...E torniamo, perciò, alla “baris” da cui eravamo partiti dopo i dubbi di Horemhat e a un altro dei suoi quesiti:
Ci sarebbe tanto da parlare, sarebbe interessante anche elencare i sinonimi della parola “barca” con le dovute sfumature di significato.
Non parlerei, intanto di “sfumature” di significato: se nella nostra lingua esistono i cargo, le navi passeggeri, le corazzate, le barchette e le portaerei, altrettanto succedeva anticamente.
In un convegno tenutosi a Bruxelles nel 1930, una relatrice, Maria Merzagora, cita Edwin Mayser, filologo, autore di “
Grammatik der griechischen Papyri aus der Ptolemäerzeit” (ovvero “Grammatica dei papiri greci dal periodo tolemaico”) il quale indica “
baris” come nome generico per indicare “
nave”, "
natante".
Il termine, infatti, se si esclude la citazione erodotea,
compare solo due volte in papiri egizi, con significati talmente differenti tra loro da generare l’idea che non si tratti di una specifica tipologia di nave: in un caso si tratta, infatti, di una nave che
trasportò orzo, mentre nell'altro si fa riferimento a un
trasporto di uomini armati da
Hermontis a
Crocodilopolis in occasione di un conflitto. Non escludo che ci possano essere stati altri ritrovamenti letterari del termine dal 1930 in poi, ma non ho trovato nulla nel senso.
Quanto al sistema di navigazione: graticcio anteriore in acqua traente e peso posteriore da 2 talenti per garantire la direzione, questo viene criticato da alcuni archeologi, ma non da altri. I primi, infatti, ritengono che il peso posteriore sarebbe solo servito a frenare la nave, mentre il graticcio anteriore avrebbe avuto solo la funzione di scandaglio per valutare la profondità dell’acqua dinanzi alla nave stessa. Altri, tra cui la relatrice, più compiutamente fanno notare che Erodoto è molto vago nella sua spiegazione (direi come al solito) non indicando, ad esempio, né le dimensioni, né la profondità del graticcio e che il metodo, in presenza di navigazione in favore di corrente fluviale e con adeguate dimensioni del graticcio stesso, sarebbe stato perfettamente in grado di garantire il traino costante del natante, e che il peso posteriore (2 talenti greci = a circa 26 kg x 2 = 52 kg) avrebbe ben svolto il compito di garantire la direzione della nave senza eccessivamente rallentarla. La Merzagora esclude, inoltre, che potesse servire da “freno” giacché, in tal caso, sarebbe stato “
lanciato in acqua” solo in caso di emergenza, mentre Erodoto indica che il peso era immerso durante tutta la navigazione.