Visita al Museo Archeologico di Bologna, 9 Ottobre 2011

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ubnimira
00domenica 30 ottobre 2011 17:51
Non sapendo dove inserire questa discussione, la metto qui! In fin dei conti è un viaggio per reperti egizi, quindi potrebbe andar bene!!!


Bologna! Dopo aver visto praticamente tutte le sezioni egizie dei musei d’Italia (no, non è vero!! Mancano all’appello le romane!), decido di visitare quelle del capoluogo emiliano.
Come andare? Macchina o treno? Mmm, opto per il treno. Almeno mi siedo e leggo un po’, penso.
Vediam un po’! Cosa? Come? Ma….ma ….andata e ritorno da Torino mi costa più che andare e tornare da Londra in aereo, ed a capodanno!!! Viva le ferrovie!!!
Sdegno!! Ed allora? Oooh, guarda!! Una coppia di amici deve recarsi a Bologna. Bene, uniamoci e via, sfruttando le autostrade italiane!!
Arriva il 9 ottobre. Passo da Carmelinda ed Antonio, portiam le due gemelline Alice e Chiara (le due angiolette, come le chiamo io) dalla nonna, lasciam lì le diavolette (come le chiama la mamma!!!) e via, rotta verso Bologna.
Si giunge colà per pranzo. Dopo aver parcheggiato l’auto (ribattezzata “la spugna” per quanta benzina ha bevuto!), ecco un rapido giro per il centro della città felsinea.
Vista della torre degli asinelli, della piazza Maggiore, del duomo. Tutto molto bello. Bologna vale la pena di esser visitata. Di fianco alla cattedrale, ecco il museo archeologico. Sono quasi le 13. Ho un’ora, poi tocca alla commissione degli amici dotati di gemelli!
Bene, si entra al museo. Cioè, entro io, i due piccioncini preferiscon farsi un giro per la città!
Il museo consta di più sezioni, dalla preistoria bolognese, sin a tempi più recenti. Notevole, anzi, straordinaria la sezione etrusca (io nasco studiando etruscologia, in realtà).
Comunque, mi fiondo subito nel sotterraneo, dove han messo i reperti egizi.
Come Milano, anche qui la collezione è disposta su un’unica grande sala. L’unica differenza è un corridoietto a metà.
Da notare come non sia disposta per ordine cronologico: si parte subito dalle cinque stele prelevate dalla tomba di Horemheb a Saqqara, databili quindi al Nuovo Regno. Io ci sono andato proprio per vedere queste stele, tenuto conto che ne avevo appena visitato la tomba. Questo sovrano, qui ancora generale, si fece costruire ben tre tombe (una a Tell El Amarna, una a Saqqara e l’ultima, utilizzata questa, nella Valle dei Re: questa è una delle poche che non ho ancora visto, ma confido di vederla presto, inchallah!!!). Dopo aver ammirato e fotografato queste stele, passo alla sezione successiva.
Anche qui ci son rilievi parietali provenienti da Saqqara, sempre dall’area a sud-est della piramide di Unis. Databili anch’esse al Nuovo Regno. Anche qui, foto di rito, tutte rigorosamente senza flash!! Anche se, al solito, c’è chi fa lo gnorri!! Ma….. non sapevo, non ho visto cartelli !! Tutte scuse che sento sempre quando faccio qualche custodia a Torino!! Addirittura, e purtroppo non disponevo di un machete, una signora ha pensato bene di toccare col dito un’acconciatura raffigurata in una delle stele di Horemheb!
A questo punto alla nostra sinistra, su un monitor, è proiettato un filmato nel quale vengono ricollocate al loro posto le stele di Horemheb, con l’aggiunta delle altre sparse pei musei del mondo. Mi ci soffermo un attimo, poi proseguo.
Ecco che mi appaiono ora reperti dell’Antico Regno, con subito una meravigliosa stele a falsa porta (questa di Sameri), di provenienza probabilmente Saqqariana. In effetti lo stile è proprio di quelle della necropoli di Saqqara. La didascalia la data alla fine delle V dinastia. In questa sezione fa bella mostra di sé una statua in calcare di un personaggio seduto, purtroppo anepigrafe. La provenienza è Giza, ed è databile alla IV dinastia.
Dopo due vetrinette contenenti vasi databili all’Antico Regno, dinanzi a me si profila un sarcofago del Medio Regno. Il proprietario è Irinimenpu. Ai lati le classiche formule d’offerta funeraria. La decorazione è a facciata di palazzo, riprendendo motivi architettonici propri dell’Antico Regno.
A questo punto, in una vetrina posta di fianco al sarcofago, si possono ammirare alcune stele, provenienti tutte da Abido e databili al medio Regno. Sono tutte di pregevolissima fattura.
Sempre nella vetrina contenente le stele vi sono alcune statuette lignee, databili al Medio Regno. Una, molto bella, raffigura un frammento di un rematore, ed è l’unica di questo tipo esposta in museo.
Ecco che dinanzi al visitatore appare un altro sarcofago, analogo al precedente, ma databile alla XVII dinastia. E’ questo il sarcofago ligneo di Ibi. Sarcofago molto bello, con le offerte funerarie molto ben dipinte.
Ed ecco ora pararsi dinnanzi a noi un faraone!! Il primo del museo!! (Horemheb qui è ancora generale!!). Col dovuto rispetto accogliamo Neferhoteb I, ankh ugia seneb!! Si tratta di un faraone della XIII dinastia. Sotto il suo regno il Basso Egitto cadde per la prima volta sotto il controllo degli Hyksos. La statua probabilmente proviene dal Fayyum.
Volgendo lo sguardo, ecco stele, vasi e statuette databili al Nuovo Regno.
Molto bello un gruppo scultoreo di famiglia, proveniente da Tebe e databile al Nuovo Regno. Sono raffigurati lo “scultore di Amon” Mainekhet, la moglie (purtroppo erasa) Ameneminet, i figli Thutmosis e Pachedu e la figlia Nehuttaneb. E’ menzionato, ma non raffigurato, un quarto figlio, Kheref.
Possiamo ora ammirare resti di un piccolo obelisco di età ramesside, una bella cista con vasi canopi, altre statuette e stele tutte databili al Nuovo Regno.
Ed ora, il Napoleone d’Egitto! Ecco una testa in diorite del faraone Thutmosi III, ankh ugia seneb. La testa è di poco inferiore alle dimensioni naturali.
Si possono ancora ammirare numerosi ushabti, tra cui uno di Sethi I, ankh ugia seneb, in legno, proveniente dalla sua tomba, nella Valle dei Re. (Tomba che sono finalmente riuscito a vedere l’anno scorso!!).
Interessante, tra gli ushabti, uno doppio, diciamo matrimoniale. Appartenne a Ramseshesu, ed è databile al Nuovo Regno.
Molto belle anche le statuette di divinità. A me piace particolarmente Bes, e qui se ne vedono parecchie.
Particolarmente bella, anche se di epoca tolemaica, una statuetta del dio Horo, sotto forma di falco. La scultura parrebbe essere però incompiuta.
Interessante, verso la fine della sala, un sarcofago, databile alla XXV-XXVI dinastia, della figlia di un sacerdote di Amon e Montu a Tebe. All’interno è raffigurata una dea Nut, di grande eleganza.
Infine ecco un bellissimo rilievo in diorite di Nectanebo I, ankh ugia seneb. In origine apparteneva al tempio di Amon ad Heliopolis. In questo rilievo il faraone compie offerte a diversi demoni-guardiani.
Infine, ultima sezione, il corridoietto al centro della sala. E’ questa la sezione dedicata alla scrittura ed alle statuette di divinità (un po’ come le sale V e VIII al museo di Torino).
Presenti alcuni documenti amministrativi, in ieratico ed alcuni passi di libri funerari (libro dei morti e dell’Amduat). In particolare molto ben rappresentata la scena del capitolo XVII del libro dei morti.
Infine, a conclusione della visita, un intero corredo funerario con oggetti di varia provenienza, databile alla XXVI dinastia. Sarcofagi e mummia presenti sono di Usai, figlio di Nekhet, vissuto a Tebe.
Terminata la sezione egizia, son salito di corsa a vedere le altre sezioni. Rapida occhiata, ma la parte etrusca mi è sembrata favolosa!!
La sezione egizia è sicuramente molto interessante, anche se totalmente priva di reperti proto e pre dinastici.

Alessandro Rolle (ubnimira in community)
emilioraffaele
00martedì 1 novembre 2011 07:36
Grazie della visita, sembrava di esserci. A proposito ho trovato questo video che rende ancora più realistico il tuo racconto. Pazientate all'inizio:

http://www.youtube.com/watch?v=cnGQNFRY7Q8
-Kiya-
00domenica 6 novembre 2011 16:35
Grazie per il tuo contributo, ubnimira!
Avevo letto che il Museo Archeologico di Bologna possedesse circa 4.000 reperti Egizi, risalenti ad ogni periodo storico, quindi quando mi hai riferito che tutta la Collezione si trova esposta in un unico grande salone, ne sono rimasta stupita.
Dopo aver letto il tuo appassionante resoconto, ho indagato ulteriormente, scoprendo che circa la metà degli oggetti corrispondono ad amuleti. Ecco dunque spiegato il dilemma: i 4.000 reperti effettivamente ci sono, ma sono di dimensioni tali da non esigere grandi spazi espositivi. [SM=g999103]



pizia.
00lunedì 7 novembre 2011 09:02
[SM=x822728] 4000 reperti??? davvero non credevo [SM=x822718] be' non male...
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