I dipinti egei di Tell el-Dab'a
-Kiya-, 02/09/2013 10:48:
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Mi ci sono accostata, tempo fa, ma non l'ho mai approfondito a dovere.
Approfitto, quindi, dell'occasione e del lavoro che hai svolto tu per chiederti se potresti introdurre l'argomento delle influenze Micenee nell'arte Egizia del Nuovo Regno, nello specifico mi riferisco (ovviamente) alle tombe risalenti alla tarda XVIII Dinastia.
Oltre la richiesta di Riccardo, cui spero di aver dato risposta nel post precedente, Kiya ha chiesto di introdurre l’argomento delle influenze “micenee”
(ma credo intendesse “egee” poiché i micenei arriveranno parecchio dopo), nelle tombe egizie della XVIII, ma forse è necessario precedentemente accennare ad alcuni dipinti “
egei” in Egitto.
Sopra, infatti, ho accennato a Tell el-Dab’a, a Peru-Nefer, ad Avaris, e a due Palazzi…
Credo sia prima il caso di mettere un po’ d’ordine e per far questo niente di meglio che… cominciare dalla fine: E. Naville iniziò a scavare nell’area di Tell el Dab’a nel 1885; negli anni ’40 del ‘900 fu poi la volta di L. Habachi che, per primo, suggerì l’identificazione del sito come quello della capitale Hyksos Avaris (pur confermando che PeruNefer/Avaris doveva trovarsi nel Delta, la indicò dapprima nell’area di Khatana/Qantir); dal 1966 ed ancora oggi, il sito è sotto la responsabilità dell’Istituto Archeologico Austriaco del Cairo dapprima, fino al 2009, sotto la responsabilità di M. Bietak
(peraltro vi segnalo il sito www.auaris.at dove troverete, in tedesco, notizie interessanti sugli scavi –non preoccupatevi, c’è anche la versione in inglese-) mentre, da tale data, responsabile delle campagne di scavo è Irene Forster-Muller.
Gli scavi hanno consentito di individuare nell’area ben tre palazzi
“reali” (noti come “F”, “G” e “J”) (vedi figura qui sotto).
In due di questi
(“F” e “G”), databili ai regni di
Amenhotep II e
Thutmosi III, sono stati rinvenuti, negli anni ‘90 dello scorso secolo
(certo che fa ancora effetto dire che il ‘900 è il “secolo passato”) frammenti di affreschi che, sebbene costituiscano solo il 10-15% dell’impianto originario hanno consentito di ricostruire affreschi del tutto simili a quelli egei non solo nei soggetti
(si pongano a confronto la famosa taurocatapsia di Knossos con i dipinti di Tell el-Dab’a sotto riportati), ma addirittura nei materiali e nel tipo di pittura.
Per i primi,
l’impasto di Tell el-Dab’a è praticamente uguale a quello di
Knossos, ma anche di altri siti egei come
Palaikastro,
Zakhros,
Thera, e
contiene gusci di conchiglia frantumati, per il tipo di pittura, invece, si può pienamente parlare di
affreschi poiché il colore venne steso su
intonaco ancora umido.
In questo caso, perciò più che di
“influsso egeo” si può parlare direttamente di
“mano” egea.
Resta il dubbio se si trattasse di pittori egei “
itineranti”, o “
stanziali”, se facessero, cioè, parte di una vera colonia egea in terra d’Egitto cosa che, date determinate caratteristiche delle rappresentazioni
(che presentano caratteri iconografici tipici dell’Egitto ma non di Creta), sembra più probabile.
Del resto i Palazzi “F” e “G” potevano ben essere non “Reali”, bensì sede di
Ambascerie o, più “
prosaicamente”, sedi di
mercanti egei.
...
per inciso: guardate un po' cosa c'è sotto la rappresentazione dei tori di Tell el-Dab'a?
Un labirinto!
E qual'è il labirinto più famoso del mondo se non quello realizzato da
Dedalo, a
Creta, per il
Minotauro?
L'ultima immagine che posto, infine è la sovrapposizione virtuale tra un frammento di un "grifone" dal palazzo "F" di Tell el-Dab-a ed analogo animale fantastico dalla Xeste 3 di Thera; si direbbe addirittura che l'autore sia lo stesso!
PS: come per altri testi di questo forum, pregherei, se qualcuno è interessato a prendere spunto da quanto da me scritto, di citarne la fonte. Per quanto riguarda le immagini, invece, se ne aveste bisogno per vostre pubblicazioni o testi, sono disponibile a fornirvi i riferimenti da cui sono tratte.
Grazie
[Modificato da Hotepibre 02/09/2013 14:55]