Secondo la leggenda Osiride era il primogenito di quattro fratelli, due maschi (Osiride e Seth) e due femmine (Iside e Nefti). Essi vissero alla fine dell’Era degli dèi, quel lungo periodo d’oro per l’Egitto, durante il quale regnarono direttamente gli dèi: Atum, Shu e Tefnut, Geb e Nut. La successione di varie coppie di divinità vuole, a mio parere, simboleggiare almeno tre fasi di questa lunga Era. A un periodo iniziale identificato dal dio Atum, seguì il periodo identificato da Shu e Tefnut e quindi quello identificato da Geb e Nut. Questi periodi furono forse definiti da tremende catastrofi, che impropriamente vengono chiamate “diluvi”, ma che in realtà videro un rapido sollevamento dei mari, tremendi tsunami che investirono tutte le regioni della Terra, forti terremoti e un’intensa attività vulcanica. Secondo alcune osservazioni geologiche, queste catastrofi sono inquadrabili intorno al 12000, 9500 e 6000 a.C.
La catastrofe del 6000 a.C. portò le acque dei mari a raggiungere un livello medio di poco inferiore a quello attuale e vide la distruzione di tutti gli insediamenti costieri. La vita sulla Terra rischiò di essere distrutta per sempre.
Gli Egizi, che come tutti i popoli antichi, parlavano in termini di mito, hanno associato questo evento catastrofico con la maledizione di Shu verso i figli amanti. Nut, il cielo, si era abbassata per copulare con Geb, la Terra, ma Shu separò i due amanti e li maledì. Nut non sarebbe stata in grado di generare un figlio in nessun giorno dell’anno, e l’Era degli dèi avrebbe avuto fine.
L’accoppiamento di Cielo e Terra è una chiara descrizione di una continua e violenta perturbazione meteorologica. Le nubi del cielo si erano abbassate, così da coprire la Terra e il diluvio aveva messo in pericolo l’intera umanità.
Il dio Creatore non era però d’accordo su questa fine drammatica e inviò il dio della scienza e della magia, Thoth a sfidare la Luna nel gioco dei dadi.
La posta fu evidentemente un qualcosa di celeste, minuti di durata della rivoluzione della Terra intorno al Sole.
Thoth vinse alla luna un totale in minuti pari a 5 giorni, portando così la durata dell’anno terrestre a 365 giorni.
Gli Egizi ci hanno detto in pratica che il “diluvio” del 6000 a.C. fu determinato da qualcosa di cosmico, forse la caduta sulla Terra di grosso meteorite o una grande cometa. La Terra cambiò leggermente orbita e l’anno si incrementò di cinque giorni, passando da 360 a 365.
Questo evento consentì il superamento della maledizione di Shu, la nascita di nuovi dèi. Nut generò nei cinque giorni aggiuntivi cinque figli, dei quali i primi quattro furono: Osiride, Seth, Iside, Nefti.
La vita sulla Terra non sarebbe stata tranquilla per molto tempo. Dopo circa 500 anni si verificò una nuova catastrofe, più tremenda della precedente. Il livello medio dei mari superò quello attuale di molti metri. Nel Mediterraneo il sollevamento fu forse ancora maggiore, a causa della penetrazione delle onde di tsunami dall’Atlantico. La spinta delle acque determinò la rottura della diga di terra, che separava il Mediterraneo dal Mar Nero, allora un lago alimentato dai grandi fiumi dell’Europa sud-orientale. Le regioni costiere del Mar Nero furono allagate, ma stessa sorte toccò alle regioni costiere del Mediterraneo. In Egitto il Delta fu completamente allagato.
La forte piovosità legata alla catastrofe dovette aumentare di molto la portata del Nilo e possiamo immaginare che l’intero Egitto si trovò per lungo tempo completamente sommerso dalle acque del mare e del fiume.
La civiltà si salvò su una decina di colline, sulle quali i sacerdoti costituirono dei Centri Sacerdotale, in cui si tennero vive le tradizioni e la cultura egizia.
Dopo molto tempo il Mediterraneo iniziò una lenta regressione. Le piogge diminuirono e il Nilo riprese il suo regime naturale, fatto di piene estive e conseguenti allagamenti limitati nel tempo.
La civiltà egizia poteva rinascere, ma la rinascita avvenne prima nell’Alto e Medio Egitto, mentre il Delta, la terra sacra a Osiride, continuò a essere allagato. Dopo un nuovo lungo periodo, si ebbe il prosciugamento del Delta o meglio l’emersione di un nuovo Delta, con coste molto più arretrate di prima.
Questa catastrofe fu tramandata ai posteri col mito di Osiride.
Osiride che rappresentava l’Egitto, il Delta e la Valle del Nilo, fu ucciso dai sicari del fratello, Seth.
L’uccisione avvenne per annegamento (metafora del diluvio e dell’allagamento dell’Egitto).
Il corpo fu cercato da Iside e Nefti, ma Seth decise di suddividere il corpo in 14 pezzi e di nasconderli in varie parti dell’Egitto. E’ chiaramente il tentativo di tener viva la civiltà egizia, con la formazione di 14 Centri Sacerdotale su altrettante colline (Abydos, Kom Ombo, Dendera, Giza, ecc.).
La regressione miracolosa delle acque fu descritta nel mito come nascita miracolosa di un figlio di Iside, ingravidata dalla mummia di Osiride, formata dopo aver cercato e raccolto i pezzi di Osiride.
Per indicare che bisognava intendere la rinascita dell’Egitto e non la nascita di un figlio in carne e ossa, il mito ci dice che l’accoppiamento fra la maga Iside e la mummia di Osiride avvenne senza che la mummia avesse il suo organo genitale, in quanto non era stato trovato.
La rinascita dell’Egitto andava però descritta secondo le sue fasi storiche. I sacerdoti arricchirono così il mito parlando del dominio di Seth, fintanto che il figlio di Iside e Osiride, Horus, non fu adulto e in grado di rivendicare il trono (metafora del lento prosciugarsi del Delta (Horus) rispetto all’Alto e Medio Egitto (Seth). Dopo il prosciugamento iniziale del Delta, Horus accampò i suoi diritti di successione. Gli dèi decisero così di dividere l’Egitto in due regioni, quella meridionale e il Delta, rispettivamente sotto il potere di Seth e Horus.
Infine, le acque si ritirarono completamente e l’Egitto fu di nuovo unito geograficamente. Il mito non poteva che assegnare la successione di Osiride al “figlio” Horus, divinità destinata a contrassegnare tutti i sovrani del futuro Egitto dinastico.