò via senza essere ascoltato e terminò in [parola non tradotta]..."

...sembra cioè che il "postulante" dovesse perorare una sua causa ma che il giudice, pur di non ascoltarlo, abbia messo in pratica ogni artifizio per non sentirlo! Possiamo ipotizzare che le sue lamentele fossero indirizzate proprio verso il generale Siséné, o magari verso il Re?

Qui si innesta il testo riportato da Nec (e che riporto a mia volta per completezza):
"…[…] Teti, figlio di Henti […]. Allora [egli scorse] la maestà del re dell’alto e basso Egitto, Neferkara, che se ne andava nella notte in passeggiata solitaria, senza nessuno con lui. Allora egli [Teti] si allontano da lui per evitare che (il re) il re lo vedesse. Teti figlio di Henti si tenne invisibile, riflettendo e dicendosi (riflettè e si disse): “allora è così, (questa ) è dunque la verità, (su) ciò che si racconta: egli (il re) esce la notte !” Teti figlio di Henti seguì questo dio (= il re) senza che il suo cuore gli facesse dei rimproveri, per vedere quello che andava a fare. (Il re) arrivò alla casa del generale Sisene, lanciò un mattone e battè col piede, dopo di che, gli si fece scendere una scala (?). Salì, mentre Teti figlio di Henti restò ad aspettare finchè sua Maestà uscì. Dopo che sua Maestà ebbe fatto ciò che desiderava presso di lui ( cioè col Generale) si diresse poi verso il suo palazzo, e Teti lo seguì. Quando Sua Maestà fu entrato nella Grande Dimora, Teti ritornò a casa sua. Ora, Sua maestà, si era recato a casa del Generale Sisene, restandovi per quattro ore della notte..."
...e prosegue:
"...Lei (credo il riferimento sia a sua maestà, altrimenti abbiamo preso tutti una cantonata e non si tratta di un Re/Principe, ma di una Regina/Principessa) rientrò nella Gran Dimora essendo restata quattro ore fino all'alba. Teti figlio di Hent è andato in... [il re?] ... qualche notte senza che il suo cuore si rimproverasse e quando sua maestà rientrò [nella Gran Dimora, Teti ritornò a casa]... "

Quanto a Teti, il testo in francese fa notare che si potrebbe forse far coincidere questo nome proprio con quello che abbiamo sopra visto di Ity, ma, aggiunge, che l'indicazione del patronimico "figlio di Hint" non c'è nella OIC e in Chassinat.

E' chiaro, comunque, che Teti (sorta di investigatore) ignora quale sia la natura del legame tra il "re" e Siséné come nei migliori romanzi polizieschi.

Quanto all'interpretazione, è già sintomatico che ci si trovi dinanzi a ben tre trascrizioni di uno stesso racconto, fatto abbastanza raro se si escludono "romanzi" come quello di Sinhue o altri manoscritti usati come esercizi per gli scribi, e addirittura di dinastie differenti e di molto successive a quella in cui i fatti (già ma quali fatti?) sarebbero avvenuti.

Non mi sembra che sia esplicitato alcunché riguardo alla omosessualità degli interpreti (il re che tira il mattone, bussa coi piedi e sale una scala calata da casa del generale fa ridere ...e se in quella casa ci fossero state allegre amichette del generale?) e la stessa figura del "postulante di Menfi" sembra quasi una caratterizzazione per mettere più "pepe" nel racconto e ricorda peraltro un altro racconto simile, l'"Oasita eloquente", in cui un giudice, colpito più dal modo di raccontare dell' "oasita" che non dalla sua vicenda umana, non risolve mai il processo pur di sentirlo parlare.

Altro che Maat, altro che massime di Ptahotep o istruzioni al Visir per cui ascoltare i convenuti in giudizio è un dovere quasi sacro.

...e se fosse proprio, semplicemente, un "romanzo giallo" magari così famoso all'epoca da meritare più trascrizioni?
...e se il posizionamento storico in un periodo così lontano dalle trascrizioni servisse proprio a non far riconoscere i personaggi facendoli "perdere" nel mondo della fiaba alla stregua del nostro "C'era una volta"?

Fa notare inoltre l'autore del testo francese che unici personaggi che si ripetono nel racconto sono il Generale ed il Re, mentre altri sembrano davvero personaggi inseriti per arricchire il racconto: il principe Ity, il postulante, Teti figlio di Hent, il giudice.
Ed anche a ben guardare il comportamento del "re" è decisamente sopra le righe, quasi a volerlo umanizzare e rendere ridicolo: esce da solo, di notte, getta mattoni verosimilmente per svegliare qualcuno, bussa con i piedi ad una porta, si arrampica su una scala.

E se fosse semplicemente un modo per mettere alla berlina il potere? Una satira che va contro il potere politico (il re) quello militare (il generale) e quello giudiziario (il giudice).

No, sinceramente, alla luce delle considerazioni di cui sopra, non me la sento di bollare questo racconto come prova di un amore omosessuale all'ombra delle piramidi e non certo per "bacchettonismo", ma solo sotto il profilo semplicemente di valutazione e di studio.
Questo significa dire che l'omosessualità nell'Antico Egitto non esisteva? Assolutamente no! Sempre è esistita e sempre esisterà, è una forma d'amore che si può o meno comprendere o accettare, ma pur sempre amore e come tale merita, a mio avviso e specialmente ai giorni nostri, pari dignità.

[Modificato da Hotepibre 25/02/2016 17:18]
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25/02/2016 17:43
 
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Grazie Hotep per la tua bella integrazione.
La ricerca continua, con molta difficoltà a trovare elementi
dal lato femminile.
Per ora solo una immagine a disposizione con nessun riferimento,
ma solo figure in atteggiamento di reciproco affetto.
Se qualcuno vuole indagare in rete in questa direzione è il benvenuto.

[SM=g999100] ...Nec.
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28/02/2016 17:18
 
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Tomba dei Due Manicuristi –



Inizialmente nominata la "Tomba dei Due Fratelli", fu scoperta nel 1964 a Saqqara. Questa sepoltura mostra i due uomini che furono li seppelliti che si tengono per mano, e si abbracciano intimamente, e “naso contro naso” .



Le iscrizioni rivelano, che ambo gli uomini, portarono il titolo di Manicurista Reale e Capo del Palazzo Manicuristi. La tomba risale al regno di Niuserre (2453-2422 A.C.), 5a Dinastia. I due uomini, Niankhkhnum e Khnumhotep anno i loro nomi “intrecciati” in modo decorativo sopra l'ingresso alle camere interne, formando il testo : "Niankh-Khnum-Hotep, "che può essere tradotto "congiunti/uniti nella vita e (altrettanto) nella morte [o 'pace']. " Ambo gli uomini sono identificati come Hm (col senso qui, di "prete" = servo [del dio]), ed un'altra iscrizione autorizza gli altri preti (Hm) a eseguire i loro doveri, vietandoli ? agli uomini. Lo stesso Hm in egiziano, con aggiunta di t (des. femm.) è comune per "donna”. Questa radice della parola è usata in una ampia varietà di sensi, incluso "codardo" (Faulk.p.169) e, più generalmente, Hmty "omosessuale" (Faulk.p.169). Il perchè questi maschi siano denominati Hm non è chiaro, come non lo è il perchè abbiano avuto spesso un ruolo in rituali di culto riferiti a morte e sepoltura *.

* Nota - nelle pratiche di imbalsamazione era possibile un atto di “necrofilia” [nota di Hotep: non credo si tratti di "necrofagia" che significherenbe mangiare un morto, mentre "necrofilia" significa amare un morte...e trattandosi di belle donne la cosa può essere intuibile, specie se si considera che si tratta di lavoratori costantemente a contatto con i morti, particolarmente disprezzati in genere e dalle donne in particolare] .
Per evitare tale rischio, le mogli degli uomini eminenti, quando morivano, non venivano immediatamente consegnate nelle mani degli imbalsamatori. Stessa cosa per le donne che si erano distinte per bellezza. Il corpo veniva consegnato agli imbalsamatori passati tre o quattro giorni dalla morte.

Diverse spiegazioni sono state offerte per il rapporto tra Niankhkhnum e Khnumhotep: che erano fratelli, gemelli, legati dal matrimonio, parenti stretti, colleghi di lavoro, o membri della stessa casata, ma, come nota l'iconografia (immagini e simboli) qui è la loro vicinanza, in particolare il loro abbraccio, a immaginare un più forte legame emotivo. Inoltre, tutti e due, sono chiamati Hm (un termine di genere ambiguo ed esaminato prima) L’ arte egizia raramente rappresenta figure che si abbracciano, e scene di due uomini che lo fanno, sono praticamente sconosciute . Se questi uomini erano amanti, sarebbe la dimostrazione che l'amore omosessuale poteva essere rappresentato. Nella parte esterna della tomba, i due uomini sono visti seduti insieme, a braccetto, salutare i visitatori del loro luogo di sepoltura, o in piedi, mano nella mano, a ispezionare la loro tomba. Nella parte interna viene visualizzata una scena di banchetto, in cui i due uomini sono intrattenuti da ballerini e musicisti. Anche qui ci sono tre scene dei due uomini che si abbracciano: uno posa il suo braccio intorno alla spalla dell'altro, mentre il secondo afferra il braccio del primo uomo. In due delle scene, (vedi foto) stanno così vicini i loro nasi si toccano e anche le cosce.
Detto tutto ciò, il testo rende noto anche, che ambo gli uomini erano sposati, ed avevano bambini, perciò non erano Eunuchi.

allegati:
Immagini dalla tomba di Niankhkhnum e Khnumhotep. link:

www.oxfordexpeditiontoegypt.com/documents/PDF-BookSampl...

Report: “Homosexual” Artefacts.

www.academia.edu/3304010/Egyptian_Homosexuality

PS. Il testo di academia è da leggere e possibilmente da tradurre nella parte inerente i rapporti “sessuali” tra divinità (horus e Seth) che è la parte ancora mancante . A parte la lunghezza per me è troppo difficoltoso.

Fortunatamente è in formato Word, e può essere tradotto in Google.
GRAZIE…

[SM=g999100] ...Nec.


[Modificato da Hotepibre 28/02/2016 17:58]
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28/02/2016 18:10
 
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...Errore di battitura [SM=x822736] .

Meno male che come "tuttofare" rientra anche la "mansione di Correttore" [SM=g999105]

[SM=g999100] ...Nec.
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28/02/2016 18:43
 
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Interessante, ma ancora una volta faccio l'avvocato del diavolo e credo che determinate notizie siano sempre più attrattive a patto che coinvolgano fatti visti con l'occhio moderno e senza "tornare indietro" e cercare di collocare i fatti nel loro tempo.
Continuo a dire che non ho nulla contro l'omosessualità [che sono sicuro esistesse all'ombra delle piramidi] e quindi i miei interventi sono solo di carattere esclusivamente analitico/storico sui documenti che vengono di volta in volta presentati.

E passiamo perciò ai due "Supervisori dei cosmetici di palazzo" come sarebbe più giusto tradurre il testo che non "manicurista"; sappiamo benissimo che gli egizi facevano largo uso di cosmetici e re e regine erano certo all'apice di tale uso che aveva, come abbiamo scritto in altri post, valenza non solo cosmetica, ma anche medica e protettiva degli occhi vista la forte luminosità del deserto.
E' necessario rammentare che addirittura uno dei monumenti più importanti della storia egizia, la "paletta di Narmer", è una tavoletta cosmetica ingrandita?

Secondo me si è cercato di adattare uno stereotipo moderno (parrucchiere, stilista normalmente sono oggi associati, e caricaturalmente esasperati, e rappresentati come effeminati) ad un fatto antico: due "manicuristi" vicini? che si sfiorano il naso? ...ma è chiaro, non possono che essere omosessuali!
Avevano mogli, figli (come testimoniato nella tomba), che c'entra, dovevano salvare le apparenze no?

Ma salvo fattori ipotizzati, niente altro lascierebbe intendere che questa sia la giusta interpetazione.
Viene fatto notare che in uno dei dipinti parietali Khnumhotep aspira il profumo da un fiore di loto, e che questo è una rappresentazione rara nell'Antico Regno (se ne conoscono solo altre 3 nello stesso periodo), ma non dimentichiamo che era un supervisore ai cosmetici ed era quindi più che naturale che dovesse studiare essenze profumate per svolgere il suo lavoro (lo "Chanel n.ro 5" non era ancora stato inventato, non si comprava a caro prezzo in profumeria e Marilyn non andava ancora a letto vestita con sole due gocce di tale profumo).

Viene anche rammentato il rapporto omosessuale tra Seth ed Horus, ma non dimentichiamo che quello era un'azione violenta durante un combattimento e che, nell'antichità, in grecia, o in persia, o nell'antica roma, o anche tra i "barbari" non era inusuale che il nemico vinto subisse tale umiliazione proprio per degradarlo a femmina e evirarlo sia pure solo moralmente -quando non fisicamente-.

Si fa riferimento alla statua di Akhenaton e Smenkhara, ma anche in questo caso si sottolinea come l'androginia dei due personaggi non consenta di affermare inequivocabilmente che siano due uomini (e se Smenkhara fosse = Nefertiti come abbiamo detto più volte?).

Si parla di una rappresentaizone di un rapporto "da retro" tra due personaggi, ma se si tratta del semplice disegno, totalmente asessuato, trovato nei pressi del tempio di Hatshepsut sappiamo che si tratta molto verosimilmente di una caricatura di Senmut e della Regina.

No, neanche stavolta mi sono convinto che si tratti della rappresentazione ufficiale di un rapporto omosessuale.. e se veramente si trattasse della tomba di due fratelli gemelli?
...e, del resto, alla stessa conclusione mi pare giunga il testo linkato.


[Modificato da Hotepibre 28/02/2016 18:52]
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