Traduzione Italiano-Geroglifico

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ACUSinpw
00venerdì 7 maggio 2010 12:20
Ok.. so che è una richiesta bizzarra... ma ormai vi sarete abituati, e se avete seguito altre mie richieste negli ultimi tempi, capirete anche per cosa mi serve: ovvero per il film-documentario di mio fratello. Premetto che tutti gli interventi che fin'ora avete fatto per aiutarmi (che sono stati utilissimi, dal primo all'ultimo) mi concedono di inserire (se volete) i vostri nomi fra i "credits" finali del film e ovviamente anche egittophilia avrà il suo nome all'interno dei credits.

Ora passo alla richiesta, forse la più assurda... ma spero che persone come Frankh (o Kiya... ) che sanno a un livello migliore del mio la lingua medio egiziana, possano aiutarmi in questo, ovvero tradurre dall'italiano al geroglifico questo dialogo (lasciando perdere ovviamente Vittoria e Telemaco).

Io ho appena speso mezzora solo per tradurre la prima frase (e probabilmente ho anche sbagliato.. ma al corso non ho affrontato i verbi finiti.. quindi mi trovo un po' in impaccio a passare da un capitolo all'altro del grandet senza averlo studiato sistematicamente in quelle parti... quel che ho tirato fuori è "jw=f ms=j Tn")

T”Dove mi porti?” (in egizio)
SEM”Io sono il Sem, ti conosco da quando sei qui, fra noi dei bastioni di Vittoria.”(in egizio)
T.”Ho capito la vostra lingua e conosco ogni centimetro di questa terra. Ho imparato a sentire il ghiaccio del tempo in congedo e il calore del vostro giorno.” (In Egizio)
S.”Non hai imparato niente, Telemaco. Vieni con me” (In Egizio)
Ricorda; sento e comprendo anche l’eco delle tue idee..non avere paura. Leggi qui..(In Egizio)

-Kiya-
00venerdì 7 maggio 2010 13:31
personalmente ti aiuterei volentieri, ma non ritengo di essere ancora all'altezza. Certo FraAnkh è la persona più indicata e mi renderò utile segnalandogli questa tua richiesta via mail personale, in serata ;)

Per contro ho accolto con grande entusiasmo la richiesta che mi hai inoltrato in forma personale, alla quale mi dedicherò non appena il lavoro mi concederà un po' di respiro. Già domani, direi :) :) :)
ACUSinpw
00venerdì 7 maggio 2010 14:23
Grazie, Kiya! Lo apprezzo molto!
RAMSY
00venerdì 7 maggio 2010 20:01
Re:
ACUSinpw, 07/05/2010 12.20:

. Ho imparato a sentire il ghiaccio del tempo in congedo e il calore del vostro giorno.”




Non trovo mai il tempo per scrivervi perchè sono pieno di lavoro [SM=g1619689] (e meno male.... [SM=x822706] ) ma la curiosità è troppa..... Gli egizi conoscevano il ghiaccio? Ma come lo creavano e come lo conservavano?
Non ne avevo mai sentito parlare e ho paura di fare la notte in bianco a pensarci [SM=g1361799]
Scusate l'intrusione, ora torno al lavoro
[SM=g999100] Ciops! [SM=g999100]
Merytaton62
00venerdì 7 maggio 2010 20:53
Bella domanda!Tra l'altro, tempo fa, fra i commenti (negativi)al romanzo "Nefertiti" di Drake qualcuno ha fatto notare che un egizio non poteva avere cognizione di cosa fosse la neve...

Sinceramente non mi ero mai soffermata a riflettere su questo argomento. Non mi risulta che quello egizio fosse un popolo di viaggiatori, però mi pare di aver letto da qualche parte che il lapislazzuli veniva importato dall'Afghanistan...e per giungere in Afghanistan bisogna attraversare l'iran, dove in inverno nevica abbondantemente. Anche in molte zone della Turchia la temperatura può scendere sotto lo zero.
Forse nelle epoche più remote non conoscevano il ghiaccio nè la neve, ma quando sono venuti in contatto con gli Ittiti e gli abitanti dell'altopiano iranico se ne sono fatti un'idea... [SM=x822741]

E' solo una mia ipotesi: potrebbe benissimo essere fantastoria... [SM=x822706]
ACUSinpw
00venerdì 7 maggio 2010 22:01
Sul "percorso" dei lapislazzuli ho riportato qualcosa dalla conferenza del dottor peyronel nella mia area monografica... Dacci un occhio se ti interessa la questione. Per il ghiaccio: avete ragione. Lo renderò noto a mio fratello, mi era sfuggito.
-Kiya-
00venerdì 7 maggio 2010 22:29
In merito al ghiaccio, riporto stralcio di un articolo reperito in rete, intitolato "Seminario sulla risorsa acqua", dedicato agli studi sul congelamento di questo elemento. Un testo redatto da: Associazione Nazionale degli Insegnanti
di Scienze Naturali.


Produzione e uso del ghiaccio nell’antichità.

Il ghiaccio raccolto nelle montagne (o la neve impaccata) veniva trasportato durante l’inverno anche per lunghe distanze, e immagazzinato in sotterranei freschi e ventilati, le ghiacciaie. Era utilizzato soprattutto per raffreddare le bevande o, tritato, per fabbricare sorbetti a base di succhi di frutta. Si tratta dunque di ghiaccio formatosi naturalmente, usato (pare) dai Faraoni dell’antico Egitto, dai cinesi e da alcuni popoli della Mesopotamia. I Romani lo raccoglievano sull’Etna e sul Vesuvio, oltre che sulle Alpi, e ne facevano un uso analogo. Da alcune ricerche in rete, effettuate prevalentemente nei siti di gelaterie, emergono notizie piuttosto vaghe circa la produzione artificiale di ghiaccio nell’antichità, ed un po’ meno vaghe circa la sua conservazione. Pare che i cinesi conoscessero la proprietà della miscela ghiaccio-sale di abbassarsi molto di temperatura, per cui la conservazione dei blocchi di ghiaccio nelle ghiacciaie poteva allungarsi per tutta l’estate amministrando a dovere una superficiale “salatura”. Ma in qualche sito è riportata la notizia che in Cina, e ancor prima in Mesopotamia, era stato scoperto il modo di produrre ghiaccio. L’acqua veniva fatta bollire, quindi ancora fumante veniva portata all’interno di caverne molto fredde, dove si formava il ghiaccio. Non è chiaro se a congelare fosse il vapore condensato sulle rocce o l’acqua nei recipienti. In ogni caso il processo doveva sfruttare la sottrazione di calore per evaporazione, il che implica che in quelle caverne l’aria fosse molto asciutta oltre che parecchio fresca, per cui la temperatura di rugiada era in realtà una temperatura di brina. Anche con temperature dell’aria superiori a 0°C sarebbe stato possibile congelare i vapori d’acqua in virtù della bassissima temperatura di rugiada. Il clima asciutto dei deserti sarebbe quindi alla base della produzione di ghiaccio dall’acqua da parte di popoli mesopotamici e dell’antico Egitto.



Per la redazione del testo si è attinto dal volume:

Tom Shachtman – Zero assoluto - la conquista del freddo – Sperling & Kupfer Editori – 2001
RAMSY
00venerdì 7 maggio 2010 23:40
Re:
-Kiya-, 07/05/2010 22.29:


Produzione e uso del ghiaccio nell’antichità.

Il ghiaccio raccolto nelle montagne (o la neve impaccata) veniva trasportato durante l’inverno anche per lunghe distanze, e immagazzinato in sotterranei freschi e ventilati, le ghiacciaie. Era utilizzato soprattutto per raffreddare le bevande o, tritato, per fabbricare sorbetti a base di succhi di frutta. Si tratta dunque di ghiaccio formatosi naturalmente, usato (pare) dai Faraoni dell’antico Egitto, dai cinesi e da alcuni popoli della Mesopotamia. I Romani lo raccoglievano sull’Etna e sul Vesuvio, oltre che sulle Alpi, e ne facevano un uso analogo. Da alcune ricerche in rete, effettuate prevalentemente nei siti di gelaterie, emergono notizie piuttosto vaghe circa la produzione artificiale di ghiaccio nell’antichità, ed un po’ meno vaghe circa la sua conservazione. Pare che i cinesi conoscessero la proprietà della miscela ghiaccio-sale di abbassarsi molto di temperatura, per cui la conservazione dei blocchi di ghiaccio nelle ghiacciaie poteva allungarsi per tutta l’estate amministrando a dovere una superficiale “salatura”. Ma in qualche sito è riportata la notizia che in Cina, e ancor prima in Mesopotamia, era stato scoperto il modo di produrre ghiaccio. L’acqua veniva fatta bollire, quindi ancora fumante veniva portata all’interno di caverne molto fredde, dove si formava il ghiaccio. Non è chiaro se a congelare fosse il vapore condensato sulle rocce o l’acqua nei recipienti. In ogni caso il processo doveva sfruttare la sottrazione di calore per evaporazione, il che implica che in quelle caverne l’aria fosse molto asciutta oltre che parecchio fresca, per cui la temperatura di rugiada era in realtà una temperatura di brina. Anche con temperature dell’aria superiori a 0°C sarebbe stato possibile congelare i vapori d’acqua in virtù della bassissima temperatura di rugiada. Il clima asciutto dei deserti sarebbe quindi alla base della produzione di ghiaccio dall’acqua da parte di popoli mesopotamici e dell’antico Egitto.




A parte che se fosse vero il ghiaccio doveva essere uno dei "materiali" più costoso in assoluto, ma dire che arrivava da chissadove e chissacome per fare solo dei sorbetti non mi convince proprio....... [SM=x822751]

OK, ho capito che se voglio dormire stanotte è meglio che comincio a contare.....1 pecora.............2 pecore................3 pecore.................

-Kiya-
00sabato 8 maggio 2010 00:04
Re:


Produzione e uso del ghiaccio nell’antichità.

.... In ogni caso il processo doveva sfruttare la sottrazione di calore per evaporazione, il che implica che in quelle caverne l’aria fosse molto asciutta oltre che parecchio fresca, per cui la temperatura di rugiada era in realtà una temperatura di brina. Anche con temperature dell’aria superiori a 0°C sarebbe stato possibile congelare i vapori d’acqua in virtù della bassissima temperatura di rugiada. Il clima asciutto dei deserti sarebbe quindi alla base della produzione di ghiaccio dall’acqua da parte di popoli mesopotamici e dell’antico Egitto.



Credo che la parte più interessante sia quella che ho quotato qui sopra.
Tuttavia, non conoscendo in modo approfondito le proprietà chimico-fisiche dell'acqua, non mi è concesso di avallare o confutare la teoria espressa. Né sono in grado di confermare se un tale processo potesse rientrare nelle conoscenze dei nostri.
Occorrerebbe, in proposito, il parere di un esperto.
pizia.
00sabato 8 maggio 2010 00:12
A me questa storia del ghiaccio sembra un po' campata in aria, ho delle resistenze a credere alla produzione del ghiaccio dei cinesi oppure, come dice Ramsy, al ghiaccio egizio trasportato da chissà dove per fare i sorbetti.
Non è impossibile che qualche egizio abbia visto il ghiaccio, come osserva Merytaton, lungo i percorsi delle mercanzie, in particolare dopo l'epoca thutmoside, quando i confini dell'impero si estesero a zone in cui si trovavano neve e ghiaccio.
Sul territorio nilotico però è ragionevole pensare che il ghiaccio sa arrivato solo come una leggenda.

Secondo me: o si trovano riferimenti precisi e documentati oppure è meglio lasciar perdere e usare un altro termine, una parola più comunemente usata per descrivere quel concetto (l'opposto del "calore del vostro giorno").
Forse la parola usata per dire "freddo", in ambiente subdesertico, era già un superlativo assoluto, senza la necessità di avere parole corrispondenti anche ai nostri "gelo" e "ghiaccio".
roberta.maat
00sabato 8 maggio 2010 08:56
L'acqua contenuta in un recipiente avvolto in pezze bagnate continuamente ed esposto al vento arroventato del deserto, si raffredda incredibibilmente fino a renderla una bevanda "ghiacciata".
Questa è una affermazione che emerge dai ricordi africani di mio padre ed ha un fondamento nella legge fisica della evaporazione veloce ma non so che attinenza possa avere col vero e proprio ghiaccio.
emilioraffaele
00sabato 8 maggio 2010 13:02
Si, lo raccontava anche mio padre e mio zio, che parteciparono alla II guerra mondiale in Libia, ma era sicuramente una sensazione legata alle alte temperature del giorno. Invece la notte, nel deserto può fare veramente freddo. Proprio mio padre mi raccontò che una mattina uscì dalla tenda militare e scoprì di essere circondato dalla neve, ma non credo che fosse molta e comunque in Egitto non nevica tutte le notti.
pizia.
00domenica 9 maggio 2010 23:23
Ricordo di aver visto (non di persona, fra i dati meteo di Sky Meteo24) nel gennaio 2008, una minima notturna di 0° al Cairo, ma si trattava di un evento eccezionale.
Quest'anno per contro, è stato molto freddo in Europa Centro Settentrionale, mentre nel Mediterraneo Orientale è stato particolarmente mite.
Hotepibre
00lunedì 10 maggio 2010 01:17
...senza andar troppo lontano nel tempo (ed i maschietti del forum che hanno fatto il servizio militare ...qualche anno fa potranno darne atto), una volta le borracce militari erano in alluminio ed erano rivestite di panno. Anche in estate (e parlo per esperienza diretta) si riempivano d'acqua e si bagnava il panno; l'evaporazione dell'acqua garantiva un buon mantenimento della temperatura dell'acqua che, credetemi, anche sotto al sole non era calda (a patto, s' intende, che fosse stata fresca quando era stata messa nella borraccia).

Ancora per i meno giovani, specie se napoletani o siciliani, vorrei ricordare i "sorbetti" che si vendevano per strada. Si trattava di bidoncini di rame in cui c'era acqua e limone. Il recipiente era poi circondato da blocchi di ghiaccio. Se si chiedeva un sorbetto, il venditore faceva girare il contenitore velocemente così spruzzando acqua sulle pareti di rame. Il fatto che lo strato d'acqua fosse sottilissimo faceva sì che si ghiacciasse subito in una sorta di "neve" che veniva poi raschiata.

Quanto alla "neve" o al "ghiaccio" presso gli Antichi Egizi (sono io quello che sollevò il dubbio a proposito del "capolavoro" di drake), direi che le zone in grado di produrre neve erano così lontane che (anche usando paglia e sistemi termici vari) è decisamente impossibile che potesse arrivarne nelle zone più calde e, in ogni caso (come fatto notare) il prezzo sarebbe stato davvero spaventosamente alto.
emilioraffaele
00lunedì 10 maggio 2010 11:52
Io la mia borraccia militare ce l'ho ancora.
ACUSinpw
00sabato 22 maggio 2010 18:33
Ascolta, kiya. So di essere un assillo. Tuttavia... il tempo stringe, siamo alla scadenza della tesi di mio fratello. Io ho provato a tradurre il pezzo, ma alcune parti sono ancora un po' troppo difficili e soprattutto non so se come ho trattato le altre sia corretto. Ho "egittizzato" di più il testo, comunque.
Se ti invio in allegato il documento, lo gireresti a Frankh? Questo è quello che vorrei chiedergli

"Ciao Frankh. So che potrebbe essere un forte disturbo per te, quindi ti chiedo di dirmi subito se è un impegno che non puoi prendere. Tuttavia avrei davvero la necessità che qualcuno che ne sappia (più di me) mi aiuti con il dialogo per il film di mio fratello. Io ho provato e con il tempo (pochissimo) che mi ritrovo, questo è quello che sono riuscito a fare. Vorrei chiederti se riesci a dare una correzione a quello che ho combinato e ti sarei gratissimo se riuscissi a tradurmi le parti restanti (ancora in grassetto)... se c'è qualcosa di "troppo poco egittizzante", modificala pure nelle strutture sintattiche liberamente. L'importante è il "concetto", non la forma dell'italiano... "

Se potessi fargli avere tutto questo, mi faresti un favore immenso... [SM=x822715]
-Kiya-
00sabato 22 maggio 2010 18:52
Ho provveduto a inoltrare la tua richiesta a FrAnkh allegato compreso ;)
ACUSinpw
00domenica 23 maggio 2010 01:12
Grazie Kiya.. mi trovo proprio con l'acqua alla gola :S spero sinceramente in una risposta positiva, o a Parma in vece mia vi verrà a trovare la mia mummia!
-Kiya-
00domenica 23 maggio 2010 01:46
per il momento non ho ancora ricevuto risposta, ma sono sicura che FrAnkh non impiegherà molto a farsi vivo ;)
Qunto posso riferirti è che in questo periodo è effettivamente molto impegnato con un progetto che lo riguarda in prima persona, ma se gli sarà possibile, sicuramente non ti negherà il suo aiuto.
ACUSinpw
00lunedì 24 maggio 2010 15:27
Lo spero tanto :))
FrAnkh
00giovedì 27 maggio 2010 18:31

Ho visionato con attenzione il testo proposto. Mi spiace, ma non posso dedicarmi ad un lavoro così impegnativo. Per fare una traduzione accettabile occorre molto tempo.E adesso di tempo ne ho davvero poco, ultima causa anche problemi di famiglia.
Mi dispiace [SM=x822736]
Hatshepsut76
00giovedì 27 maggio 2010 19:33
Mi dispiace per i tuoi problemi di famiglia! Spero si risolvano presto...
FrAnkh
00venerdì 28 maggio 2010 23:31

Non sono così gravi.....è solo questione di tempo.....
-Kiya-
00sabato 29 maggio 2010 00:10
mi solleve, FrAnk... mi avevi fatto preoccupare.
Hatshepsut76
00sabato 29 maggio 2010 00:13
Re:
FrAnkh, 28/05/2010 23.31:


Non sono così gravi.....è solo questione di tempo.....



meno male...


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