Siena, grande esposizione sulla vita oltre la morte nell'antico Egitto

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EGIZIA72
00mercoledì 6 maggio 2009 17:08
Un centinaio di oggetti provenienti dalle maggiori collezioni egiziane d’Italia e la ricostruzione parziale di una delle sepolture faraoniche più grandi della Valle dei Re sono il cuore pulsante della mostra “Tutte le anime della mummia. La vita oltre la morte ai tempi di Sety I”, promossa da Museo Civico Archeologico di Chianciano e Museo Civico Archeologico di Bologna in collaborazione con il Museo Egizio di Firenze e i Musei Vaticani grazie al contributo di Fondazione Monte dei Paschi di Siena attraverso Vernice Progetti Culturali.

Lo scopo dell’esposizione, che apre al pubblico dal 20 giugno 2009 al 6 gennaio 2010 presso il Museo Civico Archeologico di Chianciano (Siena), è quello di illustrare il rituale funerario egiziano in età ramesside, mettendo a confronto lo straordinario contesto sepolcrale del faraone Sety I (Nuovo Regno: XIX dinastia, 1290-1279 a.C.), dal quale provengono una quarantina di statuette e un rilievo riuniti per la prima volta a Chianciano, con un ideale corredo funerario di privato della stessa epoca. Oltre al corpo e alla mummia, i raffinati oggetti esposti in mostra raccontano quali “elementi incorporei” costituiscono la persona, e cioè quante sono le “anime” di un egiziano, da proteggere con cura nella tomba perché il defunto abbia una vita eterna dopo la morte.

Due eleganti vasi canopi in terracotta, uno etrusco e uno egiziano, ideali “case dell’anima”, introducono alla prima sezione espositiva, dedicata a ciò che gli Egiziani valutano indispensabile alla vita oltre la morte. Ogni egiziano deve garantire immortalità agli “elementi” che lo costituiscono: corpo, cuore, ombra, nome, Ka, Ba e Akh. La mostra dedica a ognuno di questi “elementi” una sottosezione, ricca degli oggetti del corredo funerario che hanno la funzione magica di proteggerli. Il primo tema trattato è la conservazione del corpo (khat) del defunto attraverso la mummificazione che illustrano bene una mummia donata a Bologna da Papa Lambertini, Benedetto XIV, il sarcofago della defunta Nebtaui e quattro vasi canopi con coperchi che raffigurano le teste dei figli di Horo, la testa umana di Amset, la testa di cinocefalo di Hapi, la testa di canide di Duamutef e la testa di falco. L’elemento centrale dell’individuo, sia da un punto di vista fisico che emotivo, è il cuore (ib). Sede dell’intelletto, della memoria e della sfera morale, il cuore è lasciato nel torace del defunto durante l’imbalsamazione e protetto da formule del Libro dei Morti, da amuleti, da scarabei, da pettorali, numerosi in mostra. L’ombra (shut), che gli Egiziani considerano il doppio immateriale di ogni forma e raffigurano di rado, è il collegamento ideale tra il corpoe gli elementi incorporei dell’individuo.
Il primo di questi, il nome (ren), nasce con la persona e l’accompagna oltre la morte. La trasmissione del nome, inciso o dipinto alle pareti della tomba, su sarcofago, vasi canopi, statua e statuette ushabti e molti degli oggetti del corredo funerario in mostra, è condizione fondamentale per manifestare la sopravvivenza eterna del defunto, distinguendolo da chiunque altro. Il Ba è l’elemento spirituale che corrispondente alla “personalità” dell’individuo. Ha forma di uccello a testa umana, dotato talvolta di mani e di braccia. Pur essendo un’entità spirituale, il Ba mangia, beve, parla e si muove come è ben raffigurato sulla Stele della suonatrice di Amon Takhae di Firenze in mostra. La sua possibilità di librarsi in volo, spostandosi liberamente tra il mondo dell’oltretomba e dei vivi, soddisfa il desiderio di ogni morto di ritornare alla luce del giorno. Il Ka, la forza vitale, il doppio dell’individuo, che il dio vasaio Khnum modella sul suo tornio assieme al corpo, ha bisogno di “ogni cosa pura, bella e viva”, così come della mummia e della statua da abitare dopo la morte.

La stragrande maggioranza degli oggetti inseriti nel corredo funerario sono destinati al Ka e, tra quelli in mostra, la statua dei coniugi Merimaat e Nefertari, cibi e bevande nei propri contenitori, elementi d’arredo o di uso domestico come il poggiatesta, abiti, monili e altro ancora. L’Akh, raffigurato tramite il geroglifico dell’ibis crestato e qui visibile su un amuleto del cuore, indica uno stato di esistenza spirituale, che l’individuo può raggiungere dopo la morte. Il defunto si trasfigura in Akh solo dopo avere ricevuto i rituali e le offerte funerarie adeguati oltre ad avere superato con successo tutte le prove e i pericoli del viaggio nell’aldilà. Svolgono un ruolo imprescindibile ai fini di questa trasfigurazione i testi funerari, che gli Egiziani definiscono sakhu, vale a dire “ciò che rende (una persona) akh”. Se il defunto non raggiunge lo stato di Akh a causa di una pessima condotta di vita terrena, lo attende una seconda e definitiva morte, preceduta da atroci pene e sofferenze. La prima sezione espositiva si chiude quindi con uno di questi testi funerari, il Libro dei Morti, che nasce durante il Nuovo Regno e rimane in uso fino all’Epoca Romana. Le sue formule magiche, dettate secondo gli Egiziani dal dio della scienza e della scrittura Thot, devono proteggere il defunto da ogni tipo di pericolo. Alcuni oggetti esposti riportano i capitoli più noti del Libro dei Morti: il 30B inciso sullo scarabeo del cuore, il 6 iscritto sul corpo delle statuette ushabti, il capitolo 125 dedicato alla Psicostasia o pesatura del cuore/anima, dipinto su un papiro di Firenze.

Il viaggio nella seconda sezione della mostra si svolge all’interno della tomba del faraone Sety I (King Valley 17). La cosiddetta Tomba Belzoni, dal nome del suo scopritore, deve la sua notorietà alle dimensioni eccezionali, alla pianta articolata, alla raffinata tecnica di esecuzione e alla innovativa scelta tematica delle scene scolpite a basso-rilievo e dipinte con grande ricchezza di colori su quasi tutte le sue pareti interne. Quando il padovano Giovanni Battista Belzoni vi entra nell’ottobre del 1817, capisce subito l’importanza della scoperta e, assieme al medico toscano Alessandro Ricci, decide di riprodurre le raffigurazioni parietali tramite disegni, acquerelli e calchi in cera. Questi disegni, ora conservati presso il City Museum and Art Gallery di Bristol, sono serviti per ricostruire in mostra i due ambienti più importanti della sepoltura, la camera a pilastri e l’adiacente stanza del sarcofago, che ospitano numerosi oggetti rinvenuti da Belzoni -quarantatre statuette funerarie in faïence, legno e pietra, conservate abitualmente a Bologna, Firenze e Città del Vaticano- e alcuni altri reperti recuperati in anni successivi sempre nella tomba o negli immediati dintorni -il rilievo con la dea Maat e il grande ostrakon con il ritratto di Sety I di Firenze-. La ricostruzione di queste due camere, che conclude l’itinerario espositivo, offre l’opportunità di rivivere le atmosfere ottocentesche della scoperta della tomba Belzoni, di vedere riunita una parte del suo corredo funerario con l’aggiunta di una statuetta raffigurante di Sety I e di quattro scarabei a suo nome e di immaginare gli interni di una sepoltura straordinaria chiusa ormai da tempo al grande pubblico.

La mostra, a cura di Daniela Picchi, si arricchisce di alcuni eventi collaterali destinati a pubblici differenziati per età e interessi. A partire dal 4 luglio, sempre a Chianciano, si terrà un ciclo di conferenze divulgative con noti esperti di settore. Il primo appuntamento è con lo scenografo Mauro Tinti che interverrà su “Giovan Battista Belzoni. Un Indiana Jones alla riscoperta della tomba di Sety I”. Domenica 19 luglio sarà Daniela Picchi, Conservatore della Collezione egiziana del Museo Civico Archeologico di Bologna e curatrice della mostra, ad intervenire su “Sety I e dintorni. La collezione egiziana del Museo Civico Archeologico di Bologna”. Sabato 1 agosto avrà luogo l’incontro con Maria Cristina Guidotti, Direttrice Museo Egizio di Firenze con una relazione dal titolo “Dalla Valle dei Re al Museo Egizio di Firenze: storie di viaggiatori, studiosi e archeologi”.

Domenica 22 agosto sarà Daniela Picchi, Conservatore della Collezione egiziana del Museo Civico Archeologico di Bologna e curatrice della mostra ad introdurci al tema “Ogni cosa buona, pura e ... cibi e delizie sulle sponde del Nilo”, a cui seguirà un buffet a base di birra e pietanze alla maniera egiziana a cura di Claudio Cavallotti, esperto della cucina antica. Sabato 5 settembre Francesco Tiradritti, Direttore della missione di scavo Harwa interverrà su “Tutti i colori di Tebe Ovest. Pittura e pittori al tempo dei faraoni conquistatori”, mentre sabato 3 ottobre sarà Alessia Amenta, Responsabile del Reparto di Antichità Orientali dei Musei Vaticani a illustrare “L’Egitto alla corte dei papi: nascita della collezione vaticana”. Si conclude con sabato 17 ottobre, il giornalista e scrittore Marco Zatterin interverrà sul tema “Il gigante del Nilo: Giovanni Battista Belzoni”. Per i più piccini è indetto un concorso a premi dal titolo “Tutte le anime della Mummia. La vita oltre la morte ai tempi dei faraoni” che prevede la premiazione del disegno o del modellino più creativo ispirato al rituale funerario antico egiziano con un week-end soggiorno a Bologna per la famiglia e visita alla collezione egiziana del Museo Civico Archeologico in compagnia della curatrice mostra. Un convegno scientifico dal titolo “L’egitto in Età Ramesside”, che si terrà a Chianciano nel prossimo dicembre, prevede la partecipazione dei principali studiosi italiani di Egittologia.

La mostra “Tutte le anime della mummia. La vita oltre la morte ai tempi di Sety I” è promossa da Museo Civico Archeologico di Chianciano e Museo Civico Archeologico di Bologna in collaborazione con il Museo Egizio di Firenze e i Musei Vaticani grazie al contributo di Fondazione Monte dei Paschi di Siena attraverso Vernice Progetti Culturali.

Resterà aperta presso il Museo Civico Archeologico di Chianciano (via Dante, info 0478-30471 museoetrusco@libero.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. , museo@comune.chianciano-terme.si.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ) fino al 1 novembre tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Chiuso il lunedì. Nei mesi di novembre e dicembre aperta sabato, domenica e prefestivi con orario 10-13 e 16-19. Dal 19 dicembre 2009 al 6 gennaio 2010 aperta tutti i giorni con orario 10-13 e 16-19. Lunedì chiuso. Biglietti intero: € 5,00, ridotto per minori di 18 anni e sopra i 65 anni: € 4,00, gruppi (minino 20 persone): € 2,50. Accessibile ai disabili.

(nell'immagine Ushabti di Sety I - Nuovo Regno: XIX dinastia, regno di Sety I (1290-1279 a.C.) - Faïence - Museo Civico Archeologico di Bologna, EG 2056)
www.sienafree.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2118:al-museo-archeologico-di-chianciano-la-mostra-tutte-le-anime-della-mummia&catid=157:arte-cultura-e-spettacoli&It...
-Kiya-
00mercoledì 6 maggio 2009 18:16
Indubbiamente una mostra che meriterebbe d'essere vista, ottimamente supportata anche dalle conferenze di approfondimento.

Vorrei tuttavia sottolineare che definire i canopi


ideali “case dell’anima”



non è, a mio avviso, propriamente corretto.

E' noto che secondo gli egizi, quanto di più vicino a quello che noi oggi chiamiamo "anima" risiedesse nel cuore e che lo stesso non trovasse posto nei canopi, ma fosse conservato congiuntamente al corpo, nella sua sede originale.

I canopi avevano, invece, il compito di preservare gli organi interni del defunto (stomaco, intestini, polmoni e fegato), opportunamente imbalsamati. Organi che non mi risulta abbiano mai avuto alcuna correlazione con l'"anima".
-francis-
00martedì 16 giugno 2009 15:10
Una grande mostra sull'antico Egitto, intitolata ''Tutte le anime della mummia. La vita oltre la morte ai tempi di Sety I'', a cura di Daniela Picchi, sara' inaugurata sabato 20 giugno, alle ore 12.00, nel Museo Civico Archeologico di Chianciano Terme (Siena), dove restera' aperta fino al 6 gennaio 2010. Alla cerimonia saranno presenti il sindaco di Chianciano Terme Gabriella Ferranti, Giulio Paolucci, direttore del Museo Civico Archeologico di Chianciano Terme, Cristiana Morigi Govi, direttore del Museo Civico Archeologico di Bologna, e Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena.

Cuore pulsante dell'esposizione - promossa da Museo Civico Archeologico di Chianciano Terme e Museo Civico Archeologico di Bologna in collaborazione con il Museo Egizio di Firenze e i Musei Vaticani grazie al contributo di Fondazione Monte dei Paschi di Siena attraverso Vernice Progetti Culturali - un centinaio di oggetti provenienti dalle maggiori collezioni egiziane d'Italia e la ricostruzione parziale di una delle sepolture faraoniche piu' grandi della Valle dei Re.

La mostra intende illustrare il rituale funerario egiziano in eta' ramesside, mettendo a confronto lo straordinario contesto sepolcrale del faraone Sety I (Nuovo Regno: XIX dinastia, 1290-1279 a.C.), dal quale provengono una quarantina di statuette e un rilievo riuniti per la prima volta a Chianciano, con un ideale corredo funerario di privato della stessa epoca. Oltre al corpo e alla mummia, i raffinati oggetti esposti raccontano quali ''elementi incorporei'' costituiscono la persona, e cioe' quante sono le ''anime'' di un egiziano, da proteggere con cura nella tomba perche' il defunto abbia una vita eterna dopo la morte.

www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Toscana/?id=3.0.3428415683
Hatshepsut76
00martedì 16 giugno 2009 16:39
interessante... chissà che non riesca ad andarci... sarebbe proprio interessante! [SM=g999103]
-Kiya-
00martedì 16 giugno 2009 21:31
certo che il 2009 si sta confermando davvero un anno prolifico per l'Egitto antico, in Italia!
Ne sono quasi sorpresa...
EGIZIA72
00venerdì 26 giugno 2009 14:45
Apre al pubblico la mostra “Tutte le anime della mummia. La vita oltre la morte ai tempi di Sety I”, a cura di Daniela Picchi, inaugurata sabato scorso presso il Museo Civico Archeologico di Chianciano Terme, alla presenza del sindaco di Chianciano Terme Gabriella Ferranti, Giulio Paolucci, direttore del Museo Civico Archeologico di Chianciano Terme, Cristiana Morigi Govi, direttore del Museo Civico Archeologico di Bologna e Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Cuore pulsante dell’esposizione - promossa da Museo Civico Archeologico di Chianciano Terme e Museo Civico Archeologico di Bologna in collaborazione con il Museo Egizio di Firenze e i Musei Vaticani grazie al contributo di Fondazione Monte dei Paschi di Siena attraverso Vernice Progetti Culturali - un centinaio di oggetti provenienti dalle maggiori collezioni egiziane d’Italia e la ricostruzione parziale di una delle sepolture faraoniche più grandi della Valle dei Re. La mostra che resterà aperta fino al 6 gennaio 2010, intende illustrare il rituale funerario egiziano in età ramesside, mettendo a confronto lo straordinario contesto sepolcrale del faraone Sety I (Nuovo Regno: XIX dinastia, 1290-1279 a.C.), dal quale provengono una quarantina di statuette e un rilievo riuniti per la prima volta a Chianciano, con un ideale corredo funerario di privato della stessa epoca. Oltre al corpo e alla mummia, i raffinati oggetti esposti raccontano quali “elementi incorporei” costituiscono la persona, e cioè quante sono le “anime” di un egiziano, da proteggere con cura nella tomba perché il defunto abbia una vita eterna dopo la morte. La mostra si arricchisce di alcuni eventi collaterali destinati a pubblici differenziati per età e interessi. A partire dal 4 luglio, sempre a Chianciano, si terrà un ciclo di conferenze divulgative con noti esperti di settore. Il primo appuntamento è con lo scenografo Mauro Tinti che interverrà su “Giovan Battista Belzoni. Un Indiana Jones alla riscoperta della tomba di Sety I”. Domenica 19 luglio sarà Daniela Picchi, Conservatore della Collezione egiziana del Museo Civico Archeologico di Bologna e curatrice della mostra, ad intervenire su “Sety I e dintorni. La collezione egiziana del Museo Civico Archeologico di Bologna”. Sabato 1 agosto avrà luogo l’incontro con Francesco Tiradritti, Direttore della missione di scavo Harwa che interverrà su “Tutti i colori di Tebe Ovest. Pittura e pittori al tempo dei faraoni conquistatori”, Domenica 22 agosto sarà Daniela Picchi, Conservatore della Collezione egiziana del Museo Civico Archeologico di Bologna e curatrice della mostra ad introdurci al tema “Ogni cosa buona, pura e ... cibi e delizie sulle sponde del Nilo”, a cui seguirà un buffet a base di birra e pietanze alla maniera egiziana a cura di Claudio Cavallotti, esperto della cucina antica. Sabato 5 settembre sarà Maria Cristina Guidotti, Direttrice Museo Egizio di Firenze ad intervenire sul tema “Dalla Valle dei Re al Museo Egizio di Firenze: storie di viaggiatori, studiosi e archeologi”, mentre sabato 3 ottobre sarà Alessia Amenta, Responsabile del Reparto di Antichità Orientali dei Musei Vaticani a illustrare “L’Egitto alla corte dei papi: nascita della collezione vaticana”. Si conclude con sabato 17 ottobre, il giornalista e scrittore Marco Zatterin interverrà sul tema “Il gigante del Nilo: Giovanni Battista Belzoni”. Per i più piccini è indetto un concorso a premi dal titolo “Tutte le anime della Mummia. La vita oltre la morte ai tempi dei faraoni” che prevede la premiazione del disegno o del modellino più creativo ispirato al rituale funerario antico egiziano con un week-end soggiorno a Bologna per la famiglia e visita alla collezione egiziana del Museo Civico Archeologico in compagnia della curatrice mostra. Un convegno scientifico dal titolo “L’Egitto in Età Ramesside”, che si terrà a Chianciano nel prossimo dicembre, prevede la partecipazione dei principali studiosi italiani di Egittologia. La mostra “Tutte le anime della mummia. La vita oltre la morte ai tempi di Sety I” è promossa da Museo Civico Archeologico di Chianciano e Museo Civico Archeologico di Bologna in collaborazione con il Museo Egizio di Firenze e i Musei Vaticani grazie al contributo di Fondazione Monte dei Paschi di Siena attraverso Vernice Progetti Culturali. Resterà aperta presso il Museo Civico Archeologico di Chianciano (via Dante, info 0478-30471 museoetrusco@libero.it , museo@comune.chianciano-terme.si.it) fino al 1 novembre tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Chiuso il lunedì. Nei mesi di novembre e dicembre aperta sabato, domenica e prefestivi con orario 10-13 e 16-19. Dal 19 dicembre 2009 al 6 gennaio 2010 aperta tutti i giorni con orario 10-13 e 16-19. Lunedì chiuso. Biglietti intero: € 5,00, ridotto per minori di 18 anni e sopra i 65 anni: € 4,00, gruppi (minino 20 persone): € 2,50. Accessibile ai disabili.
Apre al pubblico la mostra “Tutte le anime della mummia. La vita oltre la morte ai tempi di Sety I”, a cura di Daniela Picchi, inaugurata sabato scorso presso il Museo Civico Archeologico > 10:49 del 26/06/2009
www.055news.it/notizia.asp?idn=28445
-Kiya-
00domenica 2 agosto 2009 19:30
Riporto per intero l'articolo apparso sulla Gazzetta di Parma ieri, dedicato alla mostra e, a mio parere, molto ben scritto:

Vita e morte erano strettamente legate nella cultura egiziana anche perché si credeva nella esistenza ultraterrena per la quale però occorreva avere una sepoltura e un corredo funerario adeguati. Il dio che governava il regno dei morti e che garantiva la vita eterna era Osiride, egli stesso morto e rinato come narra Plutarco di Cheronea nel «De Iside et Osiride», che costituisce il testo greco più approfondito sulla religione egiziana. Secondo la leggenda da lui riportata, Osiride veniva ucciso dal fratello, l’invidioso dio Seth, e il suo corpo tagliato in quattordici pezzi, poi dispersi. Iside, sua sposa e sorella, li ricercava e per ognuno costruiva una tomba.
Rinato grazie a Iside a una nuova esistenza eterna, Osiride, che aveva insegnato agli uomini a coltivare la terra e produrre vino, acquisiva altre prerogative diventando la divinità più importante. Il culto di Osiride ha ricevuto un notevole impulso durante il regno del faraone Sety I (1290 - 1279 a. C. - XIX Dinastia) che faceva costruire ad Abido l’Osireion, una grande tomba sul luogo in cui si diceva fosse conservata la testa del dio. Al suo culto veniva associato quello di Ra ed entrambi rappresentavano le forze della creazione, legate ai cicli naturali, che trionfano sulla morte. «La vita eterna che il mito prospetta a ogni egiziano - ha scritto Daniela Picchi, conservatore della Collezione Egiziana del Museo Civico di Bologna - a seguito della trasformazione di Osiri da benevolo e illuminato sovrano terreno a signore dell’Oltretomba a cui si unisce Ra nel suo viaggio notturno, è di fatto una rinascita sotto nuove forme. Il rituale funerario, la sepoltura e il corredo di oggetti che accompagnano il defunto devono permettere questa rinascita, rendendo immortali gli elementi corporei e incorporei attraverso i quali si manifesta l’esistenza dell’individuo, il corpo, il cuore, il nome, l’ombra».
La straordinaria tomba del faraone Sety I, una delle più grandi della Valle dei Re, è stata parzialmente ricostruita, insieme all’ideale corredo funerario di un personaggio d’alto rango della stessa epoca, nella significativa mostra «Tutte le anime della Mummia. La vita oltre la morte ai tempi di Sety I» allestita al Museo Civico Archeologico di Chianciano (fino al 6 gennaio) a cura di Daniela Picchi. Il percorso ha un andamento didattico e parte dalla imbalsamazione del corpo con la presentazione di una mummia avvolta in un telo di lino, di un sarcofago ligneo stuccato e dipinto e di vasi canopi in alabastro, che hanno il coperchio a forma di testa umana o di animali, destinati a conservare gli organi interni del defunto.
Il cuore era considerato la sede della memoria, dell’intelletto e veniva pesato nell’Oltretomba per verificarne la leggerezza; quindi andava protetto con amuleti a forma del muscolo cardiaco o di scarabei su cui sono incise formule magiche tratte dal «Libro dei morti»; di questi amuleti, che venivano fissati alle bende, ne sono esposti una decina. Il ricordo del nome era affidato alle iscrizioni sugli oggetti del corredo funerario. Le intriganti stele funerarie raccontano atti di devozione a Osiride per ottenere la vita eterna nell’Oltretomba: in una l’anima della defunta assume le sembianze di un uccello dal volto umano e nell’altra la forza vitale del defunto si materializza nel suo doppio tra dee, falchi, occhi che scrutano e la reliquia di Osiride.
La forza vitale è espressa anche in gruppi statuari e bassorilievi. Tra gli oggetti che accompagnano il defunto troviamo collane di corniolo e oro, ciotole in alabastro, specchi in bronzo, pettini di legno, vassoi e sandali di fibre vegetali, spilloni per capelli, uno scialle di lino tinto di rosso, vasi in alabastro. Nel corredo funerario erano presenti gli «ushabiti», statuette con incise delle formule, che sostituivano il defunto nei lavori dell’Oltretomba, ma non tutti gli «ushabiti» sono uguali nel senso che, come si nota nelle statuette esposte abbigliate diversamente, alcuni hanno la funzione di lavoratori e altri di capisquadra. Una statuetta in ceramica «ritrae» una coppia di coniugi coi loro nomi.
Lo spettacolare allestimento parziale della tomba di Sety I è stato fatto in omaggio all’archeologo padovano Giovan Battista Belzoni che ha ritrovato varie tombe regali nel 1817 e che nel 1821 a Londra ha organizzato una mostra col materiale rinvenuto, riproducendo pure a grandezza naturale due sale della tomba di Sety I con i loro dipinti parietali.
Qui in una sala campeggia lo splendido ritratto a carboncino del faraone di forte suggestione come l’affascinante raffigurazione della dea Maat dall’elegante profilo accentuato dalla parrucca corvina e dal sontuoso e variopinto collare.
Una schiera di «ushabiti» del faraone Sety I e alcuni scarabei dal magico potere col nome dello stesso faraone chiudono questo illuminante spaccato della vita e della cultura egiziana di oltre tremila anni fa.



Hatshepsut76
00domenica 2 agosto 2009 20:30
Bellissimo articolo! Fino al 6 gennaio riuscirò ad andare a vedere la mostra... Questo articolo poi invoglia tantissimo! [SM=g999103]
pizia.
00lunedì 3 agosto 2009 08:01
Sto pensando come riuscire ad andarci, mi piacerebbe molto! [SM=x822719]
Hatshepsut76
00lunedì 3 agosto 2009 09:17
Io spererei di riuscire ad andarci durante il mio tour nell'alta Toscana... sennò in autunno...
nefermywsher
00giovedì 5 novembre 2009 21:25
non me ne hanno parlato tanto bene di questa mostra. mi hanno detto che è riassunta in poco più di due stanze. ancora non l' ho vista, quindi non posso confermare tali voci. se riesco, visto che chianciano è a circa 50 km da siena volevo visitarla. spero di andarci al più presto.
Merytaton62
00giovedì 5 novembre 2009 23:02
Non posso esprimere alcun giudizio in merito alla suddetta mostra, per il semplice fatto che non l'ho visita.Voglio solo far presente alla nostra nuova amica che molto (troppo) spesso i semplici appassionati tendono a confondere il valore di una mostra con la sua spettacolarità :talvolta un semplice coccio può essere più interessante di un gioiello vistoso e ben conservato (tanto per fare un esempio).
-Kiya-
00giovedì 5 novembre 2009 23:29
condivido pienamente l'intervento di Meritaton ;)
nefermywsher
00venerdì 6 novembre 2009 13:52
non ho detto che una mostra deve essere per forza spettacolare. ho solo riferito quanto mi è stato detto. io al contrario di quanto mi è stato detto voglio vederla a tutti i costi! anche perchè è 15 anni che voglio andare in egitto, ma non sono mai riuscita a convincere i miei... ='''(... per cui tutte le mostre per me sono interessantissime. specialemte se sono vicine a casa. spero che questa domenica, visto che il siena non gioca in casa, ci andrò. e... non vedo l'ora.
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