antonio crasto, 21/12/2008 10.30:
Una pratica diffusa nella cultura egizia, almeno dal Nuovo Regno, era quella dell’oracolo.
Credo che l'epoca di riferimento possa ritenersi sintomatica e il fatto citato possa essere evocato a conferma di un momento di cambiamenti, soprattutto a favore della casta sacerdotale.
E' noto infatti che il clero acquisì un certo potere proprio durante la XVIII dinastia, potere che gli permise di arrogarsi certi diritti. Penso quindi si possa affermare che le pratiche oracolari ebbero un maggior sviluppo a quell'epoca proprio perchè fino ad allora i sacerdoti avevano avuto una sfera d'azione più ristretta.
Un altro fatto che, probabilmente, portò all'episodio della riforma Amarniana. Non è, del resto, difficile intuire quale potere decisionale raggiunsero i sacerdoti all'interno del Regno potendo addirittura avvalersi del giudizio del dio. Giudizio certamente manipolato a loro favore.
Un'autorità che inevitabilmente dovette entrare in conflitto con quella del Re.
.Bata., 23/12/2008 8.48:
Come ricorda Pizia ai templi potevano accedere solo gli iniziati e non il popolo.
Questo è vero, ma solo in parte.
Ci sono riscontri che riguardano la XVIII e la XIX dinastia, a proposito dell'esistenza di aree templari in cui l'accesso era ammesso anche al popolo, proprio per poter ricorrere all'interrogazione dell'oracolo.
In questa fase, furono istituiti addirittura degli "intermediari" oracolari, ovvero delle statue riproducenti defunti divinizzati che fungevano da tramite tra il popolo e il dio, quando quest'ultimo non era accessibile direttamente. Esse venivano precisamente collocate nei recinti del Tempio, affinchè chi ne avesse necessità potesse accedervi e formulare direttamente le proprie richieste (riscontri effettivi si hanno nel tempio di Karnak; si tratta di rilievi risalenti all'epoca di Ramessse II che mostrano chiaramente che il popolo, o una piccola rappresentanza di esso, avesse accesso a quell'area templare).
Uno di questi "intermediari" fu anche Amenhotep, figlio di Hapu.
Non solo defunti divinizzati, ma alcuni sovrani, divenuti assai popolari per gesta specifiche, furono elevati alla posizione di "intermediari" oracolari, affinchè potessero, con la loro benevolenza, mediare tra il popolo e il dio supremo. Un esempio riguarda Amenhotep I e gli abitanti del villaggio di Deir el Medina.