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Cantiere Egizio, viaggio
tra 'le scoperte' dei magazzini
La Fondazione ha finora acquisito dallo Stato diecimila reperti che non erano mai stati esposti
Uno dei pezzi di maggior interesse sarà un sarcofago in foglie di palma intrecciate del Medio Regno
Un sarcofago in foglie di palma intrecciate appartenente al Medio Regno, reperto unico che troverà adeguato spazio nel nuovo allestimento. Un tronco di legno in cui era stata adagiata una mummia di bambino. Un cofanetto in cui si conservavano gli ushabti, statuette che facevano parte di ogni corredo funerario. E ancora una stele di epoca molto remota che attesta la presenza dei fenici in Egitto. Sono alcune delle "scoperte" emerse durante l'inventario dei 4mila reperti conservati in tre differenti magazzini - detti dei "Legni", dei "Sarcofagi" e di "Tebtynis" - di recente conferiti dal ministero per i Beni culturali alla Fondazione Antichità egizie. Tra i nuovi "ingressi" nel museo cantiere di via Accademia delle Scienze - che ha acquisito a oggi dallo Stato 10mila reperti in tutto, ne restano da inventariare e consegnare ancora 22mila - anche cinquanta sarcofagi antropoidi databili fra il 1000 e l'epoca romana, trenta dei quali appartenenti a una stessa famiglia per cinque generazioni.
Ieri quei depositi, disposti su vari livelli nel palazzo, hanno aperto per la prima volta le porte ai giornalisti, per una visita guidata dalla direttrice Eleni Vassilika. Dal magazzino dei "Legni", dove stanno i reperti di minori dimensioni, per lo più conservati in scatole di cartone impilate su scaffali, si è passati a quello che conserva i sarcofagi.
"È una raccolta assai interessante, con una parte consistente appartenuta a una famiglia dell'alta borghesia dedita alla produzione del loto, di cui facevano parte numerosi sacerdoti - ha detto Vassilika - Questi reperti funerari, trovati privi dei corpi a Tebe e finora amai analizzati diffusamente, visti finora solo in occasione di alcune mostre, saranno esposti verticali e in sequenza cronologica nel nuovo allestimento". A salutare gli ospiti, per primo, c'è quello di Hawa, che porta impressa sul fondo un'immagine del dio Horus di Behede, un po' discosto un coperchio con un imponente volto maschile, altri disposti in quegli spazi sono decorati con motivi colorati ricorrenti.
Oltre ai depositi, e al laboratorio di restauro - dove si realizzano i nuovi supporti in plexiglass che stanno sostituendo i vecchi supporti in legno e ferro e si esegue la manutenzione ordinaria dei reperti, una sorta di cosmesi da eseguire giorno per giorno - si sono visitate ieri la "nuova" Tomba di Kha al piano terreno, ancora non definitiva, e i locali dove si trovava prima (in cui è rimasto appeso alle pareti un papiro di 13 metri, troppo lungo per essere trasportato altrove) da cui partiranno le future scale mobili. La sede definitiva per la Tomba di Kha - insieme alla statua di Ramesse è uno dei brand del museo - è invece prevista negli spazi dove ora si sono trasferiti gli uffici.
È un cantiere in questo periodo il Museo Egizio. Nel cortile sono in corso gli scavi per realizzare la hall ipogea, punto di partenza e arrivo del percorso di visita, mentre gli uffici e le sale che occupavano l'ala Schiaparelli sono stati dismessi per poter intraprendere la costruzione degli spazi destinati ai servizi. Il museo però - è stato ribadito ieri che aprirà raddoppiato negli spazi e con il nuovo allestimento in due diverse tranche, nel 2011 e nel 2013 - non chiuderà nemmeno un giorno: "Intendiamo conciliare l'avanzamento dei lavori con le esigenze di accessibilità e sicurezza del pubblico - ha aggiunto Vassilika - Grazie alla formula "sala per "sala" si effettuano interventi mirati su singole pareti dell'edificio, riallestendo parti delle collezioni in ambienti diversi".
I prossimi interventi riguarderanno l'ala sotterranea e la seconda sala dello Statuario. Questo verso la fine dell'anno sarà riproposto al pubblico, grazie anche all'intervento dello scenografo Dante Ferretti, con una sorta di rassegna completa di arte monumentale egizia, votiva, reale e templare nella I sala e funeraria privata nella II, coprendo un arco temporale che va dall'Antico Regno, circa il 2500 avanti Cristo, all'Epoca Tarda (500 circa). Si completerà nel frattempo la catalogazione dei reperti, finalizzata anche alla messa on line delle collezioni.