Egittophilìa Forum dedicato all'antico Egitto e all'Egittologia. Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.

KV55: gli oggetti iscritti

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    Claudio.Busi
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    EgiTToPhiLo/a
    Suddito
    00 24/02/2014 00:14
    Ciao, allora di seguito posterò la parte di un articolo che ho tradotto qualche tempo fa riguardante sempre le lamine d'oro scomparse. Come ho già scritto in precedenza si parla dei materiali che erano custoditi con grande segretezza al Museo di Monaco. La direttrice del Museo, quando la presenza di quei materiali divenne di dominio pubblico dichiarò che sulle lamine d'oro c'era un nome che avrebbe sorpreso tutti e che avrebbe scritto un articolo al proposito. Che io sappia (ma potrei benissimo sbagliarmi) questo scritto o non è mai stato pubblicato o non ha creato chissà quale scalpore. In ogni caso il nome indicato sarebbe stato nientemeno che quello di Smenkhkara. A mio avviso siamo alle solite (ma sono passati più di dieci anni da quei fatti, è bene ricordarlo) e io non credo assolutamente che vi fosse scritto "Smenkhkara", bensì "Ankhkheperura" ed è una distinzione assolutamente fondamentale. E qui mi fermo per evitare di innescare la solita discussione su chi fosse veramente quel faraone.
    Di seguito l'articolo tradotto che spero possa essere per chi non lo conosca interessante.


    LA CASSA MANCANTE DEL FERETRO A MONACO E I FOGLI
    DI LAMINA D'ORO AL CAIRO

    "Dennis C. Forbes, editore di KMT, ha avuto miglior fortuna di altri investigatori nel rintracciare alcuni dei tesori scomparsi della KV 55. Per Forbes, la pista iniziò in qualche momento del 1999 i lettori di KMT scrissero al giornale per avere delucidazione sulle notizie che circolavano in internet riguardo la cassa del feretro della KV 55. Essendo in effetti un termine improprio, la cosiddetta “cassa” riferita su internet è di fatto una collezione di intarsi in pasta vitrea e pietre semipreziose che un tempo decoravano la cassa di legno del feretro. Questi, assieme alle spesse cornici di lamina d’oro cloisonné con le quali erano assemblate nello stile definito rishi (a piume) e in una banda di iscrizioni situate lungo il bordo del feretro, fanno parte di ciò che è rimasto della cassa poiché il legno dove erano inserite si è completamente disintegrato. Gli elementi della cassa erano stati inviati da Davis al Museo del Cairo assieme al resto del feretro e altri oggetti della KV 55, e Gaston Maspero dischiarò nel 1915 nella sua Guide du Visiteur au Musée du Caire (Cairo 1915, p. 407) che il coperchio della bara era stato restaurato (da M. Reseigno e Carlo Oropesa, che stavano completando il lavoro iniziato da Daressy tre anni prima. Vedi Martha Bell in JARCE 27 [1990], 99, n. 10, 12.). Non so se all’epoca furono fatti piani per restaurare anche la cassa, ma poiché il coperchio fu terminato nel 1915, il commento di Maspero che il restauro di Oropesa era ancora “in corso” è interessante, e potrebbe indicare che fosse anche in programma un tentativo per restaurare la cassa. Nel 1931, quando Rex Engelbach condusse uno studio dettagliato del feretro (vedi ASAE 31 [1931], 98 segg.) non fu possibile rintracciare alcuni degli elementi della cassa. Ricerche successive effettuate al Museo del Cairo non portarono ad alcun risultato ed essi furono alla fine classificati come andati perduti o rubati, e di collocazione ignota.
    Le voci che circolavano su internet nel 1999 indicavano che la cassa del feretro era finalmente stata localizzata, presumibilmente in un museo europeo. Forbes (su KMT [10: 3], 2, 18-19) confermò queste voci e pubblicò alcune foto a colori degli elementi della cassa, che erano stati ricostruiti su una forma di plexiglass in guisa di bara. Essi sono (2005) attualmente nella collezione del Museo Statale di Arte Egiziana a Monaco in Germania. I dettagli di come essi raggiunsero questo museo restano un mistero per il pubblico generico. Il portavoce del museo Dr. Sylvia Schoske, in un’intervista concessa alla BBC il 13 luglio 1999, ipotizzò che gli elementi del feretro erano probabilmente stati asportati dal Museo del Cairo in qualche momento subito dopo la Prima Guerra Mondiale. Nel suo articolo su KMT, Forbes scrisse che essi erano “in ultima analisi stati acquistati da un collezionista” prima di giungere in possesso del Museo di Monaco in circostanze che non sono ancora pienamente state chiarite. Forbes scrisse anche che “diversi noti egittologi” avevano dichiarato non ufficialmente di aver visto gli elementi del feretro, o foto di esso, e riportò che il cartiglio di Smenkhkara appariva su una banda di geroglifici presente sul fondo della cassa restaurata. Tuttavia, Forbes riportò inoltre che la Dr. Schoske negava l’esistenza di questo cartiglio ma confermava che alcuni dei titoli che apparivano nelle iscrizioni esistenti “avrebbero sorpreso molti egittologi”.
    Nel corso di una recente visita al Museo del Cairo, Forbes stesso ebbe una piacevole sorpresa (descritta in KMT [12: 1], 2-3.). Il direttore generale emerito del museo Dr. Mohamed Saleh, gli mostrò un Registro Temporaneo nel quale appariva una immissione che accennava qualcosa sugli elementi della cassa del feretro. Una registrazione non firmata, datata 2 dicembre 1915, recitava che il legno della cassa era “troppo decomposto per salvarlo” proseguendo che i restanti elementi (descritti come un ‘lavoro di oreficeria, di pietre e pasta vitrea ….. mosaico) erano stati deposti in due scatole in una camera alle spalle dell’ufficio di Maspero. (Vedi anche Geoffrey Martin in BdE 97 [1985], 119, n. 52, e Martha R. Bell in JARCE 27 [1990], 99, n. 11, dove viene citato anche questo Registro Temporaneo). La registrazione prova che questi elementi della cassa si trovavano al Museo del Cairo almeno fino all’inizio di dicembre del 1915.
    Esiste, tuttavia, ragione di credere che il lasso di tempo della scomparsa degli oggetti descritti e datati 2 dicembre 1915 sul Registro Temporaneo può essere ridotto ulteriormente. Una storia affascinante sui movimenti degli oggetti della KV 55 all’interno del Museo del Cairo può essere ricavata dalle note a piè di pagina nel lavoro di Martha Bell JARCE 27. La Bell cita (in JARCE 27 [1990], 99, n. 11) una immissione nel Registro Temporaneo il 2/12/15/2 (leggi, 2 dicembre 1915 oggetto lotto 2) che combacia con quella mostrata a Dennis Forbes da Saleh. I contenuti di queste registrazioni sono stati brevemente citati nel paragrafo precedente, e molto probabilmente descrivono alcuni degli elementi della cassa che è oggi a Monaco. Bell dichiara (ancora nella nota a piè di pagina 11, p. 99 del suo scritto) che gli oggetti designati Temp. Reg. N° 2/12/15/2 furono poi combinati con altri oggetti della KV 55 che erano stati inseriti nelle Registro Temporaneo numero 5/11/27/16. Questi due lotti di oggetti, ora combinati, furono assegnati al coperchio del feretro col numero JdE 39627. La Bell indica che il JdE 39627 fu inserito con un numero del Registro Speciale negli anni 1960 (SR 7784), e descritto all’epoca come “Lamine d’oro dal sarcofago di Smenkh-Ka-Ra. Alcuni iscritti e alcuni con intarsi vitrei”; “Lamina d’Oro”; “Peso 920 grammi”. (L’utilizzo da lei effettuato di sigle separate di quotazione possono indicare che ogni annotazione era stata scritta da mani diverse, forse perché tre persone diverse avevano esaminato gli oggetti ed ognuna aveva aggiunto qualcosa alla descrizione.) Questi devono essere stati gli oggetti in origine indicati nel Registro Temporaneo N° 5/11/27/16, quelli combinati con il Registro Temporaneo N° 2/12/15/2 e poi aggiunti al JdE 39627. Se il Registro Temporaneo N° 2/12/15/2 rappresenta gli oggetti ora a Monaco (e Dennis Forbes ritiene che lo sia – vedi KMT [12: 1], 3, para. 1), poi che questi particolari oggetti non avrebbero potuto lasciare il Museo del Cairo prima che la data indicata sul Registro Temporaneo fosse combinata con quella del 5/11/27/16, che riporta 5 novembre 1927, oggetto lotto 16. E questo avvenne solo quattro anni prima che Engelbach scoprisse che gli elementi della cassa del feretro mancavano.
    "
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    -francis-
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    - Waenra,
    MerytWaenRa, Semenet -
    00 24/02/2014 12:03
    Intanto ti ringrazio per l'articolo. Lo leggerò con molta calma.
    Però, se posso dire una mia impressione, solo mia, il nome di Smenkhkara mi ha sempre lasciata perplessa. Sensazioni, che ovviamente non fanno testo.
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    nectanebo
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    EgiTToPhiLo/a
    Scriba
    Maestro degli Scribi
    00 04/03/2014 21:28
    E’ sempre un piacere leggere Claudio, che ringrazio. I suoi interventi rendono questa discussione veramente interessante, ricca di nuovi spunti e molto completa.

    Si prendono qui, a seguire in esame, i mattoni magici e i tenoni in bronzo.
    La traduzione dal geroglifico di due mattoni e la traslitterazione è tratta dall’ intervento di "Frankh", postato in una discussione di alcuni anni fa, riguardano i mattoni nord e sud, rinvenuti in relativo buono stato e impaginati nello standard riga per riga.
    Per quello est e ovest ( molto più deteriorati), sono mie le parti tradotte ricavate dal testo del Daressy.
    Ogni mattone sarà preceduto dalla descrizione data dal Davis e tradotta in ITA. A cura di Claudio Busi.
    Le foto sono tratte dal libro del Davis: Tomb of Tiye

    I mattoni magici.

    Mattone settentrionale
    Lunghezza cm -18, larghezza cm 10, spessore cm 0,45
    Si presenta completo con l’eccezione del frammento mancante ad una estremità (Tav. XXII-Davis). E’ composto di fango (argilla) del Nilo seccata al sole, la superficie risulta trattata con fine argilla grigiastra, più chiara di quella che compone il mattone.
    All’ inizio sono presenti cinque righe orizzontali di testo geroglifico rituale, tracciate con pigmento nero e successivamente incise. Dietro questo testo è possibile vedere l’incavo
    che alloggiava la base di una statuetta di legno, simile ad una trovata nella tomba di Tuya (pag. 29, tav. 22), mentre sul davanti è presente il foro lasciato da un picchetto (piolo).






    Mattone Meridionale
    Lunghezza cm 20.5, larghezza cm 9.5, spessore cm 4.
    Appare quasi intatto (Tav XXII-Davis), ed è stato realizzato come il mattone precedente.
    Presenta iscrizioni in sette righe di geroglifici. La fine della prima riga è coperta da un grumo di sostanza bituminosa, e l’intera parte superiore del mattone è stata cosparsa di qualche sostanza liquida. Al centro dello spazio fra l’inizio del testo e la fine del mattone è visibile, inserito nel mattone stesso, un ramoscello carbonizzato.
    Per questo è possibile che un piccolo frammento di legno fosse stato cosparso di bitume e poi acceso. Sono incline a credere che dopo la cerimonia funebre, questa torcia fosse stata sostituita da una lucerna (lampada) finta. Nella tomba fu trovato un oggetto dalla forma
    tronco conica con un’altezza di cm 4, un diametro di cm 6.5 sul lato superiore e di cm 3 in quello inferiore, realizzato in ceramica invetriata verde e con un foro al centro della parte superiore. (Tav. III, fig. 1). L’oggetto poteva raffigurare un modello di vaso, usato come lampada [gerogl.] con la fiamma rappresentata dal ramoscello che ora è andato distrutto, il quale sarebbe stato posizionato sul mattone in conformità
    del rituale prescritto.






    Mattone occidentale
    Lunghezza cm 9, larghezza cm 9.5, spessore cm 3.
    I due ultimi mattoni sono meno spessi del primo, e sono anche in cattive
    condizioni di conservazione. Sul mattone ad ovest vi sono cinque righe
    tracciate longitudinalmente in scrittura ieratica ; la metà sinistra di questo oggetto, sul quale doveva esserci il simbolo Djed, è andata perduta. Nessuna immagine, è disponibile solo una parziale stesura del testo in formato geroglifico.




    Mattone orientale
    Di questo mattone è rimasta solo una porzione di cm 11 x 9, con uno
    spessore di cm 2.6, il testo riporta solo qualche simbolo ieratico: …..


    TENONI IN BRONZO

    Quattro congiunzioni mediante tenoni sono stati trovati fra i detriti,
    e servivano ad assicurare la chiusura del coperchio del sarcofago.
    Hanno una forma imperfetta rettangolare, con angoli arrotondati, dello spessore didi 6 / 7 millimetri. Le loro dimensioni, in lunghezza e larghezza sono:

    A. – H = cm 23 x cm 6,8;
    B. – H= cm 21 x cm 6,5;
    C. – H= cm 23 x cm 7;
    D. – H= cm 22,5 x cm 7.
    La parte superiore del secondo tenone è stata completamente troncata.
    E’ stato tagliato orizzontalmente nel senso della larghezza del metallo da ceselli, e poi strappato via lateralmente. (PL XXIII. - Davis).
    La metà superiore dei tenoni era inserito nel legno del cofano, e fissato da un piolo di bronzo di cm 3,8 in lunghezza.
    La metà inferiore del tenone penetra per una profondità di cm 11,5
    nella cavità ricavata nello spessore del bordo del sarcofago.
    Su ognuno dei tenoni, c'è una iscrizione verticale, indicante
    il nome ed il titolo della Regina Tiyi






    Dopo questi inserimenti, rimane da postare la parte più controversa degli oggetti della tomba, su cui si sono adottate le misure più “distruttive” da parte degli scavatori.
    Parlo del Sacrario (Shrine), di cui rimangono solo due tavole parzialmente dorate.
    Con le immagini che ho potuto reperire e lavorando (come al solito) di fantasia, ho cercato di ricrearne la posizione.
    Sarà inserito il testo completo, che evidenzierà come ci siano discordanze tra le immagini dei disegni e il testo rilevato dal Daressy durante lo scavo.
    Spero che Claudio Busi intervenga, magari per contraddire la mia idea sulla posizione dei Reperti.

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    Hotepibre
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    Tempio di Thot

    00 05/03/2014 09:28
    Effettivamente, come rilevato da Nec, questa discussione (come peraltro quella relativa alla KV62) si sta arricchendo sempre di più grazie agli interventi puntuali dello stesso Nec, per quanto riguarda i testi, e di altri utenti per le "notizie" di contorno che danno una nuova luce "monografica" a questa sfortunata e "misteriosa" tomba.
    Per chi fosse interessato, la discussione sui "mattoni magici" cui fa riferimento Nec si trova QUI! Mattoni Magici KV55.

    AVVERTENZA: visto l'interesse suscitato dalla KV55 ed il lavorone che Nectanebo sta preparando per proseguire in qeusta esclusiva monografia, ho "normalizzato" i titoli delle discussioni che ad essa fanno riferimento. Se fate una ricerca in Egittophilia con KV55, o con KV 55 troverete tutti i collegamenti [SM=x822713] .
    Buona Lettura!

    Per scrupolo più che per altro, rammento che tutti i testi prodotti e pubblicati in Egittophilia e, più in generale, in FreeForumZone, sono di esclusiva proprietà dei rispettivi autori e NON possono perciò essere copiati, o ceduti ad altri, o tradotti e pubblicati in altre lingue, o altrimenti utilizzati, a qualsiasi titolo se non previa specifica ed esplicita autorizzazione del/degli autore/i e del/degli Admin del forum ospitante.
    [Modificato da Hotepibre 05/03/2014 20:17]
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    Claudio.Busi
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    EgiTToPhiLo/a
    Suddito
    00 07/03/2014 12:47
    Bravo Nec! Ottimo lavoro!

    A presto, Claudio.
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    Hotepibre
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    00 07/03/2014 13:39
    Come preannunciato, per non "appesantire" questa discussione, ma in ogni caso in naturale sua prosecuzione, Nectanebo ha aperto un nuovo 3D incentrato sullo "scrigno" che veromilmente conteneva il sarcofago della KV55 alla stessa stregua di quanto rilevato nella tomba di Tutankhamon.
    Questa discussione, perciò, prosegue...

    [SM=g999105]


    Buona lettura [SM=g999103]
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    -francis-
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    - Waenra,
    MerytWaenRa, Semenet -
    00 08/03/2014 11:08
    Reeves in "Valley of the king..." a pag. 57 scrive: "Per l'osiride, il re Neferkheperura-Waenra, giustificato...".
    Purtroppo la Busi non tratta approfonditamente la questione dei mattoni magici, ma se è vero che c'era scritto Waenra mi sembra che sia incontestabile la presenza di Akhenaten.
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    nectanebo
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    EgiTToPhiLo/a
    Scriba
    Maestro degli Scribi
    00 08/03/2014 13:33
    ....ma se è vero che c'era scritto Waenra...

    Sui mattoni Nord e sud c'è effettivamente scritto
    Neferkheperura-Waenra, rilevabile nei due cartigli.

    C'è una omissione nella traslitterazione sia mia che di "Frankh".

    La traslitterazione corretta è: nfr xprw ra - wa n ra.

    Il nome più completo compare anche sul sacrario in questa stesura:



    e se ne riparlerà nell'apposito post.

    Ripeto il link al nuovo post [Hotepibre]

    [SM=g999105]
    [Modificato da Hotepibre 08/03/2014 19:59]
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    nectanebo
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    EgiTToPhiLo/a
    Scriba
    Maestro degli Scribi
    00 08/03/2014 21:05
    Ho trovato in rete questo testo, in cui si citano impronte di sigilli.
    Non viene indicato su che parti, o in che posizione si trovino.
    Su tutto ciò che ho letto su questa tomba, non si cita mai questo particolare.
    Questo è il testo tradotto dall’ inglese:

    Numerose impronte di sigilli di argilla sono stati trovati in KV55, cinque dei quali portavano il prenome di Tutankhamon (cf. Ayrton,ToQT, 10 , DRN, 44., n 160, e pl . II, n. 8, 10, 12-14. ). Reeves e Aldred, presuppongono che queste impronte del sigillo indicano che Tutankhamon, in qualche momento durante la sua breve permanenza sul trono, aveva impiegato KV 55 come una "cache" per la sepoltura di alcuni dei suoi parenti.

    Immagini dell’impronta (a me, incomprensibile !)



    Qualcuno sa qualcosa in merito ???
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    Claudio.Busi
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    EgiTToPhiLo/a
    Suddito
    00 09/03/2014 10:10
    Si tratta dei sigilli di chiusura di scatole o vasellami vari per le offerte. Erano frammentati e sparsi fra lo scheggiame sotto la bara e dietro alle tavole di legno del sacello appoggiate a una parete della tomba. Alcuni portavano il nome di Tutankhamon, altri quelli di Amenhotep III.
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