Un passaggio scende verso una porta: è stato scavato in modo rozzo, il pavimento è irregolare.
Erbert Eustis Winlock, che guida una spedizione del Metropolitan Museum of Art di New York, è incerto.
Decide di continuare lo scavo, supera una porta di pietra, arriva in una camera funeraria, come al solito già visitata dai ladri.
Il terreno è ingombro di oggetti da nulla, per lo più rotti.
In un foro del pavimentoWinlock vede quelli che sembrano fogli di carta stropicciata.
Raccoglie quell'insolito reperto e constata che si tratta di papiri.
La tomba è quella di Emsah, un dipendente di Ipi, Thiaty (Visir) di Nebhepetra Mentuhotep.
E' scavata nelle rocce della falesiasettentrionale di Deir el-Bahari, in una zona dove sono stati sepolti i dignitari al servizio dei sovrani dell'XI dinastia.
In quanto ai papiri, Winlock scopre che si tratta di una serie di lettere, otto per la precisione, scritte da un certo Heqanakht, ma forse anche da altri.
Heqanakht è un commerciante che possiede alcuni appezzamenti di terra.
Mentre è in viaggio, lontano da casa, chiede notizie dei familiari, del raccolto, di certe vendite che andavano fatte, di acquisti.
Rivolge alla moglie e alla madre esortazioni sul come condurre la casa, la mette in guardia circa possibili avversità, si preoccupa di molte piccole cose.
In pratica le lettere sono un'autentica finestra aperta sul quotidiano.
E' il 1921: Winlock è un americano nato nel 1884, da una famiglia facoltosa.
Ha cominciato presto ad occuparsi di archeologia ed è arrivato ad essere prima curatore e poi direttoredel dipartimento di Egittologia del Metropolitan Museum.
In Egitto è sbarcatonel 1906 e vi rimarrà, con un'interruzione di due anni, fino al 1931.
Lasua scoperta, definita poi come "i papiri di Heqanakht" èsingolare, oltre che di estrema importanza, dato che consente una panoramica sulla vita quotidiana di un'epoca della storia Egizia di cui esistono poche testimonianze.
Winlock si consulta con il collega inglese Battiscombe George Gunn, rinamato filologo.
Questi comincia a studiare la difficile scrittura corsiva dei papiri.
Non riesce però a portare a termine il lavoro e alla sua morte (nel 1950) viene ripreso da T. G. H. James, egittologo e curatore presso il British Museum.
James è amico di un famoso archeologo inglese, Max Mallowan.
Questi ha lavorato per un breve periodo in Egitto e più tardi avrà delle soddisfazioni scavando in un sito preistorico della Mesopotamia, Arpachya, a est dell'antica città di Ninive.
Tra il 1935 e il 1939 scava nel bacino di Vihaburl, poi, dopo la guerra, dal 1949 al 1962 lavora a Nimrud, dove si trova il palazzo di Assurbanipal II, vissuto dall'883 all'859 a.C.
Mallowan però non è soltanto famosoper i suoi lavori in Mesopotamia.
E' anche marito di Agatha Christie, la già celebre autrice di romanzi gialli.
Ed è proprio frequentando James, attraverso il marito, che la Christie viene a conoscenza delle lettere di Heqanakht e daqueste la sua mente fervida trae lo spunto per un nuovo romanzo.
E così, dall'incontro di personaggi reali nascono gli intrecci di personaggi romanzeschi.
La scrittrice, grazie alle informazioni contenute nei papiri, di cui ottiene le traduzioni prima che James le pubblichi, inventa una storia intricatissima ambientata nell'antico Egitto, circa 2000 anni prima di Cristo.
Il teatrodell'azione è la casa di un possidente, di nome Imhotep, che ha avuto un lascito da un defunto per provedere alla sua tomba. Inhotep ha tre figli: Yahmose, docile e solerte, Sobek, scansafatiche e ribelle, Ipy, il minore e il più ambizioso, e una figlia, Renisep, da poco rimasta vedova.
I fratelli lottano tra loro, sobillati anche dalle mogli, per acquistare potere ed entrare in società con il padre.
Ma questi, di ritorno da un viaggio di affari condurrà con sè una sorpresa che sconvolgerà la vita di tutti i componenti della famiglia....
Ecco una ragione ulteriore, sempre che fosse necessaria, per leggere il romanzo in questione.
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