Ramses II e la psicostasia

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RAMSY
00sabato 20 febbraio 2010 22:52
Le mie nozioni sulla psicostasia sono abbastanza elementari. So che è la cerimonia in cui il defunto viene giudicato prima di poter accedere nell' aldilà. La si conosce perchè è un passaggio del libro dei morti ed è rappresentata in diverse tombe.
Quello che non so è se questa cerimonia era solo scritta e illustrata o se era anche rappresentata materialmente da dei sacerdoti.
Poi un'altra curiosità tra il serio e il faceto: Ramses II, ma anche altri suoi "colleghi", aveva il "vizietto" di usurpare statue e monumenti dei suoi predecessori e di amplificare con l'aiuto di qualche bugia o qualche omissione le sue eroiche gesta. Si sarà sentito tranquillo al cospetto di Anubis? [SM=g1621245]
Merytaton62
00domenica 21 febbraio 2010 01:14
Ahimè, temo che, per mantenere il potere, in qualsiasi epoca e luogo i regnanti abbiano commesso peccati ben più gravi!
emilioraffaele
00domenica 21 febbraio 2010 14:54
Ho letto che spesso i successori dei Faraoni "usurpavano" le iscrizioni dei loro predecessori. Ma Ramses II, per farlo, di tempo a disposizione ne ha avuto veramente tanto!
-Kiya-
00domenica 21 febbraio 2010 20:21
Re:
RAMSY, 20/02/2010 22.52:

Le mie nozioni sulla psicostasia sono abbastanza elementari. So che è la cerimonia in cui il defunto viene giudicato prima di poter accedere nell' aldilà. La si conosce perchè è un passaggio del libro dei morti ed è rappresentata in diverse tombe.
Quello che non so è se questa cerimonia era solo scritta e illustrata o se era anche rappresentata materialmente da dei sacerdoti.
Poi un'altra curiosità tra il serio e il faceto: Ramses II, ma anche altri suoi "colleghi", aveva il "vizietto" di usurpare statue e monumenti dei suoi predecessori e di amplificare con l'aiuto di qualche bugia o qualche omissione le sue eroiche gesta. Si sarà sentito tranquillo al cospetto di Anubis? [SM=g1621245]




RAMSY, innanzitutto grazie per aver posto la domanda, che mi consente di introdurre il concetto della cosiddetta "pesatura del cuore/anima", a cui i Greci diedero il nome di Psicostasìa.
Non abbiamo attualmente riscontri di rappresentazioni tenute dai sacerdoti, in vece degli Dei. Si trattava essenzialmente dell'obbligo simbolico che il defunto (ogni defunto, non solo i Sovrani, almeno dopo la "democratizzazione dell'Aldilà") aveva di sottoporsi al giudizio degli Dei, affinchè gli fosse concesso di accedere all'eternità.
La procedura da eseguire, nel dettaglio, è indicata nel capitolo CXXV (125) del Libro per la venuta al Giorno, che noi indichiamo con "Libro dei Morti". Il Giudizio Divino, tuttavia, aveva radici ben più profonde. Di questo rituale troviamo, infatti,in un certo senso, già riscontro nei Testi delle Piramidi e in quelli dei Sarcofagi. Ma in essi è presente piuttosto il concetto di un "giudizio preliminare" esclusivamente rivolto al Sovrano (nel caso dei Testi delle Piramidi) che poi, durante il Nuovo Regno prenderà la forma oggi nota.
I protagonisti della psicostasìa sono quelli abitualmente raffigurati nei papiri più noti (come ad esempio quello di Ani). Vi troviamo: Thot, che ha il compito di redigere i verbali divini e che si trova alla destra di Osiride, quest'ultimo con funzione di giudice; Anubi che accompagna il defunto. Di fronte a loro vi sono le 42 divinità ai quali il defunto era tenuto a rivolgersi, citandoli per nome e provenienza e riferendo di non aver compiuto l'atto negativo agli stessi associato.
Il cuore del defunto, in quanto sede dell'anima, veniva posto su un piatto della bilancia. Sull'altro si trovava la piuma simboleggiante Maat, la Verità, la Giustizia, ma anche l'Ordine Divino.
La Confessione Negativa che il defunto era tenuto a pronunciare, non riguardava essenzialmente errori commessi, quanto l'affermare di non avere agito contro il volere degli Déi, contro, soprattutto, i primncipi della stessa Maat.
Se, infine, il cuore dello stesso risultava leggero, di pari peso della piuma posta sull'altro piatto, questi veniva "assolto" da Osiride e quindi purificato, acquisendo l'epiteto di "giusto di voce".
Qualora, invece, il risultato fosse stato negativo, Tamit, la Divoratrice, ne avrebbe cancellato ogni traccia d'esistenza e sarebbe stato consegnato all'oblio.
Essenzialmente le ragioni ritenute di gravità tale da impedire l'accesso all'eternità erano quelle perpetrate a sfavore di uomini (assassinio, furto, la menzogna, etc...), a sfavore degli Dei o dei luoghi ad esse consacrati.
Era, pertanto, condannato il furto di statue o offerte destinate alle divinità o gli atti di vandalismo verso le stesse.

A questo non corrisponde l'usurpazione dei monumenti dei propri predecessori, soprattutto quelli con un valore celebrativo dello stesso Re. Semmai, era prassi comune quella di appropriarsene, magari in seguito a una semplice ristrutturazione o al completamento della stessa, rimasta incompiuta alla morte del sovrano precedente.


-Kiya-
00domenica 21 febbraio 2010 20:38
A ulteriore discapito della possibilità di una rappresentazione "terrena" del Giudizio Divino, aggiungerei che il cuore per gli Egizi era un organo ritenuto della massima importanza, poichè sede delle emozioni, ma anche della memoria.
Un concetto molto vicino a quello che abbiamo noi di coscienza.
Per questa sua funzione, lo stesso meritò un trattamento particolare lungo quasi tutta la storia della mummificazione Egizia, restando nella sua sede originale, ovvero nel petto del defunto.
RAMSY
00lunedì 22 febbraio 2010 10:21
Precisa ed esauriente come sempre, Kiya [SM=x822713]

Ma in epoca amarniana, tutto ciò non c'era, vero? Come funzionava ad Akhetaten? [SM=x822735]
-Kiya-
00martedì 23 febbraio 2010 00:20
Bella domanda, RAMSY.... e vorrei poterti fornire un'altrettanto bella risposta.
Purtroppo sappiamo poco a riguardo dei culti funerari di Epoca Amarniana e quanto sappiamo è sostanzialmente dedotto dalle rappresentazioni tombali.
Apparirebbe comunque evidente l'abbandono di qualsiasi tradizione precedente, comprese le divinità, per così dire, prerogativa dell'aldilà (Osiride, Iside, Anubi, etc...) sostituite dal Re e dalla Regina.
Niente Giudizio Divino, niente Libro dei Morti, né sui rilievi, né su papiro.
Forse al Dio di Akhenaton non occorreva tutto questo.
Vi è solo l'Aton e l'inno che, presumibilmente, lo stesso Re scrisse per lui.
Il Re e la Regina incarnano i figli diretti del Dio, ragion per cui alcuni intendono assimilarli a Geb e Nut, la prima coppia divina scaturità dal Demiurgo, per la mitologia egizia (un'ipotesi che mi trova concorde).
Potremmo, forse, affermare che i canoni religiosi tradizionali risultassero ancora presenti, ma metaforizzati a misura della coppia Reale.

Quella Amarniana è sostanzialmente una religione celebrativa per il Dio e per il Re e la sua famiglia, la celebrazione della vita, nella quale il culto dei morti non trovava posto, seppur mantenendo alcune prerogative invariate (la mummificazione, il corredo funerario e le ushabti, ad esempio).
Non ci è nota, ad esempio, l'esistenza templi funerari abitualmente associati alle sepolture, eretti nei pressi di Akhetaton.
-Kiya-
00martedì 23 febbraio 2010 00:24
A proposito dell'assimilazione di Akhenaton e Nefertiti con la coppia divina Geb e Nut, se ti fa piacere approfondire, ti segnalo questa tesina pubblicata nella mia area monografica:

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8852447
RAMSY
00martedì 23 febbraio 2010 08:53
adesso non ho tempo ma non vedo l'ora di leggerla [SM=x822754] [SM=x822754]
colombina68
00martedì 23 febbraio 2010 09:00
Davvero molto istruttiva. L'epoca Amarniana mi è poco nota, in quanto ho sempre predilietto altre epoche, che ai miei occhi, sembravano più interessanti. Invece, mi sto ricredendo. Grazie [SM=x822713]
RAMSY
00martedì 23 febbraio 2010 14:07
Re:
-Kiya-, 23/02/2010 0.24:

A proposito dell'assimilazione di Akhenaton e Nefertiti con la coppia divina Geb e Nut, se ti fa piacere approfondire, ti segnalo questa tesina pubblicata nella mia area monografica:

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8852447




Davvero interessante e intrigante: non mi ero posto domande sulla corona perchè davo per scontato,forse a torto, che questo tipo di scultura che differisce dall'iconografia classica, per coerenza cambiasse anche nell'abbigliamento, nelle acconciature e nei copricapi.
Per quanto riguarda l'occhio sono sempre stato dell'idea che in origine ci fosse, e per diverse ragioni: nell'occhio "sano" la pupilla mi sembra immersa in una parte vitrea trasparente a simulare una cornea, anche questa mancante. Sembra proprio che la palpebra sia distanziata dall'occhio come se quest'ultimo mancasse di spessore. Inoltre la palpebra inferiore presenta un segno bianco, come se fosse una scalfittura che potrebbe aver fatto saltare via la pupilla. Vorrei aggiungere che se la regina fosse effettivamente priva di un occhio la palpebra sarebbe dovuta essere chiusa o comunque il bulbo oculare doveva essere pieno e non scavato come sembra. non credo neanche che l'occhio fosse incompiuto: non sono uno scultore ma penso che metterei gli occhi prima di avere dipinto il busto con questa accuratezza
[SM=g999100]
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