Egittophilìa Forum dedicato all'antico Egitto e all'Egittologia. Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.

La donna egizia nel periodo romano

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    Ikumi.91
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    EgiTToPhiLo/a
    Suddito
    00 05/09/2013 14:07
    (mi scuso in anticipo se non è la sezione giusta)
    Salve, questa è la mia prima domanda che voglio porvi. Una cosa che mi sono sempre chiesta!
    Come sappiamo con l'arrivo dei Tolomei in Egitto le condizioni della donna sono rimaste invariate, ma con l'arrivo dei Romani?
    Non ne so molto di questo periodo (anche mi viene un po' di malinconia nel pensarci), quindi chiedo a voi, che siete sicuramente più esperti di me.
    Le uniche cose che so è il riguardo il "forzato" cambio di calendario e altre cose, ma sulla condizione della donna proprio non saprei D:
    Grazie in anticipo! [SM=x822725]
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    -Kiya-
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    Sacerdotessa
    di ATON
    Thiatj

    - ḥtm mr r ry.t '3.t
    wts rn n ՚ḫ n itn,
    S3t n m3't -
    00 05/09/2013 16:23
    All'epoca in cui l'Egitto divenne dominio di Roma, l'emancipazione femminile aveva cominciato a prender piede anche nell'Impero.
    Non se ne può certamente parlare a 360° gradi, ma possiamo affermare che le donne appartenenti alle classi romane più abbienti godevano di una certa libertà (sociale, politica e sessuale anche). Le donne meno agiate potevano cercarsi un lavoro (sarta, copista, persino medico se avevano avuto la fortuna di godere di una formazione scolastica), ma se per certi versi questo può essere interpretato come segno di emancipazione, per altri poteva essere invece segno di una estrema necessità. A tal pro, occorre ricordare che secondo i Romani era indegno anche per un uomo essere costretto a lavorare per necessità....
    Questa graduale transizione probabilmentee permise di guardare alla condizione sociale della donna Egizia con occhi diversi, ragion per cui propendo per ritenere che le locali mantennero tutti i loro privilegi. Mi riferisco essenzialmente delle donne greche naturalizzate in Egitto e alla loro progenie, tenuto conto che l'Amministrazione Romana si staibilì ad Alessandria. Dubito fortemente che i funzionari Romani e le loro matrone vennero mai in contatto con le classi più povere, dove si contava il maggior numero di autoctoni.
    A testimonianza dei privilegi mantenuti dalle donne del tempo in campo sociale, politico e religioso abbiamo prove documentali - comprese iscrizioni tombali - che narrano di matrimoni interrotti per scelta della parte femminile, ricorso ad aborti, di adulteri e di donne culturalmente e intellettualmente preparate. Non ultimo, fece la sua parte anche il culto delle divinità femminili, estesosi prepotentemente oltre i confini dell'Egitto, a dare uno slancio di tutto rispetto all'emancipazione della donna romana all'interno dei confini dell'Impero.

    Personalmente credo che sia corretto parlare di un processo lento e difficile, soprattutto non omogeneo. Del resto questo vale anche per l'Egitto Dinastico, fino alla conquista Persiana, quando molti degli indubbi privilegi della donna Egizia erano vanto per una cerchia ristretta della popolazione femminile. Essenzialmente prerogativa della nobiltà. Pensiamo all'istruzione, ad esempio, o alla possibilità di accedere a cariche sacerdotali.

    In ogni caso ad ogni tempo i suoi malanni, oserei dire.... la ragione per cui non possiamo ritenere l'emancipazione femminile un processo organico ed omogeneo sta nei riscontri storici, nelle storie di donne perseguitate e uccise a causa delle loro conoscenze e della loro cultura e non solo nel passato più remoto. Fenomeno, questo, sicuramente accentuatosi con l'avvento e l'espansione del Cristianesimo, tacciato ripetute volte - e non a caso - di misoginia.
    Un nome per tutte? Ipazia, sulla quale ti invito ad approfondire qui: Ipazia di Alessandria
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    Ikumi.91
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    EgiTToPhiLo/a
    Suddito
    00 05/09/2013 20:46
    Grazie mille per la risposta! Non sapevo che grazie ad esso anche le donne romane avessero avuto più emancipazione!


    Personalmente credo che sia corretto parlare di un processo lento e difficile, soprattutto non omogeneo. Del resto questo vale anche per l'Egitto Dinastico, fino alla conquista Persiana, quando molti degli indubbi privilegi della donna Egizia erano vanto per una cerchia ristretta della popolazione femminile. Essenzialmente prerogativa della nobiltà. Pensiamo all'istruzione, ad esempio, o alla possibilità di accedere a cariche sacerdotali.


    Questo è vero, però se non sbaglio avevano avuto anche altre cariche, ho letto da qualche parte che alcune potevano anche diventare comandante di qualche nave (non dico certo quelli a scopo militare, s'intende. Credo di riferisse a quelle più semplici. E alcune potevano diventare anche commercianti. Ma questo non è il topic giusto, missà.)

    Grazie per il link, ora me lo vado a leggere c: !
    Su Ipazia ho visto il film Agorà, mi è piaciuto, anche se, dato che sono una nostalgica delle epoche faraoniche, mi stava venendo molta malinconia. Non solo per Ipazia, ma come era cambiato il popolo egizio e il resto
    [Modificato da Ikumi.91 05/09/2013 20:56]