Sapete già come sono fatto io: di norma non mi fido dei giudizi ‘per sentito dire’ e non mi fido nemmeno delle
mie impressioni fatte, come si dice, ‘a pelle’. Devo toccare con mano per accertarmi di come stanno effettivamente le cose, e poi, a mente serena, abbracciare un’idea piuttosto che un’altra.
Così, riguardo ad
‘Halloween nel Museo Egizio’ ho deciso di andarlo a vedere di persona per farmi in merito un’idea precisa. Ho prenotato telefonicamente (senza prenotazione non fanno entrare nessuno) e sono entrato alle 22 di ieri sera assieme ad un gruppo di bambini accompagnati dai genitori o dai nonni.
La visita presenta due situazioni, una di tipo
folkloristico e l’altra di tipo
educativo.
Cominciamo con l’aspetto
folkloristico. Era la festa di Halloween per
bambini di età scolare delle elementari e delle medie inferiori, quindi tutti i partecipanti avevano cappellacci da strega, qualcuno era con la maschera da scheletro (che poi è stata tolta). Aspettando il turno per entrare, a volte si apriva la porta del museo ed appariva una custode vestita da strega che minacciava (scherzosamente, ovviamente) i bambini. Quando sono arrivato davanti all’ingresso ed ho visto queste scene mi sono detto:
‘Povero me, che roba! E' peggio di quanto pensavo!’.
Veniamo ora all’aspetto
educativo, cioè alla spiegazione del museo ai bambini. Ebbene, questa è stata
di altissimo livello, ed è stata esposta con
chiarezza, con
grande competenza e con
un linguaggio adatto al pubblico cui si rivolgeva. La guida (evidentemente,
un egittologo) era vestita da esploratore e si è presentato come un ‘cercatore di tesori’, e il tesoro che cercava si trovava proprio nel museo, nella tomba dell’architetto Kha. Così, percorrendo le sale da quelle dell’Antico Regno, passando per lo statuario ed arrivando alle sale superiori la spiegazione è stata fatta
in modo coerente, divertente e con grande competenza. Ad esempio, all’inizio la guida ha riferito che l’architetto Kha era vissuto nel 1400 avanti Cristo. Commentando l’Antico Regno ha detto: ‘Qui siamo nel 2500 avanti Cristo, è possibile che in questa stanza ci sia il tesoro dell’architetto Kha?’ E i bambini in coro: ‘Noooo! E’ troppo lontano nel tempo!’. Nello statuario davanti alla statua di Amenofi II la guida ha osservato: ‘Questo faraone è vissuto nel 1400 avanti Cristo. Questo non vi dice niente?’ E il giovane pubblico: ‘E’ l’epoca dell’architetto Kha!’. Con questo tipo di esposizione i bambini sono stati coinvolti emotivamente nelle spiegazioni, facevano domande e rispondevano alle domande che ogni tanto la guida poneva. E mentre ‘vivevano’ il museo pure si divertivano.
La visita è durata un’ora e all’uscita ascoltavo il commento che facevano i bambini fra di loro e con i loro accompagnatori: tutti erano entusiasti di questa visita notturna al Museo Egizio.
Concludendo: a mio parere si è trattato di un metodo didattico divertente e molto istruttivo e, toccando con mano, ho coretto il mio primo giudizio che era piuttosto negativo su questa manifestazione
.