Rara rappresentazione di inumazione.

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nectanebo
00giovedì 18 agosto 2016 21:32
Questa raffigurazione si trova su un ostracon da Tebe, (Deir el Medina) e conservato nel Museo di Manchester ( Acc. N. 5886 ), che risale al Nuovo Regno. Un artista egiziano ha riprodotto una scena di un funerale, ed in particolare l’inumazione, caso raro, se non unico, di una tale rappresentazione.



La scena rappresenta una sepoltura in una tomba a pozzo.
Il disegno è una vista da varie prospettive, per dare il quadro completo della raffigurazione.

Nella parte superiore, gli artisti egiziani, hanno rappresentato ciò che è accaduto al di fuori della tomba.



Un gruppo di quattro persone in lutto femminili, in atteggiamento di lamentatrici, sono riunite intorno all’accesso della Tomba. Un prete, o una persona addetta a questo cerimoniale è con loro, brucia incenso e versa acqua. Va sottolineato che, mentre tre delle donne piangenti sono rappresentate con le braccia sollevate e acconciatura normale, una quarta ha i capelli sul viso e le braccia penzoloni.
Perché gli egiziani avevano diversi modi di rappresentare il lamento: lacrime sul viso, le braccia alzate, le braccia sul petto, le mani che coprono il volto, le mani sopra la testa, capelli che cadono in avanti, i capelli che coprono il volto ... ? Forse è una rappresentazione della realtà, cioè la varietà della disperazione vera o artificiosa, del momento della sepoltura
In queste scene. Credo che gli artisti egiziani rappresentassero ciò che accadeva al di fuori della tomba. Vediamo ora cosa rappresenta il suo interno.

All'interno della tomba; un uomo sta scendendo,



è da notare la modaltà con cui lo fa. Si tratta della discesa di un pozzo, dove sono state praticate senz’altro delle scanalature sufficenti ad appoggiare piedi e mani. In questo modo non c’è la necessità di usare scale.

Nella parte inferiore del disegno,



dove la bara ivi trasportata è in posizione centrale, appaiono già presenti nella camera funeraria, alcuni personaggi. Due altri sarcofagi, forse inumati precedentemente, sono collocati in una stanza laterale a destra, dove si notano oggetti, forse il corredo funerario.
Ci sono due cose enigmatiche e forse importanti: un uomo con la testa-machera di sciacallo si trova accanto al cadavere e due figure inginocchiate sono in un angolo della camera.
Il personaggio con la testa-maschera di sciacallo è rappresentato durante l’inumazione e deve in questo caso rappresentare un rituale compiuto da persona “vivente”. Non è identificabile in modo certo l’azione rituale che sta operando. La rappresentazione di Anubi infatti, è sempre collegata al culto dei morti e rappresentata in scene funebri.
Le due figure possono essere parenti stretti, ma niente indica questa possibilità.
La planimetria della tomba indica un tracciato a gradini, forse una scala, che porta ad un’altra stanza sottostante.
- Nectanebo -

[SM=g999100] ...Nec.



-francis-
00lunedì 22 agosto 2016 12:00
Interessante.
Hotepibre
00lunedì 22 agosto 2016 16:10
...concordo con Francis, molto interessante e, come sottolineato da Nec, rara (o forse unica) rappresentazione che non sia di quelle enfatiche riportate nei rilievi "ufficiali"
-francis-
00lunedì 22 agosto 2016 16:53
E' incredibile come, con pochi tratti, siano riusciti a rendere l'idea di una cerimonia così complicata. Mi ha davvero impressionata l'uomo che scende il cunicolo, ed anche che in nessun testo sia mai stata riportata questa immagine
nectanebo
00martedì 23 agosto 2016 11:53
Una parte da valutare è la figura di Anubi, qui in "carne e ossa" come officiante di un rito.
Sta portando sul capo una maschera a forma di sciacallo, di cui se ne conoscono solo tre esemplari.
Una ricerca e un approfondimento è da fare.

[SM=g999100] ...Nec.
nectanebo
00domenica 23 ottobre 2016 14:11
Con un po’ di ricerca ho trovato alcuni riferimenti testuali e d’immagine, sulla figura del sacerdote officiante un rito, con indossata una maschera di Anubi.
Il testo è in inglese, non particolarmente lungo, che lascio alla traduzione di qualche volenteroso.
Le due immagini postate sono da collegare ai testi.

Masks would usually have covered the
wearer's face alone, but in the Ptolemaic
period, they were also cylinder-shaped,
enclosing the wearer's head and rising well
above it. Here Wolinski refers to the wellknown
relief from the Temple of Hathor at
Dendera (Fig. 1) which shows a "false
transparency" of a priest wearing a mask' To
judge by this example, the god's face would
not be opposite the wearer's face but near the
top of the cylinder, slightly above the wearer's
head. During a public procession, the wearer
of such a mask would have towered above
the surrouding crowd and been clearly
visible.



The best-preserved cultic mask from ancient Egypt is a clay mask of Anubis from
the Ptolemaic period, now in the Hildesheim Museum. In the mid-1980
Christine Strau raised some doubts about its actually being a masks - for one
thing, there are no eye holes corresponding to the jackal's eyes, only a couple of
holes in the neck; for another, the mask is made of pottery and weighs 8 kg,
somewhat on the heavy side.



[SM=g999100] ...Nec.

Hotepibre
00domenica 23 ottobre 2016 23:00
"Le maschere dovevano usualmente coprire solo il viso di chi le indossava, ma in periodo Tolemaico erano di forma cilindrica che racchiudeva il capo di chi le indossava e si ergevano ben al di sopra di questo. Qui Wolinski fa riferimento ad un ben noto rilievo del Tempio di Hathor a Dendera (fig. 1) in cui viene rappresentata la "falsa trasparenza" di una maschera indossata da un sacerdote.
A giudicare da tale esempio, il volto del Dio non si sovrapponeva al viso di chi indossava la maschera, bensì si posizionava ben al di sopra del capo.
Durante una pubblica processione, chi indossava una tale maschera avrebbe superato in altezza la folla che lo circondava divenendo, peraltro, ben visibile.
"

"La maschera cultuale egizia meglio preservata è una maschera di argilla di Anubi del periodo Tolemaico, oggi al Hildesheim Museum. Alla metà degli anni '80 (1980), Christine Strau ha sollevato dubbi sul fatto che si trattasse effettivamente di una maschera e questo perchè non ci sono fori per gli occhi in corrispondenza degli occhi dello sciacallo e solo due fori all'altezza del collo cilindrico; inoltre la maschera in ceramica pesa circa 8 Kg."

...direi che la mascehra presentata da Nec non può che essere... una maschera, che ben si adatta al discorso sopra visto a proposito del rilievo con la "falsa trasparenza" e questo non solo per i fori all'altezza del collo, ma anche, e forse specialmente, per i due incavi che si possono rilevare alla base e che, consideando una testa umana al suo interno e un collo, poggerebbero esattamente sulle spalle di chi la indossasse.
Questo consentirebbe, peraltro, di sopportare più agevolmente, con l'ausilio di cuscinetti imbottiti, anche il peso considerato eccessivo dalla Strau.
Del resto gli elmi dei cavalieri medievali non dovevano poi essere così leggeri, specie quelli da parata che erano sovrastati talvolta da pesanti e compesse sculture in metallo...

Per avere un'idea, l'elmo da Mirmillone (gladiatore romano) pesava tra i 3 ed i 5 chili e con quell'attrezzo sulla testa non dovevano solo camminarci in processione, magari scortati da altri sacerdoti che affiancavano il "dio", ma combattere...
-Kiya-
00sabato 29 ottobre 2016 16:38
Rappresentazione del Sacerdote Sem, durante il rito dell'Apertura della Bocca.
Evidentemente non un rito 'virtualmente recitato', ma realmente messo in atto e per l'occasione il sacerdote indossava la maschera del dio Anubi.
Credo che quell'ostraka sia, in un certo senso, l'antenato dei 'moderni' Certificati anagrafici di morte. Estremamente affascinante!

p.s. A questo punto mi domando: perchè nella tomba di Tut troviamo Ay in veste di sacerdote Sem e non indossa la maschera di Anubi?
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