Museo egizio Torino: viaggio tra le scoperte dei "magazzini"

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-francis-
00mercoledì 26 maggio 2010 09:41
torino.repubblica.it/cronaca/2010/05/25/foto/egizio_cantiere_da_50_milioni-43...

Cantiere Egizio, viaggio
tra 'le scoperte' dei magazzini
La Fondazione ha finora acquisito dallo Stato diecimila reperti che non erano mai stati esposti
Uno dei pezzi di maggior interesse sarà un sarcofago in foglie di palma intrecciate del Medio Regno


Un sarcofago in foglie di palma intrecciate appartenente al Medio Regno, reperto unico che troverà adeguato spazio nel nuovo allestimento. Un tronco di legno in cui era stata adagiata una mummia di bambino. Un cofanetto in cui si conservavano gli ushabti, statuette che facevano parte di ogni corredo funerario. E ancora una stele di epoca molto remota che attesta la presenza dei fenici in Egitto. Sono alcune delle "scoperte" emerse durante l'inventario dei 4mila reperti conservati in tre differenti magazzini - detti dei "Legni", dei "Sarcofagi" e di "Tebtynis" - di recente conferiti dal ministero per i Beni culturali alla Fondazione Antichità egizie. Tra i nuovi "ingressi" nel museo cantiere di via Accademia delle Scienze - che ha acquisito a oggi dallo Stato 10mila reperti in tutto, ne restano da inventariare e consegnare ancora 22mila - anche cinquanta sarcofagi antropoidi databili fra il 1000 e l'epoca romana, trenta dei quali appartenenti a una stessa famiglia per cinque generazioni.
Ieri quei depositi, disposti su vari livelli nel palazzo, hanno aperto per la prima volta le porte ai giornalisti, per una visita guidata dalla direttrice Eleni Vassilika. Dal magazzino dei "Legni", dove stanno i reperti di minori dimensioni, per lo più conservati in scatole di cartone impilate su scaffali, si è passati a quello che conserva i sarcofagi.
"È una raccolta assai interessante, con una parte consistente appartenuta a una famiglia dell'alta borghesia dedita alla produzione del loto, di cui facevano parte numerosi sacerdoti - ha detto Vassilika - Questi reperti funerari, trovati privi dei corpi a Tebe e finora amai analizzati diffusamente, visti finora solo in occasione di alcune mostre, saranno esposti verticali e in sequenza cronologica nel nuovo allestimento". A salutare gli ospiti, per primo, c'è quello di Hawa, che porta impressa sul fondo un'immagine del dio Horus di Behede, un po' discosto un coperchio con un imponente volto maschile, altri disposti in quegli spazi sono decorati con motivi colorati ricorrenti.
Oltre ai depositi, e al laboratorio di restauro - dove si realizzano i nuovi supporti in plexiglass che stanno sostituendo i vecchi supporti in legno e ferro e si esegue la manutenzione ordinaria dei reperti, una sorta di cosmesi da eseguire giorno per giorno - si sono visitate ieri la "nuova" Tomba di Kha al piano terreno, ancora non definitiva, e i locali dove si trovava prima (in cui è rimasto appeso alle pareti un papiro di 13 metri, troppo lungo per essere trasportato altrove) da cui partiranno le future scale mobili. La sede definitiva per la Tomba di Kha - insieme alla statua di Ramesse è uno dei brand del museo - è invece prevista negli spazi dove ora si sono trasferiti gli uffici.
È un cantiere in questo periodo il Museo Egizio. Nel cortile sono in corso gli scavi per realizzare la hall ipogea, punto di partenza e arrivo del percorso di visita, mentre gli uffici e le sale che occupavano l'ala Schiaparelli sono stati dismessi per poter intraprendere la costruzione degli spazi destinati ai servizi. Il museo però - è stato ribadito ieri che aprirà raddoppiato negli spazi e con il nuovo allestimento in due diverse tranche, nel 2011 e nel 2013 - non chiuderà nemmeno un giorno: "Intendiamo conciliare l'avanzamento dei lavori con le esigenze di accessibilità e sicurezza del pubblico - ha aggiunto Vassilika - Grazie alla formula "sala per "sala" si effettuano interventi mirati su singole pareti dell'edificio, riallestendo parti delle collezioni in ambienti diversi".
I prossimi interventi riguarderanno l'ala sotterranea e la seconda sala dello Statuario. Questo verso la fine dell'anno sarà riproposto al pubblico, grazie anche all'intervento dello scenografo Dante Ferretti, con una sorta di rassegna completa di arte monumentale egizia, votiva, reale e templare nella I sala e funeraria privata nella II, coprendo un arco temporale che va dall'Antico Regno, circa il 2500 avanti Cristo, all'Epoca Tarda (500 circa). Si completerà nel frattempo la catalogazione dei reperti, finalizzata anche alla messa on line delle collezioni.

-Kiya-
00mercoledì 26 maggio 2010 22:35
Articolo tratto dal quotidiano "La Stampa" del 26/05/2010

I loro corpi non ci sono più. Ma i sarcofagi che riproducono le loro fattezze esistono ancora. Sono trenta. Appartengono a una famiglia che visse a Tebe d’Egitto più di due millenni fa.

Ricordano cinque generazioni di alti borghesi, donne e uomini, alcuni dei quali sacerdoti, specializzati nella cultura del loto. Per tre secoli riposarono insieme. Oggi giacciono in un magazzino sotterraneo del Museo Egizio di Torino.

In un altro si conservano le spoglie di uno sconosciuto, che visse 4 mila anni fa. Di lui non si sa nulla. Ma è certo che da noi diverrà famoso. Perché i suoi resti sono raccolti in un sarcofago forse unico al mondo. E’ fatto con fasci di giunchi, avvinti fra loro come in una cesta, fino a formare una bara vegetale.

Eleni Vassilika, la direttrice del Museo, dice «di non averne mai visto uno eguale». E’ una vera rarità. Con la famiglia di Tebe diverrà una delle nuove «star» dell’Egizio, che sarà esposta nel nuovo allestimento. Ora infine si può.

Perché i sarcofagi dei tebani e questo eccezionale feretro «verde», che pare uscito dalle fantasie di Pandora, l’immaginario pianeta di Avatar, fanno parte di 4 mila reperti che la «Fondazione Antichità Egizie», presieduta da Alain Elkann, ha appena avuto in conferimento dallo Stato. Si aggiungono ai 6500 beni già esposti. E attendono che altri 16 mila, ancora da conferire, li seguano.

Perché la Fondazione sta facendo del suo meglio per esporli come meritano. Ieri Vassilika ha presentato il lavoro già fatto nei magazzini. Ogni oggetto è stato inventariato e riposto in scatole, sotto velina.

La sua scheda, la sua storia, la sua descrizione, sono state codificate con la sua fotografia, in un archivio informatico che dal prossimo settembre permetterà a tutto il mondo di esaminare le collezioni dell’Egizio, presentate sul suo sito Internet, ancora prima che il Museo raddoppi gli spazi, come si accinge a fare.

Nel cortile d’onore lo scavo archeologico che lo ha indagato è pronto a lasciare i suoi volumi al grande padiglione sotterraneo che offrirà all’Egizio nuove aree di accoglienza e sale per mostre temporanee. Di qui, entro il 2013, si salirà ai piani superiori, ricomposti in un percorso che presenterà le collezioni in ordine cronologico, sottolineando non solo i particolari archeologici, ma anche quelli artistici, con possibilità di approfondimenti tematici, disposti lungo le sale.

La tomba dell’architetto Kha e della sua amata moglie Merit, già ricollocata in via provvisoria nella sala Drovetti, ne è un chiaro esempio. Il suo ricco corredo ha trovato respiro più ampio, in attesa della sua collocazione finale, al primo piano. Nei prossimi mesi anche lo Statuario sarà ritoccato.

La scenografia realizzata nel 2006 da Dante Ferretti, attorno alla famosa statua del faraone Ramesse II, resterà pressoché inalterata. Ma la sala attigua, senza turbare le suggestioni di Ferretti, verrà riallestita con un progetto museografico ideato dalla direzione, per ospitare parte della collezione ora sistemata nell’ala sotterranea, che verrà coinvolta da cantieri d’ampliamento.

Il Museo si rinnoverà in due tappe. La prima verrà conclusa nel 2011, in occasione dei 150 anni di unità italiana. La seconda avrà termine entro il 2013. Ma anche in futuro sarà in continuo fermento. I progettisti del suo rinnovamento prevedono un allestimento in grado di variare nel tempo, con vetrine di disegno minimalista, che permettano di valorizzare gli oggetti sotto un’illuminazione calibrata per ciascuno di loro.

Con queste linee guida verranno esposti anche i tesori appena conferiti. Oltre ai sarcofagi tebani, che verranno presentati in piedi, con altri 20, le collezioni appena aggiunte spaziano da oggetti di uso quotidiano a strumenti di lavoro. E’ il caso di alcuni gioghi per buoi o di ceste d’uso ancora da accertare.

L’inventario condotto nei magazzini ha permesso di riscoprire anche un bene di cui si era persa memoria. Si tratta di una stele di civiltà fenico- punica, proveniente dagli scavi di Tebnytis, località del medio Egitto. Gli egittologi la stanno ancora studiando. E’ molto antica, ma di difficile lettura. Documenta il legame fra l’antico Egitto e i commercianti fenici.

Fra i pezzi invece ancora da conferire si annovera il «cubito dorato», di cui si fregiò l’architetto Kha. Quello esposto nella sua tomba è una replica, che invita lo Stato a perfezionare le pratiche che permetteranno all’Egizio di stupire per la sua ricchezza.

-Kiya-
00mercoledì 26 maggio 2010 22:40
Foto del sarcofago in foglie di palma intrecciate:

-Kiya-
00mercoledì 26 maggio 2010 22:41
Foto di uno dei sarcofagi antropomorfi appartenuto alla famiglia Tebana di venditori di loto:
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