Sull'argomento vorrei riproporre il contenuto di un mio intervento ormai datato, contenuto nella sezione dedicata al corso geroglifico:
Non possiamo affermare di possedere riscontri in grado di provare l’esistenza di donne scriba, con assoluta certezza.
Non sussistono, ad esempio, ritrovamenti relativi a documenti che recano il nome di una donna, quale “redattore”. Questo porterebbe a considerare la professione di scriba come retaggio meramente maschile.
Alcuni studiosi, tuttavia, non concordano in tal senso e propongono il titolo sS shmet quale corrispondente femminile di Scriba. Il sostantivo shmet, in base ai riscontri ottenuti nelle mie ricerche, presenta un significato preciso, da ricondurre alla posizione femminile nell’ambito dell’unione matrimoniale. Prima di ritenerlo, quindi, associato alla professione di scriba, andrebbe ulteriormente indagato.
La scorsa settimana abbiamo, però, approfondito la figura di Seshat/Seshet, divinità preposta alla scrittura che, solo in un secondo tempo, è stata direttamente connessa a Thot. In quella occasione abbiamo potuto appurare che il suo nome può essere inteso come il corrispettivo femminile di sS, ovvero di “scriba”.
L’esistenza di una divinità femminile preposta alla scrittura, non potrebbe sottintendere l’esistenza di donne scriba?
Possediamo, in effetti, riscontro dell’impiego del termine in iscrizioni risalenti al Medio Regno e all’Epoca Tarda, nelle quali lo stesso non è riferito a Seshat. Tali iscrizioni suggerirebbero, quindi, l’esistenza di alcune donne che vantavano di possedere questo titolo.
Mi riferisco, nello specifico, al ritrovamento di uno scarabeo sigillo, databile al Medio Regno, di proprietà di Idwy. Accanto al suo nome lo scarabeo reca il titolo sS.t. Idwy era una donna.
Lo stesso titolo compare, poi, almeno in altre due occasioni, databili all’Epoca Tarda, grazie alle quali veniamo a conoscenza di una sS.t sSm.t [“seshet sehemet”] che recava anche l’epiteto di “Sposa di Amon” (indubbiamente una Principessa reale, quindi) e di una sS.t di nome Aashit, rappresentata a Deir el-Bahari.
Come ho già detto in apertura, tali riscontri non ci consentono di affermare con certezza che le titolari avessero un ruolo effettivo in ambito burocratico, né, tanto meno, che alle donne fosse concesso di frequentare le istituzioni scolastiche, al pari degli uomini. Ma, parimenti, non ci è consentito escludere che alcune donne beneficiarono di altre forme di istruzione (tutori privati o un padre scriba, ad esempio), che permise loro di imparare a leggere e scrivere e di provvedere, in prima persona, alle proprie necessità, senza dover avvalersi dei servizi di uno scriba propriamente detto.
Un altro aspetto che, a mio avviso, non trova negazione è l’esistenza di “donne scriba” preposte all’ambito religioso.
E’ pur vero che alcuni studi intendono proporre un diverso significato per il titolo sS.t, volendo riconoscervi un’attinenza legata all'ambito della cosmesi e non a quello della scrittura.
Preso atto di ciò, sorge, però spontaneo porsi una domanda specifica:
a quale scopo Idwy possedeva uno scarabeo sigillo?
Un altro aspetto che merita la dovuta attenzione è il ritrovamento di alcune iscrizioni, databili all’Antico Regno, che riferiscono della possibile esistenza di donne medico. In un’iscrizione dell’epoca infatti troviamo l’indicazione di un titolo che è stato tradotto “sovrintendente alle dottoresse (donne medico)”, associato, a sua volta, ad un nome femminile.
La traduzione riportata non è scevra da possibili inesattezze, tuttavia, qualora si rivelasse corretta, testimonierebbe l’esistenza di donne medico nell’Antico Egitto con millenni d’anticipo rispetto alla loro comparsa ufficiale.