Nuovo metodo per la datazione di reperti privi di componenti organici

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-Kiya-
00lunedì 8 giugno 2009 20:53

Superare le barriere imposte dal carbonio14, per la datazione dei reperti, e scoprire a quando risalgono anche quei materiali che non contemplano materia organica.
Ora è possibile, grazie a un nuovo metodo di datazione sviluppato all'Università di Manchester.
Niente tecnologie avanzate, però, questa volta. Solo due elementi fondamentali: il fuoco e l'acqua, per ottenere risultati precisi.
Materiali in argilla cotta e ceramica, come vasellame, piatti e ciotole varie potranno essere "lette" e fornirci dettagli sulla loro provenienza, non solo più il "dove", ma anche il "quando".

La tecnica impiegata è quella della reidrossidazione. Successivamente il reperto va scaldato a temperature altissime, affinchè sprigioni tutte le sostanze assorbite fin dalla sua originaria cottura. Maggiore sarà il peso perduto dall'oggetto, più antica sarà la sua provenienza. Questo tipo di materiale infatti ha la capacità di assorbire parte delle sostanze con cui viene a contatto, sostanze che vanno ad aumentarne il volume nel corso del tempo.
La fase successiva contempla il monitoraggio del reperto e la sua capacità di ricombinazione con le sostanze contenute nell'atmosfera e nell'acqua. In base al periodo di osservazione e all'esito raggiunto, sarà quindi possibile quantificare il tempo che è stato necessario all'oggetto per raggiungere lo stato odierno, riuscendo così a calcolarne l'età.

Sono, naturalmente, state eseguite delle verifiche, condotte su pezzi la cui datazione era certamente nota. I risultati sono stati sorprendentemente precisi, confermando la validità dell'analisi.
Un metodo semplicissimo, basato sulla fisica e sulla matematica e a costi ridottissimi, nonchè di esito infallibile, ci tengono a precisare gli scienziati che l'hanno sviluppato.
Inoltre, il sistema permette di comprendere a quali temperature esterne l'oggetto studiato è stato esposto. Si ritiene, pertanto, che la stessa tecnica possa essere in grado di appurare i cambiamenti climatici che hanno interessato le zone di pertinenza.

La ricerca eseguita e i risultati raggiunti sono stati pubblicati su Proceedings of the Royal Society.
Teie
00mercoledì 10 giugno 2009 11:27
Questa è una bella notizia. Molto. Apre la porta a nuove conoscenze.
Speriamo bene.


Teie
-Kiya-
00mercoledì 10 giugno 2009 12:49
il primo pensiero è stato:

il busto di Nefertiti....

;)
Teie
00mercoledì 10 giugno 2009 14:51
Verissimo. Berlino acconsentirà?

Teie
-Kiya-
00mercoledì 10 giugno 2009 14:56
Ci vorrà tempo, in qualsiasi direzione.
Innanzitutto sarà necessario appurare che effettivamente i reperti non risentiranno del trattamento.
Quando poi si avranno tutte le garanzie necessarie, se ci saranno effettivamente, allora qualcosa si muoverà.

Confidiamo che tutto proceda al meglio...
(richard)
00mercoledì 10 giugno 2009 15:38
...credo che per sottoporre il reperto a questo nuovo metodo di datazione sia sufficiente anche un minuscolo frammento.
Staremo a vedere.
-Kiya-
00mercoledì 10 giugno 2009 15:43
ma chi se la prende la responsabilità di estrarre anche una sola briciola di calcare dal busto?
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