La stele di Uha

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Horemhat
00venerdì 21 agosto 2020 18:26
Oriental Institute, University of Chigago. E16956
Navigando su Internet ho scoperto che anche l' Università di Chicago dispone di una collezione Egizia (chi l'avrebbe mai detto).

Sono rimasto colpito in particolare da questa bellissima stele risalente al primo periodo intermedio; Wikipedia data la stele genericamente  "VII-X dinastia 2250-2134", il luogo del ritrovamento è incerto (probabilmente Naga-ed deir).

Sono rimato particolarmente colpito dalle iscrizioni che si alternano su sei righe (e mezzo) di formula di offerta seguita da una breve autobiografia. Le iscrizioni si alternano su rige scritte in gialo ocra e blu (ed una sembra nera) a formare un effetto cromatico molto piacevole (a dimostrare che i geroglifici non erano una didascalia ma parte integrante del disegno).
Sulla a parte inferiore sono rappresentati Uha e sua moglie Henutsen accompagnati da nomi e titoli e, in basso a destra dell'osservatore, compare unsaluto ai vivi. 

Il testo è assolutamente abbordabile ma su qualche passaggio mi farebbe piacere confromtarmi nella traduzione/interpretazione grammmaticale. Ho trovato qualche stralcio di traduzione in inglese su internet ma non translitterazioni.
La quarta riga è una testimonianza importante della pratica della circoncisione. 

Prendetevi qualche minuto per ammirare la stele...
Se qualcuno vuole partecipare alla traduzione, si faccia avanti.

Hor
Horemhat
00sabato 22 agosto 2020 18:31
Questa la traduzione delle prime due righe. Invocazione di Offerta e titoli del defunto.
Scelta dei sinonimi fatta su preferenza personale.

Hor
nectanebo
00sabato 22 agosto 2020 19:12
La stele è particolare nella sua espressione artistica.
La scelta di utilizzare diverse colorazioni per il testo è veramente particolare.
Anche la mano dell’incisore mostra, secondo me, una tecnica molto personale in alcuni segni.
Uno in particolare sembra un pittogramma: immagine di aratura con due buoi, 6a riga.
Passando al testo, a primissima vista non ci sono osservazioni, è corretto. Lo vedrò meglio.

Ciao, Nec.
Horemhat
00lunedì 24 agosto 2020 18:02
Vado avanti con la terza riga che non presenta grosse difficoltà. Il "bello" viene dopo.
nectanebo
00lunedì 24 agosto 2020 18:23
E' vero, non ci sono particolari difficoltà in questa parte di testo.

Nella mia traduzione (di lettura) ho optato per la sostituzione dei pronomi
possessivi con l' aggettivo possessivo "proprio"e la parola "io sono" all'imperfetto "io ero"
che rappresenta meglio il defunto.

Il testo risulta quindi:

( Che) dice: "Io ero amato dal proprio( suo) padre, lodato dalla propria( sua) madre, amato dai propri (suoi) fratelli.

Questo per ampliare la discussione. [SM=x822723]

Ho tradotto la frase successiva fermandomi al letterale delle parole.
Il significato rimane però oscuro.

Amplio un po' le ricerche.

A te la palla. [SM=x822713]

Ciao.
Horemhat
00martedì 25 agosto 2020 18:26

Qui comincia la parte difficile della stele.


C’è qualche difficoltà grammaticale che non mi torna. Comunque la frase inizia con iw sab=k(w) Hna s 120, su questo ho pochi dubbi. Poi il nn che dovrebbe introdurre una PPN senza lessema verbale o una negazione del prospettivo, entrambi offrono traduzioni poco soddisfacenti. Una traduzione con la negazione del compiuto è più “lineare” ma dovrebbe essere intodotta da n.


Quindi se optiamo per una PPN traslittererei:


nn sx im nn sx.w im nn AXa im nn AXa.w im
lett non un colpo là né colpi là, non un graffio (ferita?) là, non graffi là.

Se optiamo per una negazione del compiuto (negata da nn per motivi che ignoro):

nn sx(=i) im nn sx=w(i) im nn AXa(=i) im nn AXA=w(i) im
io non ho colpito là e non sono stato colpito là, non ho graffiato (ferito) là e non sono stato graffiato là.

Quest’ultima è più vicina alla versione che ho trovato in rete:

“When I was circumcised, along with 120 men, none therein struck, none therein were struck; none therein scratched, none therein were scratched”.

Aspetto commenti e considerazioni.

Hor


Horemhat
00martedì 25 agosto 2020 18:42
Alcune digressioni sulla frase appena tradotta:
La frase che stiamo traducendo è stata interpretata come una testimonianza che la circoncisione in Egitto era una pratica volontaria e nessuno veniva obbligato farla. Talune mummie di Faraoni non presentano segni di circoncisione; Ahmose per esempio non è stato circonciso perché probabilmente era affetto da un qualche tipo di malattia emorragica (forse emofilia), per Amenhotep I ed Amenhotep II la motivazione malattia è meno plausibile; più probabilmente era semplicemente una pratica volontaria e non un tabù religioso al quale chiunque (anche chi era al vertice della società) poteva sottrarsi.

Allego un’altra foto della stele, meno definita ma, secondo me più godibile.
Hor
Horemhat
00mercoledì 26 agosto 2020 18:13
Forse ho capito.
Nn è una negazione recente del prospettivo in sequenza al compiuto.
Va tradotta senza che...
Vedi G&M versione Seneca pad 245.
nectanebo
00mercoledì 26 agosto 2020 18:21
Io sono stato circonciso insieme a 120 uomini, non ho colpito, nessuno mi ha colpito, non ho graffiato e nessuno mi ha graffiato.?

Il senso di questa frase, che rispetto alla tua, ho ristretto il più possibile anche a scapito della grammatica, resta oscuro.
La definizione “oscuro”, è rintracciabile anche in diversi articoli riferiti a questo passaggio.
Ragionando con un po’ di fantasia, il testo può portare a una conclusione in cui si può immaginare un significato che porta, rispetto alla circoncisione, a:

non c’è stata coercizione ma la volontà, e non c’è stato uso della forza e nessuna intimidazione.

Chissà !!!! [SM=x822738]

Per correre alla fine della 5a riga, l’ultima parola è scritta un po’ "disordinata".
La grafia iSt.w=f forse ha messo in imbarazzo lo scriba, che ha dovuto inserire la f come poteva nello spazio rimasto.

A te la conclusione di questa linea.

Per i non iscritti credo sia utile avere l’immagine della stele:



Ciao, Nec.



Horemhat
00giovedì 27 agosto 2020 17:29

Ho reso le righe sulla circoncisione il più simile possibile alla traduzione del G&M (senza + infinito o congiuntivo) per cercare di fare una traduzione più letterale possibile, nella quale anche i meno esperti ci si possano ritrovare. Il senso lo abbiamo capito e i più esperti potranno tradurre in modo più prosaico e fluido.


Le righe che seguono sono proprio quelle sulle quali ho bisogno di aiuto.
Ho segnalato in rosso le parti dubbie.

per iS.t ho tradotto “risorse” anziché il più corretto “patrimonio” perché mi sembrava che tornasse meglio col seguito.

skA seguito dalla “tazza” V31: il V31 è un complemento fonetico di D28 o una desinenza del compiuto =k(w)? Io opterei per la seconda ma in traduzione è indubbio che torna meglio col participio.

N23 sotto l’aratro U13. Questo simbolo [danneggiato] del quale non sono sicuro, (in alternativa N16, N18, N36, N37, …) potrebbe essere semplicemente l’oggetto dell’aratura (la terra); ho anche ipotizzato che possa essere stato usato cme determinativo per distinguere due parole identiche graficamente ovvero l’atto di arare ed i buoi entrambi skA.

Il pittogamma dei buoi (non cercatelo in Jsesh perché non esiste, l’ho composto io) l’ho interpretato come skA.w (buoi per aratura); forse scelto per non ripetere la medesima grafia di skA.

Infine l’ultimo simbolo della riga, il peggiore: l’uccellaccio incomprensibile al quale ho dato la forma di G38/39, ma potrebbe essere anche G29 (la forma del becco è ambigua e non aiuta) e G25 (mi sembra di intravederne la cresta, o è semplicemente un graffietto della stele?).

In ogni caso non riesco a dare un senso alla fine della frase anche alla luce del mezzo rigo che segue.

Per il momento mi fermo, non faccio ipotesi per non influenzare l’eventuale traduzione.

Aspetto commenti, considerazioni… e, soprattutto, aiuti!!!

Hor


nectanebo
00venerdì 28 agosto 2020 13:32
la mia proposta è questa:

Io sono stato circonciso insieme a 120 uomini, non ho colpito (sxi), e nessuno mi ha colpito, non ho graffiato (AXat) e nessuno mi ha graffiato. Io ero un eccellente cittadino (nDs iqr) che viveva dei propri (suoi) possedimenti/proprietà, (iSt.w=f) ?

che ha arato (skA) con i suoi buoi (coppia di ?), che ha navigato con la propria barca, non con quella che come figlio * (ho ricevuta) dalla mano di mio padre, il venerato, Uha. **
m.a t=i imAyt wHA

* Qui ipotizzo la sequenza sA tn = figlio questo

** una omonimia che sembra affermare che il padre di Uha, portava lo stesso nome del titolare della tomba.

Queste frasi finali, appaiono come un'affermazione in cui si afferma che Uha (figlio), ha sempre vissuto dei propri beni, non di ciò che ha ereditato da suo padre.


N23 sotto l’aratro U13. Questo simbolo [danneggiato] del quale non sono sicuro, (in alternativa N16, N18, N36, N37, …) potrebbe essere semplicemente l’oggetto dell’aratura (la terra);



Questa parola è con buone probabilità skA - coltivare, (o più precisamente: arare, dissodare la terra ) Faulk.p.251

Questa variante risulta però un unicum. Nessun dizionario consultato la cita.
Esempi da Tla.



Cosa ne pensi ?

La scio a te il resto con un ultimo passaggio un po' complicato.

Ciao, Nec.
Horemhat
00sabato 29 agosto 2020 18:00

Ci stiamo avvicinando alla traduzione, in effetti la tua versione è plausibile, il tn femminile non concorderebbe con “figlio” ma credo che nell’insieme la cosa funzioni. La traduzione si allinea con quella che ho trovato della stele (la didascalia del museo) che traduce il pittogramma come “team of oxes” e il padre come Uha Senior.


Il concetto di “eccellente cittadino” mi piace, oggi diremmo “cittadino esemplare”, “onesto cittadino”, anche se detto da uno dei nostri politici fa un po’ ridere, in bocca al protagonista della stele fa il suo bell’effetto.


Nella dichiarazione della circoncisione il termine im probabilmente è da intendersi come im-Ø, “in cio”, facilmente interpretabile come “in questo contesto” “in questa occasione” in traduzione, però, l’ho omesso.


Per il termine “arare” interpreterei la k come complemento fonetico ed N23 come determinativo ad ottenere un participio passato (che arava, che ha arato ecc.).


Per l’ultima parte mi allineerei alla versione inglese interpretando il soggetto di quell’ “aver ottenuto dal padre” come “tutto ciò che” e non solo la barca; si riferirebbe a tutti i concetti espressi in particolare il vivere con le proprie risorse.


la traduzione verrebbe una cosa del genere:


"Sono stato circonciso con 120 uomini; senza che colpissi né che mi colpissero (in questa occasione); senza che graffiassi né che mi graffiassero (in questa occasione). Io ero un eccellente cittadino che viveva con le sue proprietà, che arava la terra coi (suoi) buoi, e navigava con la sua barca, non, dunque, con (ciò che) come figlio (ha ricevuto) dalla mano di suo padre il beato Uha".


Nell’insieme ho mantenuto una traduzione il più letterale possibile, così anche i meno esperti possono orientarsi. Ovviamente ci si può sbizzarrire a rendere la traduzione più libera e fluida e, di conseguenza, migliore.


Hor


Horemhat
00sabato 29 agosto 2020 18:07

Nelle ultime righe che traduciamo troviamo i nomi e titoli della moglie del titolare Henutsen e un appello ai viventi. Da notare il termine anx.w che è stato “separato” dai suoi determinativi dal termine tp-tA che si interpone (forse per errore). Curiosamente in tutta la stele non appare mai la formula mAa xrw in favore di imAxw.
Per il termine Xkr.t-n(y)-sw.t (disegnato malino...) vedi Vygus 272 (ma in realtà l'ho trovato sul Collier-Manley).


Ti confesso che ho pronunciato ad alta voce la formula di offerta come da istruzioni… non si sa mai…

Hor


nectanebo
00sabato 29 agosto 2020 21:05
La versione finale che proponi non ha bisogno di aggiunte. Il testo è il classico delle formule d’offerta, con le varianti che i traduttori possono adottare sostituendo alcuni termini con sinonimi diversi.

Una sola annotazione su una parola che non risulta unanime nei riferimenti bibliografici.
Si tratta di Xkr.t-n(y)-sw.t.
La parola più ricorrente di questo titolo è Xkr = ornamento.

Il G.& M pag. 150 la traduce: Unico ornamento regale, e lo definisce come un titolo riservato alle spose dei funzionari.
Stessa definizione in Seneca al paragrafo 13.4.

Alcuni dizionari aggiungono in traduzione anche il termine “concubina” sicuramente solo come titolo speciale e non come vera e propria donna del re.
Traduce cosi: “concubina del reFranco Brussino, nella sua traduzione della stele di Abkau 1535 Torino. In questa stele non compare però la parole waty (unica)

Xkr(t)-nsw Hm(t)-nTr Hwt-Hr
concubina del re, sacerdotessa di Hathor.

Detto questo, sono convinto che su questa stele, sia stato fatto un ottimo lavoro, e almeno per me, al meglio delle possibilità.

Alla prossima.
Ciao, Nec.
Horemhat
00domenica 30 agosto 2020 18:54
A questo punto non rimane che conludere il lavoro.
Ho fatto le ultime piccole correzioni ed allego l'immagine completa.

Hor
Horemhat
00domenica 30 agosto 2020 18:56
Qui invece un pdf con alcune piccole note esplicative.
nectanebo
00domenica 30 agosto 2020 19:04
Lavoro eccellente ... [SM=g999097]

Gli utenti del forum non possono avere di meglio.

Ora non resta che cercare qualcosa d'altro interessante e non troppo
pubblicizzato, naturalmente sempre con comodo.

Ottimo il disegno dei due buoi, Se lo sai fare, puoi inserirlo nella lista dei segni di Jsesh.

Ciao, Nec.
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