Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Egeo-Egitto nella Tarda Età del Bronzo

Ultimo Aggiornamento: 29/01/2014 18:45
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02/09/2013 14:26
 
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I dipinti egei di Tell el-Dab'a
-Kiya-, 02/09/2013 10:48:

...
Mi ci sono accostata, tempo fa, ma non l'ho mai approfondito a dovere.
Approfitto, quindi, dell'occasione e del lavoro che hai svolto tu per chiederti se potresti introdurre l'argomento delle influenze Micenee nell'arte Egizia del Nuovo Regno, nello specifico mi riferisco (ovviamente) alle tombe risalenti alla tarda XVIII Dinastia.



Oltre la richiesta di Riccardo, cui spero di aver dato risposta nel post precedente, Kiya ha chiesto di introdurre l’argomento delle influenze “micenee” (ma credo intendesse “egee” poiché i micenei arriveranno parecchio dopo), nelle tombe egizie della XVIII, ma forse è necessario precedentemente accennare ad alcuni dipinti “egei” in Egitto.
Sopra, infatti, ho accennato a Tell el-Dab’a, a Peru-Nefer, ad Avaris, e a due Palazzi…

Credo sia prima il caso di mettere un po’ d’ordine e per far questo niente di meglio che… cominciare dalla fine: E. Naville iniziò a scavare nell’area di Tell el Dab’a nel 1885; negli anni ’40 del ‘900 fu poi la volta di L. Habachi che, per primo, suggerì l’identificazione del sito come quello della capitale Hyksos Avaris (pur confermando che PeruNefer/Avaris doveva trovarsi nel Delta, la indicò dapprima nell’area di Khatana/Qantir); dal 1966 ed ancora oggi, il sito è sotto la responsabilità dell’Istituto Archeologico Austriaco del Cairo dapprima, fino al 2009, sotto la responsabilità di M. Bietak (peraltro vi segnalo il sito www.auaris.at dove troverete, in tedesco, notizie interessanti sugli scavi –non preoccupatevi, c’è anche la versione in inglese-) mentre, da tale data, responsabile delle campagne di scavo è Irene Forster-Muller.

Gli scavi hanno consentito di individuare nell’area ben tre palazzi “reali” (noti come “F”, “G” e “J”) (vedi figura qui sotto).
In due di questi (“F” e “G”), databili ai regni di Amenhotep II e Thutmosi III, sono stati rinvenuti, negli anni ‘90 dello scorso secolo (certo che fa ancora effetto dire che il ‘900 è il “secolo passato”) frammenti di affreschi che, sebbene costituiscano solo il 10-15% dell’impianto originario hanno consentito di ricostruire affreschi del tutto simili a quelli egei non solo nei soggetti (si pongano a confronto la famosa taurocatapsia di Knossos con i dipinti di Tell el-Dab’a sotto riportati), ma addirittura nei materiali e nel tipo di pittura.

Per i primi, l’impasto di Tell el-Dab’a è praticamente uguale a quello di Knossos, ma anche di altri siti egei come Palaikastro, Zakhros, Thera, e contiene gusci di conchiglia frantumati, per il tipo di pittura, invece, si può pienamente parlare di affreschi poiché il colore venne steso su intonaco ancora umido.

In questo caso, perciò più che di “influsso egeo” si può parlare direttamente di “mano” egea.
Resta il dubbio se si trattasse di pittori egei “itineranti”, o “stanziali”, se facessero, cioè, parte di una vera colonia egea in terra d’Egitto cosa che, date determinate caratteristiche delle rappresentazioni (che presentano caratteri iconografici tipici dell’Egitto ma non di Creta), sembra più probabile.
Del resto i Palazzi “F” e “G” potevano ben essere non “Reali”, bensì sede di Ambascerie o, più “prosaicamente”, sedi di mercanti egei.

...per inciso: guardate un po' cosa c'è sotto la rappresentazione dei tori di Tell el-Dab'a? Un labirinto!
E qual'è il labirinto più famoso del mondo se non quello realizzato da Dedalo, a Creta, per il Minotauro?

L'ultima immagine che posto, infine è la sovrapposizione virtuale tra un frammento di un "grifone" dal palazzo "F" di Tell el-Dab-a ed analogo animale fantastico dalla Xeste 3 di Thera; si direbbe addirittura che l'autore sia lo stesso!

PS: come per altri testi di questo forum, pregherei, se qualcuno è interessato a prendere spunto da quanto da me scritto, di citarne la fonte. Per quanto riguarda le immagini, invece, se ne aveste bisogno per vostre pubblicazioni o testi, sono disponibile a fornirvi i riferimenti da cui sono tratte.
Grazie



[Modificato da Hotepibre 02/09/2013 14:55]
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Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
02/09/2013 16:46
 
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Sono in ufficio e non posso approfondire.
Sono stata superficiale, ritenendo la Civilta Micenea come erede di quella Minoica a partire dal 1450 a.C. circa. Le mie scarse conoscenze dell'argomento mi portavano a credere che le suddette costituissero nell'insieme la Civiltà Egea, ma forse questo vale essenzialmente per la Grecia continentale e non per Creta.

Dammi dei lumi, poichè navigo in acque profonde..... :D
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02/09/2013 20:10
 
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Beh, per riuscire a capire che Civiltà Minoica e Micenea erano due cose ben distinte e separate c'è voluto un po' di tempo anche per me.

In effetti i "micenei" cominciano a giungere a Creta verosimilmnte proprio attorno al 1450 a.C. anche se tale datazione andrebbe rivista alla luce proprio dell'eruzione di Thera/Santorini [vedi più sopra il post dedicato alla cronologia comparata].

Si ritiene, infatti, che la "Civiltà Minoica" non sia stata spazzata via direttamente dall'eruzione (e dal conseguente tsunami) di Thera giacchè se si può ipotizzare devastazione per il lato esposto verso Thera, così non è plausibile per il lato opposto che è protetto da una catena montuosa non proprio bassissima (il Monte Ida, dove il titano Rea diede alla luce Zeus, figlio di Chrono, è alto circa 2500 m.)

I Micenei erano stati, di fatto, i migliori alunni dei Minoici e da loro avevano praticamente imparato tutto, ma se ne stavano buoni buoni sul continente perchè, sostanzialmente, avevano paura della potenza navale cretese.

Sopra ho detto che l'eruzione di Thera non fu causa diretta della scomparsa della civiltà minoica; questo perchè, di fatto, pur sempre all'eruzione si deve tale scomparsa anche se il disastro fu dovuto all'intervento umano.
Si è tanto narrato della pace che regnava sovrana a Creta tanto che le città, i Palazzi, non avevano bisogno di mura di protezione.
Questo perchè le vere mura di Creta erano...le sue navi, la sua flotta.

E' verosimile che l'eruzione di Thera abbia proprio distrutto la grande flotta dando via libera alle prime popolazioni continentali, forse dell'area Micenea, che nel 1450 circa invasero l'isola distruggendo i Palazzi ed installando la "capitale" (anche se tale termine è fuorviante) del "regno miceneo di Creta" molto veromilmente a Knossos.
Ma anche questa invasione era destinata ad avere breve vita poichè meno di 100 anni dopo, nel 1375 a.C., nuove popolazioni provenienti da Micene, Tirinto, Tebe (quella greca, si intende), Pilo, invadono l'isola e distruggono nuovamente i Palazzi instaurando un nuovo corso.

Riassumendo in poche parole la storia di Creta: VII millennio a.C. i primi uomini approdano sull'isola; 2800 a.C. popolazioni anatoliche si installano; si susseguono i periodi Prepalaziale. Protopalaziale, Neopalaziale (con la prima invasione dal continente) e Miceneo in senso stretto.

Nel caso dei dipinti "egeizzanti" in Egitto (Tell el-Dab'a o Tebe), a cavallo se vogliamo di quel periodo (ma gli influssi sono ancora minoici -e le scene di taurocatapsia lo sono senz'altro- o sono già micenei?), si preferisce perciò parlare più genericamente di "egei" giacché non sono ancora ben chiari, ne' cos' distinti, i caratteri delle due civiltà.
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03/09/2013 09:16
 
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Ottima sintesi, che condivido appieno.
E' difficle leggere gli avvenimenti quando la scrittura non dà sostanziali aiuti. Ho l'impressione che (un po' è successo anche in Egitto quando i conquistatori venivano assorbiti dalla sua cultura), l'arte Minoica era talmente elegante e affascinate, che anche gli invasori continentali hanno finito per pepretrare quell'armonia artistica, sebbene a livello politico la situazione abbia probabilmente subito mutamenti notevoli.
Sì, il vulcano ha certamente avuto un ruolo determinante nel collasso della potenza minoica. Anche se indirettamente, lo ha avuto.
Quest'argomento è decisamente di interesse enorme...
Grazie Hotep per condividere queste nozioni.

Ric [SM=x822709]

P.S. L'immagine ricostruita dei tori e il labirinto ad Avaris è incredibile! [SM=g1361799]
[Modificato da Riccardo Banchi 03/09/2013 09:19]
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03/09/2013 09:34
 
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Nel post relativo ai dipinti di Telle el-Dab'a ho scritto:


L'ultima immagine che posto, infine è la sovrapposizione virtuale tra un frammento di un "grifone" dal palazzo "F" di Tell el-Dab-a ed analogo animale fantastico dalla Xeste 3 di Thera; si direbbe addirittura che l'autore sia lo stesso!



...ma, non so per quale motivo, non appare l'immagine. Provvedo qui.
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03/09/2013 10:02
 
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Notevole!
Ma non capisco la sovrapposizione; non è lo stesso affresco?

Ric [SM=g1361799]
[Modificato da Riccardo Banchi 03/09/2013 10:03]
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03/09/2013 10:31
 
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...negativo, le parti cerchiate sono quelle di Avaris mentre lo sfondo è quello di Akrotiri... ecco perchè sopra dicevo che sembra quasi lo stesso autore...
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03/09/2013 10:38
 
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Sovrapposizione strabiliante!!! [SM=x822718] [SM=g1361799] [SM=x822728]
Talmente perfetto da non capire di cosa stavi parlando...
Sì, con i pennelli ancora freschi, il pittore egeo è arrivato sul Delta... [SM=g999105]

A parte gli scherzi, sono davvero concorde con la tua ipotesi.

Ric [SM=x822709]
[Modificato da Riccardo Banchi 03/09/2013 10:41]
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03/09/2013 10:39
 
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Arte & Scrittura
Riccardo Banchi, 03/09/2013 09:16:

Ottima sintesi, che condivido appieno.
E' difficle leggere gli avvenimenti quando la scrittura non dà sostanziali aiuti. Ho l'impressione che (un po' è successo anche in Egitto quando i conquistatori venivano assorbiti dalla sua cultura), l'arte Minoica era talmente elegante e affascinate, che anche gli invasori continentali hanno finito per pepretrare quell'armonia artistica, sebbene a livello politico la situazione abbia probabilmente subito mutamenti notevoli.
Sì, il vulcano ha certamente avuto un ruolo determinante nel collasso della potenza minoica. Anche se indirettamente, lo ha avuto.
Quest'argomento è decisamente di interesse enorme...
Grazie Hotep per condividere queste nozioni.

Ric [SM=x822709]

P.S. L'immagine ricostruita dei tori e il labirinto ad Avaris è incredibile! [SM=g1361799]



…è interessante notare il contrasto tra due elementi essenziali delle due Civiltà (l’Egea e l’Egiziana): arte e scrittura.

Da una parte abbiamo una civiltà che, come abbiamo visto produce “l’arte per l’arte” con intenti, almeno per quanto ci è dato di comprendere, di appagamento dello sguardo e del piacere di immagini che danno un senso di serenità; dall’altra la produzione di immagini è quasi sempre strumentale e, come abbiamo sopra scritto, vuole “dire”, “magnificare”, “esaltare”, “raccontare” qualcosa.

Ma la cosa si capovolge, in qualche modo, quando si passa alla scrittura: tanto “grafomani” e “logorroici” gli egizi, quanto “tirati” e pratici i minoici.

Inutile che mi soffermi sulla mole mostruosamente ingente dei testi egizi in tutte le salse, geroglifico, demotico, ieratico… non c’è un centimetro dei loro monumenti che non sia ricoperto da scritte… dall’altra parte c’è, invece… il nulla (o quasi)!

Come sapete almeno due sono le scritture attestate a Creta.
Due, infatti, sono quelle più “famose” (le lineari “A”, che appare addirittura intorno al XXIII sec. a.C., e “B”), ma sono attestate anche una “scrittura di Arkhanes (che non ha niente di magico, sia chiaro, non si tratta di “arcani”, ma del nome di una località) ed una “geroglifica cretese(che così Evans battezzò perché vi riscontrava caratteri simili a quelli egizi).
La lineare “A” viene considerata più antica ancora dell’alfabeto fenicio ed è la scrittura predominante in età Neopalaziale tra la fondazione della XVIII Dinastia e la prima occupazione micenea di Creta del 1450 a.C.

Partendo dal presupposto che la sola “traducibile” è oggi la Lineare “B” (anche in questo caso tradotta da un “dilettante”, Michael Ventris che era un architetto, e solo nel 1952 –quattro anni prima di morire in un incidente d’auto-), introdotta a Creta con l’avvento dei Micenei, non si ha notizia a Creta di testi “epici” o di racconti, o di favole, o comunque di letteratura di “intrattenimento” (la “B” è antecedente ad Omero di almeno 7-800 anni).

Per inciso, ad Olimpia, su un’altura che domina il santuario, spetta il primato della più antica attestazione greca risalente al XVII sec. a.C.: una tavoletta con sei segni in lineare “B” che compongono due parole una delle quali è Karos, uno degli eroi di Troia.

Tutte le tavolette cretesi, tuttavia, siano esse in lineare “A” o “B” sono annotazioni, ricevute di materiali, bolle di consegna.
Era facile registrare qualcosa: il Funzionario preposto ai magazzini portava appeso al collo un sigillo, in steatite o oro, con cui imprimeva sull’argilla fresca tante impronte quante erano le quantità di beni consegnati… già, ma a chi? …e poi, di cosa si trattava?
Ecco che accanto alle quantità vengono riportati dei simboli relativi al materiale: otri per il vino o l’olio, ceste, armature, cavalli… proprio da tre di queste “ricevute” sono state ricavate informazioni che, in un caso, confermano una leggenda, mentre negli altri due testimoniano l’esistenza di rapporti con l’Egitto (o forse meglio sarebbe dire con due egiziani).

Ma andiamo con ordine: tutti conosciamo la leggenda di Dedalo, padre di Icaro, che costruì non solo le ali del suo sfortunato figlio, ma anche il labirinto del Minotauro… leggenda? Ebbene pare di no: una tavoletta, infatti reca le offerte in olio d’oliva a divinità e personaggi famosi. Dieci “qualcosa” (litri?) alla sacerdotessa dei Venti, ma ben ventiquattro al santuario di Dedalo.

Per quanto riguarda gli “egiziani”, invece, l’unica attestazione a Creta deriva da due “hapax”, ovvero testi che compaiono una ed una sola volta addirittura (nel nostro caso) in un contesto letterario: una è la solita ricevuta (in lineare “B”) per 80 ovini dati ad un “a3-ku-pi-ti-jo” ovvero un “ayguptos”; l’altra è ancora una ricevuta, ma in questo caso la cosa si complica… il termine usato, infatti, è “mi-sa-ra-jo” a cui è assegnato un certo quantitativo di fichi. Ma in questo caso la traduzione come “egiziano” avrebbe ragion d’essere solo se si partisse dal termine Misr, con cui sulle coste medio-orientali si indicava, appunto, l’Egitto.

PS: come per altri testi di questo forum, pregherei, se qualcuno è interessato a prendere spunto da quanto da me scritto, di citarne la fonte. Per quanto riguarda le immagini, invece, se ne aveste bisogno per vostre pubblicazioni o testi, sono disponibile a fornirvi i riferimenti da cui sono tratte.
Grazie

[Modificato da Hotepibre 03/09/2013 10:44]
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03/09/2013 11:25
 
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il kouros di Palaikastro
...girovagando per il forum mi sono imbattuto in un 3D sul Canone pittorico Egizio. Poichè l'ho "incontrato" anche durante la stesura della tesi, a proposito del kouros di Palaikastro, vi rimando a quella discussione se siete interessati all'argomento.
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