Ciao, allora di seguito posterò la parte di un articolo che ho tradotto qualche tempo fa riguardante sempre le lamine d'oro scomparse. Come ho già scritto in precedenza si parla dei materiali che erano custoditi con grande segretezza al Museo di Monaco. La direttrice del Museo, quando la presenza di quei materiali divenne di dominio pubblico dichiarò che sulle lamine d'oro c'era un nome che avrebbe sorpreso tutti e che avrebbe scritto un articolo al proposito. Che io sappia (ma potrei benissimo sbagliarmi) questo scritto o non è mai stato pubblicato o non ha creato chissà quale scalpore. In ogni caso il nome indicato sarebbe stato nientemeno che quello di Smenkhkara. A mio avviso siamo alle solite (ma sono passati più di dieci anni da quei fatti, è bene ricordarlo) e io non credo assolutamente che vi fosse scritto "Smenkhkara", bensì "Ankhkheperura" ed è una distinzione assolutamente fondamentale. E qui mi fermo per evitare di innescare la solita discussione su chi fosse veramente quel faraone.
Di seguito l'articolo tradotto che spero possa essere per chi non lo conosca interessante.
LA CASSA MANCANTE DEL FERETRO A MONACO E I FOGLI
DI LAMINA D'ORO AL CAIRO
"Dennis C. Forbes, editore di KMT, ha avuto miglior fortuna di altri investigatori nel rintracciare alcuni dei tesori scomparsi della KV 55. Per Forbes, la pista iniziò in qualche momento del 1999 i lettori di KMT scrissero al giornale per avere delucidazione sulle notizie che circolavano in internet riguardo la cassa del feretro della KV 55. Essendo in effetti un termine improprio, la cosiddetta “cassa” riferita su internet è di fatto una collezione di intarsi in pasta vitrea e pietre semipreziose che un tempo decoravano la cassa di legno del feretro. Questi, assieme alle spesse cornici di lamina d’oro cloisonné con le quali erano assemblate nello stile definito rishi (a piume) e in una banda di iscrizioni situate lungo il bordo del feretro, fanno parte di ciò che è rimasto della cassa poiché il legno dove erano inserite si è completamente disintegrato. Gli elementi della cassa erano stati inviati da Davis al Museo del Cairo assieme al resto del feretro e altri oggetti della KV 55, e Gaston Maspero dischiarò nel 1915 nella sua Guide du Visiteur au Musée du Caire (Cairo 1915, p. 407) che il coperchio della bara era stato restaurato (da M. Reseigno e Carlo Oropesa, che stavano completando il lavoro iniziato da Daressy tre anni prima. Vedi Martha Bell in JARCE 27 [1990], 99, n. 10, 12.). Non so se all’epoca furono fatti piani per restaurare anche la cassa, ma poiché il coperchio fu terminato nel 1915, il commento di Maspero che il restauro di Oropesa era ancora “in corso” è interessante, e potrebbe indicare che fosse anche in programma un tentativo per restaurare la cassa. Nel 1931, quando Rex Engelbach condusse uno studio dettagliato del feretro (vedi ASAE 31 [1931], 98 segg.) non fu possibile rintracciare alcuni degli elementi della cassa. Ricerche successive effettuate al Museo del Cairo non portarono ad alcun risultato ed essi furono alla fine classificati come andati perduti o rubati, e di collocazione ignota.
Le voci che circolavano su internet nel 1999 indicavano che la cassa del feretro era finalmente stata localizzata, presumibilmente in un museo europeo. Forbes (su KMT [10: 3], 2, 18-19) confermò queste voci e pubblicò alcune foto a colori degli elementi della cassa, che erano stati ricostruiti su una forma di plexiglass in guisa di bara. Essi sono (2005) attualmente nella collezione del Museo Statale di Arte Egiziana a Monaco in Germania. I dettagli di come essi raggiunsero questo museo restano un mistero per il pubblico generico. Il portavoce del museo Dr. Sylvia Schoske, in un’intervista concessa alla BBC il 13 luglio 1999, ipotizzò che gli elementi del feretro erano probabilmente stati asportati dal Museo del Cairo in qualche momento subito dopo la Prima Guerra Mondiale. Nel suo articolo su KMT, Forbes scrisse che essi erano “in ultima analisi stati acquistati da un collezionista” prima di giungere in possesso del Museo di Monaco in circostanze che non sono ancora pienamente state chiarite. Forbes scrisse anche che “diversi noti egittologi” avevano dichiarato non ufficialmente di aver visto gli elementi del feretro, o foto di esso, e riportò che il cartiglio di Smenkhkara appariva su una banda di geroglifici presente sul fondo della cassa restaurata. Tuttavia, Forbes riportò inoltre che la Dr. Schoske negava l’esistenza di questo cartiglio ma confermava che alcuni dei titoli che apparivano nelle iscrizioni esistenti “avrebbero sorpreso molti egittologi”.
Nel corso di una recente visita al Museo del Cairo, Forbes stesso ebbe una piacevole sorpresa (descritta in KMT [12: 1], 2-3.). Il direttore generale emerito del museo Dr. Mohamed Saleh, gli mostrò un Registro Temporaneo nel quale appariva una immissione che accennava qualcosa sugli elementi della cassa del feretro. Una registrazione non firmata, datata 2 dicembre 1915, recitava che il legno della cassa era “troppo decomposto per salvarlo” proseguendo che i restanti elementi (descritti come un ‘lavoro di oreficeria, di pietre e pasta vitrea ….. mosaico) erano stati deposti in due scatole in una camera alle spalle dell’ufficio di Maspero. (Vedi anche Geoffrey Martin in BdE 97 [1985], 119, n. 52, e Martha R. Bell in JARCE 27 [1990], 99, n. 11, dove viene citato anche questo Registro Temporaneo). La registrazione prova che questi elementi della cassa si trovavano al Museo del Cairo almeno fino all’inizio di dicembre del 1915.
Esiste, tuttavia, ragione di credere che il lasso di tempo della scomparsa degli oggetti descritti e datati 2 dicembre 1915 sul Registro Temporaneo può essere ridotto ulteriormente. Una storia affascinante sui movimenti degli oggetti della KV 55 all’interno del Museo del Cairo può essere ricavata dalle note a piè di pagina nel lavoro di Martha Bell JARCE 27. La Bell cita (in JARCE 27 [1990], 99, n. 11) una immissione nel Registro Temporaneo il 2/12/15/2 (leggi, 2 dicembre 1915 oggetto lotto 2) che combacia con quella mostrata a Dennis Forbes da Saleh. I contenuti di queste registrazioni sono stati brevemente citati nel paragrafo precedente, e molto probabilmente descrivono alcuni degli elementi della cassa che è oggi a Monaco. Bell dichiara (ancora nella nota a piè di pagina 11, p. 99 del suo scritto) che gli oggetti designati Temp. Reg. N° 2/12/15/2 furono poi combinati con altri oggetti della KV 55 che erano stati inseriti nelle Registro Temporaneo numero 5/11/27/16. Questi due lotti di oggetti, ora combinati, furono assegnati al coperchio del feretro col numero JdE 39627. La Bell indica che il JdE 39627 fu inserito con un numero del Registro Speciale negli anni 1960 (SR 7784), e descritto all’epoca come “Lamine d’oro dal sarcofago di Smenkh-Ka-Ra. Alcuni iscritti e alcuni con intarsi vitrei”; “Lamina d’Oro”; “Peso 920 grammi”. (L’utilizzo da lei effettuato di sigle separate di quotazione possono indicare che ogni annotazione era stata scritta da mani diverse, forse perché tre persone diverse avevano esaminato gli oggetti ed ognuna aveva aggiunto qualcosa alla descrizione.) Questi devono essere stati gli oggetti in origine indicati nel Registro Temporaneo N° 5/11/27/16, quelli combinati con il Registro Temporaneo N° 2/12/15/2 e poi aggiunti al JdE 39627. Se il Registro Temporaneo N° 2/12/15/2 rappresenta gli oggetti ora a Monaco (e Dennis Forbes ritiene che lo sia – vedi KMT [12: 1], 3, para. 1), poi che questi particolari oggetti non avrebbero potuto lasciare il Museo del Cairo prima che la data indicata sul Registro Temporaneo fosse combinata con quella del 5/11/27/16, che riporta 5 novembre 1927, oggetto lotto 16. E questo avvenne solo quattro anni prima che Engelbach scoprisse che gli elementi della cassa del feretro mancavano."