Re:
Merytaton62, 09/05/2010 19.04:
...
Se non sbaglio esistono più copie della meravigliosa Vergine delle Rocce di Leonardo...
Non sbagli, esistono "
più copie" della "Vergine delle Rocce": una al Louvre, una a Londra e, forse, una terza in collezione privata (si dice in Svizzera), ma in quel caso si tratta di copie fatte da...
Leonardo. In ogni caso non si tratta di copie intese come riproduzioni di un medesimo esemplare, bensì di differenti intepretazioni del medesimo soggetto.
Direi, che se mi capitasse in casa una di queste "
copie" non la disprezzerei poi tanto...
Tuttavia sono d'accordo sul
valore di un originale rispetto ad una copia e credo che, in qualche modo, sia l'eterna diatriba tra "
anastilosi SI" ed "
anastilosi NO", tra chi considera i restauri di Evans a Cnosso un obrobrio e chi, invece, li adora poichè hanno restituito non solo l'idea del Palazzo, ma il Palazzo stesso.
Giustamente è stato fatto notare che la nostra conoscenza di statue greche
(generalmente in bronzo, ovvero in metallo prezioso per l'epoca e per le epoche successive) si basa quasi esclusivamente su copie in marmo, ma anche in questo caso si tratta di "copie" che ai nostri occhi assumono un valore artistico ugualmente inestimabile.
Potrebbe essere interessante sapere come consideravano i contemporanei queste copie, ma in quell'epoca, non esistendo la diffusione dei giorni nostri, credo si facesse poco caso a queste differenze.
Giusto anche il discorso fatto a proposito dell'"
Urlo" di Munch
(a proposito, anche di questo ne esistono, mi risulta, parecchie copie... tutte firmate dall'autore però), è vero, perchè sobbarcarsi migliaia di kilometri per vedere l'originale quando potrei vederne comodamente una copia anche nel salotto di casa?
Anche se, fuori dai denti, io credo che si ammiri una certa opera d'arte -salvi si intende gli Studiosi del ramo- non perchè si parta esclusivamente per quello, ma perchè ci si trova nel posto in cui è esposta.
E' annosa la polemica tra Riace e Reggio Calabria per il possesso dei "
Bronzi"; il paesino chiede la "restituzione" delle opere per costruirvi attorno un Museo e così "rilanciare" il turismo, Reggio pretende di tenerli per se poichè essendo la città già meta turistica, possono essere (e sono) ammirati più facilmente che non costringendo i
turisti occasionali ad un viaggio verso mete poco note
(a meno di non creare un circuito turistico che preveda ben altre attrattive che non due "semplici" statue...)...
Quante perosne conoscente che vi dicono:"
sono stato dieci giorni in Egitto, terra favolosa..." e quando approfondisci l'itinerario la risposta invariabilmente è "
...ma a Sharm, è ovvio, poi un giorno abbiamo fatto una passeggiata a..."
Chi ha ragione? Il presunto business di richiamare turisti con una splendida opera d'arte, o il dovere morale di far sì che un'opera d'arte possa essere ammirata da quanta più gente possibile?
Arte come retaggio accademico elitario di pochi, o come godimento di molti?