KV9: antichi graffiti

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Hotepibre
00giovedì 13 luglio 2017 10:24
Ogni tanto qualche turista si “diverte” a lasciare traccia di se sulle pareti di grandi monumenti del passato e così, ad esempio, le pareti del Colosseo sono disseminate di nomi, date e frasi più o meno romantiche di cui, almeno oggi, faremmo volentieri a meno. Eh già, paradossalmente, quelle frasi che oggi ci sembrano un oltraggio al passato potrebbero, tra mille e mille anni, diventare reperti archeologici a loro volta.

È quel che succede con i graffiti che, nel corso dei millenni, innumerevoli “turisti” hanno tracciato sulle pareti della tomba di Ramses VI nella Valle dei Re (KV9). Ora quelle pareti, grazie al lavoro del Prof. Adam Lukaszewicz, archeologo e papirologo dell’Università di Varsavia, “parlano”: “Sono entrato qui e non ho visto niente eccetto il sarcofago”, scrive uno; “sono ammirato”, scrive un altro ed un terzo si rammarica perché “Non so leggere i geroglifici”.

Si consideri che la KV9 è in assoluto la tomba della Valle che, con 995, è la più “ricca” di graffiti greco-romani seguita dalla KV2 di Ramses IV con 656: la maggior parte sono in greco del tipo “Tizio da Città è stato qui” e sono posizionati in alto sulle pareti, o sul soffitto, a dimostrazione che, per lungo tempo, la tomba è stata piena di sabbia e detriti (il che ha limitato le iscrizioni sulle pareti).

E’ interessante notare tuttavia che, nonostante la mania graffitara, gli antichi turisti hanno sempre cercato di non danneggiare le decorazioni scrivendo il loro messaggio, ad esempio, all'interno di un disco solare senza intaccare il disegno.
Tra i visitatori anche personaggi importanti come filosofi greci da Atene, prefetti d’Egitto, governatori. Il personaggio più altolocato che ha lasciato traccia del suo passaggio fu Cosroe I, re di Persia del IV secolo, mentre la scritta più grande si deve, invece, ad Amr ibn al-Sas, il conquistatore della Palestina e dell’Egitto nel VI-VII secolo, con un’iscrizione le cui lettere sono alte 25 cm.

Simpatico è lo “scambio di battute” tra graffitari (quasi una chat di "uozzap"): uno scrive che ha letto i geroglifici, un altro gli fa eco, più sotto “Io non so leggere questi scritti”, e un terzo risponde ancora “E che te ne frega di non saper leggere i geroglifici?

Per chi non lo ricordasse, dobbiamo a KV9, ed agli operai che la scavarono, la salvezza della KV62, la Tomba di Tutankhamon. Questi, infatti, costruirono le loro capanneproprio sopra l'ingresso della sottostante e non più visibile tomba del re fanciullo proteggendola fino al 1922.

Se volete saperne di più, questo è l'articolo (in inglese):
Examining the inscriptions of ancient tourists in the tomb of Ramesses VI

Per la distribuzione dei graffiti greco-romani nelle tombe della Valle: Valle dei Re: Tabella "D"
nectanebo
00giovedì 13 luglio 2017 19:28
....Strabone, racconta che erano note al suo tempo, circa quaranta tombe interessate da testi di visitatori.
Tali graffiti sono riscontrabili solo in dieci tombe, e inoltre nella tomba di Ramesse VI (tomba N° 9) certamente la più bella di quelle allora aperte, si contano quasi la metà di tutti i graffiti (996). Tra le più visitate vi erano poi quella di Ramesse IV (657 graffiti) e quelle di Ramesse VII (132) e di Merneptah (122).
Dalle date che alcuni di questi graffiti portano, si può stabilire che essi risalgono al periodo tra il III sec. a.C. (il più antico è del 278 a.C.253, regno di Tolomeo II Filadelfo) al IV sec. d.C. (326 d.C., regno di Costantino 254).

note da:

archive.org/details/MIFAO42

[SM=g999100] ...Nec.
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