Meccanismi di discendenza e subentro di nuova dinastia

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-Kiya-
00martedì 16 ottobre 2007 00:03
E' un interrogativo che mi pongo sempre più spesso. Inevitabile, forse, approfondendo con letture di settore o con testi che "semplicemente" raccontano della cronologia egizia.

Come avveniva il passaggio da una dinastia all'altra?

Di primo achito, si sarebbe tentati di affermare che una dinastia subentrava a quella precedente quando un sovrano moriva senza eredi legittimi o legittimabili. Ma sappiamo, da prove documentate, che così non fu, almeno apparentemente.
Pensiamo a Huni. Egli fu sovrano della III dinastia, a cui succedette Snefru, suo figlio. Le fonti ufficiali recitano che Snefru non sia figlio della Sposa principale, ma di una secondaria, tuttavia egli prende in moglie Hetepheres, sua sorella, e quindi anch'essa figlia di Huni, ma anche della sua Sposa primaria. Secondo alcuni Egittologi, e secondo quanto l'Egittologia ci insegna, in tal modo Snefru dovette essere legittimato al trono e riconosciuto come erede ufficiale. Eppure con Snefru ha inizio la IV dinastia...

Per restare nei nostri argomenti favoriti, introduco anche la questione dinastica che vide Tutankhamon erede al trono dopo Smenkhkhara. Erede per discendenza diretta? non lo si può affermare. Sappiamo che, ancora bambino, sposò Ankhesenamon. Anche in tal caso si potrebbe pensare all'intenzione di voler legittimare un erede non diretto, ossia figlio del Re, ma non della Grande Sposa Reale. Forse addirittura nemmeno figlio del Re, chi può affermarlo con certezza?
Eppure in questa circostanza non si ha un passaggio di dinastia e, notizia a mio avviso ancora più eclatante, se non errore clamoroso, ciò non avviene nemmeno con la salita al trono successiva di Horemheb, del quale non si conosce alcun legame con la famiglia reale che lo ha preceduto.

Credo che potrei continuare ancora a lungo, presentendo esempi "anomali", ma mi fermo qui.

E ritorno a chiedermi: quali potrebbero essere stati i criteri di successioni che regolarono il susseguirsi di sovrani e dinastie nell'arco della storia Egizia?
.Bata.
00martedì 16 ottobre 2007 09:04
Ricordo di aver letto, tempo addietro, che la cronologia delle dinastie egizie, così come presentata da Manetone, era un'arbitraria suddivisione dell'autore, peraltro eseguita con un certo criterio.

Pertanto la tua domanda relativa a quali fossero i criteri che regolano il succedersi di dinastie e sovrani deve essere posta solamente per questi ultimi in quanto, così come nessun sovrano si sentiva inferiore al suo predecessore, allo stesso modo, nessuno di loro pensava a fondare una nuova dinastia ma, bensì a proseguire nella sovranità di Kemet.

Probabilmente ho espresso il pensiero in modo un po' contorto ma...

Ciao, BATA: [SM=x822715]

antonio crasto
00martedì 16 ottobre 2007 11:36
La suddivisione in dinastie che conosciamo risale effettivamente a Manetone, ma una suddivisione analoga è seguita nel Canone dei Re (papiro di Torino) e forse nella Pietra di Palermo.

In merito alla logica della suddivisione, ritengo che non sia stata seguita una regola fissa.
Al criterio principale di cambio di casata, Manetone adotto forse anche qualche altro criterio meno evidente.

Per quanto riguarda la XVIII e XIX dinastia i dati di Africano sono poco precisi. Le XVIII dinastia viene interrotta dopo Merenptah, considerando in pratica una XVIII bis o un prolungamento della XVIII.
Teie
00martedì 16 ottobre 2007 11:38
Quanto dici Bata è in linea con il mio pensiero.
Secondo me la tua idea è quella giusta, sono stati i greci a suddividere in dinastie secondo un "loro" metodo.
In Egitto si pensava soltanto a fare in modo che il popolo non restasse senza guida e senza un dio sulla terra.

Teie
-Kiya-
00martedì 16 ottobre 2007 17:16
ero al corrente anche io del fatto che la suddivisione in dinastie, vera e propria, risalisse a un passato meno remoto. Quel che mi chiedo è se, tuttavia, non esistesse una simile suddivisione durante l'epoca egizia. Come in ogni regno, non faccio difficoltà a immaginare anche qui lotte per la supremazia e il potere di una famiglia rispetto ad un'altra.
In ogni caso, la domanda originaria era un'altra e la vostra risposta, in parte la soddisfa.
Ma a tal punto c'è da chiedersi: è possibile affermare che quelle che parrebbero a tutti gli effetti inesattezze nella suddivisione delle dinastie, così come oggi le intendiamo, sia un'eredità dei tempi di Manetone a cui nessuno ha voluto/potuto porre rimedio successivamente?
antonio crasto
00mercoledì 17 ottobre 2007 18:43
Il papiro di Torino suddivide i sovrani in differenti gruppi:

- 1.1 – 1.25 Dei e semidei;
- 2.1 – 2.10 Predinastico;
- 2.11 – 2.25 I dinastia e II dinastia fino a Neferka / Sendi;
- 3.1 – 3.3 II dinastia (fine)
- 3.4 Totale da Meni a tutta II dinastia (? anni);
- 3.5 – 3.25 III, IV e V dinastia ;
- 3.25 Totale da Meni a Unas (?) o totale III+IV+V dinastia (? anni);
- 4.1 – 4.13 VI, VII, VIII;
- 4.14 Totale VI, VII e VIII dinastia;
- 4.15 – 4.23 IX dinastie (parte);
- 5.1 – 5.9 IX e X dinasta
- 5.10 Totale IX e X dinastia (? anni);
- 5.11 – 5.17 XI dinastia;
- 5.18 – Totale XI dinastia (143 anni);
- 5.19 – 5.25 XII dinastia (parte);
- 6.1 – 6.2 XII (fine);
- 6.3 Totale regni di It-taui -XII dinastia (213 anni);
- 6.4 – 6.27 XIII, XIV e XV dinastia;
- 7.1 – 7,27 XIII, XIV e XV dinastia;
- 8.1 – 8.27 XIII, XIV e XV dinastia;
- 9.1 – 9.30 XIII, XIV e XV dinastia;
- 10.1 – 10.13 XIII, XIV e XV dinastia;
- 10.14 Totale XIII, XIV e XV dinastia (? anni);
- 10.15 – 10.20 XVI dinastia Hyksos;.
- 10.21 Totale regni hyksos (108 anni);
- 11.1 – 11.14 XVI dinastia di Waset;
- 11.15 Totale regno cinque re (? anni);
- 11.16 – 11.17 XVII dinastia di Waset (2 re).

Le suddivisioni sembrano determinate dalle dimensioni del papiro e non dalla volontà di suddividere i sovrani in dinastie.
Malgrado ciò si nota la volontà di contraddistinguere alcuni periodi, sottolineandone le rispettive durate.
Al riguardo le cronologie dell’Antico Regno sono state condizionate dalla credenza (per me errata) che esistesse un totale di 955 anni per le prime sei dinastie. In realtà è molto probabile che siano esistiti tre totali parziali, di cui si è persa la durata: il primo per I e II dinastia, il secondo per III, IV e V dinastia e il terzo per VI, VII e VIII dinastia, mentre il frammento contenente i 955 anni potrebbe essere appartenuto a uno dei periodi leggendari dei regni degli dei.


pizia.
00mercoledì 17 ottobre 2007 18:52
Davanti alla parete del tempio di Abidos ove sono elencati i re, io e Soad (la mia guida egiziana) abbiamo notato come in fondo fossero quasi "raggruppati" nella maniera a cui siamo abituati; fu lei ad osservare "In fondo Maneto era un sacerdote egizio, quindi sapeva come dovevano essere scritti ..."
Forse fino ad un certo punto della storia la discendenza regale è stata percepita come un continuo, ma è ragionevole che ad un certo punto sacerdoti e scriba abbiano voluto dare un po' di ordine, non fosse altro per ricordare meglio; possiamo anche immaginare che ad un certo punto della storia gli annalisti abbiano iniziato a fare alcune divisioni schematiche: se ci pensate bene ci sono momenti della storia egizia in cui si sente forte bisogno di revisione, senza contare che alcune opere del passato sono sempre state lì a guardare i re che si succedevano al trono, pesante eredità di un passato davvero insuperabile.
Secondo me Manetone è uno in mezzo a molti; può darsi che abbia solo riscritto un documento esistente senza aggiungere nè togliere, può darsi che abbia fatto un'operazione di ordinamento e schematizzazione per isolare i momenti più importanti della storia egizia rispetto a quelli più caotici.

Mentre la pietra di Palermo è un registro bello e buono, con ben poche pretese, l'opera di Manetone è già inquadrabile nella critica storiografica.
antonio crasto
00mercoledì 17 ottobre 2007 20:05
Concordo pienamente.
Non dimentichiamo che Manetone era molto probabilmente uno dei frequentatori, se non il capo, della biblioteca di Alessandria d'Egitto e che sicuramente conosceva l'intera stele, detta Pietra di Palermo, e il Canone dei Re, in versione originale (quello che conosciamo è scritto sul retro di un papiro e molto probabilmente era solamente un esercizio di scrittura o copiatura).
roberta.maat
00giovedì 25 ottobre 2007 23:20
Mi sembra di capire che si vorrebbe trovare un criterio che abbia suggerito la divisione in dinastie del'incredibile susseguirsi di sovrani. Dunque questo compito è dello storiografo e penso che Manetone abbia elaborato riordinato e rimaneggiato l'opera di coloro che, "in itinere" erano stati cronisti o anche solo copisti di cronache. Una mole di lavoro per analisi critiche ed interpretazioni di fonti che sono andate perdute.
Credo che nella suddivisione delle dinastie, allontanarsi dal fermo criterio della discendenza dalla grande sposa del re può servire a garantire una continuità di pensiero o, all'inverso,non tenendone conto, individuare una nuova corrente di pensiero nonostante "l'anagrafica"appartenenza alla precedente.
Concordo con Pizia ...Manetone fu un critico storiografo.
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