L'altro Nilo. Il Sudan dalla Preistoria ai Faraoni

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Riccardo Banchi
00martedì 29 maggio 2012 13:07
Fra poco andrò nel Salento e per caso ho scoperto che al Museo Storico-Archeologico di Lecce c'è una mostra dedicata alla preistoria mesolitica e neolitica del Sudan, curata da Isabella Caneva, che anni fai contattai proprio per l'argomento in questione.
Riprendo quanto si legge dalla pagina web di riferimento - www.musa.unisalento.it/ris_istituzionale/attivita/mostre_dett.... :
La mostra illustra i risultati di oltre 30 anni di scavi e ricognizioni in Sudan da parte della Missione Italiana per Ricerche Preistoriche in Egitto e Sudan dell’Università del Salento.Le ricerche condotte nel Sudan centrale hanno avuto l’obiettivo di indagare le dinamiche di origine e di sviluppo delle culture locali, mettendo in evidenza l’autonomia e la peculiarità della preistoria sudanese rispetto a quella dei paesi del Mediterraneo. In particolare, in Sudan i cacciatori del Mesolitico (ca 7000 a.C.) sono diversi dai contemporanei cacciatori di altre aree del mondo, per l’uso della ceramica e la stabilità degli insediamenti. Nel Neolitico (ca 5000 a.C.), le comunità di cacciatori si trasformano in gruppi di pastori nomadi con un’economia strettamente legata all’allevamento del bestiame e non all’agricoltura, come invece nelle aree mediterranee. Questo pone definitivamente fine alla vita stanziale in questa regione. L’esposizione ripercorre le tappe fondamentali della sequenza culturale ricostruita dalle ricerche, a partire dalla stanzialità dei cacciatori mesolitici, al nomadismo pastorale del Neolitico, fino all’impatto con le società agricole egiziane e al ruolo che le culture sudanesi giocano nell’emergere dello Stato dinastico in Egitto alla fine del IV millennio a.C.Attraverso un allestimento particolarmente suggestivo si presentano strumenti litici, reperti ceramici, ornamenti, eccezionalmente esposti per gentile concessione del National Corporation for Antiquities and Museums of Sudan (NCAM). Il percorso di visita si chiude con l’imponente plastico di un tumulo funerario, simbolo della tradizione nomadico-pastorale sudanese, che i Faraoni adotteranno già nel IV millennio a.C. trasformandolo in piramide.

Non vedo l'ora di godermi questa mostra... [SM=x822723]

Ric [SM=x822709]
emilioraffaele
00martedì 29 maggio 2012 18:57
Deve essere molto interessante!
Riccardo Banchi
00mercoledì 30 maggio 2012 15:32
Io ho sempre sostenuto che nella Valle del Nilo l'agricoltura sia cominciata prima di quando comunemente accettato.
Comunque, la Caneva precisò, quando la contattai per telefono, che l'uso della ceramica non significa prettamente essere nel Neolitico...

Ric
pizia.
00sabato 2 giugno 2012 08:34
Però è abbastanza accettato che il Neolitico sia iniziato prima nell'alta valle del Nilo, in particolare in Nubia, e poi si sia esteso verso la foce.
E prima ancora nel deserto che nella valle.
Certamente l'introduzione della ceramica non è la prova dell'approdo al Neolitico di un dato gruppo, in quanto la definizione convenzionale di Neolitico è legata al tipo di economia di produzione anziché di sfruttamento.
Ma è anche vero che le ultime scoperte, lo sviluppo e la revisione degli studi africani, ci hanno ormai abituati ad aspettarci sorprese, perché sepre più frequentemente, i vecchi dogmi, nati e creati per giustificare la dinamica delle aree vicino orientali, non si sono rivelati validi per quelle africane, nelle quali la storia sembra sia andata in un altro modo.
Gli episodi, persto abbandonati, di precoce agricoltura in Africa, ci lasciano ancora spiazzati, forse a causa di quel vecchio modo di pensare per cui nomadismo e pastorizia rappresentano un tipo di economia "arretrata" rispetto alla nobile arte dell'agricoltura e alla pretesa superiorità culturale dei gruppi stanziali.

Ho detto "vecchio modo di pensare"?
Avrei dovuto dire "antico modo di pensare", probabilmente ci è stato tramandato proprio da quei nostri antenati.

Riccardo spero vorrai raccontarci qualcosa di più della mostra al tuo ritorno!
emilioraffaele
00domenica 3 giugno 2012 22:09
Si, infatti, il cartello introduttivo alla mostra, dà da pensare, specie per il fatto che, l'introduzione della pastorizia, anziché dell'agricoltura, possa aver decretato la fine della vita stanziale nella regione. Come dire un'evoluzione differente, rispetto a quello che sappiamo. D'altronde non possiamo dare per certo che l'integrazione nell'ambiente e l'evoluzione delle condizioni di vita delle popolazioni sudanesi, possano aver seguito lo stesso percorso di quelle vicine. Sicuramente il territorio ed anche il clima di allora, possono aver favorito uno sviluppo differente, terminato solo attraverso l'integrazione con le società agricole egiziane.

Rimango in sospeso, in fervida attesa del tuo ritorno.

Riccardo Banchi
00lunedì 4 giugno 2012 08:45
Ragazzi, non riponete eccessive speranze nel mio viaggio in Puglia (spero tanto di andarci, salvo imprevisti), perché il mio timore è quello di deludervi. Al massimo posso comprare il catalogo, sperando che possa affrontare la questione in modo articolato. Sicuramente cercherò di mettere in evidenza gli aspetti salienti di quella fase preistorica.
A mio avviso l'attecchimento non definitivo dell'agricoltura dell'VIII-VII millennio a.C. (queste date devo confermarle) può essere dovuto al fatto che miglio e sorgo erano meno produttivi del frumento, presente invece nel Vicino Oriente.
Riguardo alla ceramica ricordo che intorno alle sponde dell'antico lago Ciad, un tempo vastissimo, sono stati rinvenuti molti cocci di vasellame (fonte: una trasmissione di A. Angela); col passare del tempo i reperti si trovavano verso il centro del lago, cioé seguivano il ritirarsi delle acque. Senza dubbio i mutamenti climatici del medio olocene hanno avuto un ruolo determinante!

Ric [SM=x822709]
pizia.
00lunedì 18 giugno 2012 22:57
Speriamo per il meglio allora!
E comunque non farti problemi, qualunque cosa potrai raccontarci andrà benissimo, anche senza rivelazioni decisive.
In particolare mi interessa conoscere le tue impressioni sulla mostra e sapere quello che hai visto, così da poterne discutere.


A mio avviso l'attecchimento non definitivo dell'agricoltura dell'VIII-VII millennio a.C. (queste date devo confermarle) può essere dovuto al fatto che miglio e sorgo erano meno produttivi del frumento, presente invece nel Vicino Oriente.


Ecco, su questo punto non concordo, pur non avendo un'idea ben chiara di quale possa essere stato il motivo per cui, dopo qualche precoce episodio di agricoltura essa sia sparita per ricominciare da un'altra parte.
Secondo me, il fatto che sorgo e miglio siano meno produttivi rispetto al grano non vuol dire che sia impossibile reggere un'economia su questi cereali.
Dalla nostra prospettiva possiamo conoscere e valutare il potere nutritivo dell'orzo, del grano, del farro, della segale e di tutti i cereali, e farne una graduatoria, rivolgendo la nostra attenzione a quelli in grado di fornire rendimenti più alti, ma i primi agricoltori africani il problema economico lo ignoravano e si servivano semplicemente di ciò che avevano a disposizione.
Riccardo Banchi
00martedì 19 giugno 2012 14:07
Eccomi fresco fresco (anzi, caldo caldo) dal Salento!

La mostra era di ottimo livello, come le altre sale del Musa (Museo Storico - Archeologico dell'Universita' del Salento - Lecce). Nell'occasione saluto e ringrazio la responsabile del Musa, Grazia Maria Signore, molto gentile e disponibile.

Venedo a noi, non entro nel dettaglio del tipo di cereali (pizia., condivido le tue considerazioni), anche perché, fino a quello che ho letto ad oggi sul catalogo, non si parla di agricoltori mesolitici, bensì di cacciatori che però utilizzavano la ceramica (sin dall'VIII millennio). Gli insediamenti risultano stabili. Poi si passa alla pastorizia e al nomadismo... un processo che sembra andare in parte al ritroso.
Senza dubbio, come dice emilioraffaele, l'ambiente ha giocato un ruolo importantissimo. E lo stesso Sudan ha interagito non marginalmente con il predinastico egizio vero e proprio.

Per adesso non posso dire altro che non sappiate anche voi, quindi mi fermo. Il rapporto caccia-agricoltura-pastorizia non è comunque di semplice comprensione, o meglio, i processi che da un tipo di economia conducono ad un'altra sono tutt'altro che scontati.

Saluti, Ric [SM=x822709]
Riccardo Banchi
00venerdì 22 giugno 2012 09:11
Finito ieri pomeriggio il libro della mostra: "L'altro Nilo. Il Sudan dalla preistoria ai faraoni".
Interessante è il fatto che questi cacciatori mesolitici (7.000 a.C.) avevano insediamente stabili, sebbene i resti siano effimeri per ricostruire gli abitati. Inoltre seppelivano i propri morti sotto o in prossimità delle loro case, come accadeva nei villaggi neolitici; ma qui non siamo nel neolitico, sebbene ci sia l'uso di una ceramica fra le più antiche e di buona qualità. Il passaggio poi alla pastorizia apre le porte del neolitico, ma anche del nomadismo, che permane fino a tempi recenti; nascono però le necropoli come punto di riferimento.
Insomma, un processo insolito, che contribuisce a rendere peculiare la confinante civiltà egizia, che sicuramente è stata stimolata anche dalle terre meridionali e occidentali dell'Africa.

Ric [SM=x822709]
emilioraffaele
00venerdì 22 giugno 2012 15:23
In una visione molto ampia, l'evoluzione umana ha seguito strade tortuose ed a volte, e' tornata indietro. Ma sicuramente le diverse situazioni geografiche hanno condizionato lo sviluppo di tutte le civilta' primitive, in un'epoca in cui era difficile vivere, ma molto facile morire. Chissa' se saranno pubblicati gli atti del convegno?
Grazie Riccardo.
Riccardo Banchi
00lunedì 25 giugno 2012 08:36
Non ci sono atti di convegno, poiché non c'è stato alcun convegno. C'è il volumetto che prende il titolo dalla mostra di cui parlavo sopra.

Ric
pizia.
00martedì 26 giugno 2012 07:26
Re:
Riccardo Banchi, 19/06/2012 14.07:

... non si parla di agricoltori mesolitici, bensì di cacciatori che però utilizzavano la ceramica (sin dall'VIII millennio). Gli insediamenti risultano stabili. Poi si passa alla pastorizia e al nomadismo... ...



Fantastico! [SM=g999097]

Ecco, dopo certe letture [SM=x822706] (anche io ho letto "Costruirono i primi templi" di Schmidt su Gobekli Tepe) in cui gli "orientalisti" si accapigliano, a volte anche garbatamente, a spiegare il loro Neolitico Pre-ceramico, in cui gli uomini sembrano già pronti a interferire con la natura per la produzione del proprio il cibo, ma non hanno ancora scoperto la ceramica, queste notizie africane decisamente controcorrente, capitano a proposito.

In realtà, sulle questioni di evoluzione, andrebbe rivisto il ruolo della Mezzaluna Fertile, che non è la culla di tutte le cose buone di questo mondo.
Il mondo sembra ancora una volta, essere un tutt'uno, con idee e novità che si diffondono alla velocità della luce (in realtà al passo d'uomo, ma da questa prospettiva è comunque difficile trovare i punti di partenza e quelli di arrivo di invenzioni che si spostano a 6-7 km/h).

In Africa, gli uomini non erano più "arretrati" culturalmente rispetto ai loro vicini asiatici perché, mentre questi ultimi coltivavano il grano, quegli altri ancora cacciavano integrando la dieta col miglio, ci dev'essere un'altra spiegazione [SM=x822706] .... forse non ne avevano ancora bisogno...
Riccardo Banchi
00martedì 26 giugno 2012 07:50
Come è già stato detto, l'ambiente e il clima hanno giocato ruoli determinanti. Gli uomini sono di per sé tutti uguali.
Riguardo alla ceramica, pensate che la più antica al mondo è quella Jomon in Giappone (circa XII millennio a.C.). La ceramica mesolitica di Khartoum comunque fa riflettere, proprio in contrapposizione a quanto ha appena evidenziato "pizia."

Ric [SM=x822709]
emilioraffaele
00mercoledì 27 giugno 2012 21:08
Chiedo scusa della svista, ovviamente, tra un'attività e l'altra, non avevo riletto i precedenti; il fatto è che sono molto interessato all'argomento. Grazie di tutto Riccardo.
pizia.
00giovedì 28 giugno 2012 17:25
Re:
Riccardo Banchi, 26/06/2012 07.50:


Riguardo alla ceramica, pensate che la più antica al mondo è quella Jomon in Giappone (circa XII millennio a.C.).



sgrunt!
Riccardo Banchi
00venerdì 29 giugno 2012 12:14
Come vedi, pizia., il discorso è complesso e senza implicazioni dirette. La civiltà giapponese non vanta la prima forma di stato, come invece avviene in Egitto e Mesopotamia. Non è sufficiente un elemento per far scattare un certo meccanismo sociologico. Tutt'oggi il tutto è oggetto di studi. Si cerca di ripercorre le tappe fondamentali, ma capire perché è stato intrapreso un certo percorso è tutt'altro che semplice. Si fanno ipotesi, plausibili, ma che possono essere smentite in seguito.

Ric
pizia.
00venerdì 29 giugno 2012 18:25
Re:
Riccardo Banchi, 29/06/2012 12.14:

... La civiltà giapponese non vanta la prima forma di stato, come invece avviene in Egitto



[SM=g1621247]
Maat Ka Ra
00venerdì 6 luglio 2012 17:42
..aggiungerei anche che in Mesopotamia non avevano il problema della gestione delle piene dei fiumi, come invece avviene con il Nilo, una portata d'acqua molto differente. Sicuramente all'inizio gli interventi saranno stati più semplici, ma la questione, soprattutto per le popolazioni che abitano il Delta, è aperta e dinamica nei suoi diversi aspetti. Le recenti conferme della missione polacca a Tell El-Farkha mi hanno aperto un mondo nuovo! Quanto mi piace! [SM=x822723]
Riccardo Banchi
00lunedì 9 luglio 2012 09:23
Il Delta, coi suoi metri di limo che ricopre tutto, ha a mio avviso (e non sono io il solo apensarlo) tantissimo da dirci...

Ric [SM=x822706]
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