La "Cosmographia" di Claudio Tolomeo

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-@wild-heart@-
00lunedì 4 dicembre 2006 12:49
Anni fa avevo un Blog, nel quale inserivo dei piccoli articoli un po' New Age.
Tra questi ce n'era uno inerente alle Mappe Tolemaiche, tratte dal testo di Claudio Tolomeo "Cosmographia", o il "De Geographica". Testo scritto in parte ispirato dai viaggi fatti dalo stesso Tolomeo, e in parte da un altro documento andato perso, scitto da un certo Marinus di Tiro.

Sul sito della Biblioteca Nazionale di Napoli ho trovato le immagini delle miniature di Questo testo, e tra queste mi colpì l'inconsueta "forma" delle coste della Sardegna antica.



Beh, tanto per iniziare a scrivere qualcosa in questa nuova discussione, vorrei far presente che c'è qualcosa che non quadra [SM=x822741]
La zona costiera a Sud-Est dell'Isola attualmente non c'è, come non ci sono più un paio di isole sempre ad Est della Sardegna.

wild heart

-@wild-heart@-
00lunedì 4 dicembre 2006 17:15
Re:
Beh, visto che ci sono, vado avanti...

Ho un'altra mappa tolemaica, quasi uguale, e ho fatto un piccola ricerca con dei software che ho a casa.

MAPPA TOLEMAICA:



Ho disegnato i contorni delle coste, e poi ho preso l'immagine dei fondali della Sardegna Sud orientale:



evidenziando, con un software che trasforma i fondali marini in 3D, la zona interessata:




Alla Sardegna di oggi manca un pezzo?[SM=x822741]

... [SM=x822732]



Sovrappongo le immagini.... [SM=x822738]



Con mia sorpresa [SM=x822719] , ho realizzato che Claudio Tolomeo ha copiato qualcosa di molto antico... Da Marinus di Tiro (sembra che come cartografo non sia mai esistito).

Per essere sicuro di non sbagliarmi, ho fatto una contro prova...

Mappa attuale della Sardegna, presa da un Atlante geografico, con in evidenza i fondali e i metri di profondità:



Stessa sovrapposizione con le immagini...



Ma quando è stata fatta la mappa di Marinus di Tiro? [SM=x822741]

10.000/15.000 anni fa?

E le isole di Ficaria e Hermea? Anche loro esistevano, in quanto se si segue la datazione che ho ipotizzato, il livello del mare era molto più basso di 150/160 metri rispetto a quello attuale.
Con questo non intendo dire che l'antica Sardegna fosse la famosa Atlantide, ma un penserino ogni tanto ce lo faccio... [SM=x822743]


wild heart



[Modificato da -@wild-heart@- 04/12/2006 17.16]

Hatshepsut76
00lunedì 4 dicembre 2006 19:13
i miei complimenti wild! [SM=x822713]

se il blog è quello che ricordo io, era proprio ben fatto! [SM=x822713]

indubbiamente l'idea della Sardegna come Atlantide è intrigante...
Maat Ka Ra
00lunedì 4 dicembre 2006 19:51
si, decisamente! [SM=x822712]
Devo dire che di primo acchito ho pensato si trattasse di un semplice errore dovuto alla navigazione, visto che una volta le carte venivano tracciate seguenfo la navigazione costiera e acendo una sorta di prova del nove con la posizione delle stelle, ma quando hai mostrato l'immagine dei fondali e le sovrapposizione...beh, ci sono rimasta di sale! [SM=x822709] ...hai rilevato incongruenze analoghe in altre aree?
-@wild-heart@-
00lunedì 4 dicembre 2006 20:19
Re:

Scritto da: Hatshepsut76 04/12/2006 19.13
i miei complimenti wild! [SM=x822713]

se il blog è quello che ricordo io, era proprio ben fatto! [SM=x822713]

indubbiamente l'idea della Sardegna come Atlantide è intrigante...




Ciao Hatshe.

Si il Blog è lo stesso. Peccato che me l'abbiano cancellato [SM=x822738]
Ma sono cose che succedono... [SM=x822730]

wild heart

-@wild-heart@-
00lunedì 4 dicembre 2006 20:31
Re:

Scritto da: Maat Ka Ra 04/12/2006 19.51
si, decisamente! [SM=x822712]
Devo dire che di primo acchito ho pensato si trattasse di un semplice errore dovuto alla navigazione, visto che una volta le carte venivano tracciate seguenfo la navigazione costiera e acendo una sorta di prova del nove con la posizione delle stelle, ma quando hai mostrato l'immagine dei fondali e le sovrapposizione...beh, ci sono rimasta di sale! [SM=x822709] ...hai rilevato incongruenze analoghe in altre aree?




Ciao Maat Ka Ra. [SM=x822714]

Si ci sono altre incongruenze, ma mi ero dedicato solo alle ricerche e sui riscontri di quella zona della Sardegna ormai inabissata (ma sembra che lentamente, molto lentamente, stia ritornado su [SM=x822741] )
Anch'io la pensavo come te, a riguardo di queste mappe. E ci sono rimasto ancora più di sale di te quando ho acquistato il software che evidenzia in 3D i fondali marini ed ho visto quelli della Sardegna.
Sembra che quel pezzo di terra, che forse era un'altra isola (si era probabilmente separata dal resto della Sardegna successivamente - vedere la Fossa di Cagliari). Quando si è inabissata deve aver fatto un bel botto!!! [SM=x822738]
Chissà... forse era quello lo schiaffo di Poseidone, narrato da Omero nell'Odissea [SM=x822741]


wild heart

[Modificato da -@wild-heart@- 04/12/2006 20.32]

Maat Ka Ra
00lunedì 4 dicembre 2006 21:13
uhm... [SM=x822741] e se invece fosse successo lentamente con lo scioglimento dei ghiacciai e il conseguente innalzamento del livello dell'acqua?...non so, mi butto perchè non conosco le datazioni possibili...
-Kiya-
00lunedì 4 dicembre 2006 21:35
Wild mi complimento con te perchè hai fatto un lavoro davvero degno di nota e i risultati che hai ottenuto lo confermano [SM=x822713]

Confesso che però non ho mai approfondite le teorie che identificano Atlantide con la Sardegna e mi piacerebbe saperne di più. So che tu sei molto preparato a riguardo, visto anche l'amore che ti lega a questa terra. Mi chiedevo se volessi riassumerci qualcosa in proposito [SM=x822713]


p.s. come dice Maat, le acque in passato s'innalzarono, ma ora il loro livello si sta nuovamente abbassando. Ciò significa che, molto lentamente, queste terre hanno davvero buone possibilità di riaffiorare?
pizia.
00lunedì 4 dicembre 2006 23:44
Complimenti per il tuo lavoro W-h!

Ma... forse ci avrai quasi fatto l'abitudine, per la storia di Atlantide io non ho molta simpatia, ma se proprio devo pensare ad un'Atlantide per deformazione mia preferisco pensare all'Egitto!
A parte gli scherzi, la tua ricerca evidenzia una particolarità che ancora è leggibile sotto la superficie dell'acqua, ma vorrei capire se hai già vagliato delle ipotesi su questo fatto.
Potrebbe essere che un tempo, forse a causa della glaciazione il mare avesse un livello più basso e lasciasse emergere tratti di costa che poi vennero innondati?
Oppure fu quel lembo di terra ad inabissarsi, e questo movimento avvenne lentamente oppure traumaticamente?
E il fatto che compaia su una carta geografica, può voler dire che l'autore della carta non era mai stato lì a verificare e si basava per la sua opera su fonti più vecchie, magari copiate a loro volta da fonti più vecchie, magari ricopiate a loro volta... [SM=x822741]
-@wild-heart@-
00martedì 5 dicembre 2006 17:30
Re:

Scritto da: Maat Ka Ra 04/12/2006 21.13
uhm... [SM=x822741] e se invece fosse successo lentamente con lo scioglimento dei ghiacciai e il conseguente innalzamento del livello dell'acqua?...non so, mi butto perchè non conosco le datazioni possibili...



Si. Anch'io mi sono posto questa domanda a suo tempo. Ma a quanto sembra, anche se lo scioglimento dei ghiacci è avvenuto in modo quasi rapido, c’è un dettaglio che poi mi è balzato agli occhi. Il punto meno profondo, e si vede anche nella cartina geografica – 161 metri – non è altro che l’apice di una montagna, o di una catena montuosa.
La dorsale Carbonara è molto più vasta, e in gran parte ad una profondità superiore ai 300/400 metri, se non di più. E precipita, poco distante,nella Fossa Algero-Tirrenica e nel Bacino della Sardegna. I geologi hanno sempre affermato che il livello del mare 10.000 anni fa, era inferiore di 150 metri circa. Poi ci sono da aggiungere i milioni di tonnellate di acqua che fanno pressione sul fondale, tanto da tenerlo più sotto di quella ventina di metri (più o meno). Poi c’è il fatto che tutta la zona interessata è composta di pietra granitica (molto pesante!). Per farla breve, in pratica,l’isola è sprofondata. Come dev’essere sprofondata anche l’Isola di Ficaria, che si trova a 171 metri di profondità.


wild heart
-@wild-heart@-
00martedì 5 dicembre 2006 17:33
Re:

Scritto da: -Kiya- 04/12/2006 21.35
Wild mi complimento con te perchè hai fatto un lavoro davvero degno di nota e i risultati che hai ottenuto lo confermano [SM=x822713]

Confesso che però non ho mai approfondite le teorie che identificano Atlantide con la Sardegna e mi piacerebbe saperne di più. So che tu sei molto preparato a riguardo, visto anche l'amore che ti lega a questa terra. Mi chiedevo se volessi riassumerci qualcosa in proposito [SM=x822713]


p.s. come dice Maat, le acque in passato s'innalzarono, ma ora il loro livello si sta nuovamente abbassando. Ciò significa che, molto lentamente, queste terre hanno davvero buone possibilità di riaffiorare?



Grazie dei complimenti, ma il materiale xè vecio ostregheta! [SM=x822730]
La zona è interessata ad un fenomeno geologico, chiamato “Isostasia”. E’ un riassestamento verso l’alto di terre che, appunto, dovrebbero stare in superficie. E’ un po’ lunga da spiegare, e dovrei rimettere assieme i miei appunti per farne un breve riassunto. Però faccio presente che in geologia sono solo un dilettante…
Poi la zona si sta alzando molto lentamente. Di pochi centimetri ogni anno. Quindi bisognerà aspettare secoli prima di veder riaffiorare almeno la punta della montagna più alta.

Questa è una mappa del 1955 (l’unica che sono riuscito a trovare):



Il fenomeno isostatico interessa proprio la zona di cui ho scritto, prolungandosi per qualche centinaio di chilometri verso Nord-Est. Non C’è da stupirsi se ultimamente si dice che il livello delle acque del Mediterraneo si è alzato di 20 cm. Circa.


wild heart

-@wild-heart@-
00martedì 5 dicembre 2006 17:36
Re:

Scritto da: pizia. 04/12/2006 23.44
Complimenti per il tuo lavoro W-h!

Ma... forse ci avrai quasi fatto l'abitudine, per la storia di Atlantide io non ho molta simpatia, ma se proprio devo pensare ad un'Atlantide per deformazione mia preferisco pensare all'Egitto!
A parte gli scherzi, la tua ricerca evidenzia una particolarità che ancora è leggibile sotto la superficie dell'acqua, ma vorrei capire se hai già vagliato delle ipotesi su questo fatto.
Potrebbe essere che un tempo, forse a causa della glaciazione il mare avesse un livello più basso e lasciasse emergere tratti di costa che poi vennero innondati?
Oppure fu quel lembo di terra ad inabissarsi, e questo movimento avvenne lentamente oppure traumaticamente?
E il fatto che compaia su una carta geografica, può voler dire che l'autore della carta non era mai stato lì a verificare e si basava per la sua opera su fonti più vecchie, magari copiate a loro volta da fonti più vecchie, magari ricopiate a loro volta... [SM=x822741]



Anche ate grazie per i complimenti (ho dimenticato qualcuno [SM=x822741] [SM=x822720] )

Neanche io ho simpatia per il mito di Atlantide. Preferirei parlare dell’Isola di Scheria descritta da Omero nell’Odissea.
Platone aveva i suoi buoni motivi per creare il mito di Atlantide (deformazione greca della parola semitica Atalu o Attàlu, detta poi da un sacerdote egizio… - studi di Giovanni Semerano).
Atene, sua città natale, si trovava all’epoca in una profonda crisi politica.

Come ho scritto nel post precedente, avevo già vagliato l’ipotesi dell’inondazione post glaciale, ma quel picco di montagna mi ha fatto cambiare idea. Credo, inoltre, che se si segue il racconto di Omero, l’inabissamento deve essere avvenuto in modo traumatico, ma non so dirti quali sono i motivi. Tutto il bacino del Mediterraneo era instabile, come lo è adesso. Ma qualche millennio fa lo era molto di più a causa dello scioglimento dei ghiacci in modo così rapido.
Poi secondo me le fonti da cui ha attino Claudio Tolomeo sono molto antiche. C’è da tenere in considerazione che il personaggio è stato un assiduo frequentatore della biblioteca di Alessandria [SM=x822745] , dove Tolomeo I vi custodì tutti i “documenti” che Alessandro Magno prese dalle città conquistate, e in queste c’è anche Tiro… [SM=x822732]

wild heart


Maat Ka Ra
00mercoledì 6 dicembre 2006 22:22
E' un'ipotesi che presenta non poche complessità, ma c'è una cosa che non mi è chiara: se questi "sprofondamenti" dovrebbero risalire a circa 10.000 anni fa, come poteva averli rilevati Claudio Tolomeo che è molto più recente? [SM=x822741]
Confesso di essere decisamente a digiuno dell'argomento.....
-Kiya-
00mercoledì 6 dicembre 2006 23:35
credo che il nostro Ras-Algehu troverà particolare interesse in questa discussione e forse può dare una mano a Wild in termini geologici.

Ora gli segnalo il topic via mail [SM=x822713]
-@wild-heart@-
00giovedì 7 dicembre 2006 06:37
Re:

Scritto da: Maat Ka Ra 06/12/2006 22.22
E' un'ipotesi che presenta non poche complessità, ma c'è una cosa che non mi è chiara: se questi "sprofondamenti" dovrebbero risalire a circa 10.000 anni fa, come poteva averli rilevati Claudio Tolomeo che è molto più recente? [SM=x822741]
Confesso di essere decisamente a digiuno dell'argomento.....



Claudio Tolomeo nella sua opera non cita mai di sprofondamenti avvenuti a sud della Sardegna. Essendo solo un'opera scritta e senza carte geografiche disegnate, non poteva saperlo. Lui ha solo "riportato" ciò che ha letto da un altro testo o mappa geografica', il cui autore era, secondo Claudio Tolomeo, Marinus di Tiro.
Claudio Tolomeo era in buona fede quando scrisse il "De Geographica", e in greco...
Era veramente convinto che la Sardegna fosse così come l'ha descritta, e non era sua intenzione di svelare misteri del passato. Ha copiato le coordinate delle cose dell'isola e basta. Il testo da cui ha copiato, secondo me, l'ha trovato nella biblioteca di Alessandria da un documento, o mappa, proveniente da Tiro o da chissà dove. Marinus è un nome Latino (Marino)! Che senso aveva dare un nome latino ad un cartografo di Tiro, dove si parlava il greco da un paio di secoli?
Non ci possono essere altre spiegazioni.

wild heart


-@wild-heart@-
00giovedì 7 dicembre 2006 06:39
Re:

Scritto da: -Kiya- 06/12/2006 23.35
credo che il nostro Ras-Algehu troverà particolare interesse in questa discussione e forse può dare una mano a Wild in termini geologici.

Ora gli segnalo il topic via mail [SM=x822713]



Ho ripescato nel mio computer la cartella di quel vecchio blog, in cui c'è anche l'articolo su questa anomalia geologico/geografica.
Entro questo fine settimana lo posto.
Comunque sia, preferirei non parlare di Atlantide. Questo è il nome dato da Platone, e grecizzato, ad una terra inabissata in epoca molto remota, posta in un grande mare ad occidente.
Non credo che il sacerdote egizio, col quale parlò Solone, abbia chiamato quest'isola Atlantide. Il vecchio sacerdote parlava una sola lingua, l'egizio o qualche altra lingua semitica, magari per farsi capire meglio.


wild heart

[Modificato da -@wild-heart@- 07/12/2006 6.47]

Maat Ka Ra
00giovedì 7 dicembre 2006 11:18
Re: Re:

Scritto da: -@wild-heart@- 07/12/2006 6.37


Claudio Tolomeo nella sua opera non cita mai di sprofondamenti avvenuti a sud della Sardegna. Essendo solo un'opera scritta e senza carte geografiche disegnate, non poteva saperlo. Lui ha solo "riportato" ciò che ha letto da un altro testo o mappa geografica', il cui autore era, secondo Claudio Tolomeo, Marinus di Tiro.
Claudio Tolomeo era in buona fede quando scrisse il "De Geographica", e in greco...
Era veramente convinto che la Sardegna fosse così come l'ha descritta, e non era sua intenzione di svelare misteri del passato. Ha copiato le coordinate delle cose dell'isola e basta. Il testo da cui ha copiato, secondo me, l'ha trovato nella biblioteca di Alessandria da un documento, o mappa, proveniente da Tiro o da chissà dove. Marinus è un nome Latino (Marino)! Che senso aveva dare un nome latino ad un cartografo di Tiro, dove si parlava il greco da un paio di secoli?
Non ci possono essere altre spiegazioni.

wild heart





In effetti è possibile che "Marinus" non fosse il suo vero nome. Suppongo che Claudio Tolomeo parlasse però latino e probabilmente anche il greco. I quei tempi era abbastanza normale storpiare i nomi stranieri neòlla propria lingua, quindi potrebbe essere che "Marinus" fosse un nome dal suono simile, o semplicemente tradotto in latino......altra possibilità potrebbe essere che il Signor Marinus fosse proveniente da Tiro, ma vivesse in luoghi in cui si parlava latino e dove il suo nome sia stato così reso o tradotto. Non so, suppongo... [SM=x822741]

In quali anni Claudio Tolomeo dovrebbe aver studiato le carte di Marinus e prodotti i suoi documenti?
-@wild-heart@-
00giovedì 7 dicembre 2006 12:00
Re: Re: Re:

Scritto da: Maat Ka Ra 07/12/2006 11.18
In effetti è possibile che "Marinus" non fosse il suo vero nome. Suppongo che Claudio Tolomeo parlasse però latino e probabilmente anche il greco. I quei tempi era abbastanza normale storpiare i nomi stranieri neòlla propria lingua, quindi potrebbe essere che "Marinus" fosse un nome dal suono simile, o semplicemente tradotto in latino......altra possibilità potrebbe essere che il Signor Marinus fosse proveniente da Tiro, ma vivesse in luoghi in cui si parlava latino e dove il suo nome sia stato così reso o tradotto. Non so, suppongo... [SM=x822741]



Le hai mai viste le mappe nautiche o terrestri dei Latini?
Non si capisce quasi nulla, eppure erano degli abili navigatori... E costruivano strade ovunque passassero.
Hai ragione quando dici che Marinus ("del mare", in latino), fosse un nome invenatato. Ma non capisco perchè scriverlo in latino visto che il greco era la lingua internazionale dell'Impero e dei scrittori edotti. Forse voleva ingraziarsi qualcuno appartenente all'elite dell'Impero Romano, o portare nuove e nuove rotte per la sua flotta commerciale.




In quali anni Claudio Tolomeo dovrebbe aver studiato le carte di Marinus e prodotti i suoi documenti?



Non si sa nulla in proposito. Non si nemmeno con certezza in che periodo sia vissuto. Probabilmente tra il I sec. a.C. e il II secolo d.C. Per il resto, quasi buio totale sulla sua vita,a parte che faceva parte dell'enturage della biblioteca di Alessandria e che viaggiò molto. Era anche un Astronomo, oltre che Geografo, e scrisse anche trattati sull'astronomia, ma non ricordo i titoli di questi testi.
[SM=x822732] In astronomia sono un somaro... [SM=x822718]

wild heart



Hatshepsut76
00giovedì 7 dicembre 2006 13:01
Claudio Tolomeo
fu autore di due importanti opere scientifiche, la principale delle quali è il trattato astronomico noto come Almagesto.


L'Almagesto
Anche i metodi di calcolo illustrati nell'Almagesto (integrati nel XII secolo dalle cosiddette Tavole di Toledo, di origine araba) si dimostrarono di accuratezza sufficiente per i bisogni di astronomi, astrologi e navigatori almeno fino all'epoca delle scoperte geografiche.

L'Almagesto contiene pure un catalogo di stelle, probabilmente un aggiornamento di un analogo catalogo compilato da Ipparco. L'elenco di quarantotto costellazioni che vi è contenuto è l'"antenato" del sistema di costellazioni moderne, ma non poteva coprire l'intera volta celeste poiché questa non è completamente accessibile dalle latitudini del Mediterraneo, nelle cui vicinanze vissero Ipparco e Tolomeo.

(fonte: Wikipedia)
-@wild-heart@-
00giovedì 7 dicembre 2006 16:24
Re: Claudio Tolomeo

Scritto da: Hatshepsut76 07/12/2006 13.01
fu autore di due importanti opere scientifiche, la principale delle quali è il trattato astronomico noto come Almagesto.


L'Almagesto
Anche i metodi di calcolo illustrati nell'Almagesto (integrati nel XII secolo dalle cosiddette Tavole di Toledo, di origine araba) si dimostrarono di accuratezza sufficiente per i bisogni di astronomi, astrologi e navigatori almeno fino all'epoca delle scoperte geografiche.

L'Almagesto contiene pure un catalogo di stelle, probabilmente un aggiornamento di un analogo catalogo compilato da Ipparco. L'elenco di quarantotto costellazioni che vi è contenuto è l'"antenato" del sistema di costellazioni moderne, ma non poteva coprire l'intera volta celeste poiché questa non è completamente accessibile dalle latitudini del Mediterraneo, nelle cui vicinanze vissero Ipparco e Tolomeo.

(fonte: Wikipedia)




Grazie Hatshe. [SM=x822713]


wild heart

Hatshepsut76
00giovedì 7 dicembre 2006 16:27
Re: Re: Claudio Tolomeo

Scritto da: -@wild-heart@- 07/12/2006 16.24



Grazie Hatshe. [SM=x822713]


wild heart




è stato un piacere wild! [SM=x822713]
-@wild-heart@-
00giovedì 7 dicembre 2006 16:31
Dorsale Carbonara, Isostasia e Claudio Tolomeo
Inserisco tutto l'articolo, o quasi, del Bolg che avevo aperto tempo fa. Mancano le fotografie di riferimento, così ho deciso che scriverò l'intero articolo, con le immagini in ordine, nella sezione della community a me concessa.



Dorsale Carbonara: spiegazione del fenomeno dell'isostasia.
(bozze di appunti da correggere e completare)


Verso la fine del 1800 venne scoperto da Dutton il principio dell'isostasia, secondo la quale le masse rocciose sono in equilibrio al di sopra della massa del mantello, cioè queste masse di crosta galleggiano sul mantello come farebbe un pezzo di legno sull'acqua, e dipendendo dalla densità di questo, cioè il suo peso, questo pezzo di legno sporge più o meno dall'acqua....
Questi squilibri possono essere generati da fenomeni connessi con i grandi movimenti delle placche, o attraverso la periodica copertura di masse glaciali, come i passaggi da ere glaciali a ere interglaciali (vedi le variazioni eustatiche, ossia variazione del livello del mare), con il conseguente cambiamento di peso al di sopra di determinate zone, o anche grazie a fenomeni connessi con erosione e denudamento tettonico; infatti questo tende a spostare i sedimenti dalle parti più alte e a deporli in quelle più basse (vedi il trasporto sedimentario) e di conseguenza le parti erose tenderanno a risalire poiché il loro peso è diminuito (come per la catena Himalaiana che si sta alzando, ma non è chiaro se questo è dovuto all'isostasia o al fatto che la placca Indiana sta costantemente spingendo verso quella Asiatica), mentre quelle parti dove si ha accumulo dei sedimenti aumentano la loro massa e tenderanno quindi a sprofondare (vedi le variazioni eustatiche o variazione del livello del mare). ...
Un esempio molto interessante è quello che coinvolge la penisola Scandinava e la Groenlandia: queste zone sono state più volte coperte, durante le ere glaciali, da vaste calotte di ghiacci con spessore che raggiungevano i 2-3 Km che hanno apportato un peso aggiuntivo, e quindi hanno costretto "il prisma" Scandinavo e Groenlandese ad affondare maggiormente nel mantello poiché il suo peso è aumentato (addirittura la superficie topografica della parte centrale della Groenlandia è tanto depressa da trovarsi a quote più basse del livello del mare; si suppone che l'equilibrio si sia raggiunto quando l'abbassamento è dell'ordine di 1/3 dello spessore della massa di ghiaccio). Ma cosa succede quando, entrando in un era interglaciale, i ghiacci iniziano a scogliersi ed a ritirarsi? Naturalmente il "prisma o zona di crosta terrestre" non sarà più in equilibrio e quindi tenderà a ricercarlo sollevandosi. È appunto quello che sta succedendo, in particolare per la Scandinavia (sebbene ancora coperta in gran parte di ghiacciai), infatti questa si sta alzando con una velocità variabile tra 2 e 9 millimetri all'anno e questo innalzamento è documentato dalla presenza di spiagge marine a varie quote.
Si ritiene che per tornare al suo equilibrio isostatico originario la Scandinavia dovrà innalzarsi per altri 200 metri.
Questo innalzamento è tuttora in atto anche se la calotta dei ghiacci si è ritirata da vari millenni e questo è dovuto all'alta viscosità del mantello che ha un comportamento plastico ma durante intervalli di tempo molto lunghi (migliaia di anni)....

Le variazioni della quantità di ghiacci, specialmente in Scandinavia e Groenlandia, devono corrispondere necessariamente a variazioni del livello marino che si abbasserà quando i ghiacci aumentano e si alzerà quando questi si sciolgono, come avviene tutt'ora nei fiumi che hanno le piene stagionali a causa dello scoglimento dei ghiacci sulle montagne.
Adesso ci troviamo in un periodo nel quale il livello marino è ai suoi massimi e la quantità di ghiacci al suo minimo, infatti siamo in un'era interglaciale, ma circa 15-20.000 anni fa, durante l'ultima galciazione, il mare si trovava circa 100-120 metri più in basso (cifra stimata - N.d.A.), e questo è documentato dalla presenza di sedimenti che contengono molluschi di acqua salmastra, tutte caratteristiche di ambiente litoraneo che si ritrovano circa 100 metri al di sotto del livello attuale dei mari.

Foto***************************

Con poche eccezioni, i geologi ritengono di avere stabilito un valore attendibile per il tasso del recente sollevamento del livello marino: due millimetri all'anno. Ma la questione principale, che ancora deve essere risolta, è che questa tendenza è destinata a rimanere costante o il sollevamento accelererà in risposta al riscaldamento climatico? Per risolvere questo problema, i geologi hanno cercato di ricostruire le fluttuazioni del livello del mare nel passato, avvenute in conseguenza a cambiamenti climatici.
Fairbariks, per esempio, ha studiato una specie di corallo che cresce In prossimità della superficie marina, particolarmente nei Caraibi. Facendo profondi sondaggi nelle scogliere coralline di Barbados e individuando antichi campioni di questa specie, egli e i suoi colleghi hanno potuto seguire l'innalzamento del livello del mare a partire dalla fine dell'ultima glaciazione, quando enormi quantità d'acqua erano ancora intrappolate nelle calotte glaciali polari e gli oceani erano circa 120 metri più bassi di quanto non siano oggi (non tiene conto del peso dell'acqua sulla crosta terrestre interessata - N.d.A.).
Anche se la documentazione ricavata dai coralli mostra episodi corrispondenti a una crescita del livello del mare anche di 2-3 centimetri all'anno, Fairbanks fece notare che questi valori si riferiscono a una situazione assai differente da quella attuale abbassamento isostatico.
A quei tempi, da 10.000 a 20.000 anni fa, le grandi coltri di ghiaccio che avevano ricoperto buona parte del Nord America e dell'Europa erano nel pieno della fusione e gli oceani stavano ricevendo immani quantità d'acqua da questi continenti. La documentazione più recente relativa al livello del mare indica una progressiva diminuzione del tasso di crescita, con una sostanziale stagnazione negli ultimissimi millenni. Quindi l'attuale clima sembrerebbe tendere a livelli del mare relativamente stabili.
Ma questo quadro rassicurante è messo in dubbio da Joln B. Anderson della Rice Umversity.
Negli ultimi 10.000 anni, secondo le sue elaborazioni, vi sono stati almeno tre episodi di rapido incremento del livello del mare, ma essi sono invisibili nella documentazione fornita dai coralli.
Il più recente episodio di improvviso innalzamento del livello del mare che Anderson riconosca, avvenne intorno al 2000 a.C., quando il clima globale era presumibilmente simile alle condizioni attuali. I suoi riscontri indicano che il livello del mare potrebbe avere fatto uno sbalzo considerevole in pochi secoli. Ma finora Anderson non è stato in grado di quantificare l'entità di questo salto.
Gli archeologi dovrebbero poter essere di aiuto nel ricostruire gli antichi cambiamenti del livello del mare con l'esame di siti costieri sommersi dalla trasgressione marina (alzamento del livello del mare).
Numerosi studi svolti finora nel Mediterraneo, che riguardano gli ultimi 2000 a.C. indicano che il livello del mare è aumentato in media di soli due decimi di millimetro all'anno. Sfortunatamente, quegli studi sono di scarso aiuto per sapere se il mare si sia sollevato improvvisamente circa 4000 anni fa. Inoltre i metodi archeologici non sono ancora adeguati per sapere esattamente quando il livello del mare abbia iniziato ad accelerare la propria risalita, fino a raggiungere il tasso attua1e di due millimetri all'anno.


...La Sardegna Nuragica?

Seguendo i riferimenti degli studi esposti nel paragrafo precedente, ho fatto le mie ricerche, per trovare una minima spiegazione dello tsunami che colpì il Campidano, e forse non solo, più di 3000 anni fa.
Ho trovato un cartina del bacino Mediterraneo risalente al 1955 su internet, ed altre sulle zolle africana/euroasiatica, in cui in una di esse viene messa in evidenza una faglia che parte dalla Corsica (la foto è di cattiva qualità e non la posso inserire) e scende giù verso la Sardegna, fino ad includere il Golfo degli Angeli (dalla zona Tirrenica da Nord-Est fino al Sud-Ovest della Sardegna).

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Dal 1955 si sa che il golfo degli Angeli e una parte del Sulcis (Nora, Bithia, Teulada etc.), si trovano all'interno di una depressione isostatica lunga oltre 300 km, chiamata dai geologi "anomalia gravimetrica-isostatica negativa", che in parole semplici significa che è stata sottoposta, oltre ad un aumento del livello del mare a causa dello scioglimento dei ghiacciai, ad una pressione ulteriore del peso dell'acqua in quella zona della crosta terrestre, che già di per sè è sottoposta al peso delle rocce granitiche, e dagli antichi sedimenti accumulatisi del corso dei millenni.
Lo scioglimento repentino (e non lento, come qualcuno crede) dei ghiacciai, alla fine dell'ultima era glaciale, con il conseguente apporto di una maggiore quantità di acqua nel bacino del Mediterraneo, protrebbe aver sommerso vaste zone di terra che una volta occupavano il golfo degli Angeli. Acqua, che oltre a sommergere le coste con le loro città o villaggi, ha reso instabili, con il suo peso (e si parla di milioni di tonnellate d'acqua), i fondali del Mediterraneo, sia nella zona a Sud della Sardegna, sia in modo specifico le zone in cui si scontrano o si allontanano, le zolle tettoniche dell'Africa e dell'Eurasia.
Un probabile cedimento del fondale al largo del golfo di Cagliari, la "Dorsale Carbonara", composto da roccia granitica con un peso specifico piuttosto elevato, e che si trova presso la faglia che scende giù dalla Corsica, può aver provocato quel famoso "schiaffo di Poseidone" ipotizzato da S. Frau (in precedenza già formulata da Paolo Valente Poddighe nel 1982).
Oppure un cedimento in qualche punto delle zolle Africana ed Euroasiatica, sempre sottoposte al peso crescente dell'acqua sulla stessa, può aver provocato un terremoto sottomarino (esempio doloroso è quello che ha interessato ultimamente la zona a largo di Sumatra), con ripercussioni della crosta terrestre chiamate a grappolo, fino ad interessare la stessa "Dorsale Carbonara", che ora si trova a -161 metri sotto il livello del mare (altre antiche isole al largo del golfo di Orosei e della Tavolara sono sommerse, e un tempo erano in superficie), e provocando la stessa lo tsunami, o aumentandone la portata. Facendo parte della zona "isostatica negativa", la dorsale si sta sollevando dal punto in cui sprofondò millenni addietro
L'altezza raggiunta da quell'onda anomala (tsunami) di 400/500 m. circa, ipotizzata da Frau, non è ragionevole, in quanto oltre a calcolare la profondità dello sprofondamento del fondale, bisognerebbe prendere in considerazione anche la distanza dal punto in cui è avvenuto lo sprofondamento stesso, che dovrebbe avvicinarsi all'altezza dell'onda anomala stessa. Ciò non toglie che una immane catastrofe si sia abbattuta sul Campidano, provocando il declino inevitabile della civiltà Nuragica, a cavallo tra il XIII/XII secolo avanti Cristo. Oppure, più ragionevolmente, più catastrofi susseguitesi nell’arco di alcuni secoli, fino al “crollo” definitivo della civiltà.

Dalle foto delle mappe riportate nell'articolo, si notano:

1) la vasta zona interessata alla glaciazione. Ho dovuto aggiungere i ghiacciai della Corsica (Monte Cinto - 2706 m. attuali - e zone limitrofe),

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e quelli italiani appenninici (il ghiacciaio del Calderone, presso il Gran Sasso, ne è un esempio), che raramente vengono presi in considerazione nelle mappe dell'ultima era glaciale degli atlanti geografici in vendita nelle librerie;

2) l'estensione dei ghiacciai del Nord Europa e delle Alpi (anche loro in fase di isostasia negativa);

3) le zolle afro-asiatica e europea, e loro movimenti (manca la frattura della crosta terrestre, che inizia dal centro della Corsica, e scende a Sud-Sud-Est di poco al largo della costa orientale sarda, fino ad arrivare al punto di "scontro" della zolla Nord africana e quella dell'Europa occidentale, tra la Tunisia e la Sicilia;

L'effetto della formazione dei ghiacciai, spessi fino a 3 km nel Nord Europa, provocò un effetto di innalzamento anomalo delle terre confinanti ai ghiacciai stessi.


L'effetto della "mano sul materasso"!

Provate a mettere con forza una mano, o entrambe, sul materasso e sopra un letto a rete (non a doghe)... La mano è il ghiacciaio, o calotta glaciale, e il materasso la crosta terrestre. Il peso della forza della mano farà alzare i bordi del materasso, il cosiddetto "innalzamento delle terre". Mancando la forza del peso dei ghiacciai (la Sardegna si trova nella zolla dell'Europa occidentale), le terre emerse per forza di cose devono ritornare al loro "stato di origine", cioè prima dell'inizio dell'era glaciale stessa.
Lo scioglimento dei ghiacci rese praticamente instabile tutta l'area del Mediterraneo. Lo stato di sollevamento innaturale della Sardegna, può essere rimasto costante per più tempo, sebbene la costruzione stessa dei Nuraghe (di tipo ciclopico, antisismico, e in parte con la stessa tecnica delle costruzioni di Micene) metta in evidenza un territorio soggetto a terremoti, anche di forte magnitudo.
La costruzione dei nuraghi stessi, oltre a rappresentare un'evoluzione della cultura autoctona sarda (chiamata poi Nuragica), è nello stesso tempo la probabile conseguenza dell'instabilità geologica dell'isola.
(da aggiornare...)


Tolomeo, fosse, canyons. E l'antica Sardegna nascosta si rivela, ... con la "Dorsale di Carbonara" che riemerge.

Fossa tettonica:
E' una depressione del terreno, anche molto vasta, dovuta allo sprofondamento della crosta terrestre rispetto alle zone circostanti.
Fossa tettonica di Cagliari: situata tra Capo Carbonara e la Dorsale Carbonara (sprofondata quando?)

Claudio Tolomeo (I secolo a.C.-fine II secolo d.C.), nativo di Pelusium o di Tolemaide, e bibliotecario ad Alessandria d’Egitto, scrisse la sua "Introduzione alla Geografia". Non disegnò mappe, ma scrisse solo le coordinate (longitudine e latitudine) di tutte le terre allora conosciute. Spiegò, poi, di avere attinto (o di essersi "ispirato") dagli scritti di un certo "Marinus di Tiro", geografo e cartografo del II secolo d. Cristo (?).
Peccato che solo lui (Tolomeo) ne scriva qualcosa, e che di questo "del Mare" (traduzione latino/italiano di MARINUS/MARINO) non si sappia nulla.
Certo che, Marino, per essere un "uomo di mare" doveva avere la vita e la memoria lunga... Per ricordarsi che un tempo la Dorsale Carbonara era al di sopra del livello del mare, quanti anni (secoli?millenni?) doveva avere?



Wild heart

antonio crasto
00lunedì 25 giugno 2007 20:11
Intervengo solamente ora, ma sto poco alla volta aggiornandomi sulle discussione fatte prima della mia iscrizione al forum.
Ho trovato particolarmente interessante questa analisi della carta tolemaica in cui la costa sud-orientale della Sardegna sembra disegnare il litorale di un’isola del Paleolitico Superiore.
L’innalzamento dei mari dopo l’ultima Era Glaciale dovrebbe aver riguardato un periodo di una decina di millenni, ma non avrebbe presentato una progressione regolare, bensì un andamento a scatti, in cui si possono individuare tre fasi di rapido innalzamento in corrispondenza di altrettanti episodi catastrofici.
In base all’andamento del sollevamento dei livello dei mari, l’isola corrispondente alla Dorsale di Carbonara andrebbe considerata prima del primo episodio catastrofico, intorno al 15000 a.C.
C’è dunque da chiedersi se durante il Paleolitico Superiore esisteva una popolazione marinara in grado di circumnavigare la Sardegna, riportando una carta dell’isola più o meno precisa. E’ dunque possibile ché i cartografi di Tolomeo abbiano copiato questa possibile carta geografica, senza verificarne l’attualità delle coste segnate.
I Greci e i Romani avrebbero utilizzato le carte tolemaiche ricopiandole senza apportare modifiche alle coste e riportando solamente i nomi degli insediamenti del loro tempo nella loro lingua madre.
Salta però agli occhi l’incongruenza della carta dei Romani. Essi hanno infatti riportato in modo anomalo tutti i riferimenti della costa sud orientale. A partire dal fiume Flumendosa, stranamente disegnato con andamento verso nord-ovest, risultano posizionate erroneamente la città di Sysalea Villa, il Sinus Calaritani, la città di Calaris e quella di Nora.
Sembra essere stata tralasciata o stravolta tutta la costa che dalla foce del Flumendosa (Muravera) porta a Villasimius.
Ingannati forse dall’evidente penisola sud-orientale disegnata nella carta non più attuale, i Romani potrebbero aver posizionato erroneamente Nora e Cagliari alle estremità di questa penisola e quindi aver spostato il Golfo di Cagliari nella costa orientale.
Una tale sequenza di errori sembra strana per una marineria come quella romana alla quale non può essere sfuggito il posizionamento della costa fra Villasimius e Nora nella costa meridionale dell’isola.
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