L'importanza del loto nel'antico Egitto

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-francis-
00lunedì 19 novembre 2007 11:31
Le nostre conoscenze sulla flora dell'antico Egitto derivano da due fonti: le pitture murali nelle tombe e i resti archeologici. Le piante dipinte nelle tombe sono molto spesso di difficile identificazione per la mancanza di precisi dettagli botanici; a questo problema ci vengono in aiuto i resti delle ghirlande e dei mazzi di fiori, rinvenuti nei sarcofagi, dono dei vivi al defunto caro e i vari erbari, ricchi di caratteri descrittivi e di proprietà medicinali delle varie specie di piante. Questi reperti ci mostrano gli usi che si facevano dei vegetali, ci indicano la flora tipica del luogo e i contatti con le popolazioni vicine, dovuti all'importazione di alcune nuove specie. Particolare attenzione sarà data al fiore di Loto, sempre presente e ricco di simbolismo, divenuto per noi occidentali il blasone floreale dell'Egitto faraonico.

"Loto", in botanica, è il nome volgare di alcune specie vegetali assai diverse fra loro e note fin dall'antichità, molto probabilmente tipiche della zona dell'Indo. In Egitto troviamo la "Nymphaea Lotus" o Loto bianco, con foglie spesse a forma discoidale, piatte e dal contorno dentellato, boccioli arrotondati, petali larghi e aperti. Il profumo del fiore è molto forte e quindi poco apprezzato per cui scarso nelle raffigurazioni; "Nymphaea Cerulea" o Loto azzurro, presenta foglie spesse a forma discoidale, piatte e dal bordo lineare, boccioli appuntiti, petali stretti e aguzzi. Il suo profumo soave e dolce lo ha innalzato a "Fiore più sacro di tutte le ninfee d'Egitto"; n’esiste una terza specie proveniente dalla Persia, "Nymphaea Nelumbo" o Loto rosa, fiore sacro anche ad altri paesi orientali come Giappone, Cina e India, coltivato nelle vasche dei giardini.

Secondo un mito egiziano, dalle acque primordiali nasce un fiore di loto su cui è assiso il dio-sole, raffigurato in aspetto di bambino. I fiori schiudendosi la sera, simboleggiano la nascita del mondo dall'umidità, ma anche il grande dono di vita del Nilo dopo l'inondazione e il ritiro delle acque. Inoltre, il ciclo vitale del Loto può essere messo in correlazione con il ciclo osirico, per la posizione cosmogonica di quest'ultimo. La morte di Osiride, che nei testi delle piramidi si dice avvenuta per annegamento nel Nilo, simboleggiando oltre alla fertilità dei campi, anche l'emersione del mondo ordinato, dalle acque caotiche, primordiali.

Sempre legato al Loto è il ritrovamento in tombe, di corone e mazzi di fiori, in cui svolgeva un ruolo importante la Nymphaea Cerulea, specialmente nel Nuovo Regno, dove le ghirlande testimoniano il passaggio vittorioso del defunto al tribunale di Osiride. Da alcune pitture e da alcuni testi si nota l'utilizzo di mazzi di fiori nel corteo funebre. grande studioso e collezionista di addobbi floreali fu Schwenfurth, il quale oltre a raccogliere resti risalenti all'Egitto faraonico, si occupò di resti più recenti, sopratutto quelli rinvenuti nelle mummie del Fayyum. Se nel nuovo regno la base delle corone o dei mazzi di fiori era costituita da fasci di fibre di Phoenix Dactilyfera, nei reperti del Fayyum si notano steli di Cyperus o Papiro, con un canapo centrale a cui venivano legati, mediante fibre di palma da dattero o cuore di papiro, fiori o parte di essi. Nelle creazioni del Fayyum si è utilizzato principalmente il fiore di Loto, in particolare gli stami gialli che rilasciavano un buon profumo di vaniglia.

Fonte: Fuorilemura.it
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