La Medicina

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Alexander Brandy
00mercoledì 18 gennaio 2006 13:05
Erodoto riferisce che la medicina egizia era fortemente specializzata. La nostra documentazione conta un Papiro Smith (così chiamato dal nome del suo primo possessore) che purtroppo ci è pervenuto non integro. È la copia di un testo dell’Antico Regno, fatta in Epoca Hyksos, completa di glosse per spiegare i termini non più comprensibili. Altra fonte è il cosiddetto Papiro Ebers (anch’esso di Epoca Hyksos), lungo ben 20 metri, una raccolta sistematica di casi di medicina tolti da trattati diversi giunta a noi completa e con glosse. A questi papiri si aggiungono otto testi frammentari, alcuni coevi, altri posteriori, che sono semplicemente appunti scritti da praticanti o frettolose copie di originali andati perduti. Sotto il profilo della materia, risulta da tali documenti che la scienza trattava, parte a parte, la chirurgia, la medicina generale e parecchie specializzazioni fra cui oftalmologia, ginecologia, pediatria, gerontologia e malattie dell’ano. La sistematica della prassi appare ineccepibile: come i loro colleghi moderni, i medici egizi esaminavano il malato, identificavano la malattia in base ai sintomi (diagnosi) e ne prevedevano il decorso e l’esito (prognosi), e prescrivevano una terapia.

[Modificato da -Kiya- 18/01/2006 14.22]

Alexander Brandy
00mercoledì 18 gennaio 2006 13:07
Sonno, dieta e purghe: le cure per tutti.

Le cure mediche in senso proprio consistono nel riposo, in una dieta adatta, e nella somministrazione di rimedi fra i quali i più frequenti sono i purganti. Le ricette che ci sono pervenute indicano ingredienti per lo più vegetali (è sfruttata quasi tutta la flora egizia) e di rado minerali (allume, rame, ossido di ferro, calcare, carbonato e bicarbonato di sodio, zolfo, composti arsenicali, carbone); vi ha poi posto un certo numero di ingredienti che fungono da veicoli (birra, vino, miele, grassi animali, midollo, argilla). Il rimedio veniva somministrato in forma di bevanda, pappa, pillole e cataplasma. Tutti gli ingredienti appaiono quasi sempre adatti allo scopo terapeutico prefisso, e comunque scelti secondo un criterio di scienza naturale, mai in obbedienza a presupposti religiosi o filosofici. Del resto le formule magiche rivolte a una divinità guaritrice venivano inserite nella cura solo per prudenza (come dire: "non si sa mai!"), per dare maggiore fiducia al paziente e per le malattie attribuite a cause extra-fisiche. Molti rimedi comportavano almeno un ingrediente raro e costoso, spesso importato dall’estero (in particolare da Biblo), e questo ci dice che la psicologia del malato dell’antico Egitto era la medesima di oggi. I medici preparavano essi stessi le loro ricette, ma si procuravano la materia prima da una organizzazione farmaceutica gerachizzata. Al momento di consegnare le medicine erano sempre prodighi di consigli sull’igiene, che consisteva innanzitutto nel praticare abitudini sane
Alexander Brandy
00mercoledì 18 gennaio 2006 14:15
La Struttura Sanitaria...
Il corpo dei medici dipendeva da un dicastero della Sanità, bipartito come ogni altro, cui presiedeva un "grande dei medici dell’Alto Egitto" e uno del "Basso Egitto", dai quali dipendevano "ispettori dei medici" e "soprastanti dei medici". Esistevano poi i titoli, di "soprastante alla casa della salute" (la quale era certamente un’organizzazione ospedaliera), nonché di medici addetti a corpi sacerdotali, colonie agricole, colonie militari, villaggi operai e reparti militari. Il medico generico (semu) doveva sapere di tutto e anche di veterinaria, trattata negli stessi libri di medicina, ma molti aggiungevano al titolo una o più specializzazioni: semu degli occhi, della testa, dei denti e così via. La leadership scientifica della categoria era rappresentata dai "medici di Palazzo" che erano aggregati alla Casa della Vita, l’alta scuola di tutte le scienze. Anche l’organizzazione farmaceutica era gerarchizzata, con un "capo farmacista", che dirigeva e controllava i "conservatori dei farmaci" coadiuvati da tecnici. Le cure prestate dal medico, quando non era d’ufficio come sanitario di un corpo sacerdotale o di una colonia, erano pagate in natura.
La casa della vita

In ogni complesso templare esisteva una scuola o "Casa della vita", che poteva considerarsi una specie di università. Era propriamente un archivio del tempio, dove si copiavano, per poterli tramandare e studiare, testi religiosi e didattici, composizioni narrative e autobiografiche, trattati scientifici, testi di astronomia e di magia. Poteva quindi considerarsi una specie di università, in cui le osservazioni fatte nel corso dei secoli e le informazioni raccolte da molti studiosi venivano elaborate e utilizzate per nuove indagini. Ma che cosa poteva imparare nella scuola del tempio uno studente di medicina, un astronomo in erba o un giovane letterato che aspirasse a farsi strada coi suoi scritti? Le conoscenze in campo medico erano molto avanzate come dimostra il Papiro di Ebers; meno avvantaggiati erano gli studenti che volevano dedicarsi allo studio dell’astronomia, perché in questo campo gli egizi non riuscirono mai a eguagliare i loro vicini sumeri e babilonesi, con i quali però, durante il Nuovo Regno, dovevano essersi probabilmente scambiati studi e informazioni. Per quanto riguarda la letteratura, nelle scuole si usavano i testi "sapienziali", una serie di massime o insegnamenti tramandati fin dalle epoche più antiche, ma la vera letteratura, quella per così dire impegnata, fiorì nel Medio Regno. Nel Nuovo Regno apparve invece una letteratura che oggi definiremmo "di evasione": storie umoristiche e grottesche, cronache di guerra, che non potevano mancare in un impero tutto spinto alla conquista, liriche d’amore che trovano il terreno più fertile in epoca di abbondanza e di ordine sociale
Alexander Brandy
00mercoledì 18 gennaio 2006 14:16
Il Cuore Motore della Vita
"Se il medico pone le mani sul capo, sulla nuca, sulle mani, sul luogo dello stomaco, sulle braccia oppure sui piedi, dovunque egli ricade sul cuore, perché i suoi vasi conducono a tutte le membra". È una delle dottrine che appaiono nel Papiro Ebers, da cui si deduce che i medici egizi ritenessero il cuore centro della vita e sembra anzi che già ricollegassero il suo battito a quello del polso. I testi letterari descrivono inoltre il cuore come luogo della volontà e delle emozioni, oltre che sede del peccato. Centro quindi dell’organismo umano fisico, psichico e spirituale è il cuore, mentre l’importanza del cervello non era avvertita. Nel Papiro Ebers si accenna anche al numero e alla posizione dei vasi che si originano dal cuore. Essi portano aria alle membra, acqua ai polmoni, al fegato, alla milza e all’ano, sangue e muco al naso, ed ancora, sangue alle tempie, sperma ai testicoli, orina alla vescica ed, infine, escrementi all’ano. La dottrina è frutto evidente di osservazioni condotte, almeno in parte, su cadaveri, le cui arterie sono vuote e possono quindi sembrare condotti auriferi. Quanto ai vasi sanguiferi, essi sono in realtà vasi venosi, mentre gli acquiferi i vasi linfatici. È comunque indubbio che la pratica della mummificazione deve aver reso gli egizi abbastanza esperti di anatomia umana, una conoscenza che si dimostrerà preziosa nella pratica chirurgica
Alexander Brandy
00mercoledì 18 gennaio 2006 14:17
I grandi interventi chirurgici: una leggenda da sfatare?

Data la pratica della mummificazione, che rendeva gli egizi abbastanza esperti di anatomia umana, la chirurgia non era certo sconosciuta. Dal momento che, però, ogni cura si basava sul principio "primum non nocere", i casi chirurgici prevedevano l’uso del bisturi soltanto per i tumori esterni e del cauterio per i casi lievi. Il vocabolario medico reca diversi nomi di bisturi, ma non conosciamo a quali tipi di strumento essi corrispondano: è comunque probabile che si usassero lame simili a rasoi e coltelli comuni di bronzo. Mano più pesante dovevano avere i chirurghi militari, poco più che segaossa, che chiudevano le ferite sia bruciando i tessuti con il ferro rovente o con sostanze caustiche, sia applicando punti. È probabile che in questi casi non si ricorresse neppure all’anestesia, ottenuta, almeno a partire dal Nuovo Regno, con il papavero sonnifero, in pratica l’oppio. A questo punto, venendo a tre leggende spesso ripetute circa la medicina egizia, che narrano di grandi interventi chirurgici, di odontoiatria operatoria e protesi e di trapanazione terapeutica del cervello, è bene considerare che i Papiri non ne parlano e che il loro silenzio è confermato dal fatto che, tra le migliaia di crani egizi recuperati negli scavi e le decine di mummie esaminate finora, non si sono riscontrate tracce di interventi del genere.
Alexander Brandy
00mercoledì 18 gennaio 2006 14:17
Nozioni di Igiene...
I Papiri danno notizie sparse di igiene. Si consiglia, ad esempio, con insistenza di lavarsi il corpo, e in particolare il viso, la bocca e i denti al mattino, le mani prima e dopo i pasti. È bene indossare vesti di lino, e come abiti, oltre al gonnellino o la tunica, far uso di un panno triangolare stretto alle anche a proteggere i genitali. Importante è, inoltre, sostenersi con una nutrizione completa e razionale, distribuita in una colazione, un pranzo leggero e una cena abbondante. Per dormire, meglio usare un letto dotato di rete elastica, con materasso vegetale e coperte di lino. Non è lecito eccedere negli alcolici, limitandosi comunque alla birra e al vino (il secondo è più dannoso del primo); in età avanzata è concesso qualche blando afrodisiaco, principalmente la lattuga, pianta sacra al dio della fecondità Min. La pulizia della persona, delle vesti e della casa si ottiene con grande abbondanza di acqua, incensi e salnitro. Il clima generalmente buono e una vita semplice, alquanto attiva e quasi tutta all’aria aperta, faceva il resto. Rilievi dell’antico Egitto mostrano che venivano praticati massaggi e che era in uso la circoncisione
lorf14plus
00sabato 28 gennaio 2006 12:17
Medicina
Come si può immaginare da queste informazioni la cultura della medicina egizia non era tanto lontana dalla nostra, considerando la distanza dalla quale sono tratti questi manoscritti, erano in grado di fare operazioni che non solo da pochi decenni facciamo e ancora oggi non ne siamo sicuri.
La loro cultura dell'igene e della pulizia non ha nulla da invidiare alla nostra moderna.
Messalinaxxx
00sabato 28 gennaio 2006 16:00
Re: Medicina

Scritto da: lorf14plus 28/01/2006 12.17
Come si può immaginare da queste informazioni la cultura della medicina egizia non era tanto lontana dalla nostra, considerando la distanza dalla quale sono tratti questi manoscritti, erano in grado di fare operazioni che non solo da pochi decenni facciamo e ancora oggi non ne siamo sicuri.
La loro cultura dell'igene e della pulizia non ha nulla da invidiare alla nostra moderna.



quoto [SM=x822713]

peccato che alcuni dentisti di oggi siano agli stessi livelli di quelli dell'epoca... (purtroppo unica carenza grossa dell'aspetto sanitario dell'antico egitto)
[SM=x822717]
lorf14plus
00mercoledì 1 febbraio 2006 09:25
Dentisti
Più che una carenza nella cultura egizia, mi sa che è una carenza dei tempi moderni, visto che siamo ancora allo stesso livello e non siamo ancora riusciti a risolvere problemi che in realtà non credo che siano tanto complessi, visto i progressi nella medicina svolti.
Credo che il problema dei dentisti sia più economico che di ricerca delle cure, anche perchè tutti questi dentisti strapadati per metterti le mani in bocca cosa andrebbero a fare???
Messalinaxxx
00mercoledì 1 febbraio 2006 09:51
Re: Dentisti
Caro Amico, la mia esperienza con i dentisti e' molto triste e disastrosa... quoto a pieno.

;)
Hatshepsut76
00martedì 14 febbraio 2006 15:43
In effetti, era davvero sorprendente al conoscenza medica degli antichi Egizi; tempo fa ho acquistato un libro proprio dedicato alla medicina, in cui l'autore fornisce un'accurata documentazione, rifacendosi al Papiro Ebers, ed evidenziando sia le malattie, ed i difetti fisici degli Egizi, con i rispettivi metodi di cura...:

Autore: Bruno Halioua
Titolo: La medicina al tempo dei faraoni
Editore: credo Donzelli, ma non fateci troppo affidamento

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