Khopesh/khepesh, ovvero la spada ricurva

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Biceleon
00martedì 24 maggio 2011 21:49
Il Khopesh è una nota arma di origine sumera adottata dagli egizi.

Qualcuno sa dirmi se il Khopesh risulta essere un arma caratteristica di un dio egizio o quanto meno, se esistono delle raffigurazioni di un dio con l'arma in oggetto?
-Kiya-
00martedì 24 maggio 2011 22:10
Per quanto ne so, il khopesh era ritenuto un simbolo di autorità e per questo spesso rappresentato stretto in pugno da un Sovrano.
Di primo achito direi che nessuna Divinità fu mai rappresentata con un khopesh, tuttavia mi ripropongo di approfondire

[SM=g999103]
Hotepibre
00martedì 24 maggio 2011 23:19
La "khopesh", ma anche "khepesh", è un'arma egizia derivata da analoghe armi come la c.d. "spada falce" di origine cananea, o la "sappara" assira; le sue origini debbono essere fatte risalire almeno a 3.000 anni prima di Cristo nell'area sumera.
La forma particolare (con una sorta di uncino nella parte sommitale della lama, specie negli esemplari più antichi) consentiva di agganciare l'arma opposta e strapparla di mano all'avversario.
L'esempio più famoso di khepesh è di certo quella rinvenuta nella tomba di Tutankhamon.
Per quanto riguarda l'iconografia, non mi pare di ricordare divinità caratterizzate da tale arma.

Da quest'arma sarebbe derivata la forma della "scimitarra" araba.
-Kiya-
00martedì 24 maggio 2011 23:36
Bellissima, non c'è che dire, come esemplare.

Ma mi pare sia stato detto che fosse davvero poco affilata, tant'è che si è ritenuto trattarsi esclusivamente di un oggetto "cerimoniale". Credo che da qui si sia giunti a conclusione che fosse un simbolo dell'autorità Regale.
Hotepibre
00mercoledì 25 maggio 2011 23:52
...credo, intanto, che l'affilatura possa essersi tranquillamente persa nei millenni (anche perchè non si tratta di ferro); a questo possiamo aggiungere che l'arma in se potrebbe essere proprio nata per non essere affilata.

Mi spiego meglio: se vogliamo considerarla un'arma da parata non c'era bisogno che lo fosse; se fosse stata un'arma da combattimento effettivo (cosa che io credo giacché non è particolarmente istoriata o cesellata, o ageminata), forse era altrettanto micidiale anche senza il filo (che sarebbe peraltro sparito al primo colpo e sarebbe stato, paradossalmente, un elemento di fragilità della lama).

E' palese che non si tratti di un'arma da punta, ma il suo uso doveva prevedere fendenti portati quasi esclusivamente dall'alto verso il basso (provate ad immaginare un movimento di altro genere, comn quella forma, e noterete che non avrebbe alcuna forza).

Un'arma così "fragile", infatti, ovvero non in ferro, doveva avere una lama abbastanza spessa e la sua forza poteva risiedere nel peso (comunque non eccesivo per non affaticare il combattente negli scontri prolungati) e nella capacità di colpire come una specie di "mazza" che alla potenza intrinseca dell'impatto aggiungeva, comunque, quella innegabile del taglio che ne sarebbe scaturito vuoi su un'indumento protettivo (in lino cotto ed imbottito o cuoio), vuoi (e specialmente) sul corpo scoperto in ogni caso proprio per il peso, accentuato dalla forza muscolare del combattente.

Quanto al simbolo "regale", direi che se tale fosse stata, ne avremmo trovato rappresentazioni molto più frequenti nei rilievi e sarebbe di certo entrata nell'iconografia delle tante divinità guerriere, il che avrebbero appunto giustificato la simbologia regia.
-Kiya-
00sabato 4 giugno 2011 09:16
Non trovando riscontri documentali che possano confermare l'uso di quest'arma esteso oltre le figura del Sovrano, resto per il momento ferma sull'ipotesi che potesse trattarsi di un oggetto riservato al suddetto, presumibilmente con significato prevalentemente cerimoniale. Si tratta, tuttavia, di una mia personale posizione, che naturalmente sono disposta a riconsiderare a fronte di rappresentazioni e/o iscrizioni che possano dimostrare il contrario.

Un'ipotesi, la mia, che potrebbe anche trovare riscontro in un rilievo presente su una delle pareti del Tempio di Sethi I (sul muro ovest della seconda sala ipostila), collocato ad Abido, nel quale il Sovrano in questione riceve il kophesh/khepesh direttamente dalle mani di Amon-Ra. Sethi I è rappresentato di fronte alla Divinità, mentre stringe nella mano sinistra il segno dell'uccello rekhit, che simboleggia il popolo d'Egitto, e con la mano destra riceve il khepesh offerto dal Dio, forse a voler sugellare una vittoria militare o quale buon auspicio nel medesimo ambito, come suggerirebbe l'iscrizione geroglifica che accompagna la scena, la quale recita: "Tutte le terre straniere sotto i suoi piedi".

Il significato che genericamente si potrebbe attribuire al rilievo qui citato, tenuto conto del protagonista e dello specifico contesto a cui lo stesso apparteneva, è che il Re avesse a cuore il benessere e la tutela del suo popolo, mentre l'arma donata allo stesso da Amon-Ra potrebbe significare la restaurazione del potere Egizio sui territori stranieri dell'Est. Era, questa, indubbiamente una priorità di Sethi I, il cui Regno seguì quello di suo padre, Ramesse I, troppo breve per aver potuto ripristinare lo stato di cose al periodo immediatamente precedente alla "parentesi Amarniana".


Rispondendo alla richiesta di Biceleon, ritengo di poter ribadire che non esistesse una divinità a cui il khepesh fosse associato come attributo specifico, ma l'arma in questione doveva avere una valenza simbolica intrinseca tale da richiedere che la stessa giungesse al Sovrano d'Egitto per mano di un Dio. Resta, però, da appurare se una tale prerogativa fu attribuita in modo permanente esclusivamente ad Amon-Ra.


[testo di riferimento: "Ancient Egypt" di Farid Atiya, dal quale è tratta anche l'immagine in allegato]



pizia.
00sabato 4 giugno 2011 15:40
Non mi ero mai posta il problema del khopesh, forse avevo già visto l'arma, ma non le ho mai prestato attenzione e forse avevo letto qualche citazione nei libri, ma non così spesso da ricordarmelo.
Mai visto né sentito in epoca predinastica e protodinastica, né a proposito di re né di dei e nemmeno di gente comune.
Ne deduco non debba essere qualcosa di grande importanza per la civiltà egizia, né di antica tradizione, ma questa è solo un mio pensiero per giustificare in parte la mia evidente ignoranza.

Quindi sono andata a leggermi la voce di Wikipedia:


La sua origine può essere ricondotta ai sumeri del terzo millennio avanti Cristo. Esso venne usato inizialmente in guerra contro gli antichi egizi, ma con il miglioramento delle relazioni commerciali venne presto adottato dagli egizi stessi. È lecito supporre che fu introdotto in Egitto durante il II Periodo Intermedio dagli Hyksos e che divenne molto popolare durante il Nuovo Regno tanto che vari Faraoni vennero raffigurati con il Kopesh ed addirittura sepolti con queste armi, come i due esemplari trovati nella tomba di Tutankhamon. Si smise di usarlo verso il 1300 a.C.



Se è vero quanto è riportato, (purtroppo non ci sono note né riferimenti bibliografici per conoscere da dove siano tratte queste informazioni), si tratta di uno strumento abbastanza "recente" persino nell'area in cui origina.
In Egitto sarebbe entrato nel II Periodo Intermedio, ma immagino solo nelle mani degli stranieri colonizzatori, mentre penso solo nel Nuovo Regno a disposizione degli egiziani, anche se rimango molto dubbiosa sulla sua effettiva adozione come arma per l'esercito, ma queste sono solo mie deduzioni-supposizioni non suffragate dallo studio di alcun rapporto di scavo.

La presenza del khopesh, pare addirittura 2, nella tomba di Tut, e la raffigurazione citata da Kiya, mi fanno pensare ad un oggetto cerimoniale sì, ma non nel senso della "tradizione", quanto piuttosto come oggetto riservato all'élite, vuoi perché frutto di regalo speciale da parte di delegati, vuoi perché simbolicamente strappato dalle mani di un nemico soggiogato, assume un significato particolare se donato al re.
Questo tipo di offerta (da farsi al dio o al re o a tutti e due) è molto comune e compare presso tutte le civiltà del mondo: qualcosa di raro, qualcosa di tipicamente associato al nemico, qualcosa di prezioso, qualcosa di strano, qualcosa costata molta fatica e lavoro, qualcosa di bello, qualcosa di provenienza esotica...
Ovviamente non può essere l'ambasciatore del re nemico o lui stesso, né un soldato dopo il saccheggio, a donare quest'arma al faraone, ma senz'altro un dio, e dunque chi altri se non Amon?

Intanto poi, dopo il 1300 a.C. si smise persino di usarlo.
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