La medicina nacque in Egitto

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-francis-
00venerdì 1 giugno 2007 11:05
ERA NOTO che l'Antico Egitto avesse raggiunto, per i suoi tempi, alti livelli di conoscenze scientifiche e di tecnologia. Ma ora bisogna aggiungere anche la medicina tra le eccellenze raggiunte dalla civiltà fiorita sulle sponde del Nilo. Anzi, in base alle ricerche fatte dal Centro Knh di egittologia biomedica dell'Università inglese di Manchester, è tra le Piramidi che bisogna riconoscere la formazione delle radici della medicina moderna e non nell'antica Grecia. La dimostrazione sta in alcuni papiri datati al 1500 avanti Cristo, precedenti dunque di un migliaio di anni alla nascita di Ippocrate, sinora "padre" indiscusso della medicina occidentale.
"La nostra scoperta mostra che gli antichi egizi praticavano una forma del tutto assimilabile alla farmacologia assai prima dei Greci", spiega il coordinatore della ricerca Jackie Campbell, "Quando abbiamo decifrato i documenti, scoperti verso la metà dell'Ottocento, abbiamo visto che non solo quegli antichi rimedi avevano un certo merito terapeutico, ma che spesso erano perfettamente paragonabili alle terapie attuali".
Le ferite, per esempio, venivano trattate con miele, resina e metalli dalle proprietà antibatteriche. Un diffuso rimedio contro la stitichezza era invece rappresentato dall'olio di ricino e colloquintide, ma anche da estratti di fico e dall'immancabile crusca. Le coliche erano invece curate con iosciamina (un alcaloide della belladonna), usata ancora oggi per l'ulcera e gli spasmi viscerali, mentre cumino e coriandolo servivano per ridurre la produzione di gas intestinali. I problemi muscoloscheletrici venivano trattati con vasodilatatori per migliorare l'afflusso di sangue alla parte dolente, e con impiastri di vario tipo per portarvi calore. Per i reumatismi erano disponibili sedano e zafferano, sostanze cui la ricerca farmaceutica sta dedicando ora una certa attenzione, mentre la melagrana era usata per combattere il verme solitario (un rimedio, questo, in auge fino a cinquant'anni fa). Infine, acacia contro la tosse e aloe per dermatiti di varia natura.
"Il lavoro di ricerca", concludono gli studiosi inglesi, "proseguirà con il confronto genetico e chimico tra le piante tipiche dell'antico Egitto e le specie moderne. Prossima tappa: trovare le somiglianze e le differenze tra la medicina tradizionale delle popolazioni nordafricane e i rimedi usati dai loro progenitori 3.500 anni fa".

Fonte: La Repubblica


Hatshepsut76
00venerdì 1 giugno 2007 11:41
Ho sempre sostenuto la grandezza degli Egizi nelle varie scienze, piuttosto che quella dei Greci...

Nel campo specifico, un panorama completo della medicina in Egitto è offerto dal libro di Bruno Halioua La medicina al tempo dei faraoni
antonio crasto
00venerdì 1 giugno 2007 12:35
Ricordo che uno dei testi di medicina egizia più completi è il Papiro Ebers. E' sottoscritto da Amenhotep I, ma quasi tutti gli Egittologi sono d'accordo nel ritenerlo dell'Antico Regno.
I miei studi hanno suggerito che possa essere stato scritto all'inizio della VI dinastia durante il regno di Userkara, molto prima del 1500 a.C.
Hatshepsut76
00venerdì 1 giugno 2007 13:24
Sì, Antonio, hai ragione.

Nel suo libro, Halioua si basa anche sulle indicazioni fornite dal papiro da te menzionato. [SM=x822712]
-francis-
00venerdì 1 giugno 2007 13:30
Ricordo che nel tempio di Kom Ombo, su una parete, sono raffigurati diversi strumenti chirurgici...
-Kiya-
00venerdì 1 giugno 2007 19:56
e sono tutti riprodotti in maniera pregevole!
Incredibilmente identici a quelli attuali, ricordo che ne restai incantata
pizia.
00sabato 2 giugno 2007 15:21
Re:

Scritto da: antonio crasto 01/06/2007 12.35
I miei studi hanno suggerito che possa essere stato scritto all'inizio della VI dinastia durante il regno di Userkara, molto prima del 1500 a.C.


Antonio, se vuoi, raccontaci qualcosa in più.

Perché proprio Userkara?
antonio crasto
00lunedì 4 giugno 2007 07:20
E’ noto che il Papiro Ebers non può essere originario della XVIII dinastia. Lo stile sembra essere quello dell’Antico Regno. Ciò sembra avvalorato tra l’altro da riferimenti contenuti nel papiro a parenti stretti del faraone Teti (VI dinastia).
E’ noto ancora che all’inizio della XVIII dinastia si cercò di rimediare all’epoca oscura dell’occupazione Hyksos attuando una specie di Rinascimento egizio. In particolare furono ricopiati molti papiri, forse danneggiati a causa dei disordini del 2° Periodo Intermedio.
E’ noto ancora che alcuni faraoni sottolinearono l’importante fenomeno annuale della levata eliaca di Sirio, segnalando il giorno del calendario civile nel quale si era verificato il capodanno del calendario di Sopedet / Sirio.
Detto questo ho ipotizzato che Amenhotep I abbia trovato nel papiro originale una segnalazione della levata eliaca di Sirio effettuata dal faraone Userkara.
Per una particolare coincidenza il suo prenome Djeserkara sarebbe stato simile al nome o prenome scritto sul vecchio papiro e cosa più importante la levata eliaca di Sirio del momento si sarebbe avvicinata proprio al giorno e al n. del mese segnalato nel papiro.
Queste due coincidenze potrebbero aver stimolato la fantasia di Amenhotep I e avergli suggerito una “usurpazione” del nome e della segnalazione astronomica (bastava sostituire il geroglifico djeser ai due geroglifici user e sostituire il solo geroglifico della stagione).
Userkara, probabile mandante dell’omicidio di Teti, fu sottoposto a damnatio memoriae quasi sicuramente da parte di Pepi I, per cui l’usurpazione del suo importante papiro medico sarebbe rientrata nell’azione di cancellazione iniziata circa mille anni prima.
E’ evidente che non ho prove scientifiche che avallino questa mia ipotesi (non è mai stata scritta una testimonianza di una usurpazione), ma i suoi risvolti per la cronologia egizia sono particolarmente stimolanti.
roberta.maat
00lunedì 4 giugno 2007 14:29
Anche io ricordo di essere rimasta incantata dal rilievo dei ferri chirurgici....ma in particolare sono stupefacenti quelli necessari a terapie chirurgiche oculari.........sono identici a quelli attuali che conosco per esperienza diretta ! [SM=x822706]
roberta.maat
00lunedì 4 giugno 2007 15:20
Il pariro Ebers contiene circa un centinaio di ricette ,dal n.336 al n.441 col titolo "inizio del capitolo sugli occh". Sono presenti rimedi per malattie che conosciamo bene e del tutto identificabili con le patologie che oggi si curano.Molti i nomi che classificano le malattie a seconda se siano della palpebra,della congiuntiva,della retina,del cristallino,del condotto lacrimale.della cornea e dell'iride.Il nebat,granulazione,che identifica senza dubbio la congiuntivite granulosa,tracoma,tuttora flagello dell'egitto,veniva curato con sostanse naturali quali bile di tartaruga e laudano sotto forma di impiastri per uso topico.Altre ricette contro questa temibile malattia propongono uso di ocra gialla terra di Nubia natron rosso foglie di acacia e perfino farina di granito. Una ricetta sempre da Ebers consiglia un rimedio per rafforzare la vista da fare "tra il primo e il secondo mese della stagione delle semine : galena maschio,galena,succo di balsamite in parti uguali.Applicare sugli occhi". Poichè la maggior frequenza di oftalmie acute si presentava in estate.....questa potrebbe essere una cura di prevenzione visto che si cosiglia di effettuarla in inverno .....non vi pare ? Ancora più stupefacente è leggere che contro la emeralopia,diminuzione della vista al crepuscolo, chiamata sharu, si prescrivesse "fegato di bue essiccato" o liquido di cottura a vapore dello stesso. Oggi sappiamo che questo disturbo in genere alla base ha una carenza di vit. A e...che il fegato è particolarmente ricco di questa vitamina. [SM=x822748]
-Kiya-
00mercoledì 6 giugno 2007 16:48
fai l'Informatore di mestiere, Roberta? scusami, ma mi hai incuriosita [SM=x822712]

in merito ai geroglifici di Kom Ombo, ho cercato immagini, ma senza successo, tu possiedi qualcosa a riguardo?
roberta.maat
00venerdì 8 giugno 2007 16:12
[SM=x822742] Per Kiya, ho studiato oculistica e la mia vita mi ha portato a vivere quell'ambiente.........ora sono anche informatore. Scusa se rispondo in ritardo. Per quanto riguarda Komhombo ho delle foto scattate da me ma purtroppo dono diapositive e non le ho ancora potute trsformare in digitali quindi non saprei per il momento come allegarle. Appena possibile le posto [SM=x822709]
-Kiya-
00venerdì 8 giugno 2007 16:36
no, che non è O.T. e ora capirai perchè:

mi interesserebbe che tu fornissi una descrizione, quanto più possibile dettagliata degli strumenti chirurgici rappresentati con tanta perizia nel Tempio del Dio coccodrillo, Sobek.

Ed ora che so che hai i titoli per farlo, sono ancora più soddisfatta [SM=x822713]
pizia.
00sabato 9 giugno 2007 10:18
Molto bene, finalmente un medico o qualcosa di simile, ho una miriade di domande da farti!
Intanto cerco la foto che ho fatto nel tempio di Kom Ombo, sono sicura di averla, poi la metto qui, così potrai indicarci bene i ferri chirurgici con la loro funzione. [SM=x822712]
roberta.maat
00sabato 9 giugno 2007 18:24
Gli strumenti chirurgici rappresentati a Komhombo di uso oftalmico sono piccoli bisturi,lance ,uncini e forse delle piccole pinze;non ho visto un divaricatore palpebrale che probabilmente non era in uso così come prevede la pratica moderna.Le lance sono praticamente identiche e così pure i piccoli bisturi. Gli altri strumenti o presidi medico-chirurgici riguardano altre branche mediche ,vedi la sedia per puerpere o la colonna con l'acqua,e sicuramente i ferri usati per i riti della imbalsamazione. Sebbene fossero espertissimi in questa pratica, tuttavia gli antichi Egizi non erano scientificamente molto preparati sull'anatomia. Infatti gli occhi e la pelle sono stati oggetto di cura in percentuale maggiore rispetto al altri organi in quanto accessibili direttamente. Le altre patologie venivano affrontate perlopiù con riti propiziatori in intervento divino.Abbiamo notizia della trapanazione cranica....ma lascerei l'argomento ! Conoscevano benissimo,invece,l'anatomia dell'occhio e le sue patologie tanto da porre diagnosi differenziate e così precise da essere individuate oggi senza dubbi.Il medico egiziano aveva conoscenze scientifiche tali da permettergli di distinguere le patologie a seconda della parte dell'occhio colpita, quindi palpebre,congiuntiva,cornea,retina e addirittura cristallino (la malattia dell'acqua che monta cioè la cataratta). Le malattie che necessitano di terapia medica erano ben conosciute,curate ed in buona percentuale guarite attraverso rimedi con impiastri unguenti suffumigi a base di sostanze derivate dalla natura organica e inorganica. Per le malattie che necessitano di chirurgia offrivano ugualmente assistenza con interventi probabilmente di minor successo fatta eccezione per l'estrazione di corpi estranei. A questo proposto si può vedere il particolare sulla parete nord della tomba di Ipy a Deir el Medina che ritrae un un oculista all'opera mentre estrae una scheggia dall'occhio di un tagliapietre. Si diagnosticavano lo pterigio,il calazio lo xantelasmo e l'ectropion e con piccoli strumenti l'uso di anestetico (anche vapori di bitume)e qualche empirica disinfezione ,l'esito poteva essere buono. E' noto che praticassero anche l'enucleazione dell'occhio,in vita,che veniva protesizzato con tamponi pressati e dipinti prima e successivamente con pietre lavorate e anch'esse dipinte.
[SM=x822742] ho scritto troppo e magari non perfettamente aderente le richieste.......ora smetto anche se vorrei scrivere anche dei colliri. [SM=x822748]
iset83
00domenica 10 giugno 2007 12:24
Io sarei felice di leggere qialcosa sui colliri....putroppo ho una certa esperienza con le patologie degli occhi e sono molto interessata all'argomento [SM=x822712]

[Modificato da iset83 10/06/2007 12.27]

-Kiya-
00lunedì 11 giugno 2007 01:55
non è mai troppo quando si tratta un argomento di comune interesse.
Pertanto continua pure, Roberta, sono ansiosa di leggerti anche io a proposito dei colliri.

Qualora lo desiderassi, volendo magari presentare il tuo scritto sotto forma di monografia, posso aprirti un'area dedicata nell'apposita sezione [SM=x822713]
Hatshepsut76
00lunedì 11 giugno 2007 09:25
Re:

Scritto da: iset83 10/06/2007 12.24
Io sarei felice di leggere qialcosa sui colliri....putroppo ho una certa esperienza con le patologie degli occhi e sono molto interessata all'argomento [SM=x822712]

[Modificato da iset83 10/06/2007 12.27]




ieri ho provato a dare un'occhiata all'indice analitico del libro di Halioua, ma non ho trovato la voce di riferimento...
roberta.maat
00lunedì 11 giugno 2007 15:23
Grazie Kiya......ma per il momento non mi sento all'altezza di inserire i miei scritti nell'area monografica .
Per quanto riguarda la parola collirio dobbiamo fare uno sforzo di immaginazione penso infatti che sia [SM=x822706] più giusto chiamare questi medicamenti impiastri,unguenti ecc. E' pur vero che i secoli trascorsi hanno assolutamente cancellato l'eventuale stato liquido di questi farmaci però ritengo che chimarli colliri sia una deformazione degli archeologi che hanno cercato di dare un nome al contenuto dei vasi reperiti. Nella cura della patologia oftalmica ricorre sempre la parola "mesdemet" che per lungo tempo fu tradotta come "antimonio",successivamente analizzati i composti chimici rinvenuti si è rilevato costantemente la presenza di galena. L'iscrizione su un piccolo vaso di una fine ceramica rosa (coll.Ibrahim Harari al Cairo) riporta "mesdemet" e altri intrugli quali grasso d'oca segatura e foglie di acacia.Si può approfondire con "une recette égyptienne de collyre" di S.Sauneron B.I.F.A.O.1958. Su un altro vaso conservato al Louvre si legge "buon mesdemet utile per........"- vedere Dolfus M.A. "l'ophtalmologie dans l'ancienne Egypte"-
Questo rimedio mesdemet era ritenuto importante e prezioso,la produzione locale proveniva dalla regione di Elefantina ,si importava invece dalla terra di Punt e questo materiale è presente con l'oro e l'ebano su un bassorilievo del tempio di Deir el Bahari. Stranieri definiti Aamu ne hanno fatto dono al figlio del principe Knumhotep.
Hotepibre
00martedì 12 giugno 2007 15:42
Una domanda forse [SM=x822742] in questo 3D, ma che ha comunque a che fare con gli occhi. In un'altra discussione sulla cosmesi chiedevo se, verosimilmente, l'usanza di truccare gli occhi poteva avere, aldilà del valore estetico, anche una valenza medica (per esempio per limitare il riverbero del sole africano). Hai notizie in merito? Grazie
pizia.
00martedì 12 giugno 2007 20:01
Per Roberta:
Sto compilano il mio dizionario personale e vorrei inserire "mesdemet".
Come traduzione devo dunque mettere antimonio o galena?
E' ormai accertato che sia galena?
Un'ultima cosa, se ti ricordi, l'autore e l'opera da cui hai preso la notizia.
Grazie-grazie! [SM=x822712]
roberta.maat
00martedì 12 giugno 2007 22:49
[SM=x822712] Per Pizia....puoi sicuramente annotare galena-solfuro di piombo- mesdemet ritenuto antimonio fino alle analisi chimiche effettuate da Ficher e successivamente da Florence. Probabilmente anche Loret fece eseguire analisi chimiche con questo risultato.
Sostanza presente in tutti i vasi e vasetti identificati come contenitori di "colliri" [SM=x822719]



-Kiya-
00martedì 12 giugno 2007 22:56
quindi il termine mesdemet indica un elemento, ossia uno dei componenti, probabilmente il principale, utilizzato per la produziuone dei "colliri". E dimmi, secondo te sarebbe possibile anche renderlo semplicemente con "unguento"?
pizia.
00martedì 12 giugno 2007 23:17
Perfetto, inserito mesdemet e link a questa discussione di Egittophilia! [SM=x822713]
roberta.maat
00martedì 12 giugno 2007 23:22
.....è il componernte principale,presente nella quasi totalità dei "medicamenti", in altre misture con grasso d'oca costituisce un unguento . [SM=x822750]
-Kiya-
00martedì 12 giugno 2007 23:27
grazie per il chiarimento [SM=x822712]

siamo a conoscenza di altri medicamenti di cui se ne conosce anche il nome egizio?
roberta.maat
00mercoledì 13 giugno 2007 09:36
Per Kiya, se ti riferisci al nome di un composto,cioè un farmaco così come intendiamo nella farmacopea attuale, io personalmente non ricodo con precisione, però però con un pò di tempo e qualche ricerca mirata forse riesco a scovarlo.Se invece ti riferisci ai singoli elementi dei preparati se ne conoscono molti nei loro nomi egizi. Come ho riferito più in alto nella stessa discussione, nella
preparazione dei medicamenti si ricorreva ai prodotti della natura organica ed inorganica e pertanto non è difficile trovare i nomi di piante o residui animali o polveri di minerali. Se vuoi posterò qualcosa al riguardo.
Per Pizia, per il tuo vocabolario vuoi i nomi egizi delle patologie ? In relazione agli occhi potresti descrivere il "tracoma" ,malattia seria ma purtroppo comune sia oggi che allora quando la chiamavano "nehat". [SM=x822713] [SM=x822748]
antonio crasto
00mercoledì 13 giugno 2007 10:10
Ho finalmente trovato un'immagine degli strumenti chirurgici di Kom Ombo.
pizia.
00venerdì 15 giugno 2007 20:29
Grazie molte, aggiungerò nehat = tracoma sicuramente, e con il link!
Un'altra domanda per Roberta: ho sentito dire che la malformazione fetale così detta spina bifida si manifesta per una mancanza di acido folico nella dieta della futura mamma?
roberta.maat
00venerdì 15 giugno 2007 22:11
Cara Pizia ti aggiungo che la parola nehat significa granulazione nella lingua dell AE e in effetti il tracoma è una congiuntivite granulosa. Per il dizionario puoi aggiungere anche la malattia sharu. Si tratta della emeralopia il disturbo che riduce la vista al crepuscolo, molto comune oggi e allora, curata con fegato di bue essiccato (vedi vit A dei tempi nostri).
Per quanto riguarda l'acido folico.....esso è importantissimi prima e durante la gravidanza.La sua carenza può provocare la malformazione che dici di tipo neurologico.
[SM=x822713]


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