Secondo me quella della prostituzione è un'invenzione tarda, da mettere in relazione con lo sviluppo delle città, anche se di solito si dice sia il mestiere più antico del mondo.
Mi riesce difficile immaginare la prostituzione nei periodi più antichi, quando lo stato era in formazione e l'economia prevalentemente agricola articolata in piccoli villaggi, oppure nelle società seminomadi che gravitavano attorno alla Valle fino ai tempi più recenti.
In pratica si tratta di un commercio, di una compra-vendita, quindi obbedisce alle normali leggi di mercato, come quella della domanda e dell'offerta e l'utenza deve essere abbastanza vasta da richiedere tale specializzazione.
Queste condizioni forse si sono verificate prima nell'area mesopotamica che in Egitto, quindi stavolta non posso reclamare per gli egizi il merito del primato
Stessa cosa per quanto riguarda la prostituzione rituale, quella giustificata da motivi religiosi.
Le fasi più antiche dei templi cittadini (si vedano gli esempi riportati da Kemp nel suo libro:
Antico Egitto. Analisi di una civiltà) ci riportano ad un tipo di religiosità volta alla conservazione di un'immagine all'interno di una cella (Elefantina, Abido) oppure all'evocazione della cosmogonia avvenuta sulla collina primordiale (Medamud, Nekhen).
D'altra parte è possibile che semplici rituali dedicati alla fertilità potessero anche essere svolti all'aria aperta, senza la necessità di alcuna struttura oppure utilizzando componenti mobili come i padiglioni leggeri e smontabili molto usati per altre necessità.