In un discutibile articolo dal titolo La cronologia egiziana in rapporto con quella biblica (reperibile anche in versione inglese e di cui abbiamo parlato ”male” nel topic di archeoastronomia sul papiro Ebers) il Prof. Ferdinando Catalano ricorda che circa 125 anni fa, J. Mathieu, in un saggio sulla civiltà egiziana, confrontò la lunghissima cronologia riferita alla storico Manetone e quella biblica, concludendo che, esisteva un deciso contrasto fra l’inizio della I dinastia nel 4.845 a.C. (?) e il Diluvio di Noè nel 2.619 a.C. Secondo il Mathieu, l’evidente non distruzione totale della civiltà egizia durante l’età dinastica, doveva autorizzare a ritenere il racconto biblico del Diluvio Universale privo di consistenza e quindi da assimilare a un favola!
Il Prof. Catalano, seguendo la linea di molti sostenitori della veridicità del testo biblico, cerca di ribaltare la situazione. Egli asserisce che la cronologia egizia ha avuto varie interpretazioni e che non esistono valide prove del fatto che l’età dinastica abbia preceduto il Diluvio Universale, da lui posto nel 2370 a.C.
Egli non spiega la data né la correzione rispetto a quella presentata dal Mathieu. Si limita a sostenere che i versetti biblici sono estremamente precisi e dettagliati per cui, a suo modo di vedere, non possono essere messi in discussione.
Per sostenere questa sua posizione egli attacca tutte le prove scientifiche finora presentate:
1. non considera valido il metodo di datazione assoluta al C-14, non entra nel merito delle datazioni assolute calibrate o non calibrate, ma semplicemente non le considera;
2. sostiene che la bontà della datazione è fortemente condizionata dai reperti scelti e dal trattamento dei risultati, ma non considera per esempio che le due recenti campagne al C-14, relative ai monumenti egizi dell’Antico e Medio Regno, hanno fornito datazioni assolute basate su un numero elevato di campioni per cui ha senso considerare un’analisi statistica dei risultati (vedi articolo sul mio sito);
3. ritiene che il metodo di datazione assoluta basato sullo spostamento del capodanno del calendario civile egizio rispetto alla ciclicità della levata eliaca della stella Sirio, possa essere invalidato da uno o più aggiustamenti del calendario civile egizio;
4. ritiene completamente non attendibile la cronologia assoluta di Manetone pervenutaci tramite i referenti Africano e Eusebio.
Catalano asserisce che la civiltà egizia non può essere vissuta a cavallo del Diluvio di Noè, in quanto sarebbe assurdo credere che tale civiltà, inghiottita dalle acque, si sia successivamente ricostituita dopo quella catastrofe, quasi senza soluzione di continuità.
A una imprecisione della cronologia egiziana, contrappone una supposta incredibile precisione della Bibbia:
(Genesi 7:11)
“il seicentesimo anno della vita di Noè, nel secondo mese, il diciasettesimo giorno del mese, in quel giorno tutte le sorgenti delle vaste acque dell’abisso si ruppero e le cateratte dei cieli si aprirono...”
E’ evidente che questo articolo, oltre ad essere infarcito di errori gravi e macroscopici, è scritto con la penna del fanatismo religioso. Il professore fa un sermone ai suoi sostenitori, un discorso politico-religioso.
Sono ormai 2300 anni che i religiosi Ebrei e Cristiani attaccano la cronologia di Manetone, in quanto la lunghissima civiltà egizia farebbe ombra alla veridicità della Bibbia.
Tutto nasce da contestabili interpretazioni del testo.
Non mi risulta che siano state scritte delle date, ma solamente delle durate di vita dei patriarchi, sulle quali può essere ricostruita una certa cronologia relativa.
Sommando queste durate si arriva a definire tre grandi periodi:
- dalla creazione al diluvio;
- dal diluvio alla nascita di Abramo;
- da Abramo a Giacobbe in Egitto.
I testi biblici discordano in alcuni valori a seconda si consideri il testo Masoretico, quello dei LXX o quello Samaritano, per cui rispettivamente si ha:
- primo periodo di 1656, 2242 o 1307 anni;
- secondo periodo di 290, 1070 o 940 anni;
- terzo periodo di 290 anni per tutte le versioni.
Gli anni che si vuol far figurare, erroneamente e forse in malafede, nella Bibbia nascono da certe differenti tradizioni. La fine del terzo periodo è, per esempio, considerata dagli Ebrei nel 1525 a.C., che, in base alle durate dei tre periodi nel testo Masoretico, porta a definire la creazione di Abramo nel 3761 a.C., il diluvio nel 2105 a.C., la nascita di Abramo nel 1815 a.C. e ovviamente l’ingresso di Giacobbe in Egitto nel 1525 a.C.
Per inciso il 3761 a.C. è la data dalla quale decorre il calendario degli Ebrei (2007+3761).
E’ dunque evidente che le date proposte da Mathieu e da Catalano nascono da una differente datazione della migrazione in Egitto o della nascita di Abramo.