Newton, gennaio 2007: "Zahi Hawass, l'ultimo faraone"

"E' autore di alcune delle più importanti scoperte archeologiche, dalla Valle delle mummie d'oro alle camere segrete della Piramide di Cheope, è convinto di avere individuato la mummia di Nefertiti e la tomba di Cleopatra. Ecco chi è l'uomo che tiene sotto controllo tutte le antichità egiziane e che vuole riportare a casa il Papiro di Torino, la Stele di Rosetta e altri pezzi sparsi per il mondo."

Questa è l'introduzione fatta da Patrizia Giongo al suo articolo/intervista a Zahi Hawass e, fin qui, nulla, o quasi, da ridire....
L'articolo poi prosegue con una "panoramica" della vita di Zahi, fin dagli albori quando, intrapreso gli studi giuridici, si rese poi conto che non era quella la via che voleva seguire.
Paragonato prima ad un Alto Dignitario Egizio, poi, come spesso già letto, ad un Faraone, Hawass viene presentato come autorevole, autoritario, energico, indubbiamente carismatico e così sicuro di sè da sfiorare l'arroganza. Un ritratto che gli calza alla perfezione.
Una breve carrellata sulle scoperte che il Segretario dello SCA confida di portare a termine nei prossimi anni e poi ha inizio un'intervista che intende offrire un ritratto del protagonista e si sofferma su quelli che sono i progetti imminenti a cui Hawass si dedicherà: le ipotetiche stanze segrete ancora celate nella Piramide di Khufu, i prossimi lavori che ripartiranno nella Valle dei Re a cominciare dal tunnel rinvenuto nella tomba di Seti I, la possibile ubicazione della tomba di Cleopatra.
Ma ecco che entrando nel vivo dell'intervista non si può non restare perplessi. E' Zahi a parlare, o almeno così la redattrice vuol farci credere, ma bastano poche righe per intuire che è evidente una certa "manipolazione" di un testo reperito chissà dove in lingua originale e davvero malamente interpretato, oltremodo mal tradotto e che non tralascia certo di notare inoltre l'assoluta mancanza di padronanza dell'argomento di chi lo ha trattato, che pare abbia proceduto tagliando e cucendo insieme parti prelevate di qua e di là, senza alcuna verifica.

Ricordo che sto parlando di Newton. Un mensile che sulla testata reca la frase "uno scienziato per amico"; una rivista che si definisce "di scienza e cultura", nel cui editoriale mensile, scritto come si conviene dal Direttore, si legge una affatto velata condanna a tutto ciò che rientra nell'ambito dell'astrologia, volendo così difendere a spada tratta tutto ciò che, per contro, è scienza e conoscenza.
Con una premessa così, col nome che la stessa rivista si è fatta nel corso di anni di pubblicazione, il minimo che ci si possa attendere è che la sua redazione sia composta da persone competenti e preparate nella materia che intendono (o devono) affrontare.
Ma tutto ciò viene presto disilluso, quanto, mentre leggo le risposte fornite da Zahi, mi trovo affermazioni quali:

"In effetti il turismo di massa è nemico dell'archeologia. Stiamo creando un sistema di chiusura a rotazione dei siti. Per esempio, nei periodi più frequentati nella sola tomba di Nefertiti passano dai 5mila ai 10mila visitatori al giorno....."

oppure ancora:

"E poi ci sono anche ritrovamenti incomprensibili come il cuscino trovato sotto il capo della mummia numero 6 trovata in una parte della tomba di Tutankhamon...."

Ordunque, chi segue le notizie riguardanti gli scavi si rende immediatamente conto del "fritto misto" presentato in tavola. La KV63 è divenuta un'estensione della tomba di Tut e il termine "sarcofago" è sinonimo di "mummia" (errore peraltro ripetuto più volte nel medesimo articolo....). Chi del resto non ha potuto ammirare la splendida mummia con la testa adagiata sul cuscino all'apertura del sarcofago n.6???!!!! Chi glielo spiega ora che all'epoca usavano i poggiatesta?
E c'è un'altra cosa che ci è sfuggita, gentili lettori: oltre al fatto che la suddetta mummia potrebbe essere quella di Nefertiti, nel settimo sarcofago, quello più piccino, è stata ritrovata la mummia di una bambina, con ogni probabilità una delle 6 figlie di Akhenaton e Nefertiti, morta in tenera età!!!

Letto ciò, spacciato per dichiarazioni di Zahi, che se solo conoscesse bene la nostra lingua resterebbe inorridito nel prenderne atto, non posso certo stupirmi quando leggendo i riquadri "esplicativi" mi trovo al cospetto di ironia alla spicciola alla stregua di:

"Di certo la maledizione del faraone, legata alle morti misteriose degli scopritori della sua tomba (si riferisce naturalmente a Tutankhamon) nel 1922, sembra continuare: l'apparecchio per la TAC non funzionò per alcune ore. Colpa del fungo velenoso trovato dopo 3000 anni nella tomba e probabile causa dei decessi?"

o ancora, come didascalia che accompagna l'immagine della statua a fior di loto che raffigura Tut bambino (quella ritrovata nella sua tomba), sotto la didascalia che tratta della ricostruzione del volto del Re, l'autrice scrive:

"Nella pagina a fianco, la ricostruzione del volto di Tutakhamon...."


Credo di aver riportato quanto basta, ma si potrebbe ancora continuare. Esterrefatta... sconcertata oserei dire, mi fermo qui. Nel farlo chiudo ricordandovi che questa, Signori cari, è SCIENZA, CULTURA E CONOSCENZA nel III millennio e che persone come noi, che dedicano anni alla materia, vengono ritenute "impreparate" perchè non posseggono un pezzo di carta che gli offre il titolo di "dottore"....

E ancor mi chiedo: e poi ci soffermiamo a discutere sui contenuti dei romanzi???!!!