Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Religione egizia III

Ultimo Aggiornamento: 02/05/2012 16:44
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Artista del Re
01/05/2012 18:29
 
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I quattro Centri della Teologia
Nello svolgersi della civiltà egizia, vi furono quattro centri maggiori di teologia, ognuno con la propria versione della Creazione e divinità specifiche.
Tuttavia gli Egiziani non rifiutano a priori nessuna interpretazione, nonostante le contraddizioni: essi accettarono e assorbirono tutte le versioni codificate, cosicché la religione fu il risultato cumulativo di aggiunte e assimilazioni.
La prima a comparire fu la teologia eliopolitana (Iunu), a Nord del Cairo. La teologia menfita fu codificata durante la XIX Dinastia. La teologia tebana (odierna Luxor) si sviluppò durante il Nuovo Regno, fino a diventare la teologia predominante, facente capo ad Amon.
La cosmogonia fu il punto di partenza ed in ogni versione vi fu un Creatore che generò l’ordine dal caos.
Eliopoli (Iunu), Ra e l’Enneade
All’inizio vi era il caos primordiale, Nun, le cui acque erano ferme, silenziose e oscure. Quando l’annuale piena si ritirava, i cumuli di terra ricomparivano e rifioriva la vegetazione. Questo evento divenne la metafora della nuova vita e del rinnovamento, cosicché gli Egiziani concepirono l’inizio del mondo come l’emergere della terra dalle acque. La prima terra emersa, la “Collina primordiale”, comparve dall’acqua primordiale del Nun e da essa spuntò il loto. Il loto si chiudeva durante la notte, per riaprirsi al mattino, diventando così il simbolo della rinascita. La fioritura del loto fu convertita in mitologia: quando esso si apriva, i dio sole, Ra, sorgeva e appariva la luce.
Il sole aveva vari aspetti:
All’alba era “Khepri”;
diventava poi “Kheper”, lo scarabeo, che assume il valore di simbolo della rinascita poiché i piccoli di scarabeo uscivano da una palla di sterco, che era rotonda e quindi vista come il sole: una palla rotonda divenne il simbolo di Ra.
Allo zenith, il sole era Ra.
Al tramonto, era Atum.
Inoltre gli Egiziani avevano osservato che, al mattino, i babbuini si rivolgevano verso il sole nascente e gli si rivolgevano con le zampe alzate. Gli Egiziani pensarono che salutassero Khepri, così in geroglifico vi è un segno che mostra un uomo con le braccia alzate in preghiera, come i babbuini.
Gli antichi Egizi chiamavano il bagliore della prima luce che precede l’alba “Akhet”; questa è una parola molto interessante, che significa “orizzonte”, ma significa anche la “prima stagione dell’anno”, l’inondazione. Letteralmente Akhet significa “luogo dell’efficacia iniziale . Consideriamo il significato profondo di orizzonte”, notiamo che l’Orizzonte dell’Est, dove il sole inizia il suo viaggio diurno, era conosciuto come “il campo di Iaru”, il “luogo della purificazione”. L’Orizzonte dell’Ovest era il “Campo di Hotep”, il luogo dell’appagamento. “Hotep” significa anche “soddisfatto”, come in Amenhotep (Amon è soddisfatto). Nella Piramide vi era una camera chiamata “akhet”, da cui l’anima del defunto saliva al cielo, verso le stelle imperiture: il messaggio è quindi: resurrezione.
In un’altra versione eliopolitana il dio creatore era Atum, lo spirito senza forma che creò se stesso dal nulla e poi creò la prima coppia di fratelli, Shu (il secco) e Tefnut (l’umidità), che a loro volta diedero origine a Geb (la terra) e Nut (il cielo).
Da essi originarono Osiride, Iside, Nephty e Seth: nasce così la prima famiglia di divinità, l’Enneade.
L’altro aspetto fondamentale della religione egizia è il ruolo di Osiride come dio della morte nell’Eternità, che permette agli Egiziani di riconoscere un aldilà quasi fisico. Non è solo la promessa della vita eterna che rende la religione osiriaca così avvincente, ma anche il richiamo alle relazioni fra queste famiglie e le loro storie, che pongono la religione su un piano umano.
Da Osiride e Nephty (moglie di Seth) nasce Anubi, il dio della mummificazione e il supervisore nella cerimonia della pesatura del cuore alla corte di Osiride.
Ermopoli (Khemennu): l’Ogdoade e Thot (Djehuty)
Ad Ermopoli in pantheon consisteva di 8 divinità: l’Ogdoade. Esse rappresentavano i quattro princìpi primordiali, espressi come dualità maschio - femmina.
Nun era l’acqua primordiale a cui si aggiungono:Huh (Heh), l’infinito (letteralmente “milioni”); Kuk, l’oscurità o assenza di luce e Amon, unito a Ra.
Prima della creazione, questi princìpi erano assopiti nel vuoto infinito e oscuro, per cui era necessaria una forza che li risvegliasse. Amon, il primo motore, che mescolò le acque e prevalse sull’oscurità e l’infinito.
Ad Ermopoli vi erano altre 3 versioni della creazione:
il fiore di loto si aprì e uscì Ra, il divino fanciullo.
il silenzio del cosmo venne interrotto quando una grande oca celeste depose un uovo sulla collina primordiale; all’interno dell’uovo vi era l’”uccello della luce”, Ra, che creò il mondo.
L’uovo fu deposto da un ibis (jabiru), che divenne Thot, che ruppe il silenzio del caos con la sua divina parola.
Menfi (Men-nefer, Hut-ka-Ptah)
La cosmogonia menfita era fondata sulla dualità: i princìpi duali di Potenza e Realizzazione, chiamati “Sia” e “Hu”.
Sia era la percezione divina o intelligenza, potenza non ancora realizzata.
Hu era la divina parola, il potere del comando, il principio attivo che rimuoveva il caos. Semplificando, Sia era la mente o il cuore e Hu la lingua.
Il dio creatore a Menfi era Ptah, che creò l’universo con il suono della sua voce; gli altri dei erano visti come manifestazioni di Ptah.
Ptah creò anche l’ordine etico, cioè era il dio della verità (il vero di voce = maa kheru), da cui deriva il concetto di Maat.
Tebe (Uaset, Iunu Shema)
A Tebe, divenuta capitale del Nuovo Regno e centro religioso principale dell’Egitto, tutte le teologie vengono amalgamate, con Amon che diventa il dio principale.
Amon era un dio locale, a partire dalla XII Dinastia e, a partire dalla XVIII Dinastia, divenne il dio nazionale dell’Egitto, nella forma di Amon - Ra.
Tebe era anche chiamata “Iunu Shema”, l’Iunu del Sud.
Punti in comune tra le Cosmogonie
prima della creazione vi era il caos e l’universo si basava sull’oscurità e il silenzio.
La dualità dei 2 princìpi porta ad una nuova realtà: in Eliopoli questi princìpi erano espressi in termini di riproduzione sessuale; in Ermopoli vi erano 4 princìpi astratti, accoppiati, che aspettavano di prendere forma; in menfi la voce divina del dio realizza la potenza della divina intelligenza.
In tutte e quattro le cosmogonie si ritrova un primo motore: Atum (colui che creò se stesso) a Eliopoli; Amon (l’invisibile) o Thot a Ermopoli; Ptah a menfi e Amon - Ra a Tebe.
Tutti questi dei creatori rappresentavano l’ordine e il potere sulle forze naturali (acqua, luce, terra e aria), sotto il comando della parola divina. La parola aveva un potere magico, da cui deriva la scrittura: “medu netjer”, la parola del dio, data all’umanità da Thot per permettere agli uomini di comunicare con gli dei.
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EgiTToPhiLo/a
Suddito
02/05/2012 12:03
 
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Complimenti Wotan! Queste tue esposizioni sono davvero ben scritte e sono davvero molto utili per chiarire la conplessa teologia egizia. Grazie per farcene partecipi.
02/05/2012 13:25
 
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Complimenti, Guido!
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EgiTToPhiLo/a
Artista del Re
02/05/2012 16:44
 
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Grazie Guido, davvero bello... Complimenti!!!
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